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martedì 25 agosto 2020

La depressione non è vivere a metà, il bipolarismo non è leggerezza e avere l'ansia non significa non avere nulla da fare


Ancora oggi, siamo in tanti a non saper accettare il cosiddetto male dell’anima.

Forse perché per la maggior parte dei casi i loro sintomi non sono fisicamente visibili.

Siamo così abituati a credere in ciò che possiamo vedere con i nostri occhi, che tutto ciò che non può essere visto rimane solo un dubbio, per noi, o peggio ancora qualcosa che in realtà non esiste.

Sarà perchè siamo così amanti delle apparenze, che tendiamo facilmente a neutralizzare e ad allontanare ciò che richiede profondità e sentimento.
All’interno del contesto in cui viviamo sembra esistere, purtroppo, un vero e proprio pregiudizio circa le malattie mentali.

Se non ci sono sintomi visibili, questi disturbi come possono esistere?
E’ questa la domanda, che ancora oggi sembrano porsi in molti.

Ed è proprio per questo motivo che molte persone reagiscono male di fronte ai disturbi mentali, non accettandoli.
Alcuni arrivano persino a disprezzare coloro che ne soffrono.
O a non credere al loro malessere.

Dopotutto, avere di fronte qualcuno che sembra stare apparentemente bene, poiché senza macchie sul corpo e senza febbre, non è di certo di aiuto.
Molti non riescono a rendersi conto, infatti, che esiste un mondo dentro ognuno di noi.

Solo chi ha avuto una condizione depressiva o ha visto stare male un membro della propria famiglia d’ansia o di bipolarismo, sa quanto tutto questo possa comportare.
Un dolore questo che non riguarda solo chi soffre, ma anche chi gli sta accanto.

Chi ne resta coinvolto in prima persona, non può che portarne le cicatrici.
Cicatrici queste apparentemente invisibili.

Eppure basterebbe guardare negli occhi di queste persone per capire il mondo che hanno dentro.
La società di oggi, purtroppo, sembra non essere ancora pronta ad accettare l’esistenza di tali disturbi.
Molti sottovalutano il problema. Altri non lo considerano nemmeno come tale.

Siamo sempre così di corsa, che non abbiamo più il tempo di guardarci dentro.
La sopravvalutazione delle superficialità, la sovraesposizione delle conquiste materiali, la ricerca sfrenata della fama virtuale.

Sembrano essere queste le cose che ci fanno sentire “grandi e importanti.”
Sono questi gli atteggiamenti e i comportamenti che caratterizzano la nostra società, che è sempre più incurante di ciò che i sentimenti possono poter dire.

Come non essere suscettibili ai disturbi emotivi con questi presupposti?
Eppure queste ci sono, esistono davvero e sembrano voler nascondere sentimenti non positivi che devono essere, prima individuati e poi gestiti.

La depressione esiste ed è oscurità.
L’ansia esiste ed è disperazione.
Il bipolarismo esiste ed è insicurezza.

Finché i sentimenti non saranno considerati dalla società, i disturbi dell’anima difficilmente potranno essere socialmente accettate e trattate.
Se è vero che l’essenziale è invisibile agli occhi, sappiate guardare oltre allora.

O semplicemente imparate a guardare negli occhi le persone.
E’ proprio li che si nasconde la loro anima.


Dal Sito: giornodopogiorno.org 

mercoledì 17 aprile 2019

Disturbo bipolare (bipolarismo): sintomi e cura

Cosa significa bipolarismo 

Il disturbo bipolare (o depressione bipolare o bipolarismo), pur non essendo particolarmente frequente, costituisce un problema serio e invalidante. Esso merita attenzione clinica e i soggetti che ne soffrono sono spesso inconsapevoli.

Chi ne è affetto tende ad alternare fasi depressive seguite da fasi ipomaniacali o maniacali(bipolarismo).

In genere le fasi depressive della depressione bipolare tendono a durare più a lungo di quelle maniacali o ipomaniacali. Di solito durano da qualche settimana a qualche mese, mentre le fasi maniacali o ipomaniacali durano una-due settimane.

A volte, nel disturbo bipolare, la transizione da una fase all’altra è rapida e immediata. Altre volte, invece, è intervallata da un periodo di umore normale (eutimico).

