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mercoledì 2 settembre 2020

Insonnia ed emozioni: se non dormi bene il tuo umore ne soffre




Insonnia ed emozioni hanno un legame molto stretto. Infatti, è probabile che in più di un’occasione ti sia svegliato scontroso, irritabile o svogliato dopo una notte in cui hai dormito male e non ti sei riposato.

In media, passiamo 25 anni della nostra vita dormendo. È molto tempo. Ciò indica l’enorme importanza del sonno, sia a livello fisiologico che psicologico. Dormire meno di 6 ore al giorno può avere effetti dannosi a breve e lungo termine, sia per la nostra salute che per il nostro equilibrio emotivo.

La mancanza di sonno riduce le emozioni positive

Dormire poco e male influenza il nostro stato emotivo. Lo hanno dimostrato i ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia, che hanno analizzato i modelli di sonno di 59 persone e le loro reazioni il giorno successivo.

Queste persone hanno prima dormito normalmente nelle loro case per sottoporsi a una serie di test la mattina seguente. Quindi, per tre giorni, sono dovuti andare a letto due ore dopo e alzarsi un’ora prima del solito. Al mattino hanno eseguito test di precisione e reattività, nonché test per valutare le emozioni positive e negative che stavano vivendo.

I ricercatori hanno scoperto che quando non dormiamo il tempo necessario, rispondiamo molto più rapidamente agli stimoli, ma siamo meno attenti e facciamo molti più errori. In pratica, reagiamo più rapidamente per compensare la mancanza di concentrazione. Di conseguenza, commettiamo più errori.

Anche il nostro stato emotivo ne soffre. “I sentimenti positivi sono peggiorati dopo una sola notte di sonno ridotto e sono diminuiti ancor di più dopo tre notti”, scrivono gli psicologi. Pertanto, concludono che la mancanza di sonno può trasformarsi in un problema emotivo che peggiora rapidamente.

Dopo una brutta notte di sonno perdiamo la neutralità

Non dormire a sufficienza non influenza solo il nostro umore, ma anche il modo in cui il nostro cervello elabora gli stimoli che affrontiamo durante il giorno, secondo un altro studio condotto all’Università di Tel Aviv.

In questo caso, i partecipanti hanno affrontato una serie di test dopo aver dormito normalmente e dopo una notte insonne mentre i ricercatori misuravano la loro attività cerebrale. Uno dei test consisteva nel chiedere alle persone di indicare la direzione verso cui si muoveva un punto giallo su delle immagini diverse che avevano una valenza emotiva positiva, negativa o neutra.

È interessante notare che coloro che avevano dormito bene erano in grado di identificare la direzione del punto sulle immagini neutre più velocemente e con maggiore precisione. Al contrario, quelli che non avevano dormito bene avevano delle difficoltà a identificare il punto su tutte le immagini, il che significa che stavano reagendo anche a quelle neutre.

Aver passato una notte insonne distraeva le persone, attivandone l’amigdala, il centro di controllo emotivo nel cervello che rileva i segnali più rilevanti nell’ambiente, quindi assumevano gli stimoli neutri come minacciosi.

“Questi risultati rivelano che, senza dormire, viene alterato il semplice riconoscimento di ciò che è emotivo e di ciò che è un evento neutro. Possiamo sperimentare stimoli emotivi simili da tutti gli eventi in corso, anche quelli neutrali, e perdere la nostra capacità di processare le informazioni più o meno importanti. Ciò può portare a un’elaborazione cognitiva distorta e a uno scarso giudizio, nonché all’ansia”,concludono i ricercatori. Ciò spiegherebbe la nostra irritabilità quando abbiamo dormito male.

Il cervello insonne

Apparentemente, quando non riposiamo abbastanza, viene influenzato il controllo cognitivo delle emozioni, che è essenziale per rispondere in modo adattivo all’ambiente. In pratica, le aree della corteccia prefrontale, che sarebbero le incaricate di regolare l’attivazione emotiva che si produce nel sistema limbico, smettono di esercitare diligentemente la loro funzione di controllo, quindi si produce una iperreattività emotiva. Ciò spiegherebbe la profonda connessione tra l’insonnia e le emozioni.

Un altro studio condotto presso il Laboratory of Social, Cognitive and Affective Neurosciencedell’Università dell’Arizona potrebbe offrire la risposta a quella “disconnessione” – o almeno in parte. Questi neuroscienziati hanno visto che dopo una notte insonne le persone con un umore più positivo erano quelle che avevano la sostanza bianca più compatta.

La sostanza bianca è costituita da fibre lunghe e isolate che collegano le cellule cerebrali alla materia grigia. La sostanza bianca, sarebbe quindi ciò che consente al nostro cervello di funzionare in modo efficiente e rapido, facilitando la velocità e la connettività tra i neuroni.

