Visualizzazione post con etichetta Samuele Bersani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Samuele Bersani. Mostra tutti i post

giovedì 26 novembre 2020

C’è sempre una canzone (d’amore): En e Xanax





Se dovessimo contare il numero esatto delle paure che noi esseri umani possiamo provare, sarebbe impossibile. Nella lista di quelle più diffuse, che gli esperti chiamano per l’esattezza, fobie, troviamo la fobia dei ragni, quella dei serpenti, la fobia di volare. Poi c’è chi ha paura del buio o dei cani o ancora di parlare in pubblico. Io, ad esempio, ho paura dell’altezza. Da piccola quando dovevo tuffarmi dagli scogli, non ci riuscivo e non ci riesco nemmeno ora che di anni ne ho ventisette: arrivo lì e mi blocco, quindi scendo tranquilla e rientro in acqua. Ed esistono mille altre fobie o paure con le quali conviviamo ogni giorno, che sono quelle più grandi e che si piazzano come ombre nelle nostre vite: la paura di restare soli, di rimanere feriti o la paura di amare, ad esempio.

Cosa c’entrano le paure in una rubrica sulle canzoni d’amore? C’entrano perché vorrei parlarvi oggi di una canzone atipica, che ha utilizzato l’ansia e la paura come terreno sul quale gettare le basi di una storia d’amore senza eguali.

“En e Xanax” nasce dalla penna di Samuele Bersani e viene pubblicata nel 2013 nell’album “Nuvola numero nove”, si ispira ad una conversazione realmente avvenuta tra l’artista bolognese e una ragazza, del quale poi si è innamorato. Viene ripresa successivamente da Comete, che, a parer mio, ha realizzato una delle cover più riuscite, sia all’interno di XFactor che fuori. È una canzone di un’intensità disarmante e cruda, che ti spara in faccia tutta la verità e parla di una storia così reale che i due protagonisti, En e Xanax più che due ansiolitici, sembrano essere i nostri vicini di casa. “En e Xanax non si conoscevano prima di un comune attacco di panico e subito filarono all’unisono.”

Esiste la paura di restare soli, la paura di essere soli. En e Xanax la provavano prima di trovarsi l’uno con l’altro, entrambi soffrivano di attacchi di panico. Non si conoscevano perché arrivano da due mondi completamente diversi, così lontani da non poter nemmeno immaginare la loro esistenza. Ma si sono trovati e si sono incastrati perché l’universo ha deciso che sarebbe dovuta andare così. E si tranquillizzano baciandosi e mescolando le loro lingue che sanno di medicina e di chiodi di garofano, perché adesso non sono più soli.

“Se non ti spaventerai con le mie paure, un giorno che mi dirai le tue troveremo il modo di rimuoverle”. Il numero uno che sommato ad un altro uno, diventa due. L’amore che fa crollare i muri delle insicurezze e che apre i nostri cuori. Guardare negli occhi l’altra persona e dire “Sono così, questa sono io, ecco che ho svuotato il sacco delle mie paure, adesso puoi dirmi anche le tue”. Non avere il timore di essere troppo brutta, di non essere abbastanza magra, di non portare vestiti alla moda, di fare vedere le cicatrici o semplicemente la paura di non essere all’altezza: questo è ciò che per me significa trovare l’amore. E perché no, non avere nemmeno paura di piangere o di farsi vedere deboli perché noi siamo un insieme di mille colori e non bisogna nascondere di avere dentro di sé anche un po’ di nero.


“In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore e su di me puoi contare per una rivoluzione”. Il dolore che abbiamo vissuto e le cicatrici che ci sono rimaste sulla pelle e nel cuore, fanno di noi un ammasso di domande, dubbi, timori ed incertezze. Ma quando guardiamo il nostro “Xanax” (o la nostra “En”) ci dimentichiamo di tutto. Noi siamo qui e siamo pronti per fare di due paure, una certezza. Dicono che spesso sono proprio le paure che ci rendono soli e allora se non possiamo liberarcene, possiamo condividerle con la persona che amiamo. L’amore ci salva, sia in senso metaforico che nel senso più vero e nudo del termine. Come En trova il suo Xanax anche noi possiamo trovare una persona che ci insegni come trasformare le nostre debolezze e le nostre ansie in terreno fertile per far crescere qualcosa di così forte e magico. Questa volta nulla ci farà più paura perché abbiamo accanto qualcuno che ammiriamo e che riusciamo a leggere come un libro aperto: “Tu hai l’anima che io vorrei avere”.

Samuele Bersani ci ha accompagnati in questa storia come se fossimo dentro ad un film, ci insegna che anche noi possiamo trovare la nostra “ansia gemella”. E se mentre pensiamo a quella persona, alla nostra persona, ci viene un nodo alla gola o un buco nello stomaco, allora non ci resta che chiudere gli occhi e lasciarci andare, perché l’anima che vorremmo avere potrebbe essere esattamente dall’altra parte del cellulare.


domenica 3 novembre 2019

La ‘canzone-medicina’ di Samuele Bersani che aiuta ad affrontare gli attacchi di panico


En e Xanax è una canzone d’amore atipica, per certi versi spiazzante. Un brano diverso, dove “diverso” sta per inusuale, perché racconta la storia di due persone che si incontrano in un terreno comune; anzi, per l’esattezza, nel punto esatto in cui la terra sotto i piedi viene a mancare e il respiro si fa corto e ansimante: è il terreno dell’ansia, quella invalidante, che soffoca e annienta, che scontorna le vie d’uscita e mette bene in evidenza il panico, il senso di disagio che ne deriva, la paura.

