Non so chi tu sia e che ci faccio qui?
mi sembra di aver preso in pieno un tir
è uno shock e crea un effetto wow
un bagliore di luce dopo un blackout
ma tu che ne sai? di cosa provo io..
vorrei vedere te qui al posto mio..
stesso club con la stessa house
e la solita gente ma sai alle volte
in un attimo è..
Panico
e sono in preda ad un attacco di panico
fino ad un minuto fa ero fantastico
ora ho un malessere psicosomatico
carico scarico… è un attimo e..
Panico
lascio passare questo senso di tragico
scende l’adrenalina e il tasso alcolico
ed è un miracolo se ora non vomito
carico scarico… lasciami un attimo
è andata così…meglio andare via
magari faccio un salto a casa tua
se dormo un pò mi perdonerai
non lasciarmi da solo non si sa mai (...)
Bolg informativo sui disturbi legati all'Ansia e agli Attacchi di panico - Facebook https://it-it.facebook.com/insiemedap/
giovedì 19 maggio 2016
mercoledì 11 maggio 2016
Attacchi di panico: le 10 cose cretine che dice la gente che non ha idea di cosa stia parlando
Le dieci cose che chiunque soffra di ansia o
attacchi di panico si è sentito dire almeno una volta nella vita: frasi
figlie di ignoranza davvero insopportabile.
Gli attacchi di panico
sono una patologia altamente diffusa quanto seria. Purtroppo quando si
parla di questo tipo di problematiche le persone che hanno la fortuna di
non sperimentarle sulla propria pelle hanno la cattiva tendenza a dare opinioni, o ancor peggio, consigli non richiesti. Il fatto che questa malattia non abbia sintomi evidenti
come la febbre o un ginocchio che sanguina non significa che chi la
viva non stia tremendamente male. A peggiorare una situazione spesso
compromessa ci si mettono proprio i giudizi continui e del tutto basati
sul nulla di coloro che si improvvisano terapeuti di amici o parenti in
difficoltà.
Sistematicamente, al posto che aiutare, queste sparate non fanno
che alimentare il senso di essere “sbagliati” e “deboli” nei soggetti
che soffrono di questa patologia. Se non avete una laurea in medicina
evitatevi queste frasi e se proprio volete dare una mano accompagnate
chi amate e si trova in difficoltà da un professionista, non si tratta
di capricci e non basta la tanto millantata buona volontà. Ci vuole aiuto concreto e professionale.
Ecco le frasi che almeno una volta nella vita chi soffre o ha sofferto
di attacchi di panico e ansia cronica si è sentito dire. In quel
momento ha pensato “Non bastava la sfiga di avere questa roba da gestire? Doveva pure toccarmi di sentire queste idiozie?“.
1 Ma di cosa hai paura? Non vedi che non succede niente?
2 Sei tu che te li fai venire
3 Tieniti impegnato: chi ha tante cose da fare non ha tempo per farsi venire le paturnie
4 C è gente che ha dei problemi veri
5 Lo psicologo non serve a niente
6 I farmaci li prendono i pazzi, danno dipendenza e fanno male:
curati con questo infuso di bacche che usava Nube Che Corre ne la
signora del West.
7 Dai, calmati
7 Dai, calmati
8 Dipende solo dalla tua forza di volontà
9 È una moda
10 Vuoi fare la vittima. È un modo per attirare l’attenzione
domenica 1 maggio 2016
Attacchi di panico: quando la vergogna supera la realtà
L’attacco di panico è un
mostro subdolo, un infiltrato che, lentamente, prende possesso della
nostra vita ed entra dentro di noi senza chiederci il permesso. Può
essere un giorno qualsiasi, un piovoso pomeriggio settembrino, una
serata di calda estate, lui è lì che aspetta, che accumula e,
lentamente, come un parassita, filtra nel nostro cervello e cambia il
modo in cui percepiamo la realtà.
La vergogna è un monito
che l'attacco di panico non manca di ricordarci. Quando siamo al parco
con i nostri figli, quando spingiamo il passeggino lungo la strada di
ghiaia accanto al naviglio. I nostri piccoli guardano i pesci, mentre
noi speriamo di non vederli mai fare i conti con il mondo fatto di
terrore, palpitazioni, tachicardie e visite mediche inutili che ci siamo
creati. Perché non esiste umiliazione peggiore del
trovarsi faccia a faccia con il panico mentre cerchiamo di passare una
bella giornata, la nostra bella giornata, assieme agli amici. Cosa penserebbero di noi se ci vedessero boccheggiare, annaspare con gli occhi sbarrati e la paura di morire?
