martedì 17 aprile 2018

Nomofobia e dipendenza da smartphone


I cellulari sono diventati quasi indispensabili nella nostra vita quotidiana. Sono utilizzati per postare sui social media, scattare foto, registrare video, come agenda, to do list, calendario, ecc. oltre che per ricevere indicazioni stradali, sentire musica, giocare, telefonare. Lo smartphone è ormai una finestra sul resto del mondo, e, per molti di noi, il principale mezzo di interazione. Sicuramente un oggetto utile, efficiente, che fornisce supporto, con il quale spesso si tende a sviluppare un legame che risulta chiaro quando, per quanto folle possa sembrare, percepiamo la paura di restare senza. Accade spesso di provare ansia nel non trovare il proprio smartphone nella borsa, o di essere preoccupati quando a metà della giornata compare la notifica di batteria in esaurimento. Per quanto utile sia lo smartphonepuò essere comprensibile la preoccupazione per il doverne fare a meno, ma se non si tratta di paura o dipendenza le cose si complicano. Il termine scientifico per indicare la paura incontrollata di rimanere sconnessi dal contatto con la rete mobile è Nomofobia (no-mobile-phone-phobia), termine di recente introduzione nel vocabolario della lingua italiana Zingarelli. Una persona soffre di Nomofobia quando prova una paura sproporzionata di rimanere fuori dal contatto con la rete mobile, a tal punto da sperimentare sensazioni fisiche simili all’attacco di panico: mancanza di respiro, vertigini, tremori, sudorazione, battito cardiaco accelerato, dolore toracico e nausea. Le persone affette da Nomofobia avvertono stati d’ansia quando rimangono a corto di batteria o di credito, o senza copertura di rete oppure senza il cellulare. Per evitare gli stati di ansia il soggetto mette in atto una serie di comportamenti protettivi come controllare frequentemente il credito, portare un caricabatterie di emergenza, dare ai familiari un numero alternativo. Inoltre chi soffre di nomofobiageneralmente manifesta un utilizzo dello smartphone in posti generalmente inappropriati. E’ molto importante valutare che dietro questa moderna paura si nasconde, talvolta, una vera e propria forma di dipendenza dalle nuove tecnologie. Secondo gli studi di David Greenfield, professore di psichiatria all’Univeristà del Connecticut, l’attaccamento allo smartphone è molto simile a tutte le altre forme di dipendenze, perché causa delle interferenze nella produzione della dopamina, il neurotrasmettirore che regola il circuito celebrale della ricompensa, incoraggiando le persone a svolgere attività che credono daranno loro piacere. La dipendenza da smartphonecrea inoltre conseguenze psicologiche più significativi e profonde rispetto alla paura di rinunciare a Twitter o di non ricevere un testo. La ricerca sulla memoria transattiva sottolinea infatti che, quando abbiamo fonti esterne affidabili di informazioni su specifici argomenti a nostra disposizione, si riduce la motivazione e la capacità di acquisire e mantenere in memoria determinate informazioni. In altre parole, quando abbiamo a disposizione una fonte affidabile di informazioni, come i nostri smartphone, nel tempo perdiamo il desiderio di ricordare le cose o di imparare qualcosa al di fuori di ciò che è visibile nei il nostri schermi.

Alessandra Carrozza

Dal Sito: ipsico.it

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