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giovedì 22 giugno 2017
Maturità in vista, 11 consigli per affrontare l'ansia
La maturità è più di un semplice esame ed è normale essere in ansia, ma se impari a gestirla potrà diventare un'alleata preziosa
Non importa quanti esami si facciano nella vita, nessuno è paragonabile alla maturità, forse nemmeno la laurea. Il periodo che precede la maturità, poi, per alcuni è un periodo quasi magico, per altri è un incubo, ma praticamente per tutti è fonte di ansia. Ansia del che-cosa-mi-aspetta, ansia del che-materie-usciranno-alla-terza-prova, ansia del e-se-mi-bocciano?, ansia delle domande dell'orale e ansia del tema. Insomma... un sacco di tensione tutta insieme!
Eh sì, perché la maturità è «Qualcosa di più di un semplice esame», spiega Michele Cucchi, psichiatra e direttore sanitario del Centro Medico Santagostino. «È come se su quel giorno si caricasse la posta in palio di un'intera esistenza. La maturità è un evento, non è solo un esame. Segna un passaggio psicologico in cui i ragazzi sono chiamati a sentirsi pronti per un grande salto. Chiunque davanti agli esami, alle verifiche, alla maturità, vive l'emozione e l'ansia».
Ok, tutto normale quindi. Un po' d'ansia ci sta pure e, forse, non è nemmeno qualcosa di negativo. «Sfatiamo un falso mito: l'ansia non è solo un problema, davanti ad un esame è utile, ci aiuta a prepararci. C'è chi la prova perché ha studiato tanto e ci tiene a fare una bella figura, chi la prova perché è insicuro e ha sempre paura di non aver fatto abbastanza, chi la prova perché si è divertito un sacco ma non ha studiato nulla e non sa nulla. Tutti provano ansia, magari anche allo stesso modo a livello fisico, con il classico "nodo allo stomaco" e la sudorazione fredda alle mani, ma non tutti sanno che possono farla diventare una risorsa, imparando a gestirla», prosegue il dottor Cucchi.
Ma quali sono i trucchi per gestirla? Ecco 11 consigli per affrontare al meglio l'ansia da maturità, trasformandola in una risorsa.
1. Gestisci l'attesa. «Anche la maturità è una questione di punti di vista: se la guardiamo come la finale del mondiale è difficile stare calmi! L'esame è tutto sommato l'ultima tappa di un lungo percorso di valutazione, verrà premiata maggiormente la modalità con cui ti porrai all'interrogazione e alle prove, l'esito è influenzato anche da aspetti esterni, come l'andamento generale alle prove e la modalità valutativa della commissione. L'ansia in questo senso è una risorsa: ti prepara bene e ti mette nella prospettiva giusta, insomma: non dobbiamo temerla, anzi ci aiuta. Ci fa stare seduti dritti, ci fa reagire con prontezza agli stimoli, rende lucido il nostro sguardo. Essere in ansia non ci deve far vacillare, non ci deve far fare la riflessione "che quindi andrà male". Perché dovrebbe andare male?».
2. Riempi la testa. «Avere troppo spazio mentale per riflettere sulla maturità non va bene. Riempi i giorni e le ore prima dell'esame di cose da fare, non rimanere in attesa con le mani in mano. Vivere ogni istante intensamente ci distrae dall'ansia. Se la testa è vuota si riempirà di pensieri, anzi delle catastrofi più improbabili, ma che ad un certo punto sembrano certezze».
3. Dimentica il ripassone finale (anche se sembra impossibile). «Non cercare di ripassare tutto nelle ultime ore per verificare se "questo lo so, posso stare tranquillo", è uno scherzo che ci fa la nostra mente che viaggia nei punti più disparati e nascosti della nostra conoscenza per chiedere rassicurazioni che più che utili check sulla preparazione sono toccasana emotivi: sono però dei boomerang che ci tornano addosso, agitandoci e distraendoci. Può essere di particolare aiuto, per esempio, fare attività fisica».
4. Impara a relativizzare. «Pensare che sia fondamentale come andrà e catastrofizzare le possibili conseguenze, la figuraccia, il voto basso, la bocciatura: tutto questo ci mette emotivamente con le spalle al muro: ci fa sentire come se avessimo tutto da perdere. Sentiti libero anche di sbagliare, ti stai mettendo in gioco ed è normale non essere perfetto. Questo è un atteggiamento da maturando, questo è l'esame che veramente bisogna cercare di superare con noi stessi. Non dobbiamo pensare che chi ci valuterà abbia l'aspettativa di trovare una persona perfettamente adeguata; emozionarci è anche un segno di attenzione e rispetto per la situazione, non di debolezza. Non saremo perfetti, ma nel complesso abbiamo competenze, pregi e specifici punti di forza, perché dovrebbe andare male?».
