Visualizzazione post con etichetta qui e ora. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta qui e ora. Mostra tutti i post

venerdì 4 settembre 2020

Qui ed Ora: il potere dei nostri pensieri



Viviamo davvero la vita in piena consapevolezza? Siamo capaci di godere appieno delle cose? Nonostante le moltissime possibilità che abbiamo spesso siamo insoddisfatti.

In realtà le persone riferiscono spesso di avvertire la propria incapacità di essere pienamente presenti in molteplici aree esperenziali. Un senso di incompletezza ed insoddisfazionesembra ostacolare l’instaurarsi di buone relazioni amicali, mette i bastoni tra le ruote al desiderio di innamorarsi, o costituisce un ostacolo ad un buon rendimento nell’ambito lavorativo.

Possediamo un universo che potremmo osservare da centinaia di angolazioni diverse; abbiamo monti da scalare, mari da solcare, terre e culture da conoscere, ed in effetti la maggior parte di noi si dà molto da fare per organizzare viaggi ed eventi di ogni genere, si ricercano continuamente le occasioni di incontro, tutto sembra davvero possibile in un’epoca in cui ogni strumento ha potenzialità immense. Eppure questo non è sufficiente a renderci soddisfatti, men che mai felici.

La sofferenza riportata da molti pazienti riguarda proprio la sensazione di non essere protagonisti del momento atteso: l’obiettivo sembra chiaro e disponibile, ma anche quando si realizza un desiderio l’esperienza viene fatta, ma non vissuta intensamente.

Cosa succede? La mente ha potenzialità infinite, ci proietta in un altro tempo, allontanandoci dal momento presente; il qui ed ora viene troppo spesso sacrificato a causa del potere dei nostri pensieri, che ci sbilanciano e ci trascinano altrove.

 Il passato ed il futuro sono le dimensioni a cui i nostri pensieri approdano quasi costantemente; ognuno di noi può constatare come la mente lavori senza sosta, e qualsiasi attività stiamo svolgendo, con ogni probabilità potremmo sorprenderci a pensare a quanto siamo preoccupati per ciò che dobbiamo fare l’indomani, o potremmo ritrovarci a ricordare un avvenimento che ci ha turbato tempo fa. Il chiacchiericcio della nostra mente è costante, e riconoscere i nostri pensieri senza che ci trascinino via sembra essere un lavoro necessario per ritrovare il nostro presente e consentirci di viverlo pienamente.

Un giovane paziente, ad esempio, espresse tristezza raccontando che una ragazza gli piaceva molto e che si stavano frequentando assiduamente. Chiesi dunque perché fosse turbato, lui rispose che gli veniva in mente la precedente fidanzata che lo aveva lasciato facendolo molto soffrire (il pensiero volge al passato) e che era preoccupato perché se avesse deciso di non continuare la storia con la ragazza in questione lei avrebbe potuto soffrire (il pensiero volge al futuro).

Un pensiero triste riguardo ad una storia finita e l’intensa preoccupazione per lo sviluppo della relazione attuale stavano intrappolando questa persona in un vortice di sentimenti angosciosi ed intrusivi, che costituivano un serio impedimento al suo vivere e fare esperienza del momento presente.

Il presente è l’unico tempo di cui possiamo disporre; possiamo certo ricordare gli errori commessi nel passato e farne tesoro per decidere di comportarci diversamente, ma questo lo facciamo nel presente; possiamo pianificare un progetto che si realizzerà nel futuro, ma anche questo lo facciamo nel momento presente.

Imparare a godere del Qui ed Oraimplica prendere contatto con il momento presente con consapevolezza, facendo esperienza delle nostre sensazioni ed emozioni, anziché perderci nei nostri pensieri. È importante acquisire La capacità di stare, prestando attenzione al nostro mondo interiore nonché al mondo esterno.

Credo siano utili alcune riflessioni:  

 La nostra mente parla continuamente: non c’è nulla di strano, dai nostri antenati abbiamo ereditato una mente pronta ad elaborare strategie per difenderci dal pericolo e sopravvivere; pensieri preoccupanti sono il prodotto di questa nostra mente che ci mette in guardia dalle insidie della vita

Riconoscere i pensieri:frequentemente i pensieri si moltiplicano e formano una squadra di “mostri” assai minacciosi; acquistano forza e finiamo per considerarli come verità inconfutabili (“Sono Inefficiente”, “Non valgo nulla”, “Farò un disastro” ecc.). i pensieri sono però un prodotto della nostra mente, e noi non siamo i nostri pensieri

Accettare i nostri pensieri:possiamo consentire ai nostri pensieri di esserci anche quando non ci piacciono, ci disturbano e provocano in noi emozioni sgradevoli. Guardare i nostri pensieri come se fossimo degli osservatori esterni significa prendere atto che ci sono, che talvolta non li amiamo, ma che non hanno il potere di travolgerci

Evitare di intraprendere la lotta contro i nostri pensieri: spesso si cerca di evitare un pensiero spiacevole cercando strategie per distrarsi, bevendo o mangiando in modo eccessivo, compiendo imprese rischiose o correndo in macchina; tali strategie di evitamento non fanno che potenziare il pensiero stesso, accrescere la paura che torni e generare frustrazione nel momento in cui ci travolge nuovamente.

Alcune tecniche sono molto efficaci allo scopo di consentirci di riconoscere ed accettare i nostri pensieri.

La Respirazione consapevole è uno strumento molto potente: scegliere di prestare attenzione e divenire coscienti che stiamo respirando ci consente di fermarci e consentire alla mente di sostare, ascoltando le sensazioni che il corpo comunica.  Non si tratta di compiere un duro lavoro o di profondere energie in uno sforzo di concentrazione; al contrario è necessario semplicemente decidere di dedicarsi al momento presente, trovando uno spazio adeguato ed una posizione comoda, e semplicemente osservare le caratteristiche del nostro respiro, il suo ritmo, le variazioni nel suo libero fluire.

Portare l’attenzione al flusso dell’aria che entra ed esce dalle narici, all’espansione e svuotamento del torace, all’espansione e sgonfiamento dell’addome ci dà la possibilità di sintonizzarci con il corpo, ed al contempo osservare come la nostra mente ci conduca altrove.

Dopo una sessione di respirazione consapevole molte persone mi raccontano con stupore e gioia come abbiano “visualizzato” i propri pensieri, a volte fonte di preoccupazione per un impegno futuro, a volte frutto di ricordi malinconici. Quando viene fatta luce sui nostri pensieri, essi cessano di essere aggressori intrusivi senza volto, si depotenziano perché vengono visti con chiarezza ed individuati come un prodotto della mente, ed altro da noi. Inoltre astenersi dal giudicare pensieri e stati d’animo, anche se non ci piacciono, fa sì che possiamo lasciare che siano e che abbiano il proprio spazio, per poi lasciarli andare.

