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lunedì 12 ottobre 2020

Zona di comfort: che cos'è e come uscire dal nostro "nido" sicuro




Avere delle abitudini ci dà delle certezze. Può sembrare strano, ma quella routine che spesso si definisce noiosa e tediante piace a molte persone così tanto che non la lascerebbero mai. Questo luogo sicuro - non fisico, ma mentale - prende il nome di zona di comfort ampiamente studiata in psicologia.

Prima di scoprire nel dettaglio di che cosa si tratta e di capire come si possa andare al di fuori di essa, è bene dire che uscire dalla comfort zone è uno dei passi fondamentali per sviluppare la propria autostima e non sentirsi sempre in balia degli altri o degli eventi.

Che cos'è la zona di comfort?

In generale, la zona di comfort è uno stato psicologico. Il termine inglese comfort zone sembra derivare da quella fascia di temperatura compresa tra i 19 e i 26 gradi, dove non sentiamo né caldo né freddo. Insomma, significa il clima ideale dove stiamo bene senza neanche saperlo.

Applicata alla psicologia, la zona di comfort è quella nostra area mentale dove ci sentiamo protetti e al sicuro. Essa è fatta di abitudini che restano invariate nel tempo e che scandiscono la quotidianità privandola di qualsiasi rischio. Facendo degli esempi, la comfort zone potrebbe essere descritta come quel lavoro certo che non si cambia nonostante non ci porti delle soddisfazioni, come quella settimana al mare che si fa ogni anno nello stesso posto, come quel ristorante in cui si va tutti i sabato sera perché "è così" o come quel divano su cui ci piace tanto sdraiarsi dopo una giornata fuori casa. 

Tutto ciò ci porta a provare un senso di familiarità, di agio e di pieno controllo rispetto a una situazione, senza sperimentare nessuno stato di ansia, stress o paura. Tuttavia, può sembrare assurdo ma rimanere sempre in questa condizione idilliaca non ci fa bene perché si può trasformare in una "gabbia dorata".

Perché bisogna uscirne ogni tanto?

Può venire spontaneo domandarsi come mai sia necessario uscire da un proprio stato mentale ideale e privo di pericoli. La risposta è semplice: restare sempre nella comfort zone blocca la nostra crescita, il nostro sviluppo personale e ci priva di quelle esperienze nuovefondamentali per una vita vissuta a colori e non in bianco e nero. È ovvio che tutti abbiano bisogno delle proprie certezze, dei propri "riti" fatti di abitudini e di luoghi sicuri in cui rifugiarsi, ma ci sono dei segnali che ci indicano se si è bloccati nella propria zona di comfort. 

Innanzitutto, lo sei se senti che non stai crescendo più né intellettualmente né emotivamente, vivendo in una condizione di apatia. Poi, un altro sintomo di questa chiusura è il rigetto di qualsiasi idea o esperienza nuova e una costante mancanza di motivazione verso tutto. Infine, hai paura di fare quelle cose che escono dal tuo seminario.

Già così puoi capire perché questa situazione sia assolutamente di stallo e in che modo non ti porti a una vera scoperta di te. Uscire dalla zona di comfort ti rende più proattiva, sviluppa e rafforza la tua autostima poiché ti mette in contatto con tutte le tue capacità, aumenta la tua creatività e amplifica i tuoi limiti, rendendoti più propensa al cambiamento. Il risultato? Ti sentirai più viva, con più energie positive e non sarai più una spettatrice della tua esistenza, ma la protagonista.

Zona di comfort vs zona di panico

Abbiamo detto perché sia fondamentale uscire dalla propria comfort zone almeno ogni tanto. Tuttavia, bisogna sottolineare che andare al di fuori di essa significa approdare alla cosiddetta zona di apprendimento e sviluppo personale che, però, non è l'unica area che si può trovare. Infatti, oltre a essa, c'è la zona di panico

Quando siamo nella zona di comfort non percepiamo molte sensazioni, se non quella di estrema calma e tranquilità. Come già affermato, ciò che manca è proprio quello stimolo che ci sproni a migliorare o a fare qualcosa di diverso. Se siamo stimolati, veniamo spinti fuori dal nostro "nido sicuro" e catapultati in quella che gli inglesi definiscono learning o development zone, ovvero la zona ottimale di apprendimento.

In essa troviamo meno serenità perché sperimentiamo un certo grado di stress, ansia e disagio. Nulla di insostenibile, perché siamo di fronte a sfida che possiamo affrontare grazie alle nostra capacità e che ci "pungolano" in modo positivo

In psicologia, però, se il livello di paura e ansia viene superato, allora la situazione si ribalta perché entreremo nella zona di panico. In questa condizione mentale, gli stessi fattori negativi esercitano troppa pressione e questo non ci sprona più, ma, anzi, ci blocca e le prestazioni calano. Quindi, è fondamentale conoscere i propri limiti e ampliarli poco alla volta e senza fretta, rendendo la zona di panico sempre più lontana e difficile da raggiungere.

Come uscire dalla comfort zone in 3 passi

Perciò andare fuori dalla tua zona di comfort è necessario per la tua crescita personale e per ottenere qualsiasi successo. Soprattutto per la maggior parte delle persone più timide, riservate e timorose di natura, tutto ciò sembra un'impresa quasi impossibile, ma non è così. Uscire dalla propria area di agio ottimale può richiedere tempo ma porta a dei vantaggi troppo importanti per rinunciarvi in partenza. 

Se ti senti pronta a uscire dal tuo guscio, ti suggeriamo di seguire questi tre consigli per iniziare a vivere appieno la tua vita.

1. Non avere fretta

Quando si decide di andare al di là della propria comfort zone significa essenzialmente imparare a fronteggiare le sfide e le cadute che la vita pone di fronte a qualsiasi persona, oltre a scendere a patti con la gestione di ansia e stress. Se stai iniziando questo percorso, la prima regola fondamenale è datti tempo. Se hai trascorso buona parte della tua adolescenza e maturità seguendo sempre e solo le tue abitudini e le tue certezze, non potrai ribaltare la situazione in qualche giorno

Comincia a fare delle cose che ti intrigano già da un po' ma che avevi troppa paura o mancanza di stimoli per intraprendere. Non buttarti subito verso l'ignoto, bensì cerca di capire come un pizzico di follia sia essenziale per affrontare tutto, dal lavoro agli hobby personali e persino le relazioni con gli altri. Non dare retta alle critiche infondate e inizia la tua ricerca del positivo nelle novità.

2. Fai nuove esperienze in compagnia

Gli amici si vedono nel momento del bisogno e spingerti al di fuori del tuo nido è sicuramente uno di quelli. Per approdare per la prima volta nella development zone, puoi chiedere aiuto a una persona di cui ti fidi profondamente e che sai essere comprensiva nei tuoi confronti. Un giorno o un weekend fuori porta in un luogo dove non sei mai stata, una sessione di allenamento di uno sport che non hai mai provato ma che avresti sempre voluto fare o un'attività ricreativa diversa dal solito: qualsiasi cosa che ti possa spronare, che ti aiuti a prendere confidenza nelle tue capacità e a rafforzare la tua autostima.

3. Accetta l'ansia e trasformala in qualcosa di positivo

Per stare sempre meglio nella tua zona di apprendimento ottimale, devi iniziare ad accettare lo stress e il disagio. Tutto ciò non significa che essi debbano diventare delle costanti della tua vita, ma che tu sappia gestirli sempre in modo migliore. Così facendo, estenderai i confini della tua comfort zone e quel tuo "piccolo nido sicuro" si amplierà. 

Per fare questo, è necessario cambiare la tua visione rispetto all'ignoto. È normale che un'esperienza nuova spaventi un po', ma tale paura deve passare in secondo piano così che le novità vengano viste in maniera positiva. L'ignoto non è da temere, ma è una situazione di stimolo che ti può aprire mille possibilità di cambiamento solo si accetta di scoprirlo.


Dal Sito: alfemminile.com




martedì 25 agosto 2020

Benedetti coloro che cercano di aumentare l’autostima delle persone, perché non nutrono invidia e non usano il sarcasmo




“Quello che gli altri pensano di te è un problema loro”. Così la pensava Charlie Chaplin e sicuramente aveva ragione da vendere. L’autostima di ogni persona è una ricchezza che va preservata.

E per questo benedetti coloro che cercano di aumentare l’autostima delle persone, perché non nutrono invidia, non praticano il sarcasmo. Non spegnono per cercare di brillare maggiormente.

Frequentare amici, colleghi capaci di non abbattere la considerazione che ognuno ha di sé, l’autostima appunto, è oggigiorno una delle cose più preziose che dobbiamo conservare.

