venerdì 9 marzo 2018

“La mia vita tra depressione e medicine”. 


La dura confessione del cantante italiano, amatissimo soprattutto dai più giovani, che parla dei quei momenti difficili lontano dai riflettori.
Le sue parole

Uno dei rapper del momento nel panorama italiano, tra gli artisti che meglio di tutti hanno saputo imporsi a suon di strofe in rima e allargare il numero di fan che lo seguono con passione. Parliamo di Ghemon, nome d'arte di Giovanni Luca Picariello, classe 1982, molto popolare in rete grazie a hit come Bellissimo o Un Temporale.Un artista che in concomitanza dell'uscita nelle librerie della sua autobiografia "Io sono. Diario anticonformista di tutte le volte che ho cambiato pelle", in vendita a partire dall'8 marzo, ha scelto di raccontarsi in un'intervista concessa alla testata Vanity Fair, dove non ha nascosto le difficoltà incontrate lungo il suo percorso. "Questo libro non è un prontuario, è una condivisione. Vorrei che chi lo leggesse dicesse: Sono le stesse cose che ho vissuto io, e lui è riuscito a scriverle". Ghemon si è definito un "transgender musicale" per le sue canzoni che fondono in realtà all'interno tanti generi e tante influenze diverse. In Mezzanotte, suo ultimo disco, ha cantato degli attacchi di panico e della depressione.
Proprio alla parte più intima di sé Ghemon ha dedicato una parte molto corposa della propria autobiografia. "Per tre mesi mi son svegliato tutti i giorni con l'ansia di non scrivere abbastanza: un giorno la ragazza che faceva l'editing mi ha chiamato urlando: sono già trecento pagine, basta!". Tante pagine in cui Ghemon parla della sua lotta alla depressione e del lavoro fatto su sé stesso negli anni: "Chi è depresso soffre il doppio, perché è una malattia che non si può "dimostrare": solo chi ce l'ha dentro ci deve fare i conti [...] Continuo con le medicine, con la terapia [...] è un lavoro lungo, ma sento di essere più solido".
Un libro che parla di crisi personale, ma anche di amore.  "Dico tutta la verità, non v'è nulla di romanzato [...] solo dei cambi di nome, dovuti". Come il nome di Maria, l'attrice con cui racconta di avere avuto una storia un paio di anni fa: "Chi sia davvero non lo rivelerò mai ed è giusto così: è un amore che abbiamo vissuto a porte chiuse". Ghemon rifiuta l'idea dell'artista tormentato e conclude affermando che né la gioia né la sofferenza devono essere il motore dell'arte, ma la sensibilità.

Dal Sito: caffeinamagazine.it

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