Viviamo nel presente, ma la nostra epoca richiede di procedere a grande velocità, restando sempre intenti nel fare; dimentichiamo di essere, lasciando che il Qui ed Ora scivoli via e rendendo il tempo inafferrabile.

Imparare a vivere consapevolmente il momento presente può fornirci la chiave per concederci di assaporare la vita, momento per momento, lasciando che i nostri pensieri e le emozioni che ne derivano emergano con chiarezza e possano essere osservati senza giudizio. Il nostro sentire, nel godimento del momento presente, ci consentirà di guardare al passato come fonte di insegnamento, ed orientarci verso il futuro dando le giuste risposte ai nostri bisogni e necessità.

Dal Sito: benessere4u.it

lunedì 3 agosto 2020

Lasciati il passato alle spalle e va avanti



Quante volte abbiamo sentito questa frase, quante volte abbiamo immaginato di riuscire a cancellare il passato per superare le difficoltà che l’incapacità di andare avanti ci impone di vivere, quegli strascichi che continuiamo a portarci dietro e che ci impediscono di essere felici.

Tutti commettiamo errori, da sempre, e tutti attraversiamo momenti difficili. I latini dicevanoErrare humanum est, perseverare autem diabolicum” e in effetti sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. Continuare a fare gli stessi errori, o lasciare che il passato influenzi negativamente il nostro presente è sbagliato.

Non importa quanti errori abbiamo commesso, quanti ne abbiamo subiti, ciò che conta è andare avanti nel miglior modo possibile, rialzarsi e fare del proprio meglio per avere una vita felice.

Gli errori in effetti i sono i migliori insegnanti dell’uomo, non ci definiscono, ci insegnano a fare diversamente. Quindi non serve rimuginarci su, ma imparare la lezione.

Eppure il passato può essere un eccellente insegnante, una grande fonte di ispirazione per andare avanti, o un grande freno alla nostra felicità che ci impedisce di vivere la vita che sogniamo.

Eppure siamo nati per essere felice e non è giusto che ciò che è stato influenzi negativamente la nostra vita. Dobbiamo lasciarcelo alle spalle.

Ecco 4 consigli per guarire dalle ferite:

Perdoniamo

Che si tratti di perdonare noi stessi per un errore commesso o di perdonare qualcuno che ci ha ferito, il perdono può guarirci. 

“Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza.”

Se continuiamo ad essere arrabbiati e amareggiati per il passato, feriamo solo noi stessi. Se continuiamo ad alimentare i vecchi rancori e le vecchie delusioni, continuiamo a farci del male, continuiamo a sentire dolore. Staremo molto meglio se li lasciamo andare.

Pratichiamo la gratitudine

Prendiamoci del tempo, ogni giorno, per sentirci grati delle cose belle che abbiamo. Siamo grati per le persone che ci amano e ci hanno aiutato, per chi ci ha insegnato qualcosa in questo meraviglioso viaggio che è la vita. Siamo grati per la tua salute, grati di avere un tetto sulla testa, grati per le opportunità che ci dà la vita, grati per il cielo azzurro, le giornate di sole, i fiori che sbocciano nel nostro giardino. Più pratichiamo la gratitudine e apprezziamo le cose che ci circondano, più sarà semplice dimenticare le cose che ci hanno fatto del male.

Ringraziamo anche per le persone che ci hanno reso la vita difficile: è grazie a loro se siamo diventati coraggiosi, compassionevoli e perseveranti.

Cerchiamo di praticare la gratitudine ogni giorno con la meditazione, scrivendo su un diario a cosa siamo grati, o anche solo passeggiando e apprezzando per alcuni minuti tutto ciò che vediamo.

Ricordiamo che i nostri pensieri determinano la nostra realtà

Se vogliamo migliorare la nostra realtà, pensiamo in modo positivo. Se ci ritroviamo a pensare a qualcosa di negativo accaduto nel passato, trasformiamo consapevolmente quel pensiero in qualcosa di positivo.

Se per esempio ci ritroviamo a pensare di aver sprecato i nostri migliori anni con qualcuno che ci ha tradito, sostituiamo il pensiero con: “Sono felice di essere libero di trovare qualcuno che mi apprezzi davvero per quello che sono”.

Ricordiamoci che siamo incredibili

Se è vero che concentrarsi sui propri fallimenti diminuisce la propria autostima e la propria felicità, è anche vero che concentrarsi suoi propri successi aumenta autostima e felicità. Facciamo quindi un elenco dei nostri successi. Possiamo farlo in due modi: attraverso l’esercizio dei 9 successi o l’elenco dei 100 successi.

L’Esercizio dei 9 successi consiste nel dividere la tua vita in 3 periodi di tempo principali. Il primo va dalla nascita fino ai 20 anni. Il secondo dai 21 anni fino a metà della restante parte, il terzo dalla restante parte. Se abbiamo 45 anni, per esempio, il primo periodo andrà dalla nostra nascita ai 20 anni, il secondo dai 21 ai 33 anni, il terzo dai 33 ai 45 anni. 
Procedi quindi scrivendo per ogni periodo 3 successi per un totale complessivo di 9 successi raggiunti finora. Quando elenchiamo i successi non scartiamo cose tipo il diploma, la patente, la laurea, al tempo erano grandi traguardi e meritano di essere menzionati.

L’Elenco dei 100 successi consiste nello scrivere un elenco di 100 successi raggiunti nella vita. Concediamoci dei giorni per completarlo. Scriviamo tutti i traguardi raggiunti, inclusi l’apprendimento di una lingua straniera, la promozione ad un esame difficile, cucinare un piatto squisito, aver risparmiato per un viaggio, aver imparato a suonare uno strumento, aver imparato ad usare una macchina fotografica.

Una volta completato l’elenco, sia esso dei 9 successi o dei 100 successi, guardiamolo. Ci ricorderà quanto siamo stati bravi a realizzare quelle cose e ci farà capire che siamo in grado di realizzare qualsiasi cosa vogliamo.

Guardare al passato con rammarico e dolore, ci trascina solo nel vortice negativo del dolore. Guardare al futuro con speranza e determinazione, ci permette di vivere una vita felice e di raggiungere la felicità che cerchiamo.

Dal Sito: aprilamente.info 

mercoledì 6 maggio 2020

Gestione Covid-19: il “qui ed ora”



Mai come quando ti stravolgono il presente e ti tolgono il futuro ti rendi conto di quanto ciò che davvero hai è il “qui ed ora”.

Questo è quello che dicono anche le persone rilasciate dopo un rapimento, chi è stato in guerra, chi ha provato la prigionia: ti aggrappi al presente, ogni momento ha peso e valore, perché è l’unica cosa che sicuramente hai, a volte l’unica che ti resta.

E lo dicono le persone che perdono qualcosa o soprattutto qualcuno: “Se fosse qui gli direi…., vorrei aver fatto X o Y con lei…, vorrei aver sfruttato meglio il tempo trascorso insieme…., se potessi toglierei i musi e le rabbie e cercherei maggior dialogo e contatto…, se avessi saputo che non avevamo tutto il tempo di una vita a disposizione avrei puntato alle cose più importanti…”.

