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sabato 21 dicembre 2019

Il Vero Regalo di Natale


Ricordo ancora che, quando ero piccolo, il Natale era per me un evento sensazionale. Ma non dipendeva solo dal fatto che era l’occasione per avere il regalo più bello dell’anno. Quello che più mi piaceva era l’atmosfera che si respirava dall’inizio di dicembre. I negozi di tutta la città cominciavano a vestirsi a festa, agghindandosi di luci e drappi rossi, con piccoli abeti sintetici adagiati in un angolo, su una distesa di batuffoli di cotone idrofilo. E le strade, che te le godevi dal tardo pomeriggio quando faceva buio, da parte a parte tempestate di tanti puntini gialli luminosi, come se il cielo per l’occasione fosse sceso per donarci un abbraccio. Si respirava un’aria di festa.

Era questo che mi piaceva. Tutto attorno a me pulsava al ritmo dell’aspettativa e io mi sentivo parte armonica di tutto il resto. Tutto si preparava al Natale.

Adesso, che di anni in più ne ho in abbondanza, non nascondo che il Natale ha per me ancora un gran fascino. Ma mentre i miei figli stanno forse vivendo ciò che vivevo io, nella trepidante attesa di Babbo Natale, io mi sento in attesa di altro, con la consapevolezza che, a prepararsi al Natale, non sono solo le vetrine e le strade di ogni città, ma l’intero Universo.

Il Natale porta con sé un significato profondo, molto più profondo della nascita del Figlio di Dio che si è immolato sulla croce per noi. La nascita di Gesù, di più di 2000 anni fa, riveste un significato di portata cosmica, che ogni anno si riflette, nello stesso giorno, in ognuno di noi. La nascita di Gesù da Maria Vergine, nella grotta tra il bue e l’asinello, coi tre Magi e i loro doni, è la rappresentazione terrena di un movimento di forze che agiscono a livello di macrocosmo e di microcosmo, cioè noi. E sono forze che spingono appunto verso la rinascita, verso il rinnovamento.

Una lettura della simbologia legata al Natale ci può aiutare nel comprendere il significato nascosto della nascita di Gesù, che molti si limitano ad assumere come semplice accadimento storico.

Innanzitutto, il Natale si celebra subito dopo il solstizio di inverno, vale a dire nel momento in cui la durata della luce nelle 24 ore è minima e la durata del buio è massima. Dopo il solstizio, il Sole, che nel suo moto apparente lungo l’eclittica ha raggiunto la sua massima escursione verso sud, torna verso nord, portando nuova luce, nuova vita. Se fino ad allora, nelle fredde e buie giornate invernali, ogni attività era rallentata (sia quelle umane che quelle della Natura), adesso inizia il risveglio. Ed è proprio un messaggio di risveglio che l’evento-Nascita ci porta. Ma non parliamo soltanto di risveglio fisico che ci può portare alla maggior voglia di fare. Il risveglio di cui si parla è quello del Cristo-Sole, della Coscienza di ognuno di noi, ancora sopita nella nostra grotta, dove appunto è nato Gesù Cristo. Ed è proprio nella nostra grotta intima che abitano i nostri animaliinteriori (il bue e l’asinello), vale a dire tutti quei meccanismi mentali, quelle stereotipie, quel chiacchiericcio mentale che ci rende sempre più “macchine umane” anziché uomini.

Quello che il Natale ci vuole dire è di far nascere la nostra Coscienza, il nostro Cristo Intimo, così come Gesù è nato dalla Vergine Maria, la kundalini, superando il dominio meccanico del nostro Ego. E a darci la direzione ci viene in aiuto l’Universo intero, che nella notte del 24 dicembre allinea a Sirio, alla stella più luminosa (la cometa), le tre stelle della cintura di Orione, un tempo chiamate “I Tre Re”, i Magi, indicandoci la direzione esatta in cui il nuovo Sole sorgerà. Gasparre, Melchiorre e Baldassarre che portarono a Gesù i famosi tre doni, si presentano a ancora a noi con un regalo incommensurabile, il segreto della trasformazione. La Mirra (nera) rappresenta la morte, dell’Ego, dei meccanicismi, del noi-artificiale; l’incenso (bianco), lo spirito, che accoglie il nuovo Io, libero da condizionamenti, e che lo sostiene per non ricadere nelle tentazioni del mondo; l’Oro (giallo), il compimento dell’Opera Alchemica, della trasformazione del piombo in oro, della macchina umana in corpo di luce.