5. Scegli l'outfit giusto. «Pensa che affronterai un contesto che richiede di mostrare professionalità, serietà, affidabilità. Cerca di studiare un outfit che ti aiuti in tal senso, ma che soprattutto ti metta a tuo agio. Non è la prima comunione ma non è nemmeno una delle tante interrogazioni con i Prof.! Non per questo devi snaturare il tuo modo di essere: il tuo carattere deve comunque emergere e, in parte il successo sarà anche legato alla capacità di saperti valorizzare in un luogo che ha regole ben precise».
6. Prova a darti un voto il giorno prima. «Davanti ad un'esperienza come la maturità sarebbe bello poter essere sicuro di quello che hai fatto e, il giorno prima, riuscire a darti un voto sulla base della tua soddisfazione in ciò che hai fatto per arrivare pronto: tanti sacrifici, tante emozioni, cinque e più anni a lottare con te stesso per crescere…».
7. Preparati anche a tavola. «Abituarsi ad una colazione adeguata, ci servirà per le lunghe ore di prova. per facilitare concentrazione, resistenza alla fatica e attenzione prepariamo una una colazione emotivamente intelligente: succo di mela, avocado, arance, yogurt, pane integrale dolce. Alla sera prima mangiare leggero, dormiremo bene e faremo il pieno di energia per la mente: trancio di tonno crudo all'aceto balsamico con semi di girasole, pane integrale».
8. Non pretendere di dormire bene. «Non pretendere di dormire tropo bene, le sere prima di una grande sfida, quando attendiamo qualcosa a cui teniamo tanto, il nostro sistema simpatico tende a non andare in stand by e il tono rimane elevato. È sano, non è un problema».
9. Impara a capire se rendi di più la sera o la mattina. «Non conformarti necessariamente con i tuoi compagni di classe che magari studiano alla sera: se sei un crono-tipo mattutino devi svegliarti prima per studiare e rilassarti dopo cena. Viceversa chi è serotino deve fare cene leggere a spuntino e sfruttare le ore per tarde per lo studio».
10. Studia "sconnessa". «Sconnetti gli smartphone quando studi, per facilitare l'attenzione sostenuta, altrimenti farai fatica nel processo di memorizzazione. Piuttosto, prenditi pause frequenti (ogni 45 min) per rispondere a sms e chiamare amici: ti rilasserai mantenendo sempre alta la qualità dello studio».
11. Usa come ansiolitico il ripasso collettivo. «Quello in cui ti confronti con gli altri ripetendo ad alta voce, ti aiuterà a raccogliere informazioni utili e nuove e a renderti conto di ciò che è veramente utile focalizzare e sapere».
di Michela Fiorentino Capoferri
Dal Sito: www.cosmopolitan.it
giovedì 11 maggio 2017
L’Ansia d’Esame Patologica:Sintomi, Cause e Cura
Che cosa è l’ansia d’esame?
L’ansia d’esame si caratterizza per il timore, la paura, il terrore , che a volte possono innescare una vero e proprio attacco di panico, di affrontare un’interrogazione o un esame. L’ansia d’esame patologica, che può rientrare all'interno di un quadro di Fobia Sociale, si differenzia dalla normale ansia fisiologica che accompagna, favorendone la performance, gli sforzi dell’individuo per raggiungere uno scopo.Numerose ricerche mettono infatti in evidenzia come una moderata ansia prestazionale favorisce migliori risultati rispetto alla completa assenza o ad eccessivi livelli di ansia. Seguendo questo ragionamento, si può affermare che l’ansia d’esame diventa patologica quando assume alcune particolari caratteristiche:
L’idea di dover sostenere un esame è associata ( in maniera direttamente proporzionale alla vicinanza, alla difficoltà e all’importanza attribuita alla prova) ad intensi sintomi di ansia, preoccupazione, pensieri o immagini “catastrofici” il cui contenuto può, ad esempio, riguardare l’essere bocciati, fare una figuraccia, fare scena muta, avere una crisi di panico, scappare all’ultimo momento, sentirsi falliti, umiliati, difettati o deludere gli altri significativi che innescano la cosiddetta “ansia anticipatoria” che caratterizza gli studenti affetti da ansia d’esame patologica.