Tendiamo a pensare che il tempo ci sarà sempre, che si potrà sempre fare quello o quell’altro.
Spesso è così, e non pensare mai al domani potrebbe diventare angosciante e demotivante. Tuttavia, quando lo facciamo troppo ci dimentichiamo di curare il presente e trascuriamo tante cose che sono possibili e certe per qualcosa che lo è meno… Il tempo non è una risorsa illimitata e considerare che abbiamo a disposizione un tempo “finito” ci può aiutare a usarlo meglio, in modo più significativo ed efficace per i nostri valori e le cose e le persone importanti per noi.

Allora penso che questo periodo di presente così diverso dal solito possa aiutarci ad imparare ad apprezzare e curare di più il “qui ed ora”.

Focalizziamoci su quello che possiamo controllare, che dipende da noi e cerchiamo di non stare troppo a leggere e pensare a ciò che non è sotto il nostro controllo, non dipende da noi, non siamo noi a gestire. Quindi? Partiamo dall’organizzazione della nostra giornata, orari e impegni, e del fine settimana. I giorni sono i “contenitori”, mettiamoci noi il “contenuto” perché, come recita un adagio, “Non possiamo aggiungere giorni alla vita, ma possiamo aggiungere vita ai giorni”.
Non stiamo in attesa del prossimo bollettino, del prossimo emendamento, delle prossime indicazioni, di quando potremo… dettiamo noi le nostre regole, dove, quando e per come possiamo.

“Stiamo dentro” alle cose che facciamo: siamo davvero partecipi, viviamole, non andiamo con la mente già da un’altra parte, alla prossima cosa da fare, a quanto è successo ieri. Stiamo sul pezzo, dentro al presente che stiamo vivendo, nelle cose che stiamo facendo. Stiamoci “dentro” ad esempio usando corpo e sensi, sentendo le sensazioni ed emozioni che le varie attività e dialoghi ci suscitano. Sono al telefono con un’amica? Mente e cuore siano con lei.
Sto rifacendo i letti? Mani e occhi su lenzuola e coperte.
Sto guidando? Mani sul volante e occhi alla strada.

Questa quarantena ci ha un po’ ipoattivato, spento, bloccato? Scriviamoci quali piccoli passi possiamo fare, cosa ci sentiamo di iniziare a fare per riattivarci un po’, in cosa – 1 o 2 cose al giorno – sentiamo che vogliamo provare ad impegnarci per noi e per gli altri.
Ci ha, al contrario, iperattivato?
Ci sentiamo nervosi, irrequieti, frenetici? Annotiamo nero su bianco qualche semplice azione e strategia che possiamo allenarci a fare per sfiatare, scaricare, riportare un miglioreequilibrio in noi.
Può avere a che fare con il corpo e le mani – attività fisica, giardinaggio, ricamo, puzzle, lavoro a maglia, disegno, suonare, pulire, cucinare, fare lavori di bricolage. Oppure con la mente – leggere, fare progetti, pregare, meditare. O perché no, con il cuore – cosa ci rende felici ed è fattibile anche oggi? Cosa ci dà soddisfazione e possiamo farlo anche in casa? Cosa ci calma ed è a portata di mano?

Impegnamoci per cose e persone per noi importanti: se possiamo evitiamo o riduciamo cose che davvero non sono importanti né necessarie.
Cosa posso fare? E come?
Ad esempio cos’è importante per me? Gli sto dedicando tempo e attenzione? Chi è importante per me? Sono in contatto e mi spendo per lui/lei/loro? E mi sto prendendo cura anche di me? Sono premuroso e gentile con me stesso? Come mi sto impegnando ad essere come vorrei…?

“Ama il prossimo tuo come te stesso”, “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”, “In caso di turbolenza prima di aiutare chi hai vicino indossa tu la tua maschera per l’ossigeno”.
Per seguire al meglio le regole che ci vengono richieste cerchiamo di vedere non solo l’aspetto di proibizione e di limite ma soprattutto i motivi per cui ci viene chiesto tutto questo e il bene che questo può portare per noi e per gli altri.
E anche ciò che mascherine, guanti, distanza e disinfettanti ci lasciano liberi di fare: sorridere – anche con gli occhi! – salutare, chiedere, interessarsi, tenere i contatti, pregare, meditare, fare attività fisica, aprire le finestre, respirare bene, ringraziare, imparare, essere curiosi…

Vi saluto con questo aforisma: “Il passato è storia, il futuro è mistero, il presente è un dono”.

Francesca Baggio
Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Dal Sito: smazing.it 

sabato 16 novembre 2019

Come imparare a vivere meglio grazie alla Mindfulness


I grandi cambiamenti sono preceduti da piccole scosse, da timide variazioni quotidiane che possono rivoluzionare la nostra vita, portandola sulla strada giusta. La Mindfulness può aiutarci in questo senso e a questo proposito vi sveliamo 5 segreti per imparare ad essere più consapevoli del presente e riuscire a fare dei veri cambiamenti in poco tempo.

Tutti sappiamo che quando si tratta di felicità, non possiamo parlare di miracoli, non esistono. Quello che esiste, invece, è la forza di volontà, ma anche la mentalità aperta che giorno dopo giorno, poco a poco, consente di essere più recettivi alle opportunità che si presentano. Per attraversare la porta giusta al momento giusto.

Uno dei più grandi nemici che ci separano dalla soglia delle opportunità è senza dubbio la “mente errante”. Diversi studi rivelano che passiamo circa il 30-40% del nostro tempo con il pilota automatico inserito. Vivere una vita abitudinaria di cui essere semplici passeggeri e non comandanti vuol dire lasciare nelle mani del destino la propria felicità.

Non va bene. Per questo vi proponiamo di fare un cambiamento. Vi invitiamo a seguire questi 5 consigli nella vostra vita di tutti i giorni per vedere risultati nell’arco di 15 giorni.

1. Fare attenzione alle proprie emozioni, il momento migliore per ascoltarle è adesso

La Mindfulness è prima di tutto una filosofia di vita, una risorsa per sviluppare una piena consapevolezza del presente e di ciò che offre.

Niente di questo avrebbe senso se non ascoltassimo le nostre emozioni. Aspetti come la delusione, la rabbia, la contraddizione o l’ira non possono finire in una cartella dell’hard disk del nostro cervello.

Dobbiamo imparare a gestire, a capire queste emozioni, a prendere il controllo del nostro mondo interiore senza rimandare.

2. La Mindfulness insegna a smettere di giudicare

Imparate a vivere la vostra realtà senza giudicare. Gli altri hanno il pieno diritto di fare, capire e vivere la loro vita come meglio credono.

La vostra vita è solo vostra, siatene responsabili ed evitate di emettere giudizi  su realtà estranee alla vostra. Un esercizio semplice come questo vi consentirà di trovare il giusto stato di calma ed equilibrio a partire da oggi stesso.