Sempre più spesso i nostri rapporti sociali sono intrisi di invidia, giudizio, sarcasmo.

Gli specchi che rimandano ad ognuno di noi l’idea che gli altri hanno del nostro lavoro, della nostra immagine sono specchi fasulli.

Immagini che ci ritornano deformate da sentimenti negativi e che incidono profondamente nella nostra autostima.

Benedetti coloro che cercano di aumentare l’autostima delle persone

Per questo avere relazioni sane, rapporti fondati sul rispetto e sulla tolleranza sono oggi fondamentali per mantenere integra la fiducia in se stessi.

Rincorrere chimere molte volte artefatte, sogni di ricchezza mostrati con prepotenza e senza alcun tatto è quanto di più dannoso possa capitare.

L’autostima personale è un traguardo che si nutre del viaggio quotidiano che ogni persona compie nella propria vita.

Un percorso sempre più spesso in salita, duro, accidentato. Il percorso però che riesce a plasmare persone vere e non marionette da rotocalchi.

Non tutti accettano la propria condizione, e sono cosi disposti a svendere valori come onestà, impegno, integrità pur di prendere la prima scorciatoia utile.

Una taglia di abbigliamento, l’automobile che si guida, le vacanze che si fanno sono diventate il metro sul quale misurare il proprio valore e l’autostima personale.

Ecco quindi che un sorriso disinteressato, un complimento sincero, l’apprezzamento per l’impegno messo, sono diamanti il cui valore non è barattabile con niente al mondo.

In un mondo pieno di persone che cercano di spingerci nel buio, chiunque ci sollevi è luce da preservare, mantenere, valorizzare e amare dal profondo del cuore.

È compito di ognuno allora saper scegliere chi frequentare e perché. Consapevoli che spesso le sirene della ribalta nascondono trappole tanto feroci quanto inaspettate.

Dal Sito: giornodopogiorno.org

venerdì 24 luglio 2020

Il coraggio e la fiducia in te stesso: le due abitudini per avere successo


Le due qualità più importanti per raggiungere il successo sono il coraggio e la fiducia in te stesso.

Devi avere una chiara definizione del futuro che desideri, e ad avere il coraggio di fare qualunque cosa per realizzarla.

Lo sviluppo di queste due abitudini è di vitale importanza per raggiungere i tuoi obiettivi, soprattuto per contrastare ed eliminare ciò che frena la maggior parte delle persone: la paura di fallire.

La paura è solo una convinzione

La paura di fallire si apprende, quasi sempre nella prima infanzia, come conseguenza delle critiche di genitori e di tutti i modelli di ruolo con cui interagiamo.

Ma proprio perché si apprende la si può anche disimparare, sostituendola con il coraggio.

La paura di fallire di basa quasi sempre sull’immaginazione e mai sulla realtà. Il 99% delle cose che temiamo non si realizza quasi mai. Quindi la paura è semplicemente una convinzione. Ne abbiamo parlato anche qui.

Ralph Waldo Emerson ha detto:

“Fai la cosa che temi e la morte della paura è certa”

Se fai e ripeti in continuazione le cose che temi, alla fine la paura finirà per perdere tutto il suo potere.

Affronta la paura con coraggio

Qual’è la differenza tra il coraggioso e il codardo?

  • il coraggioso affronta sempre la paura, le va incontro, la gestisce ed esce sempre a testa alta dalle situazioni che lo spaventano
  • il codardo, invece, si defila, elude la paura e spera che vada via da sola

Quando affronti a viso aperto qualcosa che temi, la paura si riduce sempre di più fino a sparire completamente.

Ma se ti allontani o eviti la persona o la situazione che temi, la paura continua a crescere dentro di te ed arriva ad assumere il controllo della tua vita.

Tutte le volte che sei attanagliato dalla paura, puoi cancellarla affermando immediatamente queste parole magiche:

“Posso farlo! Posso farlo! Posso farlo!

Agire come se…

Una delle tecniche più potenti ed efficaci per sviluppare il coraggio e la fiducia in te stesso è “agire come se” avessi già queste due abitudini. Agisci come se la paura non esistesse.

Agisci come se fossi coraggioso e sicuro di te.
La domanda chiave che devi porti è:

“Come mi comporterei, come agirei e come parlerei, se non avessi la minima paura?”

Entra nella parte. Simula fino a quando non imparerai ad agire realmente in quel modo in ogni situazione in cui subentra la paura.


Dal Sito: aprilamente.info 

mercoledì 24 giugno 2020

Autostima "fragile": cosa posso fare?



Per autostima intendiamo la valutazione che ognuno di noi dà di se stesso. All’interno di questa valutazione ritroviamo: la soddisfazione per noi stessi, la consapevolezza del nostro valore e la fiducia nella capacità di poter svolgere un determinato compito.

Quando stimiamo noi stessi non mettiamo in discussione la nostra importanza e le nostre capacità, non proviamo eccessivi timori nell’intraprendere attività nuove e difficili, siamo tendenzialmente ottimisti e sicuri di poter attingere alle nostre risorse. Le situazioni difficili non sono percepite come barriere, ma come sfide stimolanti che generano energia e voglia di fare.

Per chi ha una bassa autostima la situazione invece è opposta. Ogni piccola prova può generare ansie e paure che spingono alla fugapiuttosto che ad un maggiore impegno. I dubbi sulle proprie capacità di riuscita influenzano la performance e diminuiscono la spinta motivazionale. Questo stato di tensione favorisce un fallimento(causato dallo scarso impegno e dall’atteggiamento) che rinforza ulteriormente le convinzioni della persona creando un circolo vizioso.

L’autostima ovviamente non è un riflesso reale delle nostre competenze, ma riguarda esclusivamente le convinzioni che noi abbiamo sul nostro sė, che poi influiscono sull’atteggiamentogenerale nei confronti della vita. In particolare l’autostima è strettamente connessa al rapporto che costruiamo con gli altri: solo se abbiamo rispetto per noi stessi, i nostri bisogni e le nostre potenzialità possiamo costruire un rapporto costruttivo con le altre persone. Quando invece l’autostima è lesa allora anche il rapporto con gli altri ne è profondamente condizionato.

Ecco quindi, in questi casi, che proiettiamo la mancanza di auto-accettazione all’esterno, in una forma di paura di essere rifiutati dagli altri e ci sentiamo non piaciuti, non cercati, non capiti.

Nelle forme più estreme la mancanza di auto-accettazione si manifesta in una sensazione profonda e sottile: il desiderio di “non essere visti”. Non sempre riusciamo a riconoscere in noi stessi questo aspetto: semplicemente facciamo fatica ad uscire di casa, ad accettare inviti, a stare con gli altri. Il desiderio di non essere visti è l’impulso di nascondersi al contatto con gli altri. Ma in fondo parliamo di un desiderio che ha radici profonde e primitive, pensiamo semplicemente alle metafore celate dietro ad alcuni giochi dei bambini come il “nascondino” o le numerose favole dove il protagonista “si perde”. Questo istinto a nascondersi è nutrito dalla sensazione di non essere capaci, di non essere all’altezza.

I principali sintomi che si avvertono quando una persona ha un’autostima “bassa” sono i seguenti:

  • Ansia cronica: si manifesta quando l’individuo non ha fiducia nelle proprie capacità e vive quindi uno stato di ansia che aumenta sempre di più nel momento in cui ci si trova di fronte a svariate prove.
  • Senso di autocritica: la persona non si sente all’altezza delle situazioni circostanti e molto spesso tende ad essere ossessionato dal giudizio degli altri. In questo modo le scelte della sua vita sono condizionate più dall’idea di compiacere gli altri anziché perseguire i propri desideri e propensioni.
  • Invidia verso gli altri: le persone che hanno una bassa autostima tendono ad invidiare gli altri per i loro successi lavorativi e personali (“perché gli altri ce la fanno e io no?”).
  • Sintomi fisici: a volte possono insorgere delle manifestazioni fisiche quali tachicardia, tremori, balbuzie, rossore e sudorazione.

Per tale motivo è fondamentale trovare le giuste strategie per risolvere/alleviare questo problema e ricercare uno stato di maggior benessere e qualità di vita.

Il primo passaggio è quello di accettare i propri fallimenti e le proprie delusioni pensando che sono soltanto dei momenti passeggeri, ciclici e spesso normali della vita e non un destino ineludibile a cui non possiamo sfuggire. Questo passaggio richiede uno sforzo di uscita dai propri schemi mentali e dal modo che abbiamo di dare significato al mondo e alla vita.