Talvolta il passaggio di fase nel bipolarismo è lento e subdolo, mentre altre volte può essere brusco e improvviso.

La fase depressiva

Le fasi depressive nel disturbo bipolare (o depressione bipolare) si caratterizzano per un umore molto basso, una sensazione che niente sia più in grado di dare piacere e una generale tristezza per la maggior parte del giorno.

In linea di massima, le fasi depressive non si differenziano dagli episodi depressivi della depressione maggiore unipolare. Durante queste fasi del bipolarismo, quindi, il sonno e l’appetito possono risultare facilmente alterati; la capacità di concentrazione e la memoria possono essere molto minori.

A volte, sempre durante le fasi depressive, le persone affette dal disturbo bipolare pensano ricorrentemente al suicidio.

La fase maniacale

Le fasi maniacali nel bipolarismo, in alcuni casi, vengono generalmente descritte come l’esatto contrario di quelle depressive. Ovvero, caratterizzate da un umore alquanto elevato, dalla sensazione di onnipotenza e da un eccessivo ottimismo.

In queste fasi, i pensieri si succedono molto rapidamente nella mente del paziente affetto da depressione bipolare o disturbo bipolare al punto da diventare così veloci che risulta difficile seguirli.

Il comportamento può essere iperattivo, caotico, fino al punto di rendere il paziente inconcludente. L’energia del paziente bipolare in fase maniacale (o ipomaniacale) è talmente tanta che spesso il soggetto non sente la necessità di mangiare o di dormire. Ritiene di poter fare qualsiasi cosa, al punto da mettere in atto comportamenti impulsivi, come spese eccessive o azioni pericolose, perdendo la capacità di valutare correttamente le loro conseguenze. Son frequenti veri e propri disturbi del controllo degli impulsi (dipendenza da gioco d’azzardo, shopping compulsivo, ecc.).

La fase disforica

In molti casi, tuttavia, la fase (ipo)maniacale del disturbo bipolare (bipolarismo) non si caratterizza per un eccesso di euforia e di grandiosità. Si evidenzia invece un umore disforico, caratterizzato primariamente da un senso costante di rabbiosità e ingiustizia subita. Questo si traduce in irritabilità e intolleranza e, spesso, in aggressività espressa, sempre senza valutare correttamente le conseguenze dei propri comportamenti.

I disturbi bipolari comprendono il Disturbo Bipolare di I tipo, il Disturbo Bipolare di II tipo, il Disturbo Ciclotimico e il cosiddetto Disturbo Bipolare Non Altrimenti Specificato, categoria diagnostica che raccoglie tutti quei soggetti con sintomi insufficienti per porre la diagnosi di uno dei disturbi sopra citati.

Disturbo bipolare sintomi

Vediamo i sintomi del bipolarismo. Per porre diagnosi sicura di mania, deve presentarsi un distinto periodo di anormale e persistente elevazione del tono dell’umore, con caratteristiche di espansività o irritabilità. I disturbi dell’umoredevono essere abbastanza gravi da compromettere le attività di studio, di lavoro o le capacità di relazione sociale.

Sintomi maniacali

Durante un episodio maniacale, diversi dei seguenti sintomi del disturbo bipolare sono presenti:

Aumento dell’autostima o grandiosità

Ridotto bisogno di sonno

Aumentata produzione verbale con difficoltà a frenarla

Volubilità nel cambiare opinione (il paziente non si accorge che i suoi pensieri cambiano facilmente)

Facile distraibilità (il paziente può porre attenzione a particolari insignificanti ignorando elementi importanti

Aumento delle attività finalizzate

Agitazione mentale o fisica

Aumentato coinvolgimento in attività che possono avere conseguenze pericolose (p.e. spendere molto denaro o intraprendere attività sessuali inusuali per la persona)

Sintomi depressivi

Per la diagnosi di depressione è necessario un periodo di almeno due settimane con perdita di interesse o di piacere in tutte o buona parte delle attività.

La depressione bipolare deve essere abbastanza grave da produrre una modificazione nell’appetito, nel peso corporeo, nel sonno o nella capacità di concentrarsi così come deve essere presente un sentimento di colpa, di inadeguatezza o disperazione. Possono anche essere presenti pensieri di morte o suicidio.