3. Essere recettivi, ascoltare, imparare ad essere presenti

Fatelo, spegnete oggi stesso il suono incessante e ripetitivo dei vostri pensieri.

Ora aprite gli occhi, ma non solo per vedere, ma per “guardare” con più calma tutto ciò che vi circonda.

Rallentate il ritmo della vostra vita, fermatevi e respirate.

Imparate ad ascoltare, avete “udito” suoni per molto tempo, ora è il momento di sentire, di guardare e di ascoltare con il cuore, con la mente.

Uno strumento eccezionale per imparare ad essere più presenti è gestire meglio il nostro tempo. Se desiderate una vita più piena, è necessario che impariate ad applicare gli adeguati filtri mentali e a concentrare le vostre energie e risorse personali nell’obiettivo vitale che avete in mente.

4. Mettere da parte il “devo essere” per dire “io sono”

Passiamo gran parte della nostra vita ad essere ciò che gli altri si aspettano da noi. Ci sforziamo di compiacere tutti, di essere quello che vogliono. Tutto questo è fonte di sofferenza inutile che ci porta lentamente all’infelicità.

Fate dei cambiamenti. Mettete da parte il “devo essere” per dire “io sono”.

Per ricordare chi siamo ed entrare in contatto con il nostro io nel momento presente, la meditazione può essere una grande alleata.

Non possiamo dimenticare che la risorsa fondamentale della Mindfulness è senza dubbio la meditazione e corsi di yoga o tecniche di rilassamento sono molto utili in questo senso.

5. Praticare l’accettazione

Mettere in pratica giorno dopo giorno l’accettazione non vuol dire arrendersi a tutto ciò che accade.

In primo luogo, significa accettare noi stessi e le nostre attuali emozioni.

L’accettazione ci permette anche di capire realtà diverse dalla nostra e di rispettarle.

Accettare significa anche parlare il linguaggio del cuore in cui si coniugano la tolleranza e la comprensione. Solo così saremo in grado di iniziare il cambiamento, di aprire le porte al nostro benessere interiore.

In conclusione, questi 5 consigli sono come delle finestre da cui poter affacciarsi ogni giorno per vedere e capire la vita in un modo completamente diverso.

La Mindfulness è il modo migliore per avvicinarsi ad una felicità piena e autentica. Non esitate a provarla, a metterne in pratica le tecniche e a lasciarvi guidare da persone esperte in materia. La formazione è sempre il modo più semplice e pratico di ottenere risultati diretti in poco tempo.

mercoledì 9 ottobre 2019

Imparare a vivere nel presente


Imparare a vivere nel presente offre grandi vantaggi; eppure, vivere sfruttando al massimo il momento presente non sembra essere sempre facile. Succede spesso che i protagonisti della nostra vita siano ansia e tristezza. Capita anche a voi?

Ricordiamo con nostalgia il passato, quei momenti in cui abbiamo riso tanto da avere le lacrime o quelli che eravamo convinti sarebbero durati per sempre. Immaginiamo e facciamo mille piani per il domani alla ricerca del futuro perfetto. Uno sforzo che richiede spesso un grande dispiego di tempo ed energie. Molti di noi spendono il loro tempo così, pianificando il futuro e ricordando con nostalgia il passato. Ma vediamo in questo articolo come imparare a vivere nel presente.

Le angosce del passato

Dobbiamo riconoscerlo, tutti abbiamo fatto almeno una volta un tuffo nel passato con la memoria. Non c’è nulla di male, siamo esseri umani e in quanto tali ci definiamo a partire dai nostri ricordi. Man mano che la nostra vita procede, siamo tentati a ripercorrere il passato perché nel presente non troviamo stimoli e sensazioni positive. È in questi momenti che tendiamo ad aggrapparci ai nostri ricordi miglioricome se fossero il nostro tesoro più prezioso.

Il problema è che a volte il nostro desiderio di ancorarci al passato finisce con l’intorpidire la nostra crescita. Combattiamo una battaglia che rischia di danneggiare la nostra salute psicologica, soprattutto se riviviamo il passato in modo ossessivo, senza goderci il presente.

Ci sono ricordi che risvegliano in noi emozioni in grado di suscitarci un grande malessere. Stiamo parlando di tristezza e colpa, in grado di minare il nostro stato emotivo; soprattutto se non siamo in grado di gestirne gli effetti collaterali.

«Non potevi fare diversamente, perché non hai fatto diversamente. Tutto quello che hai fatto in passato è perfetto per il livello di coscienza che avevi in quel momento. Se adesso lo vedi in maniera diversa, celebra la tua presa di coscienza, ma non permettere all’ego di controllarti con la sua arma più potente: la colpa.»

-Alejandra Baldrich-

L’incertezza di un futuro da costruire

Tutti abbiamo fatto questi ragionamenti. Quelli in cui i pensieri si succedono uno dopo l’altro senza possibilità di interromperli, generando un’eccessiva preoccupazione per il futuro.Quest’abitudine, molto diffusa nella società attuale e profondamente radicata nel nostro stile di vita, costringe la nostra mente a sprecare risorse, ingabbiati in uno stato di allerta continuo.

Il futuro ci spaventa; la paura che suscita è data dal potenziale scenario, pieno di minacce, che immaginiamo. Parliamo di un processo mentale che, come specie, abbiamo spesso utilizzato per sopravvivere. Eppure, questa strategia fallisce quando non siamo in grado di erigere un muro per le incertezze o prevenire e arginare la nostra ansia.

«La vera generosità verso il futuro consiste nel donare tutto al presente.»

-Albert Camus-

Qui e ora: il nostro nuovo raggio di azione

L’unica realtà sulla quale possiamo davvero intervenire è il presente. È dove avviene la vita, è ciò che succede proprio mentre state leggendo queste righe. Possiamo solo godere del presente, dei piccoli momenti da cui la vita è composta.

Quando viaggiamo nel passato e nel futuro, l’importante è riuscire a usare tutte le nostre capacità per riconoscere in modo obiettivo gli ostacoli che questi portano in dote. È importante imparare a slegare le nostre emozioni dalla situazione ed essere capaci di individuare nuovi percorsi per andare avanti. A tale scopo, la tecnica migliore è concentrarsi sul momento presente e imparare a vivere nel presente.

Lo sappiamo, è più facile a dirsi che a farsi; ma con un po’ di pratica saremo in grado di aggiungere questo atteggiamento alla nostra personalità. Il primo passo può essere quello di abbracciare l’idea che i cambiamenti sono positivi. La vita, in fondo, è cambiamento ed evoluzione. Entrambi spesso alla nostra portata fin dal momento presente.

«Il passato è andato, ciò che aspetti è assente, ma il presente è tuo».

