Per tutta l'estate si può soffrire di ansia, attacchi di panico, apatia. Massimo Soldati, psicoterapeuta, spiega come si distingue la summer sadness dall'adattamento stagionale. In più, i consigli per sopravvivere all’estate
«I got that summertime summertime sadness…», canta Lana del Rey in Summertime Sadness, uno dei tanti brani di successo della pop star, tratto dal suo album Born to Die (2012). Evocata da scrittori e poeti nelle loro opere, la depressione estiva o summertime sadness chiamata anche summer blues, per chi ne soffre, non ha nulla di poetico. Secondo i dati del NAMI – National Alliance of Mental Illness, la depressione estiva negli Stati Uniti colpisce circa il 10% della popolazione adulta. Ma, nonostante i numeri, la summer blues è sottovalutata rispetto alla più nota depressione invernale o winter blues.
CHE COS’È LA SUMMERTIME SADNESS
La SAD (Seasonal Affective Disorder o disordine affettivo stagionale) fu descritta e nominata per la prima volta nel 1984 dallo psichiatra sudafricano Norman E.Rosenthal che ne modificò la classificazione: da disturbo unico dell’umore adisturbo a ‘pattern stagionale’, ovvero depressione maggiore ricorrente che si manifesta in specifici intervalli di tempo nell’arco dell’anno e poi regredisce. Nel 1987, con il collega Thomas Wehr del National Institute of Mental Health (Maryland, U.S.), fece un passo avanti nelle sue ricerchedefinendo i termini della Summertime SADness: secondo gli studiosi l’aumento della luce può causare picchi di produzione di melatonina e, di conseguenza, modificare i ritmi circadiani che influiscono sui neurotrasmettitori e sulla fisiologia cerebrale, la quale si modifica per adattarsi al cambio climatico.
COME SI RICONOSCE LA SUMMERTIME SADNESS
«Bisogna fare attenzione a non confondere l’adattamento stagionale con la depressione», afferma il dottor Massimo Soldati, psicologo e psicoterapeuta, autore di Corpo e Cambiamento(ed.Tecniche Nuove). «Il caldo, il maggior numero di ore di luce, i cambiamenti nelle abitudini quotidiane (ci si alza prima al mattino, si fa più tardi la sera, si cambia tipo di alimentazione, si sta all’aperto e così via) nei soggetti predisposti possono scatenare reazioni avverse che non sono necessariamente ascrivibili alla SAD o Summertime Sadness. Brevi attacchi d’ansia, modificazioni del ritmo sonno-veglia, mancanza d’appetito, apatia possono essere i sintomi dell’adattamento dell’organismo al cambio di stagione, uno stato psico-fisico normale e fisiologico che solitamente si risolve in una manciata di giorni a inizio estate o, perlomeno, si riduce d’intensità. Diverso è il discorso quando lo stato d’animo diventa così ‘nero’ da impedire le normali attività quotidiane, quando i problemi sono montagne insormontabili, quando si è convinti di non farcela, quando si soffre di attacchi di panico, quando l’estate con i suoi annessi e connessi è insopportabile. In questo caso si potrebbe parlare di SAD: il periodo estivo può portare in superficie una depressione sotterranea finora celata, scatenare la depressione estiva in soggetti con familiarità o peggiorare la depressione in alcune persone. Per la diagnosi, però, è necessario il parere di un esperto», conclude Soldati.
SE LA VACANZA DIVENTA UN INCUBO
Mare, montagne, paesaggi esotici, visi sorridenti sullo sfondo del mare blu, queste cartoline in alcuni soggetti scatenano l’ansia da vacanza, una sorta di holiday summer sadness che trasforma il periodo di riposo in un incubo. «Questo accade perché in vacanza, per il nostro corpo,inizia la fase trofotropica, ovvero di recupero e riposo, al contrario della fase ergotropica tipica della fase attiva e lavorativa che richiede dispendio di energie. Inoltre, cambiare le abitudini, i ritmi quotidiani, le amicizie, le relazioni consolidate sono esperienze che molti vivono come stressanti e causa di sconforto. La nuova condizione psico-fisica può determinare ansia, emicrania, apatia», dice lo psicoterapeuta. «Oggigiorno siamo super stressati, non viviamo a contatto con la natura, non sappiamo più riconoscerne i ritmi, il respiro. Enon riusciamo a seguire e rispettare l’andamento lento e cadenzato delle stagioni. Di conseguenza, quando siamo costretti a farlo, in vacanza, ci sentiamo a disagio, come pesci fuor d’acqua, perché il nostro corpo e la nostra mente non riconoscono quel nuovo stato delle cose. Cosa si può fare?Imparare ad ascoltarsi», avverte Soldati.
di LUCIANA BUSSINI
Dal Sito: iodonna.it
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