venerdì 23 febbraio 2018

Fobia sociale: paura del giudizio altrui


Si tratta di un disturbo d'ansia causato dalla paura di essere giudicato negativo in situazioni sociali o durante lo svolgimento di un'attività

La Fobia Sociale è la paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali l’individuo è esposto a persone non famigliari o al possibile giudizio da parte degli altri, per il timore di mostrare sintomi d’ansia o di poter agire in modo goffo, imbarazzante.

Si tratta di un disturbo d’ansia causato dalla paura di essere giudicato negativo in situazioni sociali o durante lo svolgimento di un’attività. Insorge solitamente in età giovanile, nella tarda adolescenza, quando le interazioni con il gruppo sociale e in generale le relazioni extra famigliari iniziano a far parte della vita. Questi pazienti provano un profondo disagio emotivo se devono parlare in pubblico, scrivere o mangiare di fronte ad estranei. Possono sperimentare ansia e profondo imbarazzo nel rimanere in spazi chiusi, dove ci sono tante persone e a sostenere o comunicare i loro punti di vista in una conversazione o arapportarsi con un superiore, e persone dell’altro sesso, cosi come parlare in classe o in una riunione.

Il timore centrale della fobia sociale è quello di essere giudicati ansiosi, deboli, impacciati, sciocchi o inadeguati. Questo timore può essere tanto forte da produrre sensazioni di disagio che si manifestano con sintomi neurovegetativi come palpitazioni, tremore, rossore, sudorazione, vampate di calore, che possono provocare veri e propri attacchi di panico. E’ sempre presente una notevole ansia anticipatoria, cioè uno stato di tensione sia psicologica che fisica legata al pensiero di una futura situazione temuta. Il concetto del timore del giudizio degli altri è il nucleo centrale della fobia sociale, elemento fondamentale sia nell’eziologia che nel mantenimento del disturbo e della sintomatologia fobica. Per evitare di vivere questi momenti d’imbarazzo e forte preoccupazione i pazienti affetti da Ansia Sociale mettono in atto condotte di evitamento che possono interferire  con il funzionamento sociale e gli obiettivi lavorativi che a loro volta influenzano negativamente il decorso, favorendo la cronicizzazione della malattia.

Questi soggetti vivono un timore esagerato rispetto al fatto che gli altri si accorgano della loro ansia e sono molto sensibili, e a loro volta critici verso se stessi e si auto percepiscono come deboli, incompetenti e ridicoli, mentre l’altro è visto come abile, superiore e competente. Come tutti i Disturbi d’Ansia, la Fobia Sociale  riconosce un’inclinazione famigliare a sviluppare la malattia. Questo non solo per una predisposizione generica ma anche perché il nostro modo di percepire noi stessi e gli altri deriva dall’osservazione dei nostri genitori e di come agiscono e dalle interazioni che stabilizzano con loro. I bambini che crescono con genitori estremante riservati e con pochi amici, faranno più fatica a sviluppare sicurezza di sé e atteggiamenti estroversi verso il prossimo. A volte, le figure genitoriali di questi pazienti sono riferite come molto rigide, poco accoglienti e gratificanti e particolarmente inclini alla critica, stile che genera ansia da prestazione e limita lo sviluppo di un senso di sé competente e apprezzatile.

La fobia sociale ha solitamente un decorso cronico. Molti pazienti affetti da tale patologia possono sviluppare depressione maggiore, essi, infatti, sperimentano vissuti di inadeguatezza ed inferiorità e hanno difficoltà a condurre una vita sociale soddisfacente. Un’altra complicanza frequente è l’abuso di alcolici e di farmaci che vengono assunti per alleviare l’ansia nelle situazioni di esposizione sociale. Altri soggetti possono invece possono sviluppare un profondo isolamento e forte dipendenza da qualche figura famigliare. Il trattamento si basa sulla terapia integrata farmacologica e psicoterapica con obiettivo di prendere consapevolezza e imparare a riconoscere le dinamiche interpersonali che hanno influenzato cosi profondamente la propria immagine di sé e generato un cosi forte timore dell’altro.

Dott.ssa Daniela Lazzarotti

Dal Sito: www.riviera24.it

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