Durante un episodio depressivo, diversi dei seguenti sintomi del disturbo bipolare sono presenti:

Costante depressione del tono dell’umore o disperazione

Grave riduzione di interessi o di piacere in tutte o nella maggior parte delle attività

Perdita o incremento del peso corporeo o dell’appetito

Aumento o riduzione del sonno

Agitazione o rallentamento

Affaticamento o perdita di energia

Sentimenti di inadeguatezza, di colpa e/o perdita dell’autostima

Incapacità di concentrarsi e di prendere decisioni

Pensieri di morte o suicidio

Bipolarismo, instabilità umorale e altri disturbi

Talvolta una persona che soffre di depressione bipolare (o bipolarismo) può sperimentare solo episodi di mania o solo episodi di depressione alternati a periodi di normalità del tono dell’umore.

Quando è presente solo la mania la malattia prende comunque il nome di disturbo bipolare. Invece, se è presente solo la depressione, la malattia è in genere chiamata depressione maggiore.

Occorre tenere in considerazione, tuttavia, che l’instabilità del tono dell’umore tipica del bipolarismo può anche riscontrarsi in molti disturbi di personalità, soprattutto nel disturbo borderline.

La diagnosi differenziale è pertanto molto delicata e non basta riscontrare l’alternanza di fasi umorali per essere certi che si tratti di vero e proprio disturbo bipolare. Suggeriamo la lettura anche di questo articolo sulle differenze tra disturbo bipolare e disturbo borderline di personalità.

Disturbo bipolare cura

La cura del disturbo bipolare è centrata principalmente sulla farmacoterapia, a base di farmaci stabilizzanti dell’umore e antidepressivi (triciclici o SSRI), sotto attenta e continuativa supervisione medico-specialistica.

Tra gli stabilizzanti il litio è spesso usato nel trattamento della mania in fase acuta, ma la sua indicazione principale riguarda l’azione di prevenzione delle crisi sia maniacali che depressive. L’acido valproico e la carbamazepina sono ugualmente usati nella cura del disturbo bipolarein fase di mania acuta così come nella prevenzione delle ricadute.

Antipsicotici o neurolettici, sono usati nel trattamento della mania nella fase acuta e meno nella fase di mantenimento. Altri farmaci come le benzodiazepine sono anche usati nel trattamento acuto della mania.

Gli antidepressivi sono utilizzati nelle fasi depressive per la cura della depressione bipolare: è importante ricordare sempre che generalmente gli antidepressivi richiedono dalle 2 alle 6 settimane per risultare efficaci. In alcuni casi gli antidepressivi possono indurre un viraggio dalle fase depressiva alla fase maniacale e questa evenienza richiede naturalmente una attenzione particolare.

Sfortunatamente per alcuni pazienti può essere necessario del tempo prima di trovare la terapia efficace.

Importanza della psicoterapia del disturbo bipolare

Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che, per avere una maggiore stabilità dell’umore, è necessario associare ad un trattamento farmacologico (che rimane fondamentale), una psicoterapia, meglio se di orientamento cognitivo-comportamentale. Quest’ultima è poi indispensabile nella cura del bipolarismo qualora questo sia secondario a un disturbo di personalità.

I protocolli psicoterapeutici per il disturbo bipolare prevedono solitamente diversi punti di intervento e di azione:

aiutare la persona a seguire la terapia farmacologica; è infatti dimostrato che, se non sono seguite, le persone tendono a “dimenticare” di assumere la terapia. Occorre mantenere ed aumentare la motivazione della persona ad assumere la terapia;

aiutare la persona a riconoscere rapidamente i sintomi iniziali delle due fasi, in modo che sappia come comportarsi e come impedire il precipitare della situazione;

imparare a discutere e modificare i propri stili di pensiero irrazionali e disfunzionali;

imparare strategie più efficaci per affrontare le difficoltà quotidiane, come gestire la propria rabbia, o migliorare le proprie abilità comunicative;

lavorare specificatamente sulla fase depressiva, secondo le modalità tipiche della terapia cognitivo comportamentale

Dal Sito: ipsico.it 

lunedì 20 febbraio 2017

Disturbo Bipolare



Il disturbo bipolare, o sindrome maniaco depressiva è caratterizzato da gravi alterazioni dell’umore, con alternarsi di episodi maniacali e depressivi
Definizione di Disturbo Bipolare

