Tutto è
cominciato il 23 ottobre di qualche anno fa, un anno super per le mie vittorie
sportive, un europeo vinto, varie presenze in nazionale. Quel giorno ero sulla
strada del ritorno per Padova dopo la vittoria del titolo italiano,
cominciano formicolii alle mani e ai piedi, pensavo che mi si fossero
addormentati gli arti contemporaneamente. Non capivo!
Il giorno dopo durante un allenamento inizia un respiro affannoso senza preavviso, aria densa come fango, non riesco a controllare il respiro e poi svengo. Al risveglio non avevo ricordi dell’accaduto.
Il mio corpo era arrivato all’esasperazione, aveva tenuto duro per tutto l’anno agonistico e alla fine dopo l’ultima vittoria sì e lasciato andare.
Un mese di questi attacchi e poi la cosa peggiore: comincia l’aggressività. Quando iniziavo a stare male non volevo vicino nessuno, genitori e amici ovviamente preoccupati si avvicinavano ma avevo la pulsione di fargli dal male, (per fortuna son riuscito sempre a trattenermi.)
Stavo male avevo paura di uscire di casa rivedere la mia ex, gli attacchi di panico erano puntuali, ce ne erano a valanghe.
Finalmente uno spiraglio, iniziai un percorso di terapia che ancora adesso porto avanti.
L’ansia persiste e si ripresenta ogni volta che la vita mi pone davanti a delle scelte.
La paura di scegliere, di non farcela, di esser giudicato.
Intanto inizio a maturare l’idea di partire per l’Australia e la Nuova Zelanda, il terapeuta mi spinge mi sprona in questo senso. Dopo un no secco dai parenti decido di farcela da solo senza nessun appoggio economico, pochi ci credevano e nemmeno io ne ero convinto.
Metto via un po’di soldi e così parto.
Il primo mese son stato perennemente a faccia a faccia con l’ansia, il cuore mi pareva esplodere, il materasso lo sentivo muoversi al ritmo del cuore. Piano piano però mi accorgo che le cose cambiano, prima programmavo tutto per paura, per ansia si essere al sicuro da non so che cosa, poi arrivai al punto da arrivare in una citta senza sapere dove dormire la notte, incontro gente favolosa, viaggio con il furgone con altri quattro ragazzi, due francesi, due canadesi. Lavoriamo in una fattoria di fragole, viviamo la vita, me la godo, e più me la godevo più volevo godermela. Le gocce rimanevano in zaino, mai aperte quando stavo male, non ci pensavo, non volevo perdermi un secondo quell’esperienza per colpa dell’ansia. Ora sono tre mesi che sono tornato da quest’avventura ed è come se mi sentissi una persona nuova.
Ho fatto anche la mia tesina sulla paura di aver paura. Io penso di aver
viaggiato per affrontare la paura e di averla lasciata in qualche paese .Il giorno dopo durante un allenamento inizia un respiro affannoso senza preavviso, aria densa come fango, non riesco a controllare il respiro e poi svengo. Al risveglio non avevo ricordi dell’accaduto.
Il mio corpo era arrivato all’esasperazione, aveva tenuto duro per tutto l’anno agonistico e alla fine dopo l’ultima vittoria sì e lasciato andare.
Un mese di questi attacchi e poi la cosa peggiore: comincia l’aggressività. Quando iniziavo a stare male non volevo vicino nessuno, genitori e amici ovviamente preoccupati si avvicinavano ma avevo la pulsione di fargli dal male, (per fortuna son riuscito sempre a trattenermi.)
Stavo male avevo paura di uscire di casa rivedere la mia ex, gli attacchi di panico erano puntuali, ce ne erano a valanghe.
Finalmente uno spiraglio, iniziai un percorso di terapia che ancora adesso porto avanti.
L’ansia persiste e si ripresenta ogni volta che la vita mi pone davanti a delle scelte.
La paura di scegliere, di non farcela, di esser giudicato.
Intanto inizio a maturare l’idea di partire per l’Australia e la Nuova Zelanda, il terapeuta mi spinge mi sprona in questo senso. Dopo un no secco dai parenti decido di farcela da solo senza nessun appoggio economico, pochi ci credevano e nemmeno io ne ero convinto.
Metto via un po’di soldi e così parto.
Il primo mese son stato perennemente a faccia a faccia con l’ansia, il cuore mi pareva esplodere, il materasso lo sentivo muoversi al ritmo del cuore. Piano piano però mi accorgo che le cose cambiano, prima programmavo tutto per paura, per ansia si essere al sicuro da non so che cosa, poi arrivai al punto da arrivare in una citta senza sapere dove dormire la notte, incontro gente favolosa, viaggio con il furgone con altri quattro ragazzi, due francesi, due canadesi. Lavoriamo in una fattoria di fragole, viviamo la vita, me la godo, e più me la godevo più volevo godermela. Le gocce rimanevano in zaino, mai aperte quando stavo male, non ci pensavo, non volevo perdermi un secondo quell’esperienza per colpa dell’ansia. Ora sono tre mesi che sono tornato da quest’avventura ed è come se mi sentissi una persona nuova.
Tramonti, profumi, persone, esperienze non me le faccio rovinare da me stesso, so che e una parte di me sarà sempre insicura, ma ho costruito uno stabile muro contro la paura. Trovate in voi la maniera di costruire il vostro.
Matteo