Quando questa connessione fallisce o diventa più lenta, le connessioni tra le diverse aree del cervello vengono compromesse, in modo che non possiamo esercitare l’autocontrollo nel modo più efficace e il cervello emotivo è libero di fare ciò che vuole.

Le donne soffrono di più degli effetti collaterali della mancanza di sonno

È interessante notare che il legame tra insonnia ed emozioni è più intenso nelle donne. Uno studio condotto presso il Sleep Research Center della South Australia University ha rivelato che dopo 36 ore senza dormire stiamo sperimentando un impatto graduale sul nostro umore.

La mancanza di sonno genera depressione, rabbia, confusione e ansia, accompagnate da minore energia e stanchezza. Tuttavia, le donne erano più vulnerabili a quei cambiamenti, mostravano un umore più depresso e maggiore ansia dopo la privazione del sonno.

Certo, dormire è un processo altamente individuale. Ci sono persone che hanno bisogno di otto ore di sonno ogni notte e altre meno. La cosa più importante è che ognuno trovi il proprio equilibrio. Di quante ore di sonno hai bisogno lo puoi capire dal tuo umore il giorno successivo. Se sei di buon umore e attento quando ti alzi, significa che le tue abitudini di sonno sono benefiche. In caso contrario, dovresti ripensare la tua routine, per motivi di salute fisica ed equilibrio emotivo.


lunedì 6 maggio 2019

LA MATTINA NON VORRESTI MAI ALZARTI DAL LETTO? ECCO PERCHÉ!


Capita spesso al mattino di non voler abbandonare l'abbraccio del proprio letto. Se però questo desiderio è costante, può trattarsi di clinomania. Ecco di cosa si tratta (e come affrontarla)

E' un desiderio che tutti, prima o poi, abbiamo provato: quello di non abbandonare, al mattino, il confortevole abbraccio del letto, anche se la sveglia continua a richiamarci all'ordine. La voglia sarebbe quella direstare sdraiati e rilassati tutto il giorno, senza curarsi di obblighi lavorativi e impegni di ogni genere.

Vi riconoscete in questa descrizione? Be', sappiate che non siete soli: almeno il 70% delle persone prova, nella vita, una sensazione simile. Quando però questa situazione si fa frequente e si unisce all'ansia di alzarsi e affrontare la giornata quotidiana, si parla di clinomania o disania. Il termine clinomania deriva dal greco antico klínē (letto) e indica la patologia per cui si prova il desiderio incontrollabile di rimanere sdraiati a letto. Secondo il dott. Mark Salter del Royal College of Psychiatrists, che ne ha parlato in un articolo di BBC 3, è un sintomo di depressione. Psicologicamente, infatti, il lettoricorda il calore e il rifugio del grembo materno e fa sentire protetti dal mondo, dagli impegni da affrontare, dai rapporti sociali.

La clinomania colpisce le persone che sono già soggette a stati d'ansia e tendono alla depressione. Se dunque il desiderio di rimanere al letto al mattino è persistente e costante, bisogna capirne le cause e agire per risolvere il problema.

Tra i motivi che possono scatenare la clinomania c'è la depressione post partum. Altro motivo può essere la mancanza di autostima o la paura delle relazioni sociali.

Nei casi più acuti è consigliabile rivolgersi a uno psicologo. Se invece la clinomania non si accompagna a depressione, si possono mettere in atto semplici accorgimenti. Per esempio, basta dormire un numero di ore adeguato, tra le sei e le nove ore; concedersi, prima di andare a letto, dei momenti di relax, con un bagno caldo o una tisana; spegnere tutti gli apparecchi elettronici in camera e naturalmente computer e smartphone.

Dal Sito: radiomontecarlo.net

venerdì 12 ottobre 2018

4 errori che facciamo quasi tutti e ci fanno dormire male





Non ricordate l’ultima volta in cui avete dormito 8 ore di seguito? Fate fatica ad addormentarvi? Ecco 4 consigli per dormire meglio e più a lungo

Non sapete più cosa vuol dire svegliarsi tardi e sentire quella sensazione di relax ed energia che può arrivare solo dopo un sonno ristoratore.

Vorreste solo riposare bene ed evitare quella terribile percezione di occhi che bruciano e mente affaticata.

Tranquilli, non siete soli.

Secondo un sondaggio dell’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico, sette italiani su dieci hanno questo tipo di disturbimentre quattro italiani su dieci hanno difficoltà ad addormentarsi.

Vi diamo degli accorgimenti per dormire meglio e sentirvi più rilassati durante la giornata.
Attenzione a cosa mangiate

Quello che mangiamo è direttamente collegato a come dormiamo.