Le persone affette da ansia d’esame possono sviluppare tutta una serie di sintomi tra i quali: ansia diffusa, preoccupazione eccessiva per la prova, confusione, tremori, agitazione, irrequietezza, incapacità a rilassarsi, tachicardia, nausea, vertigini, sintomi fisici vari; nei casi più “gravi” questi sintomi possono sfociare in un vero e proprio attacco di panico situazionale che, oltre all’aggravamento dei sintomi dell’ansia, può innescare la paura di morire, di perdere il controllo di se stessi o di impazzire. Spesso le persone affette da ansia d’esame evitano di affrontare la prova poiché temono di non riuscire a sopportare i sintomi e le conseguenze dell’ansia. Non di rado le persone cercano di fronteggiare l’ansia d’esame patologica facendo ricorso ad ansiolitici come lo Xanax; ovviamente questa soluzione può tamponare, nell’immediato, lo stato ansioso mentre non incide sulle cause psicologiche della paura dell’esame
Gli adulti e gli adolescenti sono consapevoli che la loro paura è irrazionale o, quanto meno, esagerata ma, nonostante questa “consapevolezza”, non riescono a liberarsene. Paradossalmente, il fatto di essere consapevoli di esagerare il “pericolo” legato all’esame li espone ad ulteriori sofferenze che derivano dalla considerazione di essere diversi dagli altri, di essere più fragili, di essere dei falliti, di non poter raggiungere traguardi ambiziosi, di deludere gli altri; queste “riflessioni” possono compromettere l’autostima, innescare vissuti di inadeguatezza a cui spesso si accompagnano sentimenti di vergogna, autosvalutazione e depressione.
L’ansia d’esame deve creare disagio significativo o compromettere la qualità della vita della persona. Spesso, a causa dell’ansia d’esame patologica, la persona rimane danneggiata nel suo percorso scolastico ritardando in maniera significativa la conclusione degli studi oppure può avere un rendimento scolastico al disotto dell’impegno profuso o dalle proprie capacità intellettuali. Nei casi più gravi l’ansia d’esame patologica può spingere la persona ad abbandonare gli studi nonostante le rilevanti potenzialità. L’ansia d’esame può influire in maniera significativa sulla qualità della vita della persona e questo deve far riflettere circa l’importanza di un trattamento psicoterapeutico efficace, come si è dimostrata la psicoterapia cognitivo comportamentale, che possa curare l’ansia d’esame patologica.
Quali sono le cause dell’ansia d’esame?
In generale, le persone che soffrono di ansia d’esame patologica sembrano accumulate da alcune caratteristiche “cognitive”, ovvero credenze, che rendono insopportabile e catastrofico un possibile scenario di fallimento. Spesso, per queste persone, la prova d’esame non si limita ad una prestazione ma coincide con il valore personale che si attribuiscono; in sostanza fallire ad un esame significa essere falliti, compromettere la propria vita, deludere se stessi e gli altri. Il lavoro psicoterapeutico mette spesso in risalto come, nella storia di chi soffre di ansia d’esame patologica, l’autostima ed il valore personale, cosi come l’esser degni di amore, sia stato condizionato dalle “prestazioni”, in primus scolastiche, del bambino.
E’ possibile riscontrare nella storia di queste persone episodi “sensibilizzanti” che hanno orientato il loro iperinvestimento verso il successo scolastico come mezzo efficace per ottenere ammirazione, amore, approvazione o, al contrario, evitare umiliazioni o rimproveri. L’ansia d’esame è spesso accompagnata da pensieri di fallimento, vergogna, paura di deludere gli altri o di compromettere il futuro. In genere, le persone che manifestano eccessiva ansia d’esame hanno un autostima condizionata dagli altri ( professori, datori di lavoro, partner etc.) e quindi più vulnerabile poiché basata su criteri esterni che spesso possono rivelarsi arbitrari.