I miei figli si aspettano un regalo da Babbo Natale, ed è giusto così. Sarebbe troppo chiedere loro di comprendere i principi dell’Alchimia, per tutto c’è il suo momento. Anche io mi aspetto un regalo, ma dai Re Magi, perché anche quest’anno il mio Oro possa splendere un po’ di più.

Ed è quello che auguro anche a voi.

Buon Natale!

Francesco Albanese

Dal Sito: eticamente.net 

sabato 14 dicembre 2019

Storie d’amore: lei soffre di attacchi di panico, lui la aiuta così


Questa è la bellissima storia d’amore tra una ragazza che soffre di attacchi di panico ed il suo lui che ha pensato bene di aiutarla con un regalo molto speciale.

Alcuni psicologi sostengono che il male mentale del secolo non sia più la depressione, ma l’ansia e tutto ciò che da essa deriva. Una sua conseguenza molto famosa e soprattutto molto fastidiosa sono gli attacchi di panico. Chi non li ha non può capire, oppure capisce soltanto un po’ di quello che è tutto un mondo. Chi li ha sa che vivere la vita quotidiana è difficile, e anche una semplice attività che prima si faceva semplicemente diventa un’ardua impresa, come andare al supermercato, all’università, a lavoro, mangiare una pizza o uscire per negozi. Il male del secolo può essere curato con una terapia adeguata, ed è meglio evitare i farmaci dato che con molta costanza e volontà è possibile tornare quelli di prima o perlomeno attutire il problema. Molto importante per chi soffre di attacchi di panico è avere le persone che ama al suo fianco, le quali devono supportarlo ed aiutarlo in ogni modo possibile. La storia che vogliamo raccontarvi oggi è davvero bellissima e non solo perché parla di amore tra due ragazzi, ma parla dell’amore di qualità.

Emergenza attacchi di panico: come aiutare il partner in difficoltà


Vogliamo parlarvi di una ragazza il cui nome è Denisha Bracey  che su Instagram ha voluto raccontare questa fantastica storia.

Li è fidanzata con un ragazzo che ha la sua stessa età, il cui nome è  Riley Rankin.

La loro storia è questa: hanno vissuto per un anno in Germania, per poi dividersi poiché Denisha, a causa dei suoi attacchi di panico, voleva ritornare in  Canada dalla sua famiglia.

Il ragazzo non l’ha lasciata andare ed ha deciso di aiutarla a modo suo. Così, in occasione del loro secondo anniversario, che è avvenuto nel luglio 2019, Riley non ha regalato alla sua belle rose o diamanti, ma qualcosa di più.

La ragazza, almeno da quanto sappiamo, non ne ha voluto sapere di prendere medicine per i suoi attacchi di panico, e quindi il ragazzo di è ispirato a questo.

In pratica ha comprato delle capsule tipiche dei medicinali e le ha riempite con delle particolare pillole.

Queste pillole erano 60 messaggi d’amore, che la ragazza può aprire e leggere quando starà male ed allietare quel momento bruttissimo in cui si verifica il suo attacco di panico.

Purtroppo, la salute mentale ancora oggi è troppo sottovalutata ma ha la stessa importanza di quella fisica, ed episodi come questi se non permettono di capire a pieno cosa vive una persona con gli attacchi di panico, può almeno sensibilizzare.

