giovedì 25 maggio 2017

HELP: ANSIA ED ATTACCHI DI PANICO Conoscere le emozioni "negative" per superarle e crescere


“…ed improvvisamente ho sentito che mi mancava l’aria. Non riuscivo a respirare. Avevo un peso sul petto. Un macigno… il cuore batteva fortissimo era troppo forte, mi faceva tanta paura. Ho pensato “adesso muoio”…
“…ho avuto paura, tanta paura, mi girava la testa, ero confusa tanto confusa…mi girava la testa, mi sembrava che tutto fosse strano. Stavo per svenire, sudavo caldo e poi freddo… “impazzisco”, una paura terribile. Non voglio ripensarci”
Così alcuni descrivono il proprio stato durante un attacco di panico e la sensazione di non riuscire a spiegare la portata della propria paura. La sensazione è che improvvisamente tutto possa cambiare e possano accadere eventi terribili: infarto, morte, perdita di controllo impazzendo.
E’ così che immobilizzati dalla paura chiamano aiuto e vengono portati al Pronto Soccorso. Seguono analisi, prescrizione di calmanti ed ansiolitici e dimissioni con diagnosi di Attacchi di Panico.
Inizia il tormento: il mostro si è palesato … “nessuno comprende la mia preoccupazione..” le persone si sentono sminuite e non comprese. La possibilità di rivivere questo terribile stato li induce ad evitare ogni situazione in cui si potrebbe riverificare. Guidare, attraversare piazze, ritrovarsi in luoghi chiusi, uscire da solo. Iniziano i controlli sul proprio corpo: sotto la lente di ingrandimento del nostro pensiero finiscono tutte le sensazioni corporee che abbiamo provato durante l’Attacco di Panico: il battito cardiaco, i giramenti di testa, la pesantezza delle braccia, il senso di nausea, il tremore e altri.

Iniziano anche i comportamenti protettivi che permettono di non ritrovarsi mai faccia a faccia con questo mostro: medicine sempre a portata di mano, evitamento di luoghi e situazioni che spaventano, presenza di persone o oggetti protettivi.
Possono comprendere che ciò che non riescono più a fare possa non giustificare l’entità della propria paura, ma non riescono a non tutelarsi dalla possibilità di ritrovarsi nuovamente di fronte a questo “mostro”.

Ed adesso vediamo un po’ più da vicino questo “mostro” la cui definizione già ci fa entrare in un circolo vizioso di paura. La definizione “Attacco di panico” è di per sé una definizione spaventosa: in sé contiene tre elementi: l’ attacco 1) è improvviso, imprevedibile 2) è incontrollabile 3)avrà delle conseguenze spaventose. Qualcosa che potrebbe capitarmi senza poterlo prevedere in nessun modo, senza avere il minimo potere di fare nulla nulla e che sicuramente avrà delle conseguenze terribili.
Ora pensiamoci bene… chi di noi non sarebbe terrorizzato a questa idea? Chi non cercherebbe di fare di tutto per tutelarsi? Chi di noi, pensando che qualcosa con queste caratteristiche grava sulle nostre giornate, non sarebbe sempre in uno stato di allerta?

Ma vediamo meglio...

L’attacco di panico è realmente improvviso? Quando iniziamo a lavorare con chi vive attacchi di panico ci accorgiamo insieme che nulla è realmente improvviso, ma che invece è inserito nella vita dei nostri pazienti in momenti di stress abbastanza importanti. I pazienti imparano a comprendere che le emozioni che provano sono frutto non tanto degli eventi, quanto di ciò che pensano degli eventi stessi. Le persone vivono situazioni di preoccupazione ansia, ma spesso, la velocità che ci imponiamo non ci permette di fermarci su pensieri e preoccupazioni che continuano a farci vivere e sentire quanto il nostro corpo ci segnala. Il Paziente comprende che c’è un prima e che può capire cosa genera e il funzionamento di questo “prima”. E niente sembra essere più così improvviso.
L’attacco di panico è davvero incontrollabile? Non posso davvero fare nulla? Una volta che si impara a conoscere cosa sia l’ansia, come funziona, quali sono gli effetti sul nostro corpo e come tali effetti aumentano, come in un circolo vizioso, la nostra paura fino al panico, le persone iniziano a sentirsi più capaci e padroni della situazione. Possono farci qualcosa. Il processo ritorna sotto le proprie competenze. Acquisendo così una maggior sicurezza.
L’ansia provata ci porterà conseguenze terribili? In terapia si apprende e si sperimenta 1) che l’ansia è un’emozione importantissima, senza la quale potremmo essere decisamente in pericolo 2)Che è utile fino ad un certo livello dopodiché ha effetti non funzionali 3) che l’ansia può essere anche molto spiacevole, che le sensazioni fisiche provate in questa emozione possono essere molto fastidiose, ma che possono non farci più ulteriore paura, che possiamo quindi gestirle ed attraversarle e che niente “è più forte di noi”.
La terapia per gli attacchi di panico è un bel percorso nella conoscenza di noi stessi, e nella conoscenza del funzionamento delle emozioni, ma soprattutto ci fa sentire più forti perché ci permette di riappropriarci di capacità e competenze che pensavamo di non possedere.

Allora... buon viaggio!

A cura della Dott.ssa Psicologa-Psicoterapeuta Sabrina Capitoni

Dal Sito: www.oksiena.it

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