-Proverbio arabo-

Nelle sue conferenze e nei suoi libri su leadership e management,Francisco Alcaide parla con grande lucidità di come possiamo gestire le nostre emozioni e prendere il controllo della nostra vita:

Guardare il passato con gratitudine.

Godere del presente con entusiasmo.

Costruire il futuro con speranza.

E a voi che state leggendo questo articolo, diciamo che siete esattamente dove dovreste trovarvi… sulla buona strada per imparare a vivere nel presente.

Imparare a vivere nel presente

A volte dobbiamo frenare l’inerzia del nostro focus emotivo, indirizzandolo meglio. Frenare quest’agitazione, o almeno il pericoloso dialogo interiore a cui siamo abituati, è fondamentale. Solo così saremo in grado di adottare una prospettiva che ci consenta di concentrarsi sul momento attuale e godere del presente.

Possiamo ricorre alla mindfulness.Si tratta di una tecnica che aiuta a prendere piena consapevolezza del momento presente. Una tecnica che ci fornisce la calma necessaria per rispondere, e non solo reagire, alle circostanze che ci troviamo a dover affrontare.

Dobbiamo smettere di pensare a tutti i singoli momenti che compongono la nostra vita, anche perché pensandoci bene, i più stimolanti sono quelli che arrivano inaspettati, non previsti. Non li cerchiamo, ma li troviamo mentre viviamo, godendo del presente.

Vivete la vita con passione

Sono molte le persone che vivono la vita con monotonia, senza passione. Ripetono lo stesso processo, anno dopo anno.  

giovedì 5 settembre 2019

La Mindfulness, il nostro cervello si puó realmente modificare?


Hai presente quando ti hanno appena presentato una persona e dopo pochi secondi non ricordi più il suo nome? Oppure quando esci dall'ufficio e non ricordi più dove hai posteggiato l'auto? Oppure ancora quando eri in vacanza e provavi ansia al solo pensiero di dover rientrare al lavoro? Tutti questi sono piccoli episodi di mancanza di consapevolezza. Vediamo da vicino quanto è importante essere consapevoli e come questa può aiutarci nella vita quotidiana, apportando dei reali benefici al nostro organismo.
Uno degli errori piú comuni, fonte di malessere, è restare intrappolati nel passato o preoccuparsi eccessivamente del futuro, ossia di fatti non ancora accaduti. La maggior parte di noi non vive il presente e non si concentra sul “qui e ora”.

Viviamo la maggior parte del nostro tempo con una specie di pilota automatico inserito. Il nostro corpo è presente, fa le sue cose in maniera automatica, ma la nostra mente non c’è.

Ed ecco che entra in gioco la Mindfulness.

Mindfulness significa essere consapevoli e pienamente presenti in ciò che sta accadendo nella nostra vita quotidiana, calandosi nel momento presente.

Per comprendere pienamente questo concetto, farò riferimento al suo contrario, la Mindlessness, ossia la mancanza di consapevolezza.

Avete presente quando vi presentano una persona e solo dopo pochi minuti non vi ricordate più come si chiama? Oppure quando usciamo dal luogo di lavoro e non ricordiamo più dove abbiamo parcheggiato l’auto? Oppure, ancora più fastidioso, quando siamo in vacanza e il solo pensiero di tornare al lavoro vi crea ansia?

Questi sono piccoli ma frequenti episodi di mancanza di consapevolezza.

La tendenza a non essere completamente presenti alla vita può portarci numerose conseguenze importanti che ci fanno perdere esperienze e occasioni a cui teniamo, rischiare incidenti, maggiori incomprensioni nei rapporti con gli altri, ma soprattutto ci espone di più allo stress  e ai problemi psicologici con tutte le conseguenze fisiche e mentali che ne possono derivare.

La Mindfulness si propone di aiutarci a sostituire nella vita quotidiana comportamenti reattivi, automatici e distruttivi con scelte consapevoli e funzionali.

Il concetto di Mindfulness affonda le sue radici nelle tradizioni contemplative buddhiste. Ma la persona che ha tradotto gli insegnamenti buddhisti in concetti applicabili alla realtà moderna è stato Jon Kabat–Zinn, ricercatore universitario del Massachusets. È colui che è riuscito negli anni ’70 a tradurla in modo laico e accessibile a tutti, facendone emergere il valore scientifico per il quale é stata applicata poi in ambito terapeutico.

Egli praticava la meditazione con benefici personali, quando per lavoro entrò a contatto con malati cronici e terminali. Così si chiese se quello che lui praticava da anni potesse aiutare le persone sofferenti. I primi risultati furono molto significativi: da qui nacque il primo protocollo MBSR  sulla riduzione dello stress (Mindfulness Based Stress Reduction), un protocollo della durata di 2 settimane nel quale egli insegnava ai suoi pazienti ospedalieri affetti da diverse patologie un modo diverso di stare con la loro esperienza e, di conseguenza, anche e soprattutto con la loro malattia.

Negli ultimi decenni la meditazione basata sulla consapevolezza ha conosciuto una sempre più ampia diffusione nella società. Oggi la piena consapevolezza è entrata ufficialmente a far parte degli standard occidentali e all’interno di numerosi ambiti come la medicina, lo sport, l’educazione, la psicologia e la psiconcologia, la scuola, l’azienda, il lavoro e molti altri.

Negli ultimi dieci-quindici anni si è verificato un crescente interesse per la relazione mente-corpo nella medicina occidentale, il che ha creato terreno fertile per una crescita esponenziale dell’attrattiva verso la meditazione in generale e la Mindfulness in particolare. I risultati evidenziano sempre di più come la meditazione della consapevolezza possa aumentare il benessere, riducendo non solo infelicità e lo stress, ma anche numerose malattie.

Ma la Mindfulness può realmente cambiare ilnostro cervello?

Ci risponde il dott.  Massimo Bonucci, oncologo e anatomopatologo presidente e socio fondatore dell’ ARTOI, l’Associazione per la ricerca di terapie oncologiche integrate, una organizzazione no-profit, professionale multidisciplinare, dedicata allo studio, ricerca ed applicazione di trattamenti oncologici attraverso l’uso integrato di più opzioni terapeutiche.

“Una serie di studi pubblicati nell’ultimo decennio su riviste internazionali di Medicina Psicosomatica e Medicina Integrativa per il Cancro hanno documentato gli effetti dell’MBSR sui sintomi che maggiormente affliggono i pazienti oncologici: fatica, qualità del sonno, dolore, nausea, stati di ansia, depressione e rabbia. Non solo: anche la produzione di citochine infiammatorie mostra uno spostamento da un profilo tipico dello stato depressivo e del cancro ad un profilo più fisiologico”.

Gli interventi Mindfulness based, dunque,  funzionano perché sono realmente in grado di cambiare il nostro cervello e le modalità con le quali noi entriamo in relazione con noi stessi e con gli altri.