Il secondo passaggio è quello di “imparare” ad esprimere il proprio punto di vista, ritenendolo legittimo e meritevole di essere espresso, anche quando non coincide con quello degli altri. Un passaggio di questo tipo riguarda il sentire, comprendere e accettare che “anche io ci sono e valgo come tutti gli altri”.

Infine, in un’ottica evolutiva, è necessario porre chiarezza dentro se stessi, rispetto a quelli che sono i propri desideri e obiettivi: “Cosa voglio veramente per me? Cosa desidero raggiungere?”. Iniziare a comprendere chi siamo e cosa vogliamo davvero è un passaggio complesso, che pochi di noi sono abituati a fare con consapevolezza, ma che diventa un esercizio di basilare importanza soprattutto per chi ha bisogno di vedere espresse le sue capacità e la propria identità.

È certamente molto difficile questo lavoro, soprattutto per chi vive da sempre questo tipo di disagio interiore e magari ha accumulato una serie di situazioni spiacevoli o “fallimentari” - nella vita personale o professionale - che determinano una biografia di vita spesso dolorosa.

Partendo dal presupposto che non è mai troppo tardi per rimettersi in gioco e cambiare, se non si riesce a farcela da soli, allora il consiglio è quello di rivolgersi ad uno specialista che sarà in grado di accompagnarci in una riflessione più profonda, permettendoci soprattutto di vedere tutte le nostre risorse nascoste a cui poter attingere; quelle risorse che non ci eravamo mai accorti di avere: per riconoscerle, valorizzarle e metterle in campo facendole davvero nostre.

"Il compito principale nella vita di ognuno è dare alla luce se stesso."(Erich Fromm)


Dal Sito: psicologionline.net


lunedì 1 giugno 2020

Imparate a prendervi emotivamente cura di voi, imparate ad essere forti per voi stessi.


Anche la persona più forte si stanca di essere ferita, boicottata e manipolata, perché il cuore forte non è un cuore freddo né immune alla malvagità o all’affetto interessato. Tutti abbiamo dei limiti, ma le persone abituate a “resistere” sono quelle che soffrono di più, quelle che impiegano più tempo a reagire.

Una cosa che spesso viene concepita in maniera erronea è che la persona emotivamente forte sappia controllare i suoi sentimenti. Al giorno d’oggi, nonostante la facilità con cui maneggiamo termini ed espressioni associati alla cosiddetta “intelligenza emotiva”, crediamo ancora in concetti sbagliati, ad esempio siamo convinti che l’emozione sia l’opposto della ragione.

Quando immaginiamo un cuore forte, visualizziamo quasi subito una persona protetta da una pesante armatura, qualcuno che riesce a mantenere la mente lucida e lo sguardo fisso per controllare il mondo complesso degli affetti e dei sentimenti, a volte troppo doloroso ed esigente. Tuttavia, una persona forte non sempre possiede questo genere di architettura psicologica.

La resistenza, o forza emotiva, spesso risponde ad un compromesso personale che una persona raggiunge con gli altri. Significa mostrarsi solidi quando c’è da aiutare qualcuno in difficoltà, cercando di essere utili, vicini. Sono profili che si innalzano come l’albero di una nave in una notte di tempesta, sono il pilastro a cui tutti si appoggiano, la roccia che tutti calpestano per attraversare un fiume.

Sembrano forti, fino a che un giorno non si spezzano o semplicemente si stancano. Vi invitiamo a riflettere sull’argomento.

Molte volte, quando una persona va in terapia in cerca di aiuto, la prima cosa che svela è di essere stanca. Prova una stanchezza mai provata prima, è esasperata, esausta e con la chiara sensazione di aver raggiunto il limite delle proprie forze. Le analisi mediche non rivelano alcun problema di salute, tuttavia questa persona ha perso la sua vitalità.

Una cosa che dovremmo aver chiara riguardo all’aiuto psicologico o la psicoterapia è che non viene richiesta solo per personalità instabili, profili con bisogni clinici concreti o pazienti che mancano di strategie adeguate per gestire emozioni e problemi.

A volte la psicoterapia serve anche alle persone consapevoli di aver superato il loro livello di stress. Ogni giorno mettono in atto meccanismi per affrontare la situazione, conoscono la mindfulness ed altre tecniche che hanno provato a mettere in pratica senza alcun beneficio. Il loro impegno e la capacità di prendersi cura di sé sono ormai talmente diluiti dalla stanchezza che queste persone non si riconoscono più davanti allo specchio. Ma ero una persona così forte! Cosa mi è successo?

Il loro cervello ha detto basta. Se approfondiamo un po’ le loro realtà personali, ci rendiamo conto che hanno un gran carico di responsabilità sulle spalle, sul cuore. In realtà, più che persone forti sono personalità abituate a praticare una resistenza estrema e poco sana, dove non esiste l’auto-protezione.

Sono donne e uomini abituati a mettere a tacere le loro necessità per mostrare forza ed essere, quindi, quella luce costante ed eterna per gli altri. Tuttavia, spesso in cambio non ricevono altro che amarezza, egoismo e solitudine.

Immaginiamo per un momento un tapis-roulant. La persona che ha bisogno di essere forte è abituata ad un ritmo di velocità e di esigenza molto elevato. Si sente orgogliosa di sé, il suo è un cuore forte, pensa che riuscirà a mantenere questo ritmo per tutta la vita.

Tuttavia, prima o poi, arrivano i crampi, il dolore e la stanchezza. Il tapis-roulant continua a muoversi con la stessa intensità, gli altri che sono attorno continuano imperturbabili con le loro richieste ed esigenze, senza accorgersi del malessere della persona, che sia un familiare, il partner, un amico, un collega. Il nostro protagonista, però, è arrivato al limite e non sa come fermare quel tapis-roulant, quella spirale distruttiva.

Cosa dovremmo fare in questo caso? Diminuire il ritmo, ridurre l’intensità? Assolutamente no. La cosa migliore da fare in una situazione del genere è fermarsi: il cuore ha bisogno di riprendersi.

Non avete bisogno di prendere fiato. Avete bisogno di essere forti per voi stessi, e non solo per gli altri, e dunque dovete realizzare dei cambiamenti, imboccare il cammino della svolta in maniera armoniosa, consapevole e sana.

Valutate per qualche minuto le seguenti proposte:

  • Rinunciate ai conflitti, ai problemi o alle situazioni che non hanno soluzione. Avete già sprecato molto tempo ed energie in cose o persone per cui ne valeva la pena.
  • Non aspettatevi che le persone agiscano come fareste voi. È motivo di grande ed insopportabile frustrazione.
  • Iniziate a prendere coscienza dei vostri bisogni, ascoltateli ogni giorno e date essi la priorità.

Ricordate soprattutto una cosa: non siete degli eroi. La vostra funzione non è quella di rendere possibile l’impossibile, non siete maghi né architetti di ponti dove non esistono fiumi. Non potete nemmeno salvare l’insalvabile né donare felicità a chi non vuole saperne di allegria, rispetto o reciprocità.


Dal Sito: aprilamente.info 

venerdì 21 febbraio 2020

Insicurezza


L’insicurezza è una condizione emotiva di cui tutte le persone normalmente fanno esperienza.

Si manifesta, prevalentemente, con una sensazione di smarrimento che fa dubitare di quello che si pensa e fa temere di prendere decisioni sbagliate.

Questa sensazione di insicurezza, spesso, è legata a circostanze temporanee e definite; cioè, si manifesta in concomitanza ad eventi importanti della vita (la perdita di una persona cara, il cambio di lavoro o di città, la fine di una relazione sentimentale, ecc.) che, più di altri, mettono la persona in discussione.

L’insicurezza, di per sé non è dannosa; anzi, in alcuni casi, può essere utile a farci compiere la scelta più giusta ed è, quindi, funzionale alla persona.

Tuttavia, l’insicurezza può diventare patologica quando, anziché essere legata ad una specifica situazione, diventa una sensazione che persiste nel tempo, che interessa più ambiti e che si fa sentire anche rispetto a banali decisioni quotidiane. Diventa un tratto di personalità che guida e condiziona quasi tutte le attività.

In questi casi, l’insicurezza porta con sé la mancanza di fiducia nelle proprie capacità, l’abbassamento dell’autostima, un forte senso di fallimento, il timore di non essere in grado di fare le cose nel modo migliore e, addirittura, il timore di non riuscire a farsi volere bene dalle altre persone. Tutto questo si esprime con diversi tipi di comportamento che, a seconda dei casi, possono essere più o meno patologici e che possono invalidare la vita di una persona.