E allora inghiottiamo ogni cosa, diventiamo il serbatoio di noi stessi. Un barile che, prima o poi, è destinato a scoppiare sotto forma di sudore freddo, attacchi notturni ed elucubrazioni labirintiche senza vie di fuga. Non esiste nulla di più inumano dell'umiliazione ed è il regalo che l'attacco di panico ci lascia quando prende congedo in attesa di tornare. Questa non è una semplice battaglia, ma una guerra e noi dobbiamo alzare la testa e sconfiggere questo parassita a ogni costo. Dobbiamo parlarne, uscire allo scoperto, raccontare le nostre sensazioni e il nostro mondo interiore: la vergogna è il lucchetto con il quale il panico tenta di blindarci per sempre, ma abbiamo la chiave giusta e si chiama linguaggio. Molte persone si bloccano all'idea di provare vergogna per loro stessi, si sentono inadatte, troppo piccole e sole. Comunicare il nostro stato d'animo, invece, è il primo passo con cui si intraprende la via della guarigione. Parlatene con i vostri mariti, le vostre mogli, gli amici, i parenti, gli psicologici, urlate se lo sentite necessario, la salvezza può essere anche negli altri.
Photo Credit: Antonio Guillem/Shutterstock.com
Urbanpost.it
Michele Iacovone
E allora inghiottiamo ogni cosa, diventiamo il serbatoio di noi stessi. Un barile che, prima o poi, è destinato a scoppiare sotto forma di sudore freddo, attacchi notturni ed elucubrazioni labirintiche senza vie di fuga. Non esiste nulla di più inumano dell'umiliazione ed è il regalo che l'attacco di panico ci lascia quando prende congedo in attesa di tornare. Questa non è una semplice battaglia, ma una guerra e noi dobbiamo alzare la testa e sconfiggere questo parassita a ogni costo. Dobbiamo parlarne, uscire allo scoperto, raccontare le nostre sensazioni e il nostro mondo interiore: la vergogna è il lucchetto con il quale il panico tenta di blindarci per sempre, ma abbiamo la chiave giusta e si chiama linguaggio. Molte persone si bloccano all'idea di provare vergogna per loro stessi, si sentono inadatte, troppo piccole e sole. Comunicare il nostro stato d'animo, invece, è il primo passo con cui si intraprende la via della guarigione. Parlatene con i vostri mariti, le vostre mogli, gli amici, i parenti, gli psicologici, urlate se lo sentite necessario, la salvezza può essere anche negli altri.
Photo Credit: Antonio Guillem/Shutterstock.com
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Michele Iacovone
lunedì 4 aprile 2016
Attacchi di panico, il corso per prevenirli
Ad aprile il via alla 29esima edizione che
non contempla l'uso di farmaci nella cura del disturbo. La struttura
delle lezioni, come iscriversi
PONTEDERA — "Tachicardia, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, brividi o vampate di calore, paura di morire o di impazzire, sono solo alcuni dei sintomi che caratterizzano un attacco di panico - hanno spiegato dalla Asl - Chi ha provato questa esperienza la descrive come terribile, spesso improvvisa ed inaspettata. La paura di un nuovo attacco può diventare immediatamente forte e dominante. Il singolo episodio può portare facilmente in un vero e proprio disturbo di panico, più per paura della paura che altro. La persona si trova così invischiata in un circolo vizioso che spesso ha come conseguenza la "agorafobia", ovvero la paura di luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto, nel caso di un attacco di panico. L’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente: il soggetto si trova schiavo del suo disturbo, dipendente dagli altri (familiari , “accompagnatori”) e può sviluppare una depressione secondaria".

Il corso si articolerà in dieci sedute di gruppo, di due ore ciascuna, che si terranno ogni lunedì. Gli incontri saranno condotti da un medico psichiatra e da un infermiere della psichiatria. I partecipanti avranno la possibilità di avere informazioni sulla natura del disturbo; imparare tecniche utili a controllare i sintomi fisici degli attacchi acuti d’ansia (controllo del respiro e della tensione muscolare); addestrarsi ad affrontare attraverso l’esposizione graduale le situazioni temute o evitate; identificare e modificare le convinzioni errate alla base del disturbo.
La 28esima edizione si è recentemente conclusa con grande soddisfazione dei partecipanti, i quali hanno apprezzato, tra l’altro, la possibilità di parlare apertamente del loro disturbo con gli operatori e gli altri membri del gruppo, senza più considerare l’attacco di panico un “tabù”. L’equipe di lavoro è composta dalla dottoressa Laura Pellegrini e dagli infermieri Federico Giunti e Paola Galardini.