Il Disturbo Bipolare, definito anche Sindrome Maniaco-Depressiva, è una patologia molto seria che se non trattata tempestivamente ed in maniera adeguata, può causare gravi sofferenze e risultare decisamente invalidante. Questo disturbo è caratterizzato da gravi alterazioni dell’umore, delle emozioni e dei comportamenti, il tutto con una durata piuttosto variabile. Questi sbalzi d’umore sono caratterizzati dall’alternarsi di Episodi Maniacali/Ipomaniacali ed Episodi Depressivi, motivo per cui questa patologia è definita Bipolare.

Caratteristiche del disturbo bipolare

Queste variazioni patologiche dell’umore persistono per mesi e anni ed hanno sulla persona un effetto invasivo tanto da influenzarne ed alterarne la capacità di giudizio. Sia la Mania che la Depressione influiscono notevolmente sulla vita dell’individuo, e sono fortemente debilitanti sia sul piano lavorativo, che sociale, che affettivo e familiare.

Il disturbo bipolare necessita di un intervento adeguato e quanto mai tempestivo specie se si considera l’elevato rischio di suicidio cui il soggetto può andare incontro. In particolar modo lo stato che più può portare a rischio di suicidio, come ripotato dal manuale Merck, risulta essere lo stato Misto (Condizione in cui l’individuo è altamente irritabile e nervoso e al contempo prova un grande senso di scoramento, tristezza e perdita di piacere nel fare le cose) che, in associazione all’elevata impulsività che caratterizza questo disturbo, può spesso rivelarsi fatale.
Storia del Disturbo Bipolare

La storia del Disturbo Bipolare ha inizio nella Grecia classica. Il primo a descrivere la melancolia e la mania come due aspetti della stessa malattia è stato Areteo di Cappadocia nel I secolo a.C. Il concetto moderno di disturbo bipolare nasce in Francia con i lavori di Farlet sulla folie circulaire (1851, 1854) e di Baillarger (1854) sulla folie à double forme. Successivamente Emil Kraepelin (1896) ha riunito tutti i disturbi affettivi nella “frenosi maniaco-depressiva”, distinguendo quest’ultima dalla dementia praecox. Il concetto unitario di Kraepelin, tranne qualche eccezione, è stato ampiamente accettato in tutto il mondo. La distinzione definitiva tra disturbi affettivi unipolari e bipolari si deve all’opera di Leonhard (1957), Angst (1966) e Perris (1966) in Europa e di Winokur e Clayton (1967) negli Stati Uniti ed è tutt’ora mantenuta nella nosologia del DSM-IV (Zaccagni, Colombo & Aceti, 2008).


Episodio Maniacale nel disturbo bipolare

L’Episodio Maniacale è caratterizzato da un umore persistentemente elevato, decisamente superiore al norma, sia sul versante dell’espansività che dell’irritabilità. L’autostima del soggetto è ipertrofica, definita da aspirazioni eccessive e un forte senso di grandiosità. Vi è la presenza di una spiccata ed eccessiva loquacità, affiancata da un’agitazione psicomotoria con netta riduzione delle ore di sonno (3 sono sufficienti per sentirsi riposati), dovuta probabilmente in parte dalla successione continua dei pensieri come se si rincorressero uno dopo l’altro.

L’attenzione viene catturata da ogni stimolo, anche quelli meno pertinenti, provocando una distraibilità continua, che conduce successivamente ad una diminuzione della capacità di giudizio e dell’autocritica. L’ episodio maniacale del disturbo bipolare è caratterizzata inoltre da un aumento delle attività lavorative, scolastiche e sociali, con un relativo aumento dell’interesse nell’attività sessuale, ed un eccessivo coinvolgimento in attività con il rischio di conseguenze potenzialmente dannose (shopping eccessivo, comportamento sessuale sconveniente, investimenti avventati).