Le persone con ansia sociale, per esempio, a causa dell’insicurezza e della bassa autostima si trattengono dal rivolgersi agli altri in modo sereno, spontaneo e accattivante. Nonostante, quindi, abbiano un forte desiderio di allacciare nuovi rapporti, si ritrovano ad avere pochissime relazioni sociali, cosa che aumenta il loro senso di insicurezza e di inferiorità e, che può dar vita a stati depressivi.

E’ sempre l’insicurezza che impedisce alla persona ansiosa di parlare in pubblico, di proporsi per un avanzamento di carriera, di proporsi ad un colloquio di lavoro, di presentarsi ad un esame o di fare il primo passo con una ragazza. L’insicurezza può, quindi, limitare e, a volte, impedire tutta una serie di comportamenti facendo sentire la persona frustrata e arrabbiata per non riuscire a perseguire i propri scopi. In altri casi, il dubbio di non riuscire a fare la cosa giusta e la sensazione di non sapersela cavare da soli spinge la persona a chiedere molti consigli agli altri.

Questo tipo di comportamento insicuro comporta il rischio di compiere scelte che non corrispondono esattamente ai desideri della persona e, nei casi più gravi, si arriva a situazioni in cui la persona non riesce a prendere nessun tipo di decisione, neanche organizzare le propria giornata, senza chiedere consigli e senza ricevere il sostegno e l’approvazione degli altri. In questi casi, ci troviamo di fronte a persone che, indipendentemente dall’età, sono totalmente dipendenti dagli altri, che perdono il proprio punto di vista e le proprie priorità (possibile disturbo dipendente di personalità).

Questi sono solo alcuni esempi di come l’insicurezza, in maniera più o meno grave, può limitare la vita di una persona. A volte, affrontare le situazioni che generano insicurezzacon l’aiuto di un professionista, può migliorare molto la qualità di vita e “sbloccare” le situazioni problematiche permettendo alla persona di provare più soddisfazione in quello che fa.

Il percorso terapeutico è ancora più importante, anche se più impegnativo, in quei casi in cui l’insicurezza diventa un tratto di personalità significativo (in particolare nei disturbi di personalità). Il professionista aiuterà la persona a ritrovare il proprio punto di vista, le insegnerà le abilità necessarie per gestirsi da sola e promuoverà la sua individualità e autonomia con l’obiettivo di farle riprendere in mano la propria vita e non dipendere più totalmente dagli altri.

Dal Sito: ipsico.it 

mercoledì 19 febbraio 2020

La scienza conferma : gli abbracci fanno bene alla salute!



L’abbraccio è una delle manifestazioni d’amore e di affetto più nobili che conosciamo. Abbracciarsi è un gesto tanto spontaneo quanto intimo. Quando abbracciamo qualcuno gli stiamo dicendo senza parlare che si può fidare di noi, che non lo giudichiamo. L’effetto di questo semplice gesto è potentissimo, così come confermano anche gli scienziati!  Ecco tutti i benefici degli abbracci secondo gli esperti!

Essere di buonumore è più semplice con un abbraccio!

Secondo gli scienziati della Boston University, Stati Uniti, dare e ricevere un abbraccio in una giornata storta migliora l’umore in modo automatico. Infatti attraverso l’abbraccio viene rilasciata nel nostro corpo la dopamina, una sostanza che favorisce la produzione di endorfine. Un meccanismo che permette di godere di un immediato effetto benefico e rilassante.

Un abbraccio al giorno per rinforzare il sistema immunitario!

Alcuni biologi dell’università della California hanno dimostrato grazie a studi scientifici che l’abbraccio è in grado di rinforzare le difese immunitarie. Durante un abbraccio infatti, è possibile “assorbire” il benessere della persona che ci sta abbracciando grazie all’azione dei cosiddetti neuroni a specchio.

L’abbraccio è un ansiolitico naturale!

Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Psychological Science ha confermato che ricevere abbracci mentre si è in preda ad una crisi di ansia o si è vittima di un attacco di panico funge da vero e proprio calmante naturale. Durante le manifestazioni di tipo ansioso infatti il battito cardiaco aumenta, ma l’abbraccio ha un effetto distensivo e rilassante capace di placare gli effetti negativi dell’ansia sull’organismo.

Aumentare l’autostima? E’ facile, basta un abbraccio!

Durante un abbraccio nel nostro corpo avviene la produzione di ossitocina e serotonina che contribuiscono a mantenere alto il nostro buonumore. L’ ossitocina ha un impatto positivo sull’autostima. Grazie all’abbraccio ci si sente più vicini all’altro, compresi ed accettati. Tutto ciò ha un effetto strabiliante per il nostro stato mentale.


Dal Sito: meteoweek.com

lunedì 17 febbraio 2020

Accettarsi: 7 consigli per vivere meglio senza piangersi addosso






Imparare ad accettarsi non è semplice. In questo articolo troverai una vera e propria guida con 7 consigli pratici per intraprendere un percorso di auto-consapevolezza verso l’accettazione di sé.

Piccoli o grandi dispiaceri quotidiani, l’insoddisfazione, il fallimento di qualche relazione personale o professionale e centinaia di altre sfide di tutti i giorni, possono mettere a durissima prova l’accettazione di se stessi.

Ad ogni modo, al bando ogni auto-commiserazione. Anche perché, in fondo, c’è almeno una buona notizia: essere in grado di accettarsi è qualcosa che puoi coltivare giorno dopo giorno, come un’abilità da costruire e rinforzare sul tuo carattere e sulla tua personalità.

Per incentivarti a compiere questa strada in modo più spedito e soddisfacente, di seguito ho riportato 7 suggerimenti da leggere con attenzione e applicare fin da oggi.

Sono certo che i risultati non tarderanno ad arrivare e con il passare dei giorni rafforzerai la tua sicurezza e aumenterai l’autostima!

1) Tormentarsi è inutile

Il punto di partenza più efficace è comprendere che è opportuno smetterla di odiarsi. Con questo non voglio dire che iniziando a ripetere a te stesso “sono il migliore!” lo diventerai, ma è bene capire che tormentarsi, essere perennemente insoddisfatti o intolleranti nei confronti del proprio modo d’essere, non ti porterà da nessuna parte.

Insomma, per iniziare il percorso che ti porterà a una piena auto-accettazione, è bene iniziare a demolire qualsiasi tentazione di disdegnarsi e disprezzarsi.

Già solo questo piccolo impegno ti consentirà di rompere alle origini quel circolo di pensieri, ben poco virtuoso, che sta compromettendo la possibilità di vivere un’esistenza più soddisfacente e a tuo agio con te stesso.

Eppure, molte persone esitano a mostrare un po’ di gentilezza nei propri confronti, perché la ritengono immeritata. Ricorda però che la chiave per accettarsi è capire che le debolezze e le fragilità fanno parte dell’esperienza di tutti e accettare chi sei comporta amare te stesso anche per i tuoi difetti, e non “nonostante loro”.

Se vuoi intraprendere un vero e proprio percorso per riacquistare la fiducia in te stesso, ti consiglio di dare un’occhiata ad Autostima Passo Passo, la guida con cui Andrea ti accompagna gradualmente verso la riscoperta del super eroe che c’è in te.

2) Soffermati sui tuoi punti di forza

Una volta che hai capito che odiare te stesso non porta da nessuna parte, devi compiere un altro sforzo che però – ti garantisco – porterà grandi risultati fin da subito: focalizzati sui tuoi punti di forza, mettendo in secondo piano quelli di debolezza.

La tendenza di ogni essere umano è quella di guardare con maggiore severità i propri difetti piuttosto che i punti di forza. Insomma, molte persone – e forse tu sei tra queste – non riescono a vedere i loro punti di forza non perché non ne abbiano, ma perché sono posti in secondo piano rispetto ai punti “negativi”.

Il mio suggerimento è quello di cambiare l’ordine: prova a mettere in primo piano le tue qualità e vedrai che, dinanzi a queste, anche i difetti che oggi sembrano più gravosi, diventeranno più piccoli.

Un piccolo esercizio potrebbe esserti d’aiuto. Se stai vivendo un momento in cui ritieni sia molto difficile accettarsi, prova a prendere un foglio di carta e, ogni mattina, scrivi un tuo punto di forza.

Non è necessario indicare capacità “straordinarie”. Prova ad annotare quelle attitudini che ritieni possano costituire delle qualità positive per te e per gli altri.

Per esempio, puoi iniziare scrivendo che sei una persona gentile (se lo sei!) o particolarmente brava in qualche ambito del tuo lavoro, e così via. Scoprirai che, man mano che evidenzierai le tue qualità, i punti di forza diventeranno sempre più numerosi, vari e inaspettati.