Per l’appuntamento ci si potrà rivolgere agli infermieri Giunti e Galardini dal lunedì al venerdì (8-20) telefonando allo 0587-273341.
Qui News Valdera
lunedì 21 marzo 2016
Ansia: ecco i 6 tipi più comuni
L’Ansia è un disturbo molto frequente che
spesso può sfociare in vere e proprie crisi di panico, ne esistono di
diverso tipo: ecco quali sono i più comuni
L’ansia è uno stato d’animo
con una valenza sempre negativa: chiunque la provi, infatti, associa un
profondo senso di disagio. Spesso rientra nei sintomi degli attacchi di panico e della depressione, pochi però sanno che esistono diversi tipi di ansia: ecco i 6 più comuni.
Ansia da panico: insorge
con attacchi di estrema paura e causa disagio poiché giunge
inaspettatamente e senza preavviso. Una caratteristica che la distingue è
la paura di perdere il controllo sulle nostre azioni, impazzire o non
essere in grado di prendere decisioni adeguate. In molti casi, poi, si
parla di veri e propri attacchi di panico.
Ansia da stress: viene definita più tecnicamente disturbo da stress. La sua insorgenza è caratterizzata da reazioni eccessivamente ansiose rispetto a situazioni e stati emotivi stressanti. Iperattività, tensione, rabbia, disperazione, sono sintomi di questo tipo di ansia.
Ansia da ossessioni: spesso definito come disturbo ossessivo compulsivo, la sua insorgenza è caratterizzata da pensieri che noi stessi riusciamo a identificare come eccessivi o poco ragionevoli ma di cui non riusciamo a fare a meno o a liberarci. Un esempio è l'ossessione per l'ordine o per le malattie. Si è coscienti di questo tipo di ansia, ma non si riesce a trovare una via di fuga che ci renda indipendenti da essa.
Ansia da fobia: è definita come una paura immotivata, irrazionale e spesso incontrollabile nei confronti di una situazione, un'azione, un animale o degli oggetti. Viene classificata in due modi: fobia semplice e fobia sociale. La prima è la paura per un oggetto o una situazione, mentre con la seconda si teme il giudizio altrui, i luoghi affollati o una situazione che potrebbe comportare un'umiliazione.
Ansia da trauma: viene definito come disturbo da stress post traumatico e, come dicono le parole stesse, è causata da un trauma vissuto nel passato e rimasto fra i ricordi. Gli eventi tragici possono riguardare lutti, violenze, incidenti gravi.
Ansia da pessimismo: questo tipo di ansia ha come caratteristica principale la negatività verso ogni pensiero o situazione. Infatti i pensieri ricorrenti sono pessimistici, catastrofici molte volte, si crede sempre che stia per succedere una qualche disgrazia, un evento che peggiorerà la nostra situazione.
Photo credit: Makkler0008/Shutterstock.com
Urbanpost.it
Michele Iacovone
Ansia da stress: viene definita più tecnicamente disturbo da stress. La sua insorgenza è caratterizzata da reazioni eccessivamente ansiose rispetto a situazioni e stati emotivi stressanti. Iperattività, tensione, rabbia, disperazione, sono sintomi di questo tipo di ansia.
Ansia da ossessioni: spesso definito come disturbo ossessivo compulsivo, la sua insorgenza è caratterizzata da pensieri che noi stessi riusciamo a identificare come eccessivi o poco ragionevoli ma di cui non riusciamo a fare a meno o a liberarci. Un esempio è l'ossessione per l'ordine o per le malattie. Si è coscienti di questo tipo di ansia, ma non si riesce a trovare una via di fuga che ci renda indipendenti da essa.
Ansia da fobia: è definita come una paura immotivata, irrazionale e spesso incontrollabile nei confronti di una situazione, un'azione, un animale o degli oggetti. Viene classificata in due modi: fobia semplice e fobia sociale. La prima è la paura per un oggetto o una situazione, mentre con la seconda si teme il giudizio altrui, i luoghi affollati o una situazione che potrebbe comportare un'umiliazione.
Ansia da trauma: viene definito come disturbo da stress post traumatico e, come dicono le parole stesse, è causata da un trauma vissuto nel passato e rimasto fra i ricordi. Gli eventi tragici possono riguardare lutti, violenze, incidenti gravi.