Prima di andare a dormite evitate i cibi che contengono sostanze eccitanti come teina, caffeina, cioccolato e alcol.

Preferite alimenti come pasta, legumi o cereali e una buona tazza di latte caldo per favorire il rilassamento.

Spegnete gli accessori elettronici

Almeno 1-2 ore prima di andare a dormire spegnete smarphone, tablet, tv e computer.

La luce blu emessa da questi dispositivi inganna il vostro cervello poiché ha lo stesso effetto del sole: inibisce la produzione di melatonina, l’ormone del sonno e vi tiene svegli.

Concedetevi un buon libro o semplicemente usate quel tempo per pensare alle cose belle della giornata, il vostro sonno sarà più rilassato.

Niente palestra dopo cena

Lo sport durante la giornata ha degli effetti benefici nel riposo notturno ma si devono avere delle accortezze specifiche.

Ad esempio, bisognerebbe evitare di fare sport a ridosso del momento del riposo poiché l’allenamento eleva la temperatura corporea e accelera il metabolismo.

Finite quindi il vostro allenamento almeno tre ore prima di andare a dormire.

Lasciate i pensieri diurni fuori dal letto

Ve ne sarete accorti, quello che viviamo durante il giorno si ripercuote sulle ore notturne.

Preoccupazioni, stress, ansia e pensieri convergono tutti nel momento in cui abbassiamo la guardia.

Per questo si può imparare a tenere a bada i pensieri con tecniche di rilassamento mirate ed evitando di stressarvi troppo nelle ore diurne.

Cominciate con portare a conclusione un compito senza farvi distrarre dai social network o dalle mail, vi sentirete più produttivi, efficaci e soddisfatti.

Prima di andare a dormire concentratevi solo sul vostro respiro e rilassate la muscolatura, imparerete presto a farvi rapire dalle braccia di Morfeo.


E a tutto il resto penserete domattina.

di ELISA CASTELLANO


Dal Sito: grazia.it

mercoledì 10 gennaio 2018

Perché chi dorme poco rischia ansia e depressione




Un team di psicologi ha determinato che chi dorme poco viene sopraffatto dai pensieri negativi e ha maggiori probabilità di soffrire di ansia e depressione.

Dormire meno delle 8 ore a notte raccomandate aumenta il rischio di ansia e depressione. Lo ha determinato un team di psicologi dell'Università Binghamton – Università Statale di New York, dopo aver condotto una serie di esperimenti con 52 adulti colpiti da pensieri negativi ricorrenti, quelli che si presentano alla mente in modo del tutto incontrollato e ossessivo. I ricercatori, coordinati dalla professoressa di Psicologia Meredith Coles e dal dottor Jacob Nota, per giungere alle loro conclusioni hanno sottoposto i partecipanti alla visione di immagini in grado di scatenare una forte reazione emotiva, e ne hanno monitorato la durata del sonno e l'attenzione attraverso dispositivi di eye tracking, che tengono traccia dei movimenti oculari.
Dall'analisi dei dati è emerso che le persone che dormivano meno erano quelle che passavano più tempo a osservare gli stimoli negativi e quelle che avevano maggiore difficoltà a spostare la propria attenzione dagli stessi, un fenomeno osservato anche nei soggetti che avevano fatica ad addormentarsi una volta sdraiatisi sul letto. “Abbiamo scoperto che le persone coinvolte in questo studio avevano la tendenza a mantenere i pensieri negativi ‘bloccati' nelle loro teste, e l'elevato pensiero negativo rendeva difficile per loro disimpegnarsi dagli stimoli negativi a cui li abbiamo esposti”, ha sottolineato la dottoressa Coles. “Mentre altre persone potrebbero essere in grado di affrontare informazioni negative e guardare oltre, i partecipanti hanno avuto difficoltà a ignorarle”.
Chi dorme poco, in pratica, verrebbe letteralmente sopraffatto dai pensieri negativi ricorrenti, che catalizzano lo stato di agitazione, riducono ulteriormente la durata del sonno e aumentano le probabilità di essere vittime di ansia e disturbi depressivi. Un vero e proprio circolo vizioso della negatività, che secondo i ricercatori potrebbe essere contrastato regolando i cicli di sonno dei pazienti. Che l'insonnia faccia male, del resto, non è una novità; un recente studio dell'Università Politecnica delle Marche e dell'Università del Wisconsin ha infatti dimostrato che la carenza di sonno attiva un vero e proprio meccanismo di ‘autoconsumazione' cerebrale. I dettagli della ricerca americana sono stati pubblicati sulla rivista scientifica ScienceDirect.

articolo a cura di
Andrea Centini