Il musicista ha raccontato più volte di soffrire a causa dell’ansia che lo tormenta sin da quando era giovanissimo, ma ha spiegato anche di essere riuscito in qualche modo a “domare” questa energia negativa e ad incanalarla per creare qualcosa di nuovo. La svolta è arrivata soprattutto grazie alla musica, che è stata negli anni un’amica e una medicina per Giovanni Allevi.
La voglia di mostrare il suo talento e di intrattenere gli altri, ha spinto il musicista a vivere il presente e a non preoccuparsi più del passato o del futuro, come accade per ogni persona ansiosa. Il palcoscenico ha consentito ad Allevi di trovarsi faccia a faccia con le sue paure e di sconfiggerle. Nel corso degli anni l’ansia non è scomparsa, ma il pianista ha imparato a conviverci e a controllarla, rendendola una sorta di “compagna di viaggio”.
Aveva 28 anni quando ha deciso per la prima volta di rivolgersi ad un medico e affrontare il problema degli attacchi di panico. Il pianista si è rifiutato di usare medicine, ma ha preferito l’autoanalisi e i libri di filosofia. Leggendo Socrate, Hegel e Stirner, Giovanni Allevi ha cercato di comprendere la radice di quell’ansia e di darle un senso. Le vera svolta però è arrivata quando ha analizzato l’etimologia del terminepanico.
Questa parola infatti deriva da Pan, il dio Tutto. “Conoscere il panico significa vivere l’esperienza della dirompente energia creativa che è dentro ognuno di noi – ha raccontato a OK Magazine tempo fa -. Di conseguenza, più lo combatti, più acquisisce forza”.
Il suo segreto quando l’ansia arriva? Lasciar vagare la mente, pensare alla musica oppure fare una bella corsa, come ha svelato anche a Verissimo. “Pensavo di aver superato questo problema, ma in un viaggio in piena notte da Trieste a Milano ho avuto un nuovo attacco di panico – ha spiegato a Silvia Toffanin -. Il fatto è che il Dio Pan dentro di noi si ribella a questa vita”.
Il pianista ha anche confidato di aver sofferto didepressione a causa delle critiche ricevute dai puristi della musica: “In passato ci sono stato malissimo – ha svelato -, ho fatto quattro anni di analisi per depressione. Ora rispondo così: il mio sogno è sempre stato quello di creare una nuova musica classica contemporanea, nei contenuti e nel ritmo. Nei giovani questa musica viene riconosciuta come vicina alla loro sensibilità”.
Dal Sito: dilei.it
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