Spesso infatti leggiamo che l’ansia è un fenomeno naturale che ci serve per attivare importanti difese finalizzate al mantenimento della nostra vita. L’origine del disturbo d’ansia è legata all’alterato funzionamento di alcuni circuiti cerebrali che coinvolgono la produzione della serotonina e della noradrenalina. La reazione “naturale” di chi si scopre vittima di attacchi di ansia/panico è quella di ridurre drasticamente la qualità della propria vita. Si dice basta alle vacanze, alle uscite con gli amici e in una spirale sempre più veloce e discendente, si smette di guidare l’automobile, di andare al supermercato: si abbandona il lavoro e ci si chiude in casa.
L’ansia come malattia, quando l’intensità dell’attivazione neurofisiologica è eccessiva rispetto alla difficoltà da fronteggiare, si avverte una sensazione di disagio e di sofferenza, vengono ridotte le capacità di concentrazione, la memoria e l’efficienza personale ne risentono e si presentano difficoltà nei rapporti sociali. La cosa migliore, in questi casi, è non fare finta di niente. La causa della maggior parte dei disturbi d’ansia, anche se non è stata completamente compresa, è entrata nel vivo della ricerca scientifica da alcuni anni. Gli psicologi e gli psicoterapeuti dimostrano con i loro studi che la possibilità di sviluppare un disturbo d’ansia è spesso strettamente correlato al tipo di struttura di personalità. In molti casi secondo alcuni studi sembra poter essere trovata anche una sorta di predisposizione genetica. La società spesso propone modelli di persone invincibili, che non hanno mai problemi, dubbi o incertezze: e questo finisce con lo sviluppare un senso di inferiorità e di colpa in chi invece problemi ne ha.
La verità, invece, è ben diversa: tutti, nessuno escluso, hanno dei problemi e sono chiamati a gestirli. L’ansia è un'emozione e una reazione naturale dell’organismo, geneticamente determinata, che si produce quando siamo di fronte ad uno stimolo o ad una situazione che valutiamo come pericolosa per la nostra sopravvivenza.Pensare all’ansia come a qualcosa di funzionale e addirittura utile alla vita. Ma se facciamo un passo indietro e pensiamo all’uomo primitivo, può essere più semplice comprenderne la funzione: è stata proprio l’ansia a permettergli di sopravvivere e, conseguentemente quindi di evolversi, preparandolo o a combattere contro gli animali feroci o a scappare da loro. Ma essa non ha permesso solo all’uomo primitivo di salvarsi dai pericoli che lo circondavano e di evolversi attraverso la percezione e gestione del pericolo ma aiuta ancora oggi gli uomini a salvarsi dai nuovi pericoli. I sintomi fisiologici dell’ansia hanno infatti come scopo quello di aumentare la forza e l’energia dell’organismo, nonché di accelerare le sue capacità decisionali, per prepararlo ad affrontare al meglio il pericolo.
Quando si parla di ansia si parla fondamentalmente di alcune categorie ben precise, ovvero; disturbo di ansia generalizzato, attacchi di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, fobie. Il trattamento di tali disturbi è in primis quello psicoterapeutico. Parlare dei propri problemi, e farlo con una persona esperta, che sappia comprenderne l’origine ed indirizzare verso una maggiore consapevolezza di sé e della causa alla base del proprio disturbo, è davvero importante. Quel che tutti sappiamo di certo è che, la maggior parte delle volte, non ci piace provare ansia, ci fa star preoccupati e sentire male; può arrivare a complicarci la vita e può diventare infine un disturbo di cui soffriamo.
A cura di Piero Di Marino
Dal Sito: www.ilpapaverorossoweb.it
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