Nel corso dell’ultimo decennio, infatti, eminenti neuroscienziati hanno monitorato gruppi di pazienti partecipanti ai protocolli MBSR attraverso rigorosissimi studi effettuati con tecniche di brain imaging e hanno riportato risultati davvero interessanti.
Quello che hanno riscontrato è una serie di cambiamenti permanenti nelle aree di funzionalità cerebrale direttamente connesse a tutta una serie di abilità e risorse psicofisiche, cambiamenti che non avvenivano nelle aree cerebrali dei gruppi controllo.

“I trattamenti Mindfulness Based sono pertanto particolarmente indicati per essere inseriti, come succede già nel panorama medico internazionale, nell’ambito della cosiddetta Medicina Integrativa”, continua il dott. Bonucci,  “Sono di per sé Medicina Integrativa proprio perché vanno a connettere l’unità corpo mente a livello biologico, psicologico e sociale, proprio in relazione alla concezione multidimensionale di Salute (appunto fisica, mentale e sociale) descritta dall’WHO nel lontano 1947, concezione che ogni realtà che si occupa dell’UOMO dovrebbe auspicare a realizzare”.

Dunque, perché non provare ad applicare quotidianamente piccoli esercizi di meditazione? D’altronde, perché meravigliarsi? Sappiamo bene che andando in palestra ed esercitando un muscolo siamo in grado di farlo sviluppare! Così come sappiamo bene che la memoria tenuta in esercizio rimanga nel tempo più stabile ed efficiente!

Dal Sito: ilformat.info

mercoledì 31 luglio 2019

QUI ED ORA: DIFFICILE, MA NON IMPOSSIBILE 



QUI ED ORA: DIFFICILE, MA NON IMPOSSIBILE

La presenza è la chiave per accedere alla libertà

Segui il flusso, cogli l’attimo, vivi il presente, mindfulness, carpe diem, sono tutti sinonimi del qui ed ora. Quante volte ci siamo sentiti ripetere come un mantra queste parole, magari accompagnate da sguardi celestiali ed eterei.

Il famoso qui ed ora non è solo una moda o una trovata new age, ma è un concetto spirituale molto radicato. Fin dai tempi antichi, studiosi, filosofi, teologi e maestri spirituali sposavano questo principio ritenendolo fondamentale per entrare nella dimensione spirituale. Già nel secolo I a.C. Orazio con il suo Carpe Diem evidenziava l’importanza del presente. Albert Camus scrittore diceva: “la vera generosità verso il futuro, consiste nel donare tutto al presente”. Una domanda tipica della tradizione Zen è: “Se non ora quando?”. Un famoso detto Sufi recita: “Il Sufi è figlio del tempo presente”. Anche nel Vangelo secondo Matteo, Gesù disse “Non preoccupatevi del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso”.

Che cos’è allora il “qui ed ora”? E’ il presente, semplicemente adesso. Ora mentre state leggendo questo articolo, state nel qui ed ora, non nel “là e dopo”, ma qui e adesso. Il passato e il futuro sono illusioni, non esistono veramente. Nulla è mai avvenuto che non si trovasse nel presente, in quanto il presente è lo spazio nel quale si svolge la nostra vita. Tutti gli eventi che abbiamo vissuto si sono svolti nel momento presente, adesso. Invece noi cosa facciamo? Quando siamo al lavoro pensiamo alle vacanze, quando siamo in vacanza non vediamo l’ora di ritornare al lavoro. Non siamo mai nel posto giusto al momento giusto. Alcuni maestri Zen per mettere alla prova la presenza dei propri allievi, si avvicinano di soppiatto da dietro per colpirli con un bastone. Se l’allievo è pienamente presente e vigile si sposterà in tempo, se è immerso nel futuro o nel passato, riceverà una bastonata.

Siamo perennemente nel passato, nel futuro, altrove o nella testa delle altre persone. Ad esempio un collega al lavoro ci saluta freddamente, e noi pensiamo: “sicuramente ce l’ha con me, non ha digerito la mia promozione, è invidioso, ma adesso la musica cambierà, da ora in poi manterrò io le distanze”. Ci troviamo nel bel mezzo di una simulazione mentale, stiamo pensando quello che avviene nella mente di altre persone. A meno che non siamo dotati di poteri soprannaturali, non possiamo sapere con certezza cosa pensa un’altra persona. A tale proposito vale la pena ricordare che il nostro atteggiamento è solo una proiezione della nostra mente.

Spesso viviamo tra i rimorsi e i fallimenti del passato e l’ansia e la paura del futuro. E così ci roviniamo l’esistenza. La nostra mente, che spesso è uno strumento meraviglioso, a volte si trasforma proprio come Dottor Jekyll e mister Hyde. E’ lei la causa dei nostri problemi, non gli altri, come spesso ci conviene pensare. E’ lei che ci fa tornare indietro nel passato e ci fa viaggiare nel futuro. Si può interrompere però questo circolo vizioso, basta arrendersi all’adesso. Bisogna comprendere che non siamo la nostra mente. La mente è solo uno strumento al nostro servizio, va domata e controllata, altrimenti potrebbe travolgerci e sopraffarci. Se avessi detto…, se fossi stato…, se avessi avuto… sono espressioni inutili adesso. Il passato è passato e non lo possiamo cambiare.

Stare fermi sui torti subiti, sugli errori, è come vivere in prigione, immaginate una stanza angusta un metro per un metro, senza finestra, solo una piccolissima porta, troppo piccola per attraversarla.

Voglio raccontarvi una storia. Due monaci Zen,Tanzan ed Ekido, stavano camminando lungo una strada fangosa dopo una forte pioggia. Vicino ad un villaggio incontrarono una giovane donna che cercava di attraversare la strada, ma c’era così tanto fango che avrebbe rovinato il bellissimo kimono di seta che indossava. Il monaco Tanzen, la prese in braccio e la portò dall’altra parte della strada. I monaci proseguirono in silenzio. Dopo alcune ore Ekido non riuscì più a trattenersi e chiese: “perché hai portato la ragazza al di là della strada, sapendo che a noi monaci non è permessa una cosa simile?” Tanzen rispose: “Ho deposto ore fa la ragazza a terra, tu invece la stai ancora portando addosso”.

Questa magnifica e significativa storia ci spiega che quando non si è in grado di lasciar scorrere il passato, si accumulano dentro macigni che ci rendono impossibile vivere in modo sereno il presente, sia a livello mentale che a livello emozionale. Questo ci impedisce di sviluppare le nostre potenzialità, ci fa perdere le opportunità del presente e apre le porte all’insoddisfazione. Sia ben chiaro che ciò non vuol dire che dobbiamo vivere con passività e farci travolgere dalle situazioni, restando in attesa e buttando via gli orologi. Guardare al futuro, progettando in quale direzione andare, questo vuol dire vivere nel presente con le idee chiare. Tutto il resto è solo ansia, dispersione di energie inutile.
Come mettere in pratica il qui ed ora?

