giovedì 6 dicembre 2018

Paura di guidare, cause e terapie



La paura di guidare può assumere forme diverse ed essere una manifestazione di vari disturbi psicologici o problemi relazionali

Tachicardia, sudorazione, tremore, mancanza d’aria, fino all’attacco di panico: sono i sintomi che possono accompagnare la paura di guidare. Paura e ansia alla guida, a diversi livelli di gravità, interessano quasi un terzo della popolazione. Quando i sintomi diventano così intensi da causare un disagio significativo o un’importante compromissione della qualità di vita, si parla di fobia.

La paura di guidare può assumere forme diverse: la persona può temere di guidare da sola, senza una persona di fiducia al suo fianco, o temere di guidare solo in autostrada o strade a scorrimento veloce; può aver paura delle situazioni di traffico intenso, o più specificamente di immettersi in una rotatoria; può temere di guidare in certe condizioni metereologiche, oppure oltre una certa distanza dalla propria casa.

La paura induce ad evitare di mettersi al volante o a ridurre il più possibile la guida, portando a limitazioni anche gravi dell’autonomia personale, alla rinuncia ad attività, a compromissione del funzionamento lavorativo e sociale.

La paura di guidare può avere cause diverse. Nel neopatentato può dipendere da insicurezza e scarsa esperienza e risolversi con una maggiore pratica. In altri casi la paura di guidare è solo una delle molteplici manifestazioni di un più ampio disturbo d’ansia generalizzato, in cui la persona è costantemente preoccupata per un gran numero di situazioni quotidiane. Altre volte, può essere parte di un disturbo da attacchi di panico, in cui la guida costituisce una delle occasioni in cui il panico si manifesta. In altri casi, la paura di guidare rientra in un disturbo claustrofobico, in cui l’ansia è legata al trovarsi in spazi chiusi, o in un disturbo agorafobico, in cui l’ansia è provocata dal trovarsi in luoghi da cui sarebbe difficile allontanarsi (autostrada, ponti, posti affollati).

La paura di guidare può anche essere conseguenza di eventi traumatici, come incidenti vissuti in prima persona o a cui si è assistito. In questi casi, potrebbe essere un elemento di un più ampio disturbo da stress, acuto o post-traumatico.

Ancora, la paura di guidare può essere sintomo di un problema relazionale, in particolare di una difficoltà a separarsi da casa e/o dalle figure significative. Limitando la possibilità di autonomia e rendendo materialmente impossibile allontanarsi più di tanto, consente di restare vicino alle figure significative e di mantenere una dipendenza da loro. Ciò può rispondere a un bisogno di controllo, sia da parte del soggetto che ha la fobia, sia dei suoi familiari, o all’esigenza di perpetuare dei ruoli nelle dinamiche familiari (il genitore che si assume il compito, ad esempio, di trasportare il figlio quarantenne che non riesce a guidare e mantiene così un senso della propria utilità o una qualche forma di potere). Non riuscire a guidare può anche limitare le possibilità lavorative ed essere così il tramite per cui una persona mantiene una dipendenza anche economica dalla famiglia, o dal partner nella coppia.

La paura di guidare può anche essere una manifestazione di ansia sociale, in cui si teme il giudizio degli altri: il timore di apparire incapaci alla guida, di bloccare il traffico ed essere oggetto di scherno dagli altri automobilisti, di non essere capaci di parcheggiare, di apparire goffi alla guida e perciò essere valutati negativamente.

Il trattamento dipende dal contesto in cui si inquadra la paura di guidare. Se è parte di un disturbo d’ansia, il trattamento che si è dimostrato più efficace è la psicoterapia cognitivo comportamentale, che aiuta la persona ad affrontare progressivamente le situazioni temute con un’esposizione graduale e attraverso la modificazione di pensieri e convinzioni distorte (ad esempio “Tutti mi guardano mentre guido”, “Devi essere scattante alla guida altrimenti ti giudicano male”).

Per la paura di guidare conseguente a traumi, il trattamento d’elezione è la terapia EMDR(Desensibilizzazione e Riprocessamento tramite Movimenti Oculari).

Quando invece il disturbo è attribuibile a motivi relazionali, la psicoterapia, sia in forma individuale che di coppia o familiare, mira a sostituire le modalità relazionali inadeguate con altre più adattive, in cui la persona possa individuarsi e funzionare autonomamente pur mantenendo un legame con le figure significative.