Un altro pratico esercizio che potrebbe esserti utile è realizzare una lista simile, ma sostituendo i punti di forza con le difficoltà che hai superato nel corso della tua vita o con gli obiettivi che hai raggiunto. Così facendo sposterai il focus dalle qualità ai risultati, rinvigorendo la tua autostima.

3) Prendi le distanze dai detrattori

Dai uno sguardo alle persone che ti stanno intorno. Chi parla male di te? E perché permetti a queste persone di ferirti?

Prendi le distanze dalle persone “detrattrici”, che finiranno con il “contagiarti” con la loro negatività.  Di contro, circondati di persone che ti accettano per quello che sei e credono in te. In questo modo creerai il giusto ambiente per accrescere la tua autostima e accettarti con più entusiasmo e maggiore facilità.

4) Sii indulgente con te stesso

È una trappola nella quale caschiamo tutti, prima o poi: i rimpianti che ci legano al passato possono impedirci di accettarci nel presente.

Ebbene, esiste una via di fuga: sii indulgente con te stesso, perdonati e vai avanti!

Che si tratti di qualcosa che hai fatto e non avresti dovuto fare, o di un lato del tuo carattere che ti ha condotto a rompere una relazione, è importante fare tesoro dagli errori, compiere ogni sforzo per migliorarsi, evitare di replicare tali sbagli in futuro e, soprattutto, accettare di non poter cambiare il passato.

Vuoi un esempio? Uno dei maggiori problemi dell’accettarsi deriva dalla nostra incapacità di riconciliare chi siamo rispetto ai sogni che avevamo in gioventù. Magari da bambino pensavi che saresti diventato un calciatore famoso, e invece l’unico calcio che sai dare è quello del giovedì sera, al campo di calcetto. O magari che saresti diventato milionario, e invece fai fatica ad arrivare a fine mese. Oppure che avresti avuto moglie e figli, e invece non hai mai stretto una relazione seria.

Quali che siano i tuoi sogni o i tuoi obiettivi, piangere sul fatto che non sono stati realizzati è del tutto inutile! Piuttosto, capta questi rimorsi e trasformali in energia per fare meglio, oggi!

Ma che fare quando il rimorso affiora dalle nubi del passato, per monopolizzare la tua mente con i suoi rimproveri?

Il metodo che ti consiglio di seguire è semplice, ma efficace. Quando cadi vittima del rimorso, non sfuggirgli, ma affrontalo con decisione. Rifletti sul fatto che all’epoca avevi comunque preso la migliore decisione con le informazioni che avevi a disposizione quindi, la decisione presa, anche se non corretta, in quel momento sembrava essere la scelta più opportuna.

Così facendo, lasciando andare il passato e le cose che non puoi controllare, potrai finalmente liberare dell’energia positiva su ciò puoi governare. Non a caso accettare di avere un problema è il primo passo per apportare cambiamenti positivi verso la sua risoluzione.

5) Zittisci il tuo spirito critico

Il tuo spirito critico è una costante e fastidiosa presenza che rimprovera e disapprova quel che fai e quel che sei. Molte persone fanno l’errore di identificare questo lato del loro animo con la “ragione”, o con quella voce della coscienza che sta dicendo la verità. Errato!

Anche se un po’ di sana critica può essere costruttiva, perché ti induce a migliorare e a riflettere su alcuni aspetti dell’ambiente che ti circonda, ricorda che se lasci troppo spazio allo spirito critico finirai con l’essere schiacciato.

Cerca invece di rispondere a questa presenza con un atteggiamento più costruttivo. Ricorda a te stesso che, come tutte le persone, non sei immune a errori e imperfezioni, e questi non sono necessariamente “cattivi” o “fallimentari”. Si tratta invece di eventi che ti danno l’opportunità di apprendere, riparare e crescere.

6) Aiuta gli altri

Fare beneficenza è una pratica molto salutare… per te, e per le persone che ricevono il frutto dei tuoi sforzi. Ma per quale motivo fare beneficenza può accrescere la possibilità di accettarsi per quel che si è?

Il meccanismo psicologico che si innesca dinanzi al “sacrificio” di rinunciare a qualcosa di proprio per darlo agli altri, fa sì che si possa concretamente vedere come le proprie azioni possano esercitare un’influenza positiva sulle altre vite. Finirai con il sentirti più “buono” e diffonderai questa bontà agli altri, in maniera contagiosa.

Se non puoi fare beneficenza in denaro, puoi comunque aiutare gli altri con un po’ di volontariato. Dopo poco tempo ti renderai conto che ciò che darai è sicuramente molto meno di ciò che riceverai in cambio.

7) Parla con la tua versione migliore

Alcuni psicologi sostengono che un metodo utile per accettarsi è quello di usare l’immaginazione per interagire con una versione migliore di se stessi. Ma come?

Prova a visualizzare nella tua mente un “io” che è migliore, più gentile, più onesto, più empatico e più disponibile. E che può consigliarti su cosa fare e cosa non fare.

Visualizzare una sorta di “separazione” dell’io sofferente attuale dall’io migliore futuro, può aiutarti a sfruttare una saggezza che già si trova dentro di te. Un esercizio semplice, che ti permetterà di comprendere come dimostrare empatia, compassione e amore verso te stesso in modo più immediato!

Naturalmente sono consapevole che questo esercizio potrebbe non essere facile da applicare, soprattutto nelle prime occasioni. Per questo motivo ti suggerisco di ritagliarti uno spazio sufficientemente silenzioso e isolato, prenderti qualche minuto per meditare e praticare questa visualizzazione ogni volta che sei in difficoltà o hai bisogno di un “sostegno” per prendere decisioniimportanti.

Conclusioni

Abbiamo visto alcuni suggerimenti per migliorare il tuo livello di accettazione.

Ma se non riuscissi ad applicarli con successo?

In questo caso la soluzione migliore è anche la più semplice. Se non ti “piaci”, non demordere e continua ad applicare questi consigli con la giusta costanza. La strada verso una piena accettazione di se stessi potrebbe non essere breve, ma se non inizi subito… non arriverai mai!

venerdì 31 gennaio 2020

L'autostima ha bisogno di un po' di egoismo



Senza egoismo niente autostima

Sia in tenera età che da vecchi siamo più egoisti che mai: si tratta di momenti della vita in cui l'educazione e l'autocontrollo non sono ancora ben strutturati oppure tendono a tramontare, lasciando spazio a un modo di essere spontaneo e istintivo. La morale comune e i pregiudizi consueti direbbero che stiamo parlando di un difetto da correggere; al contrario, prendersi cura di sé, ascoltare in primo luogo le indicazioni che sgorgano dal proprio animo, allontanarsi dal modo comune di pensare è l'unica via per diventare consapevoli e accrescere l'autostima.

Non nascondiamo l'egoismo sotto una maschera

Troppe volte però il timore di essere tacciati di egoismo ci impedisce di manifestare la nostra autenticità, in troppe occasioni indossiamo la maschera dell'altruismo, mostrandoci bravi, buoni, per nascondere ciò che siamo. Ciò condiziona il processo evolutivo della nostra personalità, impedisce di trovare il nostro percorso, e alla lunga mina proprio la nostra autostima. Scriveva Carl Gustav Jung che «ogni vita non vissuta rappresenta un potere distruttore e irreversibile, che opera in modo silenzioso ma spietato».

Senza egoismo più ipocrisia e meno autostima

Anche Friederich Nietzsche la pensava così: il grande filosofo tedesco elevava un inno all'egoismo sostenendo che questo moto dell'animo è una vera e propria sorgente di creatività, allegria e sensibilità. Egli metteva in evidenza come sia difficile esprimere la propria natura in un mondo che per secoli l'ha condannata e repressa: «Per millenni l'egoismo è stato considerato il vero male della vita e ciò instupidì, imbruttì e avvelenò l'egoismo e gli sottrasse molto spirito, sensibilità, inventiva e bellezza». Certo, è giusto distinguere l'egoismo sano dal narcisismo, che ne è l'estremizzazione gretta: ma resta forte l'impressione che per conquistare l'autostima vada ammainata la bandiera di un'altruismo insincero che troppo spesso dà vita a comportamenti venati d'ipocrisia.