Episodio Depressivo nel disturbo bipolare

L’Episodio Depressivo è caratterizzato da umore depresso e/o perdita di interesse verso attività fino ad allora piacevoli, con uno stato emotivo prolungato di sconforto, sensazione di vuoto, pessimismo, scoraggiamento e disperazione. Vi è la presenza di una netta alterazione del comportamento alimentare caratterizzato da diminuzione o aumento dell’appetito con conseguenti variazioni ponderali. Le alterazioni del sonno sia sul versante dell’insonnia che dell’ipersonnia ed alterazioni del bioritmo caratterizzate da risvegli precoci sono una costante di questa fase, e insieme agli altri sintomi portano ad un rallentamento della capacità di pensare e forte indecisione.

La persona è soggetta a mancanza di energia e faticabilità, visibile anche attraverso il rallentamento psicomotorio. Forti sentimenti di autosvalutazione e senso di colpa eccessivo (spesso inappropriati) affiancano il soggetto nella quotidianità. L’Episodio Depressivo nel disturbo bipolare è inoltre caratterizzato da ricorrenti pensieri di morte, ideazione suicidaria con o senza pianificazione e tentativo di suicidio.

Episodio Misto

Questa fase, spesso di passaggio tra la fase depressiva e quella maniacale del disturbo bipolare, è caratterizzata dalla presenza contemporanea di sintomi depressivi e ipomaniacali. Frequentemente la persona in questa fase soffre di una pervasiva ansia e irritabilità.

Incidenza del disturbo bipolare ed esordio della malattia

Come stimato dal National Institute of Mental Health circa il 2,6 % della popolazione americana al di sopra dei 18 anni soffre di disturbo bipolare e vi sarebbero determinanti genetiche che interagendo con l’ambiente darebbero luogo alla patologia. I primi sintomi si manifestano generalmente nell’adolescenza per poi acutizzarsi in età adulta.

Si tratta di un disturbo molto eterogeneo che si può manifestare con sintomi e intensità molto diverse da persona a persona. L’esordio può avere inizio con un grave episodio maniacale che può comportare il ricovero oppure essere più lieve e alternare fasi di sintomi ipomaniacali a lievi sintomi depressivi. Il Disturbo Bipolare ha un decorso cronico. In tutti i casi può comportare gravi danni, poiché chi ne soffre con il suo comportamento spesso va a compromettere la propria vita familiare e sociale.

Sintomi del disturbo bipolare
Disturbo bipolare di Tipo I

La caratteristica principale è la presenza di almeno un episodio di Mania o Misto e di un episodio Depressivo. La durata dei singoli episodi si mantiene costante mentre diminuisce quella tra uno e l’altro nel tempo. Secondo il DSM 5 i principali sintomi che caratterizzano il Disturbo Bipolare di Tipo I sono:

– Ridotto bisogno di sonno;

– Eloquio rapido e pressante, intrusivo, caratterizzato da teatralità, eccessivo gesticolare, tono e volume del discorso più importante di ciò che viene detto;

– Aumento e attivazione accompagnati da sintomi depressivi;

– Fuga delle idee, bruschi cambiamenti di pensiero, distraibilità;

– Eccessiva pianificazione e partecipazione ad attività multiple;

– Aumento della libido;

– Aumento della socievolezza;

– Irrequietezza;

– Grandiosità, scarso giudizio;

Tra le caratteristiche associate troviamo la non percezione di essere malati e la resistenza al trattamento, la modifica del proprio aspetto personale per essere più provocanti, la messa in atto di comportamenti impulsivi e antisociali. Alcuni soggetti possono diventare ostili e pericolosi, con conseguenze catastrofiche che spesso derivano da scarsa capacità di giudizio.

Disturbo Bipolare di Tipo II

È caratterizzato da Episodi Ipomaniacali e mancata interferenza con la vita quotidiana a livello di funzionamento sociale o lavorativo. Sono assenti l’ospedalizzazione e i sintomi psicotici. Secondo il DSM 5 i principali sintomi che caratterizzano il Disturbo Bipolare di Tipo II sono:

– Episodi di alterazione dell’umore (uno o più Episodi Depressivi Maggiori con la durata di almeno due settimane, e almeno uno Ipomanicale con la durata di almeno 4 giorni);

– Elevato rischio di suicidio;

– Messa in atto di comportamenti impulsivi;

– Livelli di creatività accresciuti;


Disturbo Ciclotimico

È caratterizzato da un alto grado di malfunzionamento sociale e lavorativo per via del continuo alternarsi di periodi Ipomaniacali e sintomi Depressivi. Secondo il DSM 5 i principali sintomi che caratterizzano il Disturbo Ciclotimico sono:

– Alterazione dell’umore cronica, fluttuante;

– Periodi con sintomi ipomaniacali e depressivi

– Non sono però soddisfatti i criteri per durata, numero, gravità, pervasività.