L’ansia d’esame non è dunque semplicemente l’ansia per l’esame ma l’angoscia, che può sfociare in panico, di dover ogni volta giocarsi tutto: autostima, fiducia, approvazione amore, e rischiare di perderlo. Ognuno di noi esposto a questo rischio manifesterebbe un ansia patologica. Alcune persone che presentano queste caratteristiche possono funzionare abbastanza bene finché un episodio, come una bocciatura imprevista, un voto basso o una prestazione non all’altezza, fa crollare tutta la sicurezza innescando o, aumentando, l’ansia per gli esami futuri. Altre persone sono invece abituate da sempre a fare i conti con la propria ansia d’esame.
Cosa si teme nell’ansia d’esame?
Dalle considerazioni fatte in precedenza risulta comprensibile come, chi soffre d’ansia d’esame patologica, tema, in maniera eccessiva, il fallimento ( fare scena muta, non rispondere alle domande, fare una brutta figura , mostrarsi agitato o impreparato etc.) e, dunque, la compromissione dell’autostima e del valore personale a cui fanno seguito sentimenti di autovalutazione, depressione e vergogna ( auto immagine e/o immagine sociale compromessa).
Perché l’ansia d’esame Tende a Cronicizzarsi?
Per cercare di comprendere i fattori che contribuiscono a creare il circolo vizioso dell’ansia d’esame patologica e, dunque , il suo mantenimento illustriamo un esempio:
A. è una brillante studentessa di Giurisprudenza di 22 anni, da sempre ha ottenuto ottimi successi scolastici anche se gli esami erano accompagnati da un ansia fastidiosa ma, tutto sommato, sopportabile. Per sopperire all’ansia d’esame e, quindi, alla preoccupazione che qualcosa potesse andare” storto”, A. non tralasciava nessun dettaglio studiando e ripetendo con "ossessivamente" il programma d’esame per non rischiare di essere sorpresa da qualche domanda a trabocchetto. Come ulteriore precauzione metteva in atto “simpatiche” superstizioni. La famiglia di A. ha sempre investito tanto sul successo scolastico della figlia poiché a lei sarebbe spettato l’onore di essere la prima laureata ( Avvocato!!!!!) della famiglia che, di conseguenza , avrebbe ripagato tutti i sacrifici fatti per lei anche dai fratelli.
Se da un lato questa “missione” rendeva A. orgogliosa e fiera dall'altro sentiva tutto il peso della responsabilità e, dunque, il dovere di riuscire a tutti i costi per non deludere la famiglia. Tutto scorre “liscio” finché, ad un importante esame universitario, A. viene “sorpresa” da una domanda a cui non era preparata: dapprima rimane sconcertata poi, “intuendo” che i professori iniziavano a dubitare della sua preparazione, viene invasa dall'ansia e da pensieri catastrofici (“ mi abbasseranno la media o forse mi bocceranno”, “i miei ci rimarranno male”, “non sono cosi brava come pensavo” , “come farò a fare l’avvocato se non so neppure rispondere a queste domande”etc.) a cui si accompagnano confusione ed agitazione. I pensieri di A. si accavallano velocemente, l’ansia sale, la bocca si fa asciutta, le mani sembrano tremare, suda, è pallida, sembra mancargli l’aria, ormai non riesce più a rispondere nemmeno alle domande che conosceva perfettamente.
Vedendola in difficoltà i Professori la invitano a presentarsi “tranquillamente” all'appello successivo, per A. e il primo fallimento: il mondo gli cade addosso. Esce dall'aula confusa e decide di raccontare ai genitori una bugia (aver superato l’esame) piuttosto che farli soffrire, riproponendosi di studiare più di prima. Nelle settimane successive A. studia intensamente ma, man mano che si avvicina il giorno dell’esame, sente aumentare l’ansia e la paura di poter fallire nuovamente.
A due giorni dell’esame A. è molto tesa, non ha appetito, dorme male, pensa continuamente a cosa succederebbe se anche questo appello dovesse andar male. Il giorno prima dell’esame A. è già invasa dall'ansia e da ruminazioni: immagina domande a cui non sa rispondere, la bocciatura, la delusione dei genitori, il suo futuro da “brava casalinga sfigata”, praticamente passa la notte insonne.
La mattina dell’esame è già in preda all’ansia ed in più si sente stanca e nervosa ( non ha dormito), il saluto del padre: “vedrai che sarà un trenta e lode”, rende la pressione ancora più insopportabile, non solo deve superare l’esame ma deve farlo con la lode altrimenti le aspettative di papà verrebbero deluse.