Come un po' di  sano egoismo fa bene all'autostima

Fa maturare il cervello
Autonomia, spirito critico, libertà intellettuale, contatto con se stessi, sono nutrimento vitale del cervello. Gli consentono di espandersi e sviluppare le sue potenzialità. Ecco perchè un egoismo sano fa acquisire autostima
 

È una spinta naturale
È tipico dei bambini e degli animali; come tutte le spinte istintive e biologiche ci porta all'autoaffermazione (e quindi all'autostima). È sbagliato considerarlo come un difetto; riflettiamo piuttosto su quanto possa essere dannoso e innaturale reprimerlo
 

Crea relazioni più sincere 
La relazione adulta più matura è quella che si crea tra persone che sanno prendersi cura di se stesse e hanno chiare le proprie esigenze e i propri desideri. Un sano egoismo in realtà getta le basi per una relazione sana fondata su uno scambio chiaro e sincero
 

Rende unici e creativi
Porre se stessi al centro della propria vita garantisce un maggior contatto con la propria natura, un senso più forte di identità e uno  stile di vita  creativo. Contrasta la spinta a imitare i modelli  convenzionali, aiuta a non cedere alle aspettative altrui
 

Stimola l'autonomia
L'egoismo "buono" stimola ad assumersi la responsabilità della propria vita, e a non dipendere dagli altri. Nella sua essenza altro non è che la capacità di prendersi cura di sé, senza delegare ad altri scelte e soddisfazioni dei propri bisogni.

Dal Sito: riza.it 

domenica 26 gennaio 2020

Per scoprire il tuo vero potere devi amare te stesso...



Una relazione non è mai la risposta alla tua solitudine. I sentimenti di vuoto, l’infelicità e la depressione sono già dentro di te. La maggior parte delle persone tende a creare nuove relazioni basate non su quello che vuole, ma in risposta a quello che percepisce come mancanza. Guardano al di fuori di loro stessi, dicendo: “Quando trovo qualcuno, sarò felice e soddisfatto”.

Quando si trova qualcuno con cui avere una relazione è emozionante ed appagante per un paio di mesi, o forse qualche anno. Quando le sensazioni originali iniziano a venire fuori nuovamente, si inizia ad incolpare l’altra persona per la nostra solitudine per la depressione, il disprezzo verso noi stessi e la nostra vita infelicità, per questo motivo possiamo anche incominciare ad odiare l’altra persona. L’altra persona, a sua volta, può oscurare la sua luce per noi, chiedendo in cambio energia, tempo, e la nostra personalità. La loro paura, il loro dolore e la loro depressione succhiano l’energia imprigionando la nostra anima. Questo può succedere da entrambi le parti.

Era questo quello che stavi cercando? Una relazione con un’altra persona, non potrà mai portare la vera felicità, la realizzazione o la pace del cuore. Tu sei il tuo eroe, il tuo amante, la tua risposta a tutte le tue preghiere e il tuo vero amore. Inizia ad amare ogni aspetto di te, tutta la tua luce e tutta la tua oscurità. Inizia ad apprezzare e amare la tua personalità; diventerai il tuo migliore amico. Scopri cosa nutre l’anima, e trova la sacralità in ogni momento: Fai una passeggiata in un bosco, immerso nella natura. Parla con gli spiriti. Guarda un film divertente nel tuo letto. Crea o scrivi dal profondo della tua anima. Inizia ad abbracciare tutto ciò che sei nella tua divinità. Smetti di aspettare qualcosa o qualcuno al di fuori di te. Tu sei quello che stavi cercando e che ti ha aspettato per tutto questo tempo. Interrompi la ricerca. Ognuno di noi è uno spirito libero che ha il solo scopo di condividere e celebrare le nostre vere essenze, insieme. Nutri te stesso e ascolta la tua voce interiore. Impara a conoscerti. Datti tutto quello di cui hai bisogno e inizia a prendere coscienza di te stesso.

Non puoi mai essere solo quando impari ad ascoltarti, a respirare, a parlare e a sentire il tuo spirito. Devi essere disposto a fare una profonda ricerca d’anima. Questo significa anche sentire le emozioni che sono bloccate nel tuo campo energetico, riconoscendole, rilasciandole piangendo, respirando, muovendo il corpo, o in qualsiasi altro modo ti senti di fare. Ascolta la tua parte più profonda. Apporta delle modifiche nella tua vita per iniziare a vivere davvero ed a intraprendere la tua vera strada. Smetti di incolpare il passato, e vivi nel presente. Trova la tua passione, il tuo scopo, e inizia a godere di ogni momento che stai creando. Trova la strada di casa.

Un rapporto esterno sarà soddisfacente solo quando due persone avranno trovato se stesse e se le due persone sono disposte a vedere che sono anime individuali che sono venute sulla terra per il loro viaggio, per le loro intuizioni e per le loro lezioni da imparare. Non aver paura se l’altra persona andrà via e ti lascerà. Un’altra persona può rimanere solo per il suo libero arbitrio. Se non ti ami, non potrai mai avere una relazione duratura con una persona libera. Delle persone libere in una relazione d’amore, possono donarsi le ali per volare.

Se ami una persona, e non puoi essere libero a causa delle tue paure di perderla, ferma la tua paura ora. Ferma i tuoi pensieri. Smetti di proiettare le tue paure, i dolori del passato. Non dargli più energia. Mostra l’altra persona che è in te, quella che si ama, trasforma il dolore e la sofferenza in beatitudine e amore. Trova la tua strada.  Diventa l’essere magnifico che sei.

Non avere mai paura della solitudine quando vivi una relazione. Siete entrambi la trasformazione che il mondo ha bisogno di vedere. Siete entrambi “uno” che può cambiare il mondo seguendo il proprio cammino terreno. Si può amare un’altra persona solo dandogli la libertà dell’anima e bloccando tutti i comportamenti di possesso e paura. Essi possono essere degli angeli sul tuo percorso che ti hanno portato consapevolezza in modo che ora sia possibile trovare la tua strada. Allo stesso modo quell’angelo potresti essere anche tu arrivato nella loro vita per aiutarli a raggiungere la consapevolezza e la pace giorno dopo giorno. La maggior parte delle persone erano riunite per una ragione in questa vita, anche se molte di loro non ne hanno la consapevolezza. L’essere divino che è in te ti ha portato a scoprire la luce e l’amore che sei attraverso queste connessioni interrotte, e tutta la consapevolezza che ne deriva.

Inizia ad amarti, ad ascoltarti. Sii collegato sempre con te stesso. Prega, medita, piangi. Chiedi scusa a te stesso per non esserti amato. Nessuno può alleviare la solitudine profonda. Sei semplicemente nostalgico per te. Inizia ad amare te stesso in questo momento.

Stai vicino alle persone che vibrano alla tua stessa frequenza.

Circondati di persone consapevoli che ascoltano e onorano le loro anime e la loro conoscenza interiore. Circondati di persone che hanno un vibrazione che risuona con il tuo cuore, che non ti rubano l’energia, che ti permettono di volare! Queste persone emanano luce e amore grazie al loro entusiasmo per il proprio cammino e alla loro passione per se stesse. Queste sono le relazioni che ti rafforzeranno. Queste sono le connessioni che hai sempre sognato di avere con gli altri esseri umani, tutto è possibile ora che hai trovato te stesso.

mercoledì 22 gennaio 2020

Ora ti insegno il difficile mestiere di volerti bene




Ti svegli la mattina e già ti senti una povera vittima della tua vita. Poi, ci sono quelle giornate in cui non fai altro che puntare il dito verso qualcuno, qualcuna o qualcosa che pensi ti offenda, ti screditi. Ma il tuo peggior nemico sei te stessa! Prova ad osservarti con obiettività: in che modo ti rivolgi a te stessa?

Ecco, ti accorgerai che hai a che fare con interlocutori interni, inconsci, di cui magari non ti accorgi ma che non sempre sono gentili e affettuosi anzi direi sgarbati e severi: eredità del passato, teatri mentali che ti rendono una persona insicura, svalutata e ipercritica.

Voci che ti parlano da dentro e che dicono sempre le stesse cose, noiose e pesanti; in molti casi prendono il sopravvento, acquistando sempre più potere. Attingono da esperienze lontane, da atteggiamenti svalutanti che sono stati assorbiti, integrati nei tuoi modelli di pensiero, interiorizzati come punto di vista per interpretare te stessa.

Allontana la negatività

A volte queste voci sono forti e chiare, altre sussurrano e quasi non te ne accorgi. E intanto prendi decisioni sbagliate, permetti a qualcuno di sminuirti o abusare di te, oppure ti concentri sui bisogni e desideri degli altri ignorando i tuoi.

E’ la legge della negatività; quando ci si trascura, ci si sente depressi, schiacciati dalla rabbia, non riusciamo a prendere tempo per qualcosa di bello, ci sentiamo persone indegne, prive di valore, di fascino, non permettiamo a nessuno di conoscerci.