La differenza tra Disturbo Bipolare e Disturbo Borderline di Personalità

Disturbo di Personalità Borderline e il Disturbo Bipolare, evidenziano entrambi caratteristiche comuni quali l’impulsività, l’umore instabile, la rabbia inadeguata, un elevato rischio suicidario e relazioni affettive instabili, motivo per cui spesso numerosi terapeuti si trovano in difficoltà ad effettuare una diagnosi corretta.

Tuttavia i pazienti con Disturbo Borderline di Personalità tendono a mostrare una maggiore instabilità e impulsività e ostilità rispetto ai pazienti con Disturbo Bipolare. In secondo luogo, il Disturbo Borderline di Personalità è più fortemente associato ad una storia di infanzia di abusi. Inoltre, nel Disturbo Borderline di Personalità il cambiamento del tono dell’umore è solitamente a breve termine e costituisce solitamente la reazione ad un rifiuto da parte dei propri conoscenti o comunque a stimoli interpersonali. Le persone con Disturbo Borderline di Personalità spesso diventano depresse e possono rientrare nei criteri per un episodio depressivo maggiore; ma non sviluppano mai una reale sindrome maniacale o mista, a meno che non siano affetti anche da un disturbo bipolare.


Diagnosi e comorbilità nel disturbo bipolare

A contribuire al problema della diagnosi, concorre anche il fatto che il Disturbo Bipolare e il Disturbo Borderline di Personalità possono coesistere nello stesso paziente: si stima, infatti, che circa il 20% dei pazienti con Disturbo Borderline di Personalità presenti in comorbilità un Disturbo Bipolare e che nel 15% dei pazienti con Disturbo Bipolare sia coesistente un Disturbo Borderline di Personalità. Allo stato attuale, per condurre una diagnosi corretta è necessario conoscere adeguatamente i criteri diagnostici più recenti (DSM-5), nonché affidarsi allo strumento di più grande rilievo nel campo psicologico/psichiatrico: l’anamnesi. ()


Disturbo Bipolare e altre patologie

Il Disturbo Bipolare, spesso può essere confuso con il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività. Le persone con questo tipo di patologia hanno problemi costanti di attenzione e impulsività, ed anche le persone con Disturbo Bipolare possono presentare deficit comportamentali di questo tipo, ma per lo più durante gli Episodi Maniacali o gli Episodio Misti. Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione non è accompagnato da euforia, aumentata spinta motivazionale, ipersessualità, diminuito bisogno di sonno o grandiosità, e non è caratterizzato dall’alternarsi di profonde depressioni a periodi di umore stabile.

Un’altra patologia psichiatrica da cui deve essere distinto il Disturbo Bipolare è la Schizofrenia. Le persone con Schizofrenia presentano deliri e allucinazioni, possono sperimentare depressioni severe, ma spesso il loro problema più grande è l’ottundimento emotivo. Anche le persone con disturbo bipolare possono avere allucinazioni o deliri ma queste sono tipicamente di tipo maniacale grandioso, paranoico o depressivo, sono circoscritti nel tempo e compaiano con l’instaurarsi dei cambiamenti del tono dell’umore. Inoltre, la prognosi a lungo termine della Schizofrenia è peggiore che nel disturbo bipolare.

Trattamento e cura del Disturbo Bipolare

Nonostante il Disturbo Bipolare sia fra le malattie psichiatriche con una base organica ben identificata, e quindi trattabile farmacologicamente, è importante ricordare che un percorso di cura non sostituisce l’altro. È stato infatti riscontrato come, specie nella fase acuta della malattia, sia importante associare ad una cura farmocologica strettamente controllata anche un percorso psicoterapico.