Arrivata in aula A. è in preda all’ansia, è convinta di non ricordare nulla, pensa che le domande saranno più difficili del solito e i professori di cattivo umore, si sente agitata, pensa di fare una figuraccia di fronte ai colleghi , teme di poter svenire, gli manca l’aria, fugge dall’aula ed evita l’esame in preda ad un attacco di panico. Proverà a presentarsi altre volte ma, in preda ad attacchi di panico, eviterà sempre di presentarsi. Continua a mentire a genitori, si sente fallita, sfigata, depressa.
Perché l’evitamento mantiene l’ansia d’esame patologica?
l’evitamento, almeno nel breve periodo, ha la capacità di ridurre l’ansia. Se, ad esempio, la persona ha la possibilità di evitare l’esame, almeno temporaneamente, si tranquillizza.
l’evitamento dell’esame non permette di smentire le ipotesi “catastrofiche” legate ad esso: mi bocceranno, farò una figuraccia, avrò una crisi di panico etc.
Come si cura l’ansia d’esame?
La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale rappresenta il trattamento di elezione ( fonte APA)per i disturbi legati all'ansia e quindi risulta efficace anche in relazione alla cura dell’ansia d’esame. Come esposto nel paragrafo sulle cause dell’ansia d’esame patologica, il problema centrale, che deve essere oggetto dell’intervento psicologico consiste nel minare quelle “credenze”, sostituendole con credenze più funzionali, che fondono il valore della prestazione scolastica con il valore personale. In breve, se il paziente riesce, attraverso strategie cognitive specifiche ( ad esempio, disputing o alcune strategia dell’ACT) a separare la prestazione dalla persona ( viene valutata la prestazione non la persona!) sarà più disposto a ridurre l’iperinvestimento sulla prestazione riducendo in questo modo l’ansia d’esame, in sostanza: un esame è un esame, anche se dovesse andar male non è la fine del mondo.
Un atteggiamento del genere, di accettazione del rischio, porta automaticamente ad “abbassare la guardia”, a ridurre i pensieri catastrofici e quindi a migliorare la prestazione. Nello stesso tempo, lo psicologo deve guidare la persona nella “scoperta” di valori e qualità fondamentali per l’internalizzazione dell’autostima con l’obiettivo di renderla meno dipendente dal giudizio degli altri.
La Psicoterapia cognitivo comportamentale dispone di strumenti e metodi in grado di aiutare il paziente a risolvere l’ansia d’esame patologica in tempi accettabili attraverso un percorso che lo aiuterà a divenire terapeuta di se stesso.
L’intervento più strettamente psicoterapeutico dell’ansia d’esame deve, innanzitutto, far luce sui fattori d’esordio e mantenimento del disturbo (cognitivi ed interpersonali) per poi sostituire le strategie di evitamento con forme di esposizione graduale. Le strategie terapeutiche di matrice Cognitivo-Comportamentale si sono rivelate particolarmente efficaci nel ridurre la sintomatologia dell’ansia da prestazione: strumenti come la ristrutturazione cognitiva, l’esposizione (in vivo o in immaginazione) o la desensibilizzazione sistematica, assicurano, nella maggior parte dei casi, risultati soddisfacenti se non la cura completa dell’ansia d’esame.
Ansia d'Esame e le Cure di Ultima Generazione
Negli ultimi anni la psicoterapia cognitivo comportamentale classica è stata integrata con modelli di terza generazione come l'Acceptance and Commitment Therapy ( ACT) e la Mindfulness che si stanno rivelando particolarmente efficaci nella cura
dell'ansia.In sintesi, questi modelli innovativi hanno come obiettivo primario quello di facilitare un atteggiamento più funzionale nei confronti dei contenuti mentali aiutando la persona, attraverso l'utilizzo di esercizi esperienziali, metafore e meditazione, a valutare i pensieri non per quello che dicono di essere ( minacce reali) ma per quello che sono realmente riuscendo, in questo modo, l'ansia associata ai pensieri minacciosi ( mi bocciano! faro una figuraccia! etc).