Incontrerai sempre persone che cercheranno di sminuire i tuoi successi. Cerca di non essere tu il primo a farlo. (Michael Crichton)

La voce interiore ipercritica spadroneggia nel momento in cui credi di essere senza speranza, impotente, costretta o colpevole. E gliela dai vinta ogni qualvolta ti dedichi a qualcuno pur non volendo, quando permetti a qualcuno che abusi di te. Quando ti precludi la vita che vuoi vivere.

Questo dialogo interno distruttivo diventa tossico nelle relazioni più strette!

Perché indipendentemente dalle circostanze, ti fa sentire insicura, dubbiosa, finendo per assumere un comportamento tale da allontanare l’altro, in una sorta di profezia che si auto avvera.

Ecco come ti vedi

“Sbaglio sempre”. “Non ce la faccio”. “Sono troppo stupida per riuscire”. “Non sono abbastanza interessante”. “È tutta colpa mia”. “Non mi ama come prima”. Sono solo alcuni dei pensieri che formuli attingendo dal tuo “critico” interno che ti giudica, emette sentenze, commenta, rimprovera, valuta.

E non perde occasione per farti notare quanto sei inadatta, ridicola, inappropriata. Non sei abbastanza, Non vai bene, questo ti dice realmente. Un personal coach che non motiva ma schiaccia. Un “genitore” ipercritico piazzato dentro di te, che torna sempre sugli stessi argomenti rendendoti instabile, scoraggiata e debole.

Ecco come ti appare il mondo

Non hai scampo. Ti vedi brutta dentro…e anche il mondo lo vedi brutto! A volte, infatti,  la tua voce interiore ama lamentarsi, piagnucolare e brontolare. Ti ripete che tutto intorno è scadente, terribile, assurdo, dice che sei la povera vittima di un mondo crudele ed egoista, impantanata in realtà avverse, accanto alle persone sbagliate.

Ti mette alla prova e ti surclassa con i suoi giudizi drastici ed esasperati: nessuno è in grado di capire, di fare bene, sono tutti pazzi, corrotti, stupidi, maleducati. Si sfoga e tenta di suggestionarti con immagini forti e alla fine ci riesce, sembra tutto vero: il problema sta sempre nell’altro, comunque fuori da te.

E così ti tiene nello stesso posto a fare le stesse cose senza cambiare niente, stressandoti e rendendoti instabile. La voce lagnosa non è ribelle, né rivoluzionaria, alla fine sa solo dire ‘Non posso farci niente’.

Vuoi uscirne? Ecco come rimodellare il tuo pensiero

Ecco. È il momento di stoppare questi chiacchiericci inutili e noiosi. Di imparare a ignorarli. Di non dare loro più credito, ascolto, spazio, potere. Annullando la loro licenza di giudicare o lamentarsi. Critica e lagnosa, la tua voce interiore punta ad impaurirti, renderti vulnerabile e inerme.

Cosa fare? Non devi fare altro che allontanare questa tua parte giudicante o lamentosa. Prendi consapevolezza che dentro te c’è una parte giudicante che cerca di sabotare la tua vita. Se vuoi cambiare il tuo sguardo sul mondo, hai bisogno di disintossicarti di vecchi condizionamenti. Modifica il linguaggio mentale, usa parole nuove. Cambia il tuo atteggiamento, identificati in un pensiero positivo: ce la posso fare, riuscirò….

Rinnova la tua disposizione mentale!

Come tutti gli atteggiamenti, anche l’approccio positivo alla vita può essere appreso. Cambiare atteggiamento mentale verso se stessi e la vita e quindi imparare a diventare più positivi, implica un allenamento quotidiano e costante che consiste nell’acquisizione di piccoli “esercizi cognitivi” che inizialmente richiedono uno sforzo razionale e consapevole per poi gradualmente essere interiorizzati. A tal proposito ti darò qualche suggerimento per allenarti mentalmente

1) Concentrati sulle cose positive, setaccia le esperienze, valorizza quelle che ti fanno bene, disperdi quelle negative. Di sicuro hai da raccontare a te stessa cose di cui ne vai orgogliosa.

2) Punta l’attenzione su ciò che è più utile e positivo, evita di pensare continuamente a ciò che disturba. Impara a lasciare andare. Devi fare in modo che le ferite del passato non siano motivo di negazione del presente. Qualsiasi sia la causa legata al tuo dolore, adesso sei qui, in questo mondo. Puoi apprezzare tutte le meraviglie della vita.

3) Rallenta per assaporare ciò che c’è di buono, goditi le cose. Trova momenti per distaccarti e allontanarti da quelli che assillano. Vai matta per le coccole del tuo cane? Hai piacere a chiacchierare con una tua amica? Anche le cose semplici possono riempirti il cuore.

4) Sii indulgente con te stessa. Smorza il critico interiore. Hai fatto un errore? Pensi di aver fatto una brutta figura? Che te ne importa, la vita va avanti! Se hai fatto un errore, pensa a cosa hai imparato facendolo, cosa avresti fatto in maniera diversa, e come puoi usare questa conoscenza in futuro. Le persone che non riescono a rilassarsi sono così incastrate nel tentativo di essere perfette che si sentono come dei grandi perdenti, se fanno un qualche passo falso nel percorso.

5) Concentrati sul presente, su quello che puoi fare da ora in poi. L’autocritica non serve, concentrati sulle forze costruttive. Il passato è sepolto, tocca ora a te rinascere, rialzarti più forte di prima!

5) Blocca il flusso dei pensieri negativi, non farli circolare liberamente. Concedi alle preoccupazioni del tempo limitato, imparando ad averne il controllo senza farti travolgere. Ogni problema ha sempre una soluzione. In ogni circostanza c’è sempre qualcosa di buono da cui ripartire. Ogni esperienza, per quanto dura, offre sempre un insegnamento che ci aiuterà a migliorare nella vita. Non c’è nessun problema tanto grande da non poter essere affrontato, anche se si deve convivere con difficoltà e disagi.

6) Connettiti agli altri,  apriti a nuove esperienze…..ricorda che si vive una volta sola!

PER CONCLUDERE…

Cerca di impegnarti per migliorare la tua autostima e fallo per te stessa. Se dovessi avere la sensazione di non fare la vita che invece desideri, fai di tutto per cambiarla, ma fallo in modo tale da vivere a pieno ogni giorno. Prenditi tutto il tempo che ti occorre per rispondere onestamente a questa domanda: quali sono delle ottime ragioni per cui ogni giorno scelgo di volermi bene?

Dal sito: psicoadvisor.com

mercoledì 22 maggio 2019

Paura di essere se stessi: come affrontarla e superarla

Una delle paure più frequenti, anche se non sempre riconosciuta, è quella di essere se stessi.
Si tratta di una sorta di circolo vizioso per il quale l’individuo si spacca in due, dividendosi tra ciò che è e ciò che decide di essere. Un conflitto costante che porta a reprimere e a nascondere la vera natura in nome di qualcosa che si pensa possa essere accettata con più facilità dal mondo esterno.
Di questi tempi sono sempre di più le persone che fingono di essere ciò che non sono e che seppur frustrate cercano di seppellire la propria identità, nascondendola persino a se stessi. Ciò spinge verso uno stato di confusione unico che può portare a non sapere più cosa si desidera. Un processo che coinvolge le emozioni umane, generando frustrazioni, ansie, depressioni e persino delle fobie.
Perché quando si nasconde qualcosa di se, la si nasconde nel profondo ma non la si fa mai sparire davvero. E dal profondo, quella parte cercherà sempre di uscire, urlando a gran voce e mostrandosi attraverso ansie, attacchi di panico, costante nervosismo e persino apatia.
Ne consegue, quindi, che l’unico modo per essere felici è quello di accettare l’idea di essere se stessi, far pace con le caratteristiche di se che non si amano e con il fatto che si potrà non piacere a tutti e andare incontro ad una sensazione di libertà che se all’inizio potrà persino spaventare, una volta sperimentata sarà così piacevole da non voler più tornare indietro.