Attraverso la meditazione. Potete incominciare adesso: leggete attentamente, piano, senza fretta ogni parola, ogni riga. Osservate le emozioni che le frasi vi procurano.Tornate indietro a rileggere, se non avete capito qualcosa. Mentre leggete respirate lentamente, il silenzio vi tiene compagnia, siete "nel presente".

La meditazione ci rende più attenti, vigili, pur essendo rilassati. E’ ossigeno per la nostra mente. Il 90% dei pensieri che facciamo durante la giornata è lo stesso delle giornate precedenti. Ricicliamo gli stessi schemi, spazzatura, e se cerchiamo tra la spazzatura cosa possiamo trovare? Niente di buono, il marcio, l’inutile. Inoltre, dobbiamo prestare attenzione anche alle nostre frequentazioni, perchè la mente è come la radio, capta le frequenze vibrazionali, cioè i pensieri. Qualche giorno fa per festeggiare il compleanno di un’amica siamo andati al ristorante, su un maxi schermo, trasmettevano una vecchia partita. Gli appassionati di calcio hanno iniziato ad alterarsi per un fallo, ad un tratto anche le persone non interessate al calcio, hanno incominciato ad irritarsi: chi si lamentava perchè il servizio era lento, chi raccontava l’ultimo litigio che aveva avuto con il coniuge, altri descrivevano episodi di stress a cui erano quotidianamente sottoposti. Io osservavo e ascoltavo, intorno a me frequenze vibrazionali negative, spazzatura. Anche se fossi stata un Budda non avrei avuto scampo in quel vortice. Era indispensabile agire. Ho attirato l’attenzione dei presenti battendo le mani, ho preso il bicchiere e ho detto: "propongo un brindisi, ognuno di noi rivolga un augurio, un pensiero anche solo un aggettivo per la nostra amica". Hanno accolto con entusiasmo la mia iniziativa. Abbiamo trascorso circa 20 minuti a rivolgere complimenti e positività alla festeggiata, tanto da farla commuovere. La serata è proseguita con leggerezza nel presente, nel "qui ed ora". E’ fondamentale ricordare che la qualità dei nostri pensieri, determina la qualità delle nostre giornata.

In fondo, la felicità è a portata di mano, basta un brindisi!

Tina Camardelli

Dal Sito: internationalwebpost.org

giovedì 27 aprile 2017

La vita è adesso: vivere “qui ed ora”


Un proverbio arabo cita: “Il passato è fuggito, quello che speri è assente, ma il presente è il tuo”.
Parliamo del “qui ed ora”, della capacità di vivere l’oggi con costanza e presenza, un concetto apparentemente banale eppure tutt’altro che semplice da trasferire nella vita reale.
Il passato non torna e come tale, non può essere modificato, il futuro, per quanto pianificabile, non lo si può controllare, mentre il presente, è l’unico tempo che realmente ci appartiene Il presente rappresenta la sola dimensione temporale con cui effettivamente possiamo fare i conti, l’unica che possa essere vissuta pienamente e con consapevolezza, cercando di assaporarne ogni istante. Tutto questo sembra essere scontato, eppure moltissime persone vivono costantemente ancorate al passato, crogiolandosi in ciò che sono state in grado di raggiungere o facendosi sovrastare dai loro rimpianti; altri invece sono orientati al futuro, facendo mille previsioni su cosa proveranno e faranno nel momento in cui riusciranno a realizzare i loro sogni o, al contrario, su come superare la paura del domani.
I ritmi frenetici della quotidianità, la routine, i mille impegni ed obiettivi da portare a termine ogni giorno, non solo sono una fonte inesauribile di stress ma soprattutto ci distraggono dal presente e dalla possibilità di godere della magia delle piccole cose, una magia che spesso non siamo in grado di vedere.

La nostra è l’era della distrazione, in cui non c’è spazio per la calma ed il silenzio, in cui il tempo scorre talmente veloce da renderci spesso inconsapevoli delle nostre azioni.

Siamo affetti da quella che viene chiamata “sindrome del pilota automatico”: viviamo le nostre giornate facendo la maggior parte delle cose in maniera meccanica, mentalmente assenti; è appunto la scarsa consapevolezza con cui ci approcciamo alla vita, che spesso ci predispone allo sviluppo di problemi di ansia, stress o comportamenti nocivi per il nostro benessere.

Alcune difficoltà che si possono riscontrare nella quotidianità sono spesso dovute alla “non abitudine a vivere il presente”: chi soffre d’ansia, ad esempio, tende a proiettarsi nel futuro, prospettando eventi catastrofici, lasciandosi sfuggire, in tal modo, la possibilità di sfruttare le risorse e le potenzialità insite nella propria quotidianità. Chi invece è bloccato dalle sue paure, probabilmente è ancora legato al suo passato: il timore di commettere errori già fatti o di soffrire nuovamente, gli impedisce di cogliere la bellezza del momento presente e le opportunità che possono presentarsi lungo il suo cammino.
Un altro grande ostacolo alla possibilità di vivere “adesso” è la nostra tendenza a “rimuginare”: preoccuparci per ciò che non è ancora accaduto e che forse non accadrà o pensare continuamente ad eventi già trascorsi, positivi o negativi che siano, ci fa commettere un errore gravissimo, quello di pensare che ciò che accade oggi possa essere affrontato guardando al passato o prevedendo il futuro. Siamo spesso portati a credere che ciò che eravamo, siamo e saremo, che se le cose sono andate in un certo modo in passato, allora sarà così anche nel presente e nel futuro. Nulla di più sbagliato!
È normalissimo pensare al proprio “ieri” o immaginare il proprio “domani”, a patto che questa attività rappresenti una piccola parentesi della nostra vita, non la parte principale.

Il concetto del “qui ed ora” deriva dalla locuzione latina “Hic et nunc”, un motto che riprende il “carpe diem” di Orazio. Esso sta ad indicare una posizione esistenziale, ovvero, un atteggiamento nel vivere rivolto alla situazione presente. Significa considerare che l’unica realtà concreta a cui possiamo riferirci è quella che stiamo vivendo in questo momento. Attenzione! Vivere nel qui ed ora non equivale al “vivere alla giornata”, ovvero senza alcuna pianificazione o impegno, né vuol dire lasciare che tutto scorra senza intervenire in alcun modo sul corso degli eventi. Vivere nel qui ed ora significa concentrarsi sul presente lasciando andare i sentimenti negativi, i pensieri spiacevoli, le ansie e la paura di non riuscire.
Il “qui ed ora” è un concetto chiave della Psicoterapia della Gestalt, approccio nato negli anni ‘50 dalle intuizioni dello psicanalista ebreo tedesco Friedrich Perls. Secondo tale orientamento, l’esperienza svolta nel presente, se guidata dalla consapevolezza, è l’unica che può favorire il cambiamento, ovvero il passaggio ad uno stadio psicologico più salutare, l’unica che può portare l’individuo all’autorealizzazione.
Il passato e il futuro, in realtà, esistono solo come funzioni del presente: il primo, rivive nel presente attraverso i ricordi dell’individuo, il secondo, non ancora accaduto, esiste solamente sotto forma di ipotesi fatte nel presente. Immaginiamo di rappresentare il tempo su una linea retta, dove il presente è una variabile che si può muovere verso sinistra (il passato), attuando la funzione del ricordare, oppure verso destra (il futuro) attuando la funzione del programmare. Il presente è il punto-zero, sempre mutevole tra i due opposti, “passato” e “futuro”. Il passato vive in noi come memoria e questo è un bene, poiché è grazie alla memoria che evitiamo di ripetere errori già commessi; il problema è quando la memoria e i ricordi diventano un peso, prendendo il sopravvento sulla nostra persona e sulla nostra vita. Allo stesso modo, chi si focalizza unicamente sul futuro (“Solo quando troverò la mia anima gemella, sarò veramente felice!”, ecc.), viene rapito dal suo quotidiano, vivendo una tensione continua che lo porta a disperdere inutilmente tutte le sue energie. Diverso è guardare al domani con un senso di progettualità, vivendo il presente con le idee ben chiare.
Perché è così difficile vivere nel “qui ed ora”?