Ansia da pessimismo: questo tipo di ansia ha come caratteristica principale la negatività verso ogni pensiero o situazione. Infatti i pensieri ricorrenti sono pessimistici, catastrofici molte volte, si crede sempre che stia per succedere una qualche disgrazia, un evento che peggiorerà la nostra situazione.
Photo credit: Makkler0008/Shutterstock.com
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Michele Iacovone
domenica 13 marzo 2016
Depressione stagionale: a causarla potrebbe essere un gene
I ricercatori dell’Università della California hanno trovato la causa dell’insorgenza della depressione stagionale e dei disturbi legati al ritmo sonno-veglia, nello specifico l’insonnia: ecco di cosa si tratta
Quali sono le cause della depressione stagionale e dell’insonnia? La Scienza sembra aver trovato una risposta a questa eterna domanda. La causa, infatti, potrebbe risiedere nella mutazione di uno specifico gene. Ecco di cosa si trattaLa depressione stagionale affligge ogni anno migliaia di persone, in Europa ha preso piede ormai da molti anni e la sua diffusione è in rapida crescita. I sintomi più comuni della depressione stagionale includono ansia e, in alcuni casi, attacchi di panico. Spesso si presenta nei cambi di stagione dall’estate all’autunno e dall’autunno all’inverno. Infatti, una riduzione delle ore di sole ha effetti negativi sul metabolismo. Gli scienziati, ora, sono riusciti a trovare una speranza. La possibilità di combattere la depressione stagionale, infatti, potrebbe risiedere in uno specifico gene; nel dettaglio, potrebbe trattarsi del gene PER3. Nell’organismo la sua funzione è quella di regolare il ritmo sonno-veglia.
Uno studio condotto all’Università della California guidato dal dottor Louis Ptáček, ha evidenziato un possibile difetto di questo gene: una sua mutazione, infatti, sarebbe alla base dell’insorgenza della depressione stagionale e dell’insonnia. Lo studio è stato condotto sul DNA di una famiglia i cui membri avevano l’abitudine di andare a letto molto presto – attorno alle 19:30 – svegliandosi in piena notte – attorno alle 4:30. Da questo monitoraggio i ricercatori hanno scoperto la responsabilità del gene PER3.
Photo Credit: Photographee.eu/Shutterstock.com
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Michele Iacovone
mercoledì 9 marzo 2016
Attacchi di panico: 7 miti da sfatare
Gli
attacchi di panico sono un disturbo d’ansia sempre più comune fra la
popolazione, in Italia ne soffrono almeno 10 milioni di persone, il
primo modo per riuscire a sconfiggerli è la corretta informazione: ecco
quali sono i luoghi comuni da sfatare
Gli attacchi di panico sono un disturbo sempre più diffuso in Italia, le persone affette sono circa 10 milioni e il numero continua a crescere anno dopo anno. Conoscere il modo in cui insorgono, le cause che li scatenano o, ancora, come riuscire a fermali o prevenirli è
solo l’inizio di un percorso che spesso dura anni. La strada da
intraprendere, però, è quella della corretta informazione. Ecco allora i 7 miti più comuni da sfatare sugli attacchi di panico.
Scopri di più sugli Attacchi di Panico
Dagli attacchi di panico non si può guarire: falso. Sono due le strade con le quali è possibile curarli, quella psicoterapeutica e quella farmacologica. Spesso, per non dire sempre, le due vanno a braccetto. Se con la psicoterapia, infatti, la remissione è garantita nel 70% dei casi, i farmaci specifici servono per aiutare questo percorso di guarigione, attenuando i sintomi e, in molti casi, aiutando il cervello a ritrovare il proprio equilibrio biochimico.
Durante gli attacchi di panico perdiamo il controllo delle nostre azioni: falso. Non è corretto definirlo una perdita vera e proprio di controllo sulle nostre azioni, invece si ha la sensazione di perdere il controllo di noi stessi. Si tratta quindi di una paura del soggetto di poter non controllare più se stesso e non una vera realtà clinica.
Gli attacchi di panico conducono alla pazzia: falso. Uno dei sintomi principali è chiamato depersonalizzazione; il soggetto prova un senso di estraneità nei confronti dell'ambiente e di se stesso. Molte persone pensano quindi di essere affetti da una grave patologia mentale. Gli attacchi di panico sono disturbi meno gravi rispetto al bipolarismo o alla schizofrenia, ma possono comunque essere estremamente invalidanti.