Dal sito: notizieora.it

martedì 24 luglio 2018

La mia lotta


Ricordo che la primissima volta che ne sentii parlare ero sul balcone di casa 
"non riesco a finire il respiro" dissi a chi stava con me. Poi venne la sensazione di soffocamento, quella di cadere nel vuoto da seduta, le vertigini e il blocco in gola così forte da farti venire paura di mangiare.  
È ansia mi continuavano a ripetere...ma ansia di cosa? Non ho nulla per cui essere in ansia...con la psicoterapeuta imparai un po' di cose, ora la sentivo arrivare. Poi all' improvviso più niente. Tutto a posto: mangiavo, dormivo, guidavo, viaggiavo ...finché lei non è tornata e non riesco a liberarmene, credo che dovrò solo capire come tenerla a bada, farmela amica perché lei è qui sempre, la sento sempre. Arriva quando devo mangiare, guidare, viaggiare, dormire ...e come fai vivere? Esatto non vivo, boh vado avanti capita che magari per pranzo mi lasci stare ma poi per cena arriva e io mi sento soffocare e ho fame ma mi strozzo, guido ma solo in città, niente tangenziali autostrade ne viaggi lunghi, e se sono il passeggero beh va a momenti. Ho fatto voli da 12 ore con le ginocchia in gola senza fiatare, oggi scelgo tratte brevi un paio d'ore, se mi va bene riesco a distrarmi se no combatto tra la nausea le vertigini le gambe che mi scattano e 
l'idea di essere in un affare chiuso dal quale non posso uscire. Ma io amo viaggiare voglio vedere quanto più posso, voglio muovermi. 
Mi dicono che lei non va assecondata, che se la assecondi non vivi più perché lei si prenderà tutte le tue abitudini normali e tu per paura cercherai di evitarle, ma tanto non servirebbe lo stesso perché si prenderebbe anche quello che resta. Non voglio vivere col pensiero di aspettarla, aspettare con ansia l'arrivo dell'ansia è faticoso già solo scriverlo. Lei mi cammina affianco e si nutre dei momenti in cui sono più debole, più stanca, un po' agitata, anche se quelli che adora sono i momenti di pace, di relax, quelli in cui dici "ok ora stacco il cervello, mi riposo sto bene nulla può andare storto perche voglio e posso stare bene" eccola lì...non aspettava altro le gambe si fanno molli il respiro si affatica la gola si stringe il sudore si alterna ai brividi e hai completamente perso il controllo del tuo corpo, la vista è annebbiata e ti vedi come se stessi guardando te stessa in TV, ti vedi ma non puoi aiutarti. Inizi la respirazione, poi l' autoipnosi, poi pensieri positivi, training autogeno a volte preghi anche perché quando vedi che qualunque cosa non sembra funzionare allora preghi di addormentarti e svegliarti il giorno dopo quando è tutto passato, preghi che quel peso al petto si dissolva, preghi che qualcuno o qualcosa ti aiuti perché sei sfinita . Quando il giorno dopo ti svegli sei debole, ti senti stupida perché in fondo volevi solo passare una serata tranquilla, fare un viaggio,una gita... respirare, mangiare, guardare un film. Oppure, se hai avuto la fortuna di non essere sola ti senti in colpa per lui/lei, perché gli hai rovinato la serata, perché ha visto la parte più vulnerabile di te, perché lo hai fatto morire da paura o sentire disarmato.

Oggi è il 24 luglio, sono a Creta, in vacanza, dopo un periodo un po' tormentato ho pensato "una vacanza non potrà farmi che bene, così resetto, ricarico le batterie e quando torno sono pronta a ripartire".
Ho fatto le mie lotte in pullman, in aereo, e ce l'ho fatta, ieri sera ero al ristorante con il mio ragazzo,il mare, affamata, senza nessun motivo apparente che potesse farmi pensare all'incubo che poi ho /abbiamo vissuto. Prima il caldo asfissiante, la debolezza, il corpo ti abbandona, la testa vuole fare una cosa ma il risultato è pressoché l'opposto. Sono andata in camera "al sicuro" mi sono lasciata andare, lui non mi ha mai lasciata, mi ha detto le cose giuste, mi ha aiutata a respirare, mi ha guardata senza parlare, ha cercato di farmi mangiare e mi ha fatta piangere fino a sentirmi scarica...non mi ha mai fatta sentire in colpa, inadatta, malata...pazza. Stanotte ho di nuovo capito che ho bisogno di aiuto e che da sola è troppo difficile, sono combattiva, non ho intenzione di lasciarla vincere, anche se a volte non la penso così. Sono fortunata ho una famiglia, un fidanzato, degli amici che sanno e che capiscono che con curiosità e con l'intento di aiutarmi hanno accettato di entrare in questo mondo. 
Questo è per chi non ha questa stessa fortuna, per chi affronta tutto sentendosi dire" è solo stress" "è un po' di ansia stai tranquilla", non è cattiveria, non sempre almeno, ma se non provi non puoi capire e non vi auguro di provare ma almeno di cercare di capire, magari affianco a voi c'è chi  vive apparentemente una vita normale ma in realtà vive una lotta continua contro di lei.


Sara