mercoledì 23 settembre 2015

Un infarto o un attacco di panico? Attacchi di panico o ansia?

“GUARDA LA PAURA IN FACCIA E QUESTA CESSERÀ DI TURBARTI” - SRI YUKTESWAR

È capitato a tutti, nella vita, di provare ansia: prima di un esame, quando si affrontano momenti importanti, come andare all’altare, al primo giorno di lavoro o di scuola o durante un’importante riunione.
L'ansia si caratterizza per alcuni sintomi comuni: sudorazione, accelerazione del battito cardiaco, respiro corto, tremolio della voce e/o delle mani e delle gambe, giramenti di testa. Questi sintomi sono un chiaro segnale del nostro corpo per dirci che c’è un allarme, e che dobbiamo proteggerci. Sono sintomi che derivano dall’evoluzione e servono per la continuazione della specie: se un animale non si attivasse quando sente la paura non scapperebbe. Allo stesso modo accade quando un essere umano prova ansia per qualcosa che sta per accadere: il suo corpo si attiva come per “scappare”, ma questa attivazione può essere a volte causa di un’ulteriore paura, la paura di avere qualche malattia, o di stare per morire.
Molto spesso si sente parlare di attacchi di ansia e attacchi di panico come sinonimi ma in realtà si tratta di due fenomeni diversi, sia nella sintomatologia, sia nelle cause scatenanti.
L'attacco di panico si caratterizza per la sua intensità e brevità: infatti esso ha un inizio improvviso e non dura più di una ventina di minuti. I principali sintomi sono palpitazioni, dolori toracici, sudorazione, sensazione di perdita di controllo, sensazione di asfissia, paura di morire... Succede spesso che chi ha un attacco di panico vada al pronto soccorso con la convinzione di avere un infarto, un ictus o qualche patologia che possa mettere in pericolo la sua sopravvivenza.
Si tratta di pochi minuti, che però a volte possono cambiare drasticamente la vita di chi viene colpito anche solo da un unico attacco. Infatti una conseguenza peculiare dell’attacco di panico è la paura della paura: succede spesso che dopo il primo episodio la persona inizi a mettere in atto meccanismi di evitamento di determinati luoghi, persone e situazioni per la paura che un altro attacco si presenti, arrivando a soffrire di una vera e propria agorafobia (cioè la paura di trovarsi in spazi aperti e affollati e non riuscire a scappare o chiedere aiuto in caso di malore). Può capitare che per anni o addirittura per sempre non si verifichino altri attacchi, ma questo non è sufficiente a far sì che la persona si convinca ad uscire di casa. Anzi, proprio questa assenza di ulteriori episodi può fungere da conferma alla propria teoria secondo cui se si evita un determinato posto o si sta chiusi in casa non succederà più, e quindi alimentare ulteriormente la condotta di evitamento. Questo comportamento può diventare molto invalidante per la persona che lo mette in atto e per le persone ad essa vicine.
A differenza di un attacco d’ansia, che è generalmente associato a particolari eventi ansiogeni per l’individuo, l’attacco di panico solitamente è improvviso e chi ne è colpito non riesce quasi mai a definirlo come tale, magari proprio perché avviene in un momento di relativa tranquillità. Ma se si va più a fondo, si scopre che anche solo un piccolo particolare di una situazione può averlo scatenato. Riuscire a scoprire a cosa sono dovuti questi attacchi è spesso la chiave di volta per prevenirli e far sì che non ricapitino.
Se gli attacchi di panico perdurano nel tempo allora di parla di Disturbo di Panico. Sia che si sia trattato di un episodio singolo, sia che siamo di fronte ad un vero proprio disturbo, è importante chiedere aiuto agli specialisti per capire cosa è successo e darne un senso. Dagli attacchi si guarisce grazie al lavoro combinato di psichiatri, per la cura farmacologica quando necessaria, e di psicologi.
Esistono differenti tipi di terapie per trattare gli attacchi di panico: tra queste, quelle cognitivo-comportamentali sono state valutate come particolarmente efficaci. In questi casi l’intervento è su molteplici fronti: un intervento psicoeducativo, volto a fornire alla persona informazioni e chiarimenti rispetto alla patologia; tecniche comportamentali di esposizione agli stimoli temuti; e tecniche cognitive che lavorano sulle convinzioni, sugli atteggiamenti e sulle aspettative. L’obiettivo principale di questa terapia, che unisce l’intervento sul comportamento con quello sulle cognizioni, è quello di modificare progressivamente la “lettura” di tali sensazioni per darne un nuovo senso e significato e saperle affrontare quando si presentano.

Cuneocronaca.it
 Dott.sse Giulia Mattalia e Debora Bessone
Facebook: “Lunettes studio di psicologia – Giulia Mattalia e Debora Bessone”
E-mail: lunettes.studiodipsicologia@gmail.com

lunedì 7 settembre 2015

Attacchi di panico e intelligenza: ecco perché chi ne soffre è più acuto della media

Da alcune ricerche è stato dimostrato che esiste una stretta relazione tra ansia e intelligenza, le persone ansiose, infatti, sono più acute della media. Una notizia che potrebbe essere di conforto a coloro che convivono ogni giorno con questo stato, anche se forse l’unico loro desiderio è trovare il modo che l’ansia scompaia per sempre.

Dallo studio dello psichiatra Jeremy Coplan è emerso come chi soffre di forti stati ansia abbia un quoziente di intelligenza più elevato, rispetto agli individui che non ne soffrono. Inoltre, è stato messo in evidenza, come coloro che vivono perennemente in questo stato riescano a fare un’analisi più approfondita di un problema, un’azione che li porta a non correre rischi e ad avere un tasso di sopravvivenza più alto.
La persona ansiosa, infatti, prima di agire si trova a vagliare ogni possibile aspetto della situazione, sia considerando gli eventi passati sia facendo previsioni sui possibili scenari futuri che potrebbero presentarsi, questo ha come conseguenza l’organizzazione di ogni cosa nei minimi particolari e un maggior impegno nel portarle a termine. Chi soffre d’ansia e di attacchi di panico, secondo quanto emerso, mette in atto una strategia che assicura l’evoluzione della specie perché ogni situazione viene sviscerata, per fare in modo che si abbia tutto sotto controllo e non si presenti nessun tipo di pericolo.

Urbanpost.it 

Cristin Stella