Per risolvere gli attacchi di panico basta seguire una dieta sana: falso. Bere meno caffè, smettere di fumare e fare attività fisica sono senz'altro utili e necessari per alleviare la tensione e diminuire lo stress, soprattutto quello lavorativo. Nonostante questo, tutte le attività sopra citate non sono in grado di curare gli attacchi di panico, per farlo è necessaria una terapia psicologica nella quale il soggetto esplora e comprende l'origine delle sue paure e delle sue ansie, in casi nei quali è necessario, si associa, come già indicato, la giusta terapia farmacologica.
Gli attacchi di panico derivano da traumi infantili: falso. La causa esatta della loro origine non è ancora del tutto nota agli esperti. Molti studi concordano sulla possibilità che questa derivi da una disfunzione dell'Amigdala, chiamata ipersensibilità dell'Amigdala, una struttura cerebrale posta in entrambi gli emisferi del nostro cervello. I fattori individuati sono due: il fattore biologico e il fattore psicologico e di norma si influenzano a vicenda.
Gli attacchi di panico possono dare luogo a un infarto: falso. I sintomi più comuni sono tachicardia, palpitazioni, sudorazione, tremori, paura di morire. Queste caratteristiche, però, non danneggiano il cuore e non si rischia quindi un infarto.
urbanpost.it
Michele Iacovone
venerdì 29 gennaio 2016
Attacchi di panico: una lettera struggente di una persona che ne ha sofferto per 12 anni
“La paura della paura, le ossessioni perché se la porta si chiude resto intrappolato, il terrore di uscire a cena, la paura di un concerto, i percorsi alternativi che studi per non prendere la metropolitana per andare al lavoro, cercare le uscite di sicurezza…”
La nostra sezione Benessere si è spesso occupata di attacchi di panico trattandosi di una disturbo massivamente diffuso nella società contemporanea che interessa molti lettori. Riceviamo spesso commenti e richieste di informazioni più approfondite sull’argomento. La vigilia di Natale, però, ho ricevuto una mail di una nostra lettrice che racconta in maniera davvero struggente cosa significhi convivere con questo tipo di disturbo, quello che può arrivare a “prendersi” e l’inferno che ne deriva. La parte più importante del suo scritto, però, è nel finale in cui viene dimostrato come sia possibile uscire da questo tunnel superando i retaggi legati a vergogna e alle cure farmacologiche che spesso, a causa di pressapochismo informativo e profonda ignoranza, vengono stupidamente demonizzate. Abbiamo quindi deciso di pubblicare questa testimonianza, su richiesta di chi l’ha scritta e rigorosamente in forma anonima, per dimostrare che il dolore privato spesso è un dolore comune a molti dal cui giogo è possibile liberarsi.
“Ho letto i vostri articoli sugli attacchi di panico (in particolare questo: Attacchi di panico come aiutare, 5 cose che dovete ricordarvi di dire a chi amate e che ne soffre) e ho provato un senso di sollievo. Sono una donna separata di 42 anni che soffre di questo male da 12 anni. Il senso di legittimazione che mi ha dato leggere tutti quei commenti di persone sconosciute che parlavano precisamente di quello che io provo ogni giorno, chiusa nella vergogna e nella solitudine di comunicarlo, mi ha fatto riflettere. Io non ho mai accettato di soffrire di una cosa tanto difficile da spiegare, in parte mi aspettavo che dicendolo a qualcuno non avrebbe capito. Per una volta nella vita, anche se in forma anonima, vorrei invece liberarmi e condividere con il mondo intero, protetta dall’anonimato, quello che una persona che soffre di attacchi di panico prova. Magari qualcuno troverà conforto nel riconoscersi, si sentirà meno solo e più “normale”. Altri, forse, che hanno persone che amano a fianco che ne soffrono potranno sforzarsi di capire quello che a loro pare indecifrabile.
La prima cosa che odio del panico è che è invisibile: un occhio pesto, un’allergia, persino un singhiozzo li puoi vedere ma il panico ti si agita dentro e ti fa scoppiare le bombe nel corpo senza dare alcun segnale esterno. Questo ti fa pensare che sei pazzo, perché è tutto nella tua testa, perché fuori non c’è niente, perché gli altri sono tranquilli. Questo fa anche credere agli stupidi, agli ignoranti, agli insensibili che tu finga. Come se ti piacesse il ruolo della malata.