Dott.ssa Lucia Montesi
Psicologa Psicoterapeuta

Dal Sito: centropagina.it

5 commenti:

Unknown ha detto...

buongiorno, non guido più da solo da 40 anni, i sintomi sono quelli dell'articolo scritto sopra, dopo un grave incidente avuto all'epoca, tengo a precisare che sono un ex pilota di rally e oggi faccio ancora gare anche di un genere diverso ma comunque sempre con qualcuno al fianco. ho fatto terapie, tutte e per tutte intendo tutte compreso l'EMDR che ho dovuto interrompere dato che dopo alcune sedute la pressione sanguigna andava a livelli pericolosi( normalmente non soffro di ipertensione) e stavo decisamente male a livello fisico... mi sono rassegnato, mi sono costruito una vita adattandomi anche se mi ha condizionato in negativo lavorativamente e anche privatamente, ma tant'è...

Anonimo ha detto...

Buongiorno. Ho 43 anni e la patente da 20 anni. Quando ho conseguito la patente non ho avuto modo di guidare e sono rimasta 5 anni senza guidare. Trovavo mille scuse per essere accompagnata fino a quando non ho avuto 2 figli e dovevo accompagnarli ovunque. Quindi ho preso coraggio e ho acquistato una 600. Ma ho sempre paura di affrontare il traffico e guidare in luoghi sconosciuti perché perdo l orientamento e non si mai dove parcheggiare.utilizzo quasi sempre Google maps e e prima di mettermi alla guida lo consulto più volte. Anche giorni prima.

Rosalia ha detto...

Io ho sviluppato la paura di guidare in autostrada, sono più di 20 anni che non lo faccio più. Non so spiegare come ciò è avvenuto, prima lo facevo con tranquillità. Per un certo periodo ho avuto paura anche guidando nei rettilinei delle strade statali, rallentavo e frenavo di colpo, se c'erano altre macchine dietro di m e, accostavo per poi ripartire quando la strada tornava libera. Non ero e non sono capita. Non riuscire a guidare in autostrada mi limita molto.

Unknown ha detto...

Roberto come ti capisco io avevo iniziato a correre navigando mio marito poi non è successo nulla di particolare mi piacciono le macchine ma non sono più andata avanti guido pochissimo pure la mia macchina a volte ho paura sia di uscire in auto quanto a piedi ma ne voglio uscire perché così mi sto perdendo tante occasioni
Sono sempre agitata mi nascondo dietro a un sorriso ma dentro di me sento l inferno mi isolo mangio quando ho fame praticamente mai insomma una prigione da cui voglio uscirne ho 36 anni io così non mi riconosco sto valutando la psicoterapia cognitiva
Ti faccio tanti auguri 💙

Anonimo ha detto...

Non pensavo fosse cosi comune questo disturbo. Purtroppo anch’io non riesco ad avere il coraggio di affrontare un viaggio in auto da solo. Non per insicurezza alla guida ma per paura di rimanere bloccato in code in autostrada che sono all’ordine del giorno. Non ho alcun problema a guidare invece con una persona accanto. Mi piace guidare. E quindi non vado da nessuna parte da solo anche con altri mezzi come aereo o corriere. Quindi la mia vita è molto limitata da questa fobia.
Ora ho paura di non sopportare la paura di certe situazioni dovessi restare intrappolato in una coda.
Ho fatto un percorso di analisi e provato con altri psicologi ma non sono riuscito risolvere il problema.
Tutto è iniziato tantissimi anni fa quando dopo un forte accumulo di ansia dovuta ad una situazione di grande insicurezza per la perdita di mio padre e l’inizio lavorativo in viaggio su un treno mi sentii molto solo e persi il controllo e ebbi il primo attacco di panico. Poi ripetutosi in altre occasioni.
La mia vita da allora è stata molto limitata e tranne qualche periodo di miglioramento non ho riacquistato la completa fiducia in me di poter affrontare spostamenti da solo.
Non so cosa fare per riuscire a riacqustare quella fiducia.
Aggiungo che in compagnia affronto il viaggio in autostrada ma al giungere in una coda mi scatta un nervoso (per la limitazione alla mia libertà) e il rischio è che il moto di nervoso si possa tramutare in paura di sentirmi male e conseguente panico se penso di non riuscire a sopportarlo.