Dire di no permette di mettere in luce i propri bisogni e tutelare i propri valori personali, facendo capire all'altro che abbiamo esigenze da rispettare
POTER DIRE UN NO, CORRISPONDE A CAPIRE CHE GLI ALTRI POSSONO RICONOSCERCI PER QUELLO CHE SIAMO ANCHE SE NON SI È D’ACCORDO CON LORO. DIRE NO, METTE IN LUCE I NOSTRI BISOGNI, E FA CAPIRE ALL’ALTRO CHE SIAMO PERSONE DIVERSE CON PROPRIE ESIGENZE DA CONSIDERARE E RISPETTARE.
Quanti di vuoi faticano a dire NO?.
Come è possibile che una parola mosillaba possa creare così tanti problemi nel pronunciarla?
Eppure, dire un no crea molti problemi, soprattutto perché mette in gioco una serie di emozioni negative, difficili da tollerare.
Rispondere con un sì a tutto, anche quando si pensa l’esatto contrario di quello che si sta affermando, cela chiaramente la necessità di voler essere compiacenti nei confronti dell’altro, perché si teme possa accadere qualcosa di catastrofico, difficile da gestire.
Nel dettaglio, si dice si perché, tendenzialmente, si ha paura di non piacere all’altro e di conseguenza l’altro potrebbe avere un pessimo giudizio della nostra persona, oppure per paura del conflitto e delle conseguenze che potrebbe portare in futuro, o, ancora, paura di poter perdere un’occasione importante e che non possa ripresentarsi mai più.
Poter dire un no, corrisponde, invece, a capire che gli altri possono riconoscerci per quello che siamo anche se non si è d’accordo con loro. Dire no, mette in luce i nostri bisogni, e fa capire all’altro che siamo persone diverse con proprie esigenze da considerare e rispettare.
Le ricerche dimostrano che è più facile rispondere con un sì a una richiesta perché dire no mette a disagio e fa emergere emozioni negative, come la colpa, la vergogna, la paura. Ciò è particolarmente vero quando le persone si trovano a prendere una decisione vis a vis.
Nel remoto caso in cui si dovesse rispondere con un no, pare si diventi più propensi a dire sì alle richieste successive. Il senso di colpa che deriva dall’aver detto il nodetermina il bisogno di rimediare al danno arrecato per recuperare al presunto torto compiuto senza creare ulteriori disagi. La gente è addirittura d’accordo ad acconsentire a richieste immorali piuttosto che rischiare l’ imbarazzo di dire un no.
Da un punto di vista neuroscientifico pare che i nostri cervelli abbiano una maggiore reazione al negativo che al positivo, tant’è che le informazioni negative producono una attivazione cerebrale più ampia e un’attività elettrica più rapida della corteccia, rispetto alla risposta positiva.
Sembra che i ricordi negativi siano più forti di quelli positivi, perché un ricordo di qualcosa di negativo ci dà memoria di quanto è stato e permette di evitare quella cosa in futuro, quindi ha una funzione adattiva e di apprendimento.
In uno studio pubblicato sulla rivista Personality e Social Psychology Bulletin, la dottoressa Bohns e il suo team avevano chiesto a un gruppo di studenti universitari di rovinare un libro della biblioteca scarabocchiandolo. La metà di loro ha accettato di deturpare il libro. Secondo la Bohns questo comportamento è determinato dal sentirsi appartenenti a un gruppo sociale. Quindi, dire no farebbe sentire in pericolo di espulsione dallo stesso e di conseguenza metterebbe a repentaglio le relazioni sociali.
Spesse volte, sentirsi dire un no lascia basiti, perché nell’immaginario collettivo questa parola assume connotazione negativa di rifiuto ogni qualvolta è usata. Ma le conseguenze del dire un no spesso sono sovrastimate da noi stessi, poiché non portano per forza alle conseguenze catastrofiche immaginate.
Naturalmente , non tutti hanno problemi a dire no. Sembra che alcuni abbiano più difficoltà di altri, dipende dal carattere che si ha. La Bohns dice di non aver trovato differenze di genere nella sua ricerca, al contrario di alcuni esperti che sostengono che le donne possono avere più difficoltà a dire di no rispetto agli uomini , in quanto spesso sono condizionate a mantenere i rapporti e a preoccuparsi troppo dei bisogni degli altri al punto da fugare i propri.
Tutte queste persone col tempo, e a proprie spese, imparano ad apprezzare l’importanza di dire no, perché apprendono che così facendo proteggono la propria individualità e i propri bisogni, altrimenti tendono a soddisfare solo gli interessi degli altri e non i propri.
Insomma, dire no significa non rispondere e non adeguarsi alle pressioni cognitive e sociali dettate da terzi e questo serve a tutelare i propri valori.
Ma, allora, qual è il modo migliore per rifiutare una richiesta? Di seguito alcuni suggerimenti.
1. Essere semplici e diretti nel dare una risposta:
Ti ringrazio, ma non posso.
Grazie, ma non riesco.
2. Motivare la risposta riferendosi a circostanze esterne:
No, grazie. Ho preso un altro impegno.
Mi spiace, ma avevo promesso a mio figlio di passare del tempo con lui.
3. Essere convincente, ma educato:
Preferisco rifiutare, mi spiace;
No, grazie.
In sostanza, bisogna:
1. Allenarsi nel provare a dire di no per non rimanere senza parole nel caso si presentasse questa evenienza.
2. Costruire delle frasi pronte del tipo: “Ci penserò” da utilizzare all’occorrenza.
3. Rimandare una risposta aumenta la possibilità di dire no.
4. Addolcire il tono della voce per far si che il no detto non offenda troppo le persone.
Dal Sito: www.stateofmind.it
Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2014/05/imparare-adiredino-importanza-diaffermare-sestessi-ele-proprie-esigenze/
Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2014/05/imparare-adiredino-importanza-diaffermare-sestessi-ele-proprie-esigenze/
Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2014/05/imparare-adiredino-importanza-diaffermare-sestessi-ele-proprie-esigenze/
Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2014/05/imparare-adiredino-importanza-diaffermare-sestessi-ele-proprie-esigenze/
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