Il trattamento psicoterapico nasce, in particolare, per affrontare i problemi di mancanza di collaborazione del paziente (compliance al trattamento). Molto spesso aspettarsi che il trattamento farmacologico proceda in modo lineare crea, con buone probabilità, problemi secondari. Il Litio, in particolare, fornisce controllo sulla maggior parte degli eventi problematici, ma spesso non in maniera sufficiente. Ciò comporta notevole frustrazione da parte del paziente. A volte la mancata compliance nei confronti dell’assunzione del Litio diventa un tema fondamentale nella terapia. In alcuni casi, inoltre, l’efficacia del litio nell’alleviare il decorso della malattia, non è sempre gradita, poiché priva alcuni pazienti della loro energia e dei momenti di esaltazione dell’umore a lungo desiderati e a volte può avere sgraditi effetti collaterali (Goodwing e Jamison 2007).

Una terapia valida ed efficace del Disturbo Bipolare si deve dunque fondare sulla conoscenza competente della malattia, intesa come la comprensione della fenomenologia, della storia naturale, ovvero la natura ricorrente, il peggioramento e l’andamento stagionale, la conoscenza degli aspetti biologici, compresa la reazione ai farmaci nelle diverse fasi di mania e depressione, le teorie biologiche riguardanti l’eziologia e i meccanismi di azione dei farmaci utilizzati.

Terapia cognitivo comportamentale per il disturbo bipolare

Numerosi studi hanno dimostrato, negli ultimi anni, l’efficacia della Terapia Cognitivo Comportamentale combinata con la farmacoterapia nel trattamento del disturbo bipolare (Beck e Newman 2005). La Terapia Cognitivo Comportamentale è molto efficace nell’incrementare la compliance. In particolare il lavoro sulla compliance si basa su tre interventi cardine:

1. Sviluppare e rafforzare costantemente l’alleanza terapeutica durante tutto il processo psicoterapeutico.

2. Sviluppare strategie di problem-solving che aiutino il paziente a risolvere problemi di natura pratica legati all’utilizzo dei farmaci.

3. Sviluppare strategie che aiutino il paziente a fronteggiare le convinzioni disfunzionali sottostanti allo stress emotivo e ai comportamenti disfunzionali.

Gli scopi principali del trattamento sono i seguenti:

• Fornire informazioni al paziente e ai suoi familiari sul Disturbo Bipolare, il trattamento farmacologico e le difficoltà alla compliance al trattamento.

• Far riconoscere precocemente i segnali d’allarme, insegnando abilità di fronteggiamento preventive che possano far diminuire la gravità e la durata dei sintomi.

• Far riconoscere le credenze disfunzionali tipiche del Disturbo Bipolare, in particolare rispetto alla terapia farmacologica per poter migliorare la compliance al trattamento.

• Favorire abilità di problem-solving, di regolazione emotiva e di risposta adattiva per poter fronteggiare gli stressors psico-sociali.

• Favorire un senso di potere personale migliorando la qualità di vita, riducendo in particolare le ospedalizzazioni e il rischio di suicidio.


A cura di Chiara Ajelli e Claudio Nuzzo


BIBLIOGRAFIA:

· F., Allegria, P.P., Leonardini, C., Lombardo, C., Milanese, A., Rainone (2008). Capire il disturbo bipolare, in Cognitivismo Clinico, vol. 5, n. 1.

· M., Saettoni, P., Bartoletti, (2008). Farmacoterapia del disturbo bipolare in Cognitivismo Clinico, vol. 5, n. 1.

· Cassano B.G., Tundo A., Elsevier Masson (2008) La dimensione cognitiva dei disturbi, in Trattato Italiano di Psichiatria, Terza Edizione.

· I disturbi bipolari. Un’ipotesi cognitivista di comprensione – Rainone A., Mancini F., a cura di Perdighe C., Mancini F. – Giovanni Fioriti Ed., 2010.

· Rainone A., Marras L., Chichierchia A, (2008). Quale ruolo per la psicoterapia nella cura del disturbo bipolare? La terapia Cognitivo-Comportamentale, in Cognitivismo Clinico, vol. 5, n. 1, 2008.

· M. ZACCAGNI, P. P. COLOMBO, F. ACETI, A history of bipolar disorder: from Areteo of Cappadocia to DSM-IV and bipolar spectrumautori – vau_aut_id

· Allegria, P., Leonardini, C., Lombardo, C., Milanese, A., Rainone, CAPIRE IL DISTURBO BIPOLARE




Dal Sito: www.stateofmind.it


Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/tag/disturbo-bipolare/