La paura di essere se stessi nasce piuttosto presto e molte volte dipende dalle persone che ci circondano. Quando si nasce si è liberi, desiderosi di esprimere le proprie emozioni e incapaci di prevedere le reazioni che gli altri avranno per ogni azione. Questo modo di essere spinge a volte a sbagliare, altre a sentirsi felici e molte altre a subire i rimproveri di genitori, insegnanti o altre figure di rilievo. Con il tempo si apprende quindi che ad ogni azione corrisponde una reazione e che per la società ce ne sono alcune che vanno bene ed altre che invece possono non essere piacevoli.
E se questa consapevolezza può spingere alcuni ad agire in modo “costruito” quando sono in determinati contesti, in altre persone magari più sensibili o con un vissuto fatto di rimproveri, può creare una sorta di limite nel quale cercheranno di diventare ciò che gli altri si aspettano da loro e tutto con la conseguenza di perdere di vista la propria identità o di smettere di accettarla pur avendola sotto gli occhi.
La verità è che se non si fa male a nessuno, essere se stessi è una forma di libertà che dovrebbe essere vissuta come un diritto e un dovere verso se stessi.
Certo, se si ama girare nudi non lo si potrà fare in giro ma questo non vuol dire che a casa si debba necessariamente evitare solo perché socialmente non è una scelta condivisibile.
Lo stesso vale per le ideologie, per le scelte musicali e per il modo di sentire e vivere le emozioni.
Chi ha paura di essere se stesso, infatti, il più delle volte finisce con l’isolarsi, privarsi di tanti piaceri e finire con il chiudersi in un guscio che può portare ad apatia e depressione o, al contrario, a frustrazione perenne e rabbia verso gli altri.

Come fare, quindi, ad uscire da questa prigionia? La soluzione è semplice e risiede nell’accettare se stessi. Per farlo, però, occorrono alcuni step indispensabili:

Riscoprire se stessi. Spesso il vero problema nell’essere se stessi è che a forza di fingere si arriva a non sapere più ciò che si è o si desidera. Certo, lo si sa in modo generale ma se ci si trova a poterlo mettere in mostra, il rischio è quello di un blocco o di un attacco di panico. Per prima cosa è quindi importante imparare nuovamente a conoscersi, iniziando dalle domande più stupide che possono andare dal colore preferito al cibo che piace di più. Molti scopriranno di avere confusione anche in merito e sarà solo iniziando ad accettare risposte che non si pensavano possibili o che, più semplicemente, non piacciono, che le cose potranno iniziare davvero a cambiare.

Iniziare ad agire. Per quanto difficile, essere se stessi significa agire in modo diverso da come si è fatto prima. Questo vuol dire notare sorpresa negli altri e ricevere addirittura domande riguardo a come ci si sta comportando. La verità è che non ci si dovrebbe preoccupare troppo di cosa pensano gli altri e che l’unico modo per essere se stessi è iniziare a farlo senza troppi ma o se. Per farlo si può partire da piccoli passi come scegliere il cibo che piace di più anche se tutti gli altri mostrano una preferenza diversa. Dire ciò che si pensa. Ascoltare anche in pubblico la musica che si ama, etc…

Ricordare che non si avrà mai il 100% dei consensi. Spesso a far paura è il pensiero di non essere amati se ci si mostra diversi. La verità è a prescindere da cosa si sceglie di mostrare, il mondo è troppo grande per far si che una scelta sia approvata da tutti. Che sia positiva o negativa avrà all’incirca il 50% dei consensi. Quindi, perché non avere quelli verso ciò che si è piuttosto quelli verso ciò che si vorrebbe essere o che si finge di essere?
Ok, forse inizialmente alcune persone finiranno con l’allontanarsi ma per quante andranno via tante altre ne arriveranno e saranno quelle con cui si riuscirà ad essere davvero in sintonia.

Allenarsi. All’inizio essere se stessi può risultare difficile. È bene quindi provare ad allenarsi. Se si va in terapia per questo motivo (scelta che può avere ben più di un beneficio) si potrà eseguire qualche esercizio consigliato dal terapeuta, altrimenti l’unica alternativa è mettersi in gioco, provando inizialmente con persone che non si conoscono bene e che quindi non possono restare sorprese, e proseguire mostrando ogni volta una parte più grande di se.

Trovare un equilibrio. Uno degli aspetti più difficili per chi decide di tornare ad essere se stesso è quello dell’equilibrio. Si passa dal piegarsi ai desideri degli altri al voler far sapere a tutti cosa si pensa ed il senso di libertà è tale da non aver più voglia di smettere. Questo, però, non deve portare all’isolamento perché vivendo in una società fatta di individui è giusto che anche gli altri possano esprimersi e se ci si trova in gruppo, la scelta giusta è quella di piegarsi una volta per uno. Ciò che va acquisito è che accontentare qualcuno non vuol dire privarsi della propria libertà. Se si esce in gruppo e tutti hanno voglia di pizza mentre si ha voglia di sushi, può essere carino accontentare la maggioranza. Ciò che va evitato è dire di amare la pizza se si aveva voglia di altro. Esprimersi con un sorriso, darà modo di essere se stessi, apprezzare comunque la pizza ed avere la gratitudine di chi sa della rinuncia che si è fatta. Gratitudine che la prossima volta potrà trasformarsi in un favore analogo.

In questo modo, superare la paura sarà indubbiamente più semplice e porterà a sentirsi sempre più vivi e artefici della propria vita. Ansie e fobie passeranno e lasceranno il posto ad un senso di pace e di libertà altrimenti difficile da sperimentare.
Inutile dire che se i passi sopra descritti risultano difficili da compiere, il consiglio è quello di rivolgersi ad un terapeuta in grado di dare le giuste dritte per scoprire se stessi ed imparare ad esprimere le proprie emozioni senza paura.

Dal sito: chedonna.it 

mercoledì 6 marzo 2019

L'autostima è molto più importante di quanto pensi e questi sono i motivi

Spesso gli eventi della vita mettono a dura prova, per non dire a rischio, l’autostima.


Quella componente che ci consente proprio di non arrenderci, subire gli eventi, dandoci la capacità di affrontare gli ostacoli che quotidianamente si presentano sul cammino.

Comprenderne l’importanza, e lavorare con la propria volontà e il proprio carattere, aiuta a mantenere salda la fiducia in se stessi e, di conseguenza, a ridurre gli effetti delle sfide che dobbiamo oltrepassare.

Vediamo i principali benefici di una sana autostima:

Meno paura e ansia

Più ci sentiremo sicuri, più saremo in grado di calmare la voce dentro di noi che dice “Non posso farlo”, ” non sono in grado”.

Quel mix psicologico che paralizza facendo intravedere pericoli e paure spesso ingigantite, per non dire immaginarie.

Chi ha sofferto, o soffre, di bassa auto-stima sicuramente avrà incontrato quel sintomo definito ” ruminazione”, cioè la tendenza a pensare sempre ad una stessa cosa e ripetendosi che non è possibile affrontarla, superarla, ecc.

Questo fenomeno è espressione di ansia e di paura, ma con piccoli passi nella direzione di una maggiore convinzione, e di una maggiore sicurezza in se stessi, è possibile superarla.

Maggiore motivazione

Costruire la fiducia significa fare piccoli passi, come abbiamo visto. E, in questo modo, si rimettono in fila i mattoncini necessari a fornire sempre più sicurezza e autostima.

Accrescendo, cammin facendo, la motivazione, cioè la constatazione che è possibile affrontare le sfide e superarle. Una progressione di fiducia che si auto-alimenta.

Ricordarsi, nei momenti di stanchezza o quando tutto sembra volgere al negativo, come si sono raggiunti importanti traguardi nella propria vita, è fondamentale per riacquistare forza, determinazione, fiducia.

Molto spesso ci si accorge, pensando al passato, che non erano troppo alti i gradini da superare, quanto era poco forte la motivazione per affrontarli.

Questo stato psicologico, specie a seguito di un ko o di un voto meno brillante di quanto sperato, ritorna. Poter guardare la propria personale bacheca ci consente di riacquistare slancio ed entusiasmo.

Più resilienza

Mano a mano che si ritrova autostima, determinazione, fiducia, si progredisce anche in quella capacità di analisi e percezione di se stessi e del mondo circostante.

Non essendo più spaventati o atterriti dall’idea dell’insuccesso e del giudizio altrui, si affina quella pazienza e quella calma necessarie a poter stare sul ponte di comando anche quando il mare è in burrasca.

Relazioni migliori

Una maggiore autostima consente di avere relazioni più aperte, durature e soddisfacenti.

Quando si sta chiusi nella paure, nell’ansia del giudizio non si riuscirà mai a relazionarsi con gli altri in maniera spontanea, proprio perchè bloccati dalle proprie nevrosi.

Ecco perchè ritrovare auto-stima significa anche godere del valore positivo delle amicizie e dei rapporti personali.

La fiducia in se stessi può anche generare un’empatia più profonda. Una persona forte riesce a cogliere la difficoltà del prossimo e porgergli una mano, non si ritrae di fronte all’ostacolo bensì accompagna verso il superamento.

La fiducia aumenta quindi la consapevolezza, ed anche la capacità di accettare con serenità i propri lati deboli e le normali incertezze che si possono sentire durante la vita.

Dal Sito: giornodopogiorno.org