Quante volte quando siamo preoccupati pensiamo continuamente a ciò che ci preoccupa?
Il pensare e ripensare è un’esperienza normale nell’essere umano. Quando però il pensiero diventa ripetitivo e ricorrente e abbiamo la sensazione di non riuscire a fermarlo ci troviamo di fronte ad un campanello d’allarme.
Il rimuginio è uno dei sintomi principali dei Disturbi d’Ansia (in particolare ansia generalizzata), ma accompagna spesso anche la Depressione e i Disturbi del Comportamento Alimentare.
La persona che rimugina dedica la maggior parte delle sue energie e del suo tempo a prevedere eventi negativi futuri. Spesso ci si ritrova incastrati in questo “stile di pensiero” molto astratto: si percepisce l’esigenza di trovare delle soluzioni pratiche ad un problema senza, però, trovarne alcuna perché ogni soluzione genera ulteriori pensieri.
Perche lo facciamo?
Rimuginare sulle cose ci da l’illusione di avere un controllo su di esse e di fare qualcosa per risolverle. in realtà non è così. L’unica cosa che è stata realmente prodotta è la preoccupazione (e il conseguente aumento dell’ansia) riguardo una o più circostanze.
Le persone che tendono a rimuginare hanno scarsa fiducia nelle proprie capacità di far fronte alle situazioni motivo per cui tentano invano di controllarle pensandoci in continuazione. Sebbene tutte le previsioni catastrofiche dettate dall’ansia non si verifichino, la persona che pensa ossessivamente soffre di un fortissimo stress in quanto ciò che pensa e immagina le genera forte disagio, e maggiore sarà l’ansia maggiori saranno i pensieri. Un circolo vizioso che sembra non spezzarsi.
Cosa fare?
E’ possibile agire a piu livelli:
Innanzitutto bisogna rendersi conto della propria tendenza a rimuginare. Essere consapevoli di mettere in atto un comportamento è il primo passo per affrontarlo.
Lavorare sulla propria autostima. Aumentare la fiducia nelle nostre capacità ci permette di allentare il controllo perché qualsiasi cosa accada sappiamo di poter contare su noi stessi. Una buona autostima aiuta a diminuire i livelli d’ ansia.
Chiedersi se tutti gli scenari immaginari che i nostri pensieri ci prospettano siano probabili e reali o meno. Mettendo in discussione i nostri pensieri, la loro forza e il loto potere di generare ansia diminuiranno.
Possiamo stabilire durante la giornata periodi di tempo ben precisi per preoccuparci: quando ci accorgiamo che i nostri pensieri girano vorticosamente come se fossero una trottola, proviamo a fermarli e a dirci “STOP” e fissiamo poi un momento successivo (di una quindicina di minuti circa) in cui possiamo dedicarci completamente al nostro rimuginio. In questo modo riprenderemo un controllo sui nostri pensieri e non viceversa. Arrivato poi il momento che ci siamo prefissati da dedicare al rimuginio possiamo decidere se utilizzarlo per preoccuparci o per altro.
Infine, una strategia utile che possiamo adottare per smettere di rimuginare è quella di spostare la nostra attenzione dalla testa, e quindi dai pensieri, a ciò che possiamo percepire attraverso i nostri sensi. Ad esempio sono molto importanti gli esercizi della Mindfulnesssul qui ed ora attraverso cui riprendiamo il contatto con la nostra esperienza presente partendo da ciò che sentiamo, vediamo e tocchiamo. Possiamo inoltre praticare delle tecniche di rilassamentoper distendere le tensioni e concentrarci così sulle sensazioni che il nostro corpo ci rimanda.
Quando il rimuginare è particolarmente difficile da gestire e quando incide sulla qualità della tua vita e delle tue attività quotidiane, rivolgiti ad uno psicoterapeuta che saprà aiutarti ad uscire da questo circolo.
“Il rimuginatore è un ricercatore senza speranza che troverà l’illuminazione solo quando smetterà la sua ricerca mentale”
A cura della
Dott.ssa Maria Cristina Zezza
Dal Sito: mariacristinazezza.com
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