Perché essere nel “qui ed ora” porta con sé un profondo senso di incertezza che deriva dall’abbandonare le costruzioni del passato e le pianificazioni del futuro. Obbliga in qualche modo a lasciarsi andare al continuo flusso di trasformazione della vita. Possiamo frequentemente constatare che ogni istante che viviamo è differente dal precedente e che il manifestarsi di circostanze diverse richiede di volta in volta di riferirci a qualcosa di nuovo. Nonostante ciò, l’individuo tende a rispondere alla maggior parte delle situazioni che gli si presentano, in maniera stereotipata, ricorrendo a modelli appresi in passato e rivelatisi funzionali.
La nostra mente, pur essendo uno degli strumenti più sofisticati di cui disponiamo, spesso ci impedisce di andare oltre, di svincolarci da vecchi schemi mentali o dalle angosce sul futuro, per poter esprimere le nostre potenzialità “ora” e per provare il piacere di “essere liberi”proprio in questo istante. Per riuscire ad essere completamente presenti nel “qui ed ora”, è quindi necessario comprendere che la mente è uno strumento al nostro servizio e come tale può essere domata e controllata.

Alcune indicazioni per beneficiare del momento presente:
Impara a fermarti: il primo passo da compiere è riconoscere quando è il momento di concedersi una pausa. Fermarsi vuol dire rendersi conto che ci stiamo muovendo automaticamente e che è necessario aspettare che la nostra attenzione e la nostra respirazione tornino a focalizzarsi sul presente, su ciò che stiamo facendo in quel preciso momento; in questo modo, potremmo tornare ad apprezzare quei dettagli che, essendo parte della nostra quotidianità, tendiamo a dare per scontati. Non solo, prestare nuovamente attenzione a ciò che ci circonda ed apprezzare quanto possediamo, ci permetterà di essere più consapevoli del nostro grado di benessere.
Pratica la presenza: cosa vuol dire? E’ tutta una questione di esercizio: bisogna abituarsi ad essere coscienti di ciò che si fa, a vivere l’adesso, a spegnere la mente, sganciarsi da altre dimensioni temporali che non corrispondano al presente, per focalizzarsi solo ed unicamente su un’azione specifica, allargando la percezione dei propri sensi. In questo modo, anche dei semplici gesti quotidiani, se compiuti con presenza, possono diventare momenti preziosi.
Pratica la Consapevolezza: la consapevolezza è il principale strumento di cambiamento personale. Avere consapevolezza di sé, vuol dire sapersi ascoltare, identificare le proprie sensazioni e percezioni, anche corporee, per conoscersi e comprendersi a fondo. Praticando la consapevolezza si impara a “stare con quello che c’è”, quindi, anche con le proprie paure e i propri blocchi, producendo un più veloce processo di cambiamento. L’infelicità non è altro che uno stato di inconsapevolezza: siamo infelici perché non siamo consapevoli di ciò che facciamo, pensiamo e sentiamo: ci muoviamo in una direzione, mentre il nostro pensiero e il nostro sentire, spesso, prendono rotte opposte. Questo movimento così conflittuale non è salutare e non di rado è all’origine di disturbi a livello fisico o psicologico.
Impara a meditare: negli ultimi anni si è molto diffusa la Mindfulness, ovvero la meditazione basata sulla consapevolezza. Tale pratica consiste nel mantenere la nostra attenzione momento per momento, imparando, attraverso un allenamento costante, ad essere coscienti di alcuni aspetti della nostra vita (camminare, mangiare, osservare l’ambiente che ci circonda) a cui spesso non diamo il giusto peso, a vedere ed accettare alcune cose per come sono, cambiando, in tal modo, il nostro atteggiamento verso i problemi, le diverse situazioni e noi stessi. La meditazione come pratica quotidiana può essere utile non solo per godersi maggiormente il presente, ma anche per acquisire il potere di dirigere il flusso dei propri pensieri.
Presta attenzione al tuo respiro: respirare è il gesto più naturale e potente che compiamo ogni giorno ed è una delle poche funzioni corporee su cui possiamo agire consapevolmente. La maggior parte delle persone respira in maniera superficiale, riempiendo i polmoni solo in parte (scarsa ossigenazione e scarsa concentrazione): riappropriarsi di un corretto metodo di respirazione (es. la respirazione diaframmatica), ovvero di una respirazione consapevole, è fondamentale ai fini di una buona connessione con il presente e di un miglioramento della qualità della propria vita.
Sii padrone dei tuoi pensieri: è importantissimo saper accogliere i propri pensieri, ma quando disfunzionali, ovvero, quando essi arrivano a boicottarci, impedendoci di maturare e di crescere, diventa essenziale intervenire per modificarli. I pensieri, seppur radicati, sono un prodotto della nostra mente e, come tali, possono essere controllati.

Prestare attenzione, in maniera cosciente, al presente, apporta una serie di benefici, sia a livello fisico, che psicologico. Vediamone alcuni:
• migliora le relazioni e l’umore;
• riduce lo stress, rafforza il sistema immunitario ed abbassa la pressione sanguigna;
• incrementa l’autostima;
• favorisce la concentrazione e la memoria;
• ottimizza le performance, specie in situazioni d’emergenza;
• facilita il processo decisionale,
• consente di sfruttare al massimo le risorse di cui si dispone, per trasformare gli eventi negativi in opportunità.

Lungi dall’essere un atto di deresponsabilizzazione o passività rispetto al futuro, scegliere di vivere il presente, ci da l’opportunità di essere più consapevoli di noi, delle nostre relazioni e di ciò che ci circonda, restituendoci il potere di agire in maniera feconda ed efficace.
In fondo … “Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere”. (Dalai Lama)

Pubblicato da: Sara Belli

Dal Sito: www.benessere4u.it