Il panico ti lega a lui, ti sposa, ti entra sottopelle e non sparisce all’esaurirsi di un attacco. Nel frattempo resta l’ansia, iniziano i meccanismi perversi: la paura della paura, le ossessioni perché se la porta si chiude resto intrappolato, il terrore di uscire a cena, la paura di un concerto, i percorsi alternativi che studi per non prendere la metropolitana per andare al lavoro. La macchina che di colpo hai paura di guidare e il senso di umiliazione profonda che deriva dalla coscienza di essere diventato dipendente dagli altri. Da solo è impensabile, fa troppa paura. Se succede mentre guido? Se sbando e vado fuoristrada? Se succede in autostrada? I posti a teatro sempre vicini all’uscita di sicurezza, le scuse che ci si inventa per evitare un aperitivo, il terrore dei luoghi affollati e che manchi l’aria, la paura che venga un infarto mentre cammino. E’ come se si potesse avere una sorta di visione della morte senza morire davvero. L’ansia ti cambia, ti umilia, ti mette all’angolo, si mangia la tua personalità, si divora la tua vita. Tu non decidi più nulla, semplicemente vivi in punta di piedi per non svegliarla. E’ l’esperienza assoluta: nascere e morire insieme.
E poi la nascondi, te ne vergogni. Diventi bravissimo a mentire, a inventare le scuse migliori e più credibili per abbandonare una cena, una riunione, una festa. Non ti muovi senza un piano di emergenza per la fuga. Ho sbagliato, mi sono nascosta e mi sono vergognata a lungo. Mi sono colpevolizzata perché nonostante gli sforzi non passava, mi impegnavo ma non passava. L’anno scorso un’amica carissima, che ha capito senza che io le dicessi nulla, mi ha letteralmente trascinata da uno psichiatra. Già dalla prima seduta ho capito quanto tempo avessi perso: lui traduceva i miei sintomi e miei disagi come fossero la cosa più normale e più diffusa del mondo. Mi ha anche detto sorridendo che si tratta di una delle patologie più diffuse in assoluto e che quindi di cure ce ne sono davvero parecchie. Lo psichiatra mi ha detto che prima si cura l’urgenza, ovvero si fa rientrare l’attacco farmacologicamente e poi, quando sono serena, si lavora anche a livello terapico. Così abbiamo fatto. Mese dopo mese ho iniziato a smettere di soffrire, gli attacchi sono spariti anche se l’ansia generalizzata è rimasta. In 12 anni non avevo mai avuto una tregua di 10 mesi, ora facciamo anche terapia. Ho paura a dirlo, perché mi sembra troppo bello per poterci credere davvero, ma inizio a credere, per come stanno andando le cose, che curarsi e uscirne sia possibile. L’unica cosa che non è possibile è dimenticarli: non si torna mai più gli stessi dopo averne sofferto.
Grazie se pubblicherete questa lettera che spero di cuore possa servire ai tanti che conoscono questo dramma.”
Valeria Panzeri
Urban Post
lunedì 25 gennaio 2016
Attacchi di panico, i benefici dello sport
L'attacco di panico è una forte crisi di ansia che si manifesta con
tachicardia, senso di oppressione al petto, vertigini e mancanza di
respiro. Si tratta tuttavia, di una condizione curabile in vari modi.
Tra le cure possibili per questa forma di ansia ci sono i vari trattamenti psicoterapeutici, rimedi naturali, farmaci, ma soprattutto lo sport.
Recenti studi infatti hanno provato che l'assenza totale di esercizio fisico è strettamente correlata all'insorgenza degli attacchi di panico.
Questo avviene perchè nell'organismo c'è energia inutilizzata, energia che deve essere liberata in qualche modo in quanto il corpo è fatto per muoversi.
Lo sport inoltre abbassa i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress e contribuisce quindi a ridurre gli attacchi. Inoltre lo sport abbassando i livelli di cortisolo riduce i problemi di concentrazione e di stanchezza.
E' come se l'organismo quindi
avesse una buona dose di energia che cerca una via di fuga, ecco quindi
che compaiono ansia, stress e, nei soggetti predisposti, attacchi di panico.
Quindi come prima cosa bisogna prevenire l'inattività muovendosi, anche semplicemente camminando e dedicandosi allo svolgimento di uno sport.
Lo sport aiuta l'organismo a rilasciare endorfine, gli ormoni del buonumore, ed a favorire un buon sonno, tutti fattori che riducono la probabilità di incorrere in un attacco di panico.
Ma quali sport è meglio praticare per prevenire o ridurre gli attacchi di panico?
Non è necessario dedicarsi a sport che prevedono un alto impatto, anzi, per cominciare basta semplicemente fare un po' di stretching alzandosi di tanto in tanto e allungando i muscoli.
Camminare, inizialmente per pochi metri, può darvi il là per iniziare a muovervi come anche andare in bicicletta, ma sempre cominciando in modo soft.