L'ACT e la Mindfulness favoriscono un atteggiamento accettantante e non giudicante nei confronti dei contenuti mentali che man mano vengono sperimenati nella loro vera essenza di produzioni mentali transitori e innoqui e non come fatti che minacciano la persona (ad esempio, l'ansia anticipatoria associata ad un esame assume i connotati di una profezia). L'assunzione di questo atteggiamento più funzionale riduce notevolmente i vari loop che lo studente affetto da ansia patologica si trova a fronteggiare rallentandolo e rendendolo meno efficace.
a cura del Dr Gaspare Costa
Dal Sito: www.attacchidipanico-ansia.it
giovedì 12 giugno 2014
Pasti in famiglia e passeggiate contro l'ansia da maturità
Articolo pubblicato il: 11/06/2014
(Adnkronos Salute) - "Contro l'ansia e l'insonnia tipica dell'ultimo
periodo prima degli esami di maturità pasti in famiglia e passeggiate
rilassanti". A suggerirlo è Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e
presidente dell'Eurodap (Associazione Europea Disturbi da Attacchi di
Panico). "Durante la preparazione degli esami di maturità i ragazzi sono
sotto pressione e cominciano ad assumere abitudini scorrette. Prima tra
tutte, quella di saltare i pasti perché si ha lo stomaco chiuso o si
mangiano velocemente merendine e cibi in scatola perché non si ha altro
tempo fuorché studiare. Niente di più sbagliato", afferma la
Vinciguerra.Per avere una buona resa agli esami è necessario conoscere l'importanza di una sana alimentazione, cosa che può agevolare il compito faticoso dello studente. Sarà necessario non saltare i pasti, ad iniziare dalla colazione. Un'alimentazione disordinata non porterà certamente ad una buona concentrazione nell'arco della mattinata. "Vi è una stretta correlazione tra cervello e glucosio. Il nostro organismo ha scarse riserve di glucosio pertanto, soprattutto al mattino, per avviare il metabolismo cerebrale ne abbiamo bisogno. Quindi la colazione con latte, zucchero, prodotti da forno, marmellata, frutta è l'ideale per iniziare bene la giornata. Così facendo, il cervello ricava energia per le funzioni vitali dal metabolismo del glucosio. Attenzione però a non confondere il glucosio utile per il cervello con alimenti molto energetici ricchi di colesterolo e grassi di origine animale, come burro, panna, formaggi, carni grasse, salumi ed altro; questi diminuiscono l’efficienza delle cellule nervose, peggiorando la capacità di apprendimento e mnemoniche".
Fare pasti leggeri e mangiare cinque volte al giorno potrà aiutare a non appesantire la digestione e allo stesso tempo avere i nutrienti necessari per una buona concentrazione. L'esperta consiglia di "prediligere i legumi che sono privi di grassi e ricchi di carboidrati buoni, la verdura, la frutta, e bere molta acqua. Andando verso la stagione calda è fondamentale tenere l'organismo ben idratato, quindi è indicato bere poco ma spesso", spiega Vinciguerra.
"Importantissimo - prosegue - è evitare di mangiare mentre si studia: bisogna prendersi il tempo di gustare il proprio pasto ponendo l'attenzione sul gusto di ciò che si ingerisce; questo servirà non solo a evitare di ingurgitare in maniera inconsapevole, ma sarà utile anche per 'staccare' un po'". I ragazzi, dice Vinciguerra, dovrebbero cercare di fare i pasti principali in famiglia. "Un buon pranzetto cucinato dalla mamma e gustato con i genitori, accompagnato da rassicurazioni e coccole, sarà il modo migliore per vincere l’ansia".
"Sono da eliminare gli energy drink utilizzati per rimanere svegli a lungo e permettere di recuperare ore di studio rubandole al sonno. Sarete in grado di acquisire nuove informazioni o di mantenere l'attenzione sino a che non sarete naturalmente stanchi - dice ai ragazzi - utilizzare bevande che vi rendono svegli non vuol dire rimanere attenti e concentrati su ciò che si studia. Inoltre, il sonno Rem ha il compito di fissare in memoria le informazioni apprese durante il giorno. In studi sperimentali uomini sottoposti a sessioni intensive di apprendimento presentavano un aumento significativo del sonno Rem, espressione del processo di fissazione dei dati appresi nella memoria a lungo termine. Quindi bisogna dormire", sostiene la psicoterapeuta.
"I ragazzi non devono smettere di prendersi cura di sé, non solo prestando attenzione all'alimentazione ma anche, quando si è molto stressati, ricaricando le batterie facendo dell'esercizio fisico: una passeggiata in bici, una corsa al parco o allenarsi al rilassamento con tecniche di meditazione o tramite il training autogeno; sono buoni alleati per sostenere al meglio lo studente nel periodo critico della preparazione agli esami", conclude Vinciguerra.
Adnkronos
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