Le origini del brano

En e Xanax è una canzone di Samuele Bersani, datata 2013. Il pezzo fa parte dell’album Nuvola numero nove, che è la traduzione letterale dell’espressione “cloud nine”, che in inglese corrisponde alla nostra locuzione “essere al settimo cielo”. Un titolo non a caso, dunque, che spiega come la felicità sia il leit motiv dell’intero progetto: una felicità adulta, consapevole, ragionata. Una felicità non improvvisa o improvvisata, ma frutto di una conoscenza profonda della propria interiorità e delle proprie zone d’ombra.

Non è per caso, quindi, che En e Xanax faccia parte proprio di questo disco, perché è una canzone intensa, cruda, sebbene vestita di romanticismo, capace di trascinare l’ascoltatore in un abisso e poi accompagnarlo a mettersi in salvo. È, di fatto, la canzone di un amore salvifico, ma non in senso strettamente romantico: sono i suoi protagonisti a salvarsi, nel momento in cui imparano a mettersi a nudo, a riconoscersi, a diventare l’uno l’ansia gemella dell’altra.

Chi sono En e Xanax

En e Xanax sono due noti ansioliticie Samuele Bersani ha scelto di personificarli (la donna è En e l’uomo è Xanax) e, attraverso questa metafora, raccontare il loro incontro, il modo in cui si sono conosciuti e riconosciuti. Ex e Xanax sembrano avere ben poco in comune, ma qualcosa li lega: entrambi soffrono di attacchi di panico, manifestazioni d’ansia improvvise e molto intense, tali da indurre la persona che ne è colpita a pensare di essere sul punto di avere un infarto, di morire o d’impazzire.

En e Xanax non è un invito all’utilizzo degli psicofarmaci, come qualcuno ha distrattamente pensato, ma la storia di due persone che imparano a trasformare il loro malessere in un terreno fertile dove lasciar crescere – senza remore – un sentimento, un posto in cui non sentirsi più a disagio, ma compresi fino in fondo. Ex e Xanax sono due persone qualunque, che hanno imparato a fidarsi reciprocamente e a tenere a bada l’uno l’ansia dell’altra.

Ma, soprattutto, sono due persone diverse: lei è “la figlia di un’americana trapiantata a Roma” e lui “un figlio di puttana”, questo a voler spiegare che l’ansia, con i suoi sintomi e le sue conseguenze, è una malattia e, in quanto tale, può colpire chiunque: non ha un destinatario predefinito e non risparmia nessuno, a nessuna età. Si tratta di una malattia senza contorni, spesso intangibile, per questo sottovalutata, che può portare all’isolamento della persona che ne soffre. Ma En e Xanax non sono più soli: il loro incontro ha permesso loro di sentirsi capiti, non più spaiati, ma pezzi complementari di un mondo che li ha fatti sentire in difetto e che, il più delle volte, ha avuto la meglio su di loro.

Testo

Il testo di En e Xanax riassume al meglio lo stile cantautorale di Samuele Bersani: è suggestivo e concreto, tagliente e accogliente. La storia dei due protagonisti si snoda davanti agli occhi dell’ascoltatore come fosse la pellicola di un film: è un testo fatto di immagini nitide e semplici, rese potenti da un incedere incalzante e da un finale aperto, arioso e toccante.

En e Xanax rappresenta uno spartiacque nella storia della canzone italiana, perché racconta l’amore, il tema più inflazionato nella musica e nell’arte in generale, ma lo fa in un modo inedito, efficace, estremamente intelligente, non macchinoso e per niente legnoso. È una canzone necessaria, perché è estremamente attuale, per via del tema che tratta; ma, allo stesso modo, è senza tempo, perché il racconto è poetico e avvolgente, tant’è che è stata accostata ad Anna e Marco di Lucio Dalla.

Il testo:

En e Xanax non si conoscevano prima di un comune attacco di panico e subito
Filarono all’unisono
Lei la figlia di una americana trapiantata a Roma e lui
Un figlio di puttana
Ormai disoccupata
En e Xanax si tranquillizzavano
Con le loro lingue al gusto di
Medicina amara e chiodi di garofano
Lei per strada e lui rubava I libri della biblioteca
E poi glieli leggeva
Seduto sopra un cofano
Se non ti spaventerai con le mie paure
Un giorno che mi dirai le tue troveremo il modo di rimuoverle
In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore
E su di me puoi contare per una rivoluzione
Tu hai l’anima che io vorrei avere
En e Xanax quando litigavano avrebbero potuto fermare anche il traffico di New York
Uccidersi al telefono
Lei si calmava e lui la ritrovava nuda sulla sedia
E poi sovrapponevano il battito cardiaco
Se non ti spaventerai con le mie paure
Un giorno che mi dirai le tue troveremo il modo di rimuoverle
In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore
E su di me puoi contare per una rivoluzione
Tu hai l’anima che io vorrei avere
En e Xanax si anestetizzavano con le loro lingue al gusto di menta e marijuana
E poi si addormentavano
E poi si addormentavano
E poi si addormentavano
E poi si addormentavano
E poi si addormentavano
E poi si addormentavano
E poi si addormentavano

Dal Sito: greenme.it