Basta scegliere un'attività che piace, anche andare a ballare va benissimo, praticare basket o yoga. Lo yoga è ideale per combattere gli attacchi di panico proprio perchè aiuta a controllare la respirazione e a rilassarsi.
Il nuoto può essere un buon metodo per combattere gli attacchi, anche se più intenso rispetto alla camminata o allo yoga, può comunque essere eseguito in modo lento trovando un proprio ritmo.
Lo jogging è insieme allo yoga uno dei metodi anti panico per eccellenza. Già il solo fatto di praticarlo all'aperto, alla luce, è un toccasana per chi soffre di disturbi d'ansia.
Per iniziare si può cominciare con un'attività da praticare nel tempo libero, magari nel fine settimana, un'escursione, una gita in bicicletta, una piccola corsetta in mezzo alla natura e poi con l'allenamento e l'abitudine queste attività possono anche essere estese ai giorni infrasettimanali, magari dopo il lavoro o la mattina appena svegli.
Giusy Capozzi
Tra le cure possibili per questa forma di ansia ci sono i vari trattamenti psicoterapeutici, rimedi naturali, farmaci, ma soprattutto lo sport.
Recenti studi infatti hanno provato che l'assenza totale di esercizio fisico è strettamente correlata all'insorgenza degli attacchi di panico.
Questo avviene perchè nell'organismo c'è energia inutilizzata, energia che deve essere liberata in qualche modo in quanto il corpo è fatto per muoversi.
Lo sport inoltre abbassa i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress e contribuisce quindi a ridurre gli attacchi. Inoltre lo sport abbassando i livelli di cortisolo riduce i problemi di concentrazione e di stanchezza.

Quindi come prima cosa bisogna prevenire l'inattività muovendosi, anche semplicemente camminando e dedicandosi allo svolgimento di uno sport.
Lo sport aiuta l'organismo a rilasciare endorfine, gli ormoni del buonumore, ed a favorire un buon sonno, tutti fattori che riducono la probabilità di incorrere in un attacco di panico.
Ma quali sport è meglio praticare per prevenire o ridurre gli attacchi di panico?
Non è necessario dedicarsi a sport che prevedono un alto impatto, anzi, per cominciare basta semplicemente fare un po' di stretching alzandosi di tanto in tanto e allungando i muscoli.
Camminare, inizialmente per pochi metri, può darvi il là per iniziare a muovervi come anche andare in bicicletta, ma sempre cominciando in modo soft.
Basta scegliere un'attività che piace, anche andare a ballare va benissimo, praticare basket o yoga. Lo yoga è ideale per combattere gli attacchi di panico proprio perchè aiuta a controllare la respirazione e a rilassarsi.
Il nuoto può essere un buon metodo per combattere gli attacchi, anche se più intenso rispetto alla camminata o allo yoga, può comunque essere eseguito in modo lento trovando un proprio ritmo.
Lo jogging è insieme allo yoga uno dei metodi anti panico per eccellenza. Già il solo fatto di praticarlo all'aperto, alla luce, è un toccasana per chi soffre di disturbi d'ansia.
Per iniziare si può cominciare con un'attività da praticare nel tempo libero, magari nel fine settimana, un'escursione, una gita in bicicletta, una piccola corsetta in mezzo alla natura e poi con l'allenamento e l'abitudine queste attività possono anche essere estese ai giorni infrasettimanali, magari dopo il lavoro o la mattina appena svegli.
Giusy Capozzi
mercoledì 25 novembre 2015
Attacchi di panico con la psicologa. Milano in testa
Combattere gli attacchi di panico, prima che
diventino un problema, avvalendosi di una psicologa. Milano, una città
prolifica per le professionalità esistenti.
Troppe preoccupazioni, stress eccessivo, poco tempo a disposizione e incapacità di gestione delle emozioni, possono creare nei soggetti più sensibili stati di ansia che, se non arginati, possono portare agli attacchi di panico e, quindi, a vere e proprie patologie.
• Attacchi di panico – numeri e soluzioni
Recentemente, poiché il tenore di vita di ognuno di noi diventa sempre più stressante e con ritmi sempre più densi, i casi di attacchi di panico sono esponenzialmente aumentati. L’Italia non è esente da questo fenomeno negativo e, soprattutto, nelle città più urbanizzate si sono registrate molte richieste ai aiuto agli esperti: uno psicologo ha in media 5 pazienti che soffrono di attacchi di panico. La figura maggiormente scelta dagli italiani per la risoluzione di questi problemi è quella della psicologa; Milano sembra essere, insieme a Roma, la città in cui vi sono più studi specializzati che offrono soluzioni personalizzate.
