venerdì 23 marzo 2018

Psicologo E Paziente, Il Meccanismo Del Transfert


…Ogni volta che trattiamo un nevrotico con il metodo psicoanalitico, si verifica nel paziente il cosiddetto fenomeno del Transfert : egli riversa cioè sulla persona del medico una notevole aliquota di tenerezza e affetto, spesso frammista a ostilità, che non è basata su alcun reale rapporto, ma che si deve far risalire, sotto tutti gli aspetti, alle antiche fantasie di desiderio del paziente divenute inconsce. Di conseguenza ogni frammento della sua vita affettiva, che non può più essere mnesticamente rievocato, è vissuto dal paziente nel suo rapporto col medico, ed è soltanto perché ritorna a riviverle nel “transfert”, che egli si convince dell’esistenza e della forza di tali eccitazioni sessuali inconsce.
… Il transfert insorge spontaneamente in tutte le relazioni umane , e quindi in quelle tra paziente e medico; esso apporta dovunque, in modo peculiare, influssi terapeutici; e tanto più intensa è la sua azione quanto meno se ne riconosce la presenza. E dunque non è la psicoanalisi a crearlo : essa si limita a svelarlo alla coscienza e se ne avvale per guidare i processi psichici alla meta voluta.
(Quinta conferenza sulla Psicoanali, 1909 – S. Freud).

Come teoria generale della psiche, la psicoanalisi  poggia su alcune nozioni fondamentali, tra cui: inconscio, rimozione, conflitto e pulsione. I fenomeni psichici sono considerati come risultanti da un conflitto di forze contrastanti: il conflitto nevrotico presuppone la rimozione, che consiste nell’espellere esperienze dolorose o vergognose dalla coscienza istituendo l’inconscio come campo separato.
La seduta con lo psicologo consiste nella regola della libera associazione con la quale lo psicologo richiede al paziente di lasciarsi andare al fluire delle idee che gli vengono in mente, le libere associazioni per l’appunto; e allo psicologo di prestare attenzione non concentrata su particolari (“attenzione fluttuante”). Attraverso questo lavoro, il terapeuta – che, in genere, interviene poco – cerca di riportare alla luce della coscienza i valori reali e le motivazioni profonde che determinano inconsapevolmente le azioni del paziente.

Le esperienze traumatiche che sono all’origine della sofferenza psichica rivivono nel rapporto paziente-psicologo: è questo il meccanismo del transfert (“traslazione”), ossia il bisogno del paziente di proiettare sull’analista i propri sentimenti di amore e di odio nei confronti di altre persone che rappresentano per lo più una ripetizione di prototipi infantili. Grazie al transfert il terapeuta riesce a capire la struttura della nevrosi del paziente, e questi, attraverso l’aiuto dell’interpretazione terapeutica, riesce a rendersi conto delle proprie pulsioni censurate e dei propri meccanismi di difesa, arrivando infine a organizzare una nuova identità che equivale al superamento della nevrosi. Essenziale nella terapia psicoanalitica è la ricerca di un atteggiamento di neutralità e di distacco clinico dell’analista nei confronti del paziente.

La psicanalisi è una esperienza terapeutica che può durare anche diversi anni. Di solito è caratterizzata da una alta frequenza delle sedute, in media una a settimana. La seduta è di regola di circa 45-50 minuti.

Psicoanalisi: per chi e per quali problematiche
La psicoanalisi interviene con efficacia e si è dimostrata l’intervento elettivo nelle varie forme di nevrosi ( di conversione, d’angoscia, e nevrosi ossessiva) e con i corrispondenti disturbi di carattere.
La psicoanalisi non si rivolge comunque solo ai “malati” o a determinate forme di disagio psichico, perché è prima di tutto un potente mezzo di investigazione. Per questa ragione può rivelarsi molto utile o indispensabile come strumento anche per la formazione di persone impegnate in professioni sociali o che devono occuparsi degli altri (professori, insegnati, psicologi, studenti di medicina, assistenti sociali, ecc.).
Il paziente “ideale della psicoanalisi non crede che basti “prendere coscienza” di un problema per avere la meglio sui meccanismi inconsci che lo hanno generato, ha forte volontà e capacità di lavorare sul proprio sé e non ha particolare fretta di conseguire risultati terapeutici (lo stesso Freud consigliava di ricorrere in prima istanza ad altri trattamenti più brevi e semplici).

Dal Sito: giacinto.org

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