• Cosa sono gli attacchi di panico e quali sono le cause?
Gli attacchi di panico sono episodi improvvisi che si sviluppano senza motivo apparente. Provocano reazioni psicologiche ma, soprattutto, fisiche che possono generalmente spaventare il soggetto che può pensare non solo di aver perso il controllo, ma anche di avere un infarto in corso o di essere, addirittura, prossimo alla morte. È opportuno distinguere gli episodi isolati di attacchi di panico da un disturbo cronico e, quindi, in grado di invalidare la quotidianità del soggetto.
Le cause non si conoscono con certezza e variano da persona a persona. Tuttavia tre sono i fattori che, tendenzialmente, possono incidere: la genetica, il malfunzionamento di specifiche aree del cervello e lo stress eccessivo.
• Quali sono i sintomi degli attacchi di panico?
Solitamente i sintomi, come le cause, variano da soggetto a soggetto: talvolta un solo soggetto può avere un solo sintomo, oppure a fasi alterne anche più di uno.
I principali sintomi, sostanzialmente, sono: sudorazione eccessiva e improvvisa, battito cardiaco accelerato, tremore, iperventilazione, respiro corto, brividi, nausea, dolore cardiaco e crampi addominali.
È molto difficile comprendere la portata e la gravità di ciascuna manifestazione, durante un attacco di panico. Ma, nel caso in cui doveste riconoscere uno di questi campanelli di allarme, vi consigliamo di rivolgervi a uno specialista poiché trascurare una patologia di questa portata, può indurre chiunque a degenerare sino ad avere bisogno non solo di efficaci – ma blande - tecniche di rilassamento, ma anche un trattamento psicoterapeutico e farmacologico indispensabile.
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Troppe preoccupazioni, stress eccessivo, poco tempo a disposizione e incapacità di gestione delle emozioni, possono creare nei soggetti più sensibili stati di ansia che, se non arginati, possono portare agli attacchi di panico e, quindi, a vere e proprie patologie.
• Attacchi di panico – numeri e soluzioni
Recentemente, poiché il tenore di vita di ognuno di noi diventa sempre più stressante e con ritmi sempre più densi, i casi di attacchi di panico sono esponenzialmente aumentati. L’Italia non è esente da questo fenomeno negativo e, soprattutto, nelle città più urbanizzate si sono registrate molte richieste ai aiuto agli esperti: uno psicologo ha in media 5 pazienti che soffrono di attacchi di panico. La figura maggiormente scelta dagli italiani per la risoluzione di questi problemi è quella della psicologa; Milano sembra essere, insieme a Roma, la città in cui vi sono più studi specializzati che offrono soluzioni personalizzate.
• Cosa sono gli attacchi di panico e quali sono le cause?
Gli attacchi di panico sono episodi improvvisi che si sviluppano senza motivo apparente. Provocano reazioni psicologiche ma, soprattutto, fisiche che possono generalmente spaventare il soggetto che può pensare non solo di aver perso il controllo, ma anche di avere un infarto in corso o di essere, addirittura, prossimo alla morte. È opportuno distinguere gli episodi isolati di attacchi di panico da un disturbo cronico e, quindi, in grado di invalidare la quotidianità del soggetto.
Le cause non si conoscono con certezza e variano da persona a persona. Tuttavia tre sono i fattori che, tendenzialmente, possono incidere: la genetica, il malfunzionamento di specifiche aree del cervello e lo stress eccessivo.
• Quali sono i sintomi degli attacchi di panico?
Solitamente i sintomi, come le cause, variano da soggetto a soggetto: talvolta un solo soggetto può avere un solo sintomo, oppure a fasi alterne anche più di uno.
I principali sintomi, sostanzialmente, sono: sudorazione eccessiva e improvvisa, battito cardiaco accelerato, tremore, iperventilazione, respiro corto, brividi, nausea, dolore cardiaco e crampi addominali.
È molto difficile comprendere la portata e la gravità di ciascuna manifestazione, durante un attacco di panico. Ma, nel caso in cui doveste riconoscere uno di questi campanelli di allarme, vi consigliamo di rivolgervi a uno specialista poiché trascurare una patologia di questa portata, può indurre chiunque a degenerare sino ad avere bisogno non solo di efficaci – ma blande - tecniche di rilassamento, ma anche un trattamento psicoterapeutico e farmacologico indispensabile.
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