Visualizzazione post con etichetta Caldo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Caldo. Mostra tutti i post

sabato 22 agosto 2020

Cos'è la depressione estiva: l'effetto dell'estate su ansia e umore


Effetto estate su ansia e umore: cos’è la depressione estiva

La bella stagione può peggiorare i sintomi ansiosi e depressivi, per un mix di fattori fisici e sociali. La psicologa ci spiega i meccanismi che si innescano

Contrariamente a quanto ci aspetteremmo, l’estate ha un impatto emotivamente disturbante su molte persone. Estate non significa relax, come siamo soliti pensare, anzi: nella stagione più calda aumenta in modo significativo il consumo di farmaci ansiolitici, di antidepressivi, di alcol e sostanze. 
Sono soprattutto coloro che soffrono di disturbi dell’umore e d’ansia a risentire negativamente della bella stagione, ma anche chi non ha un disturbo conclamato può percepire un senso di disagio.

Esiste anche una depressione che si manifesta tipicamente d’estate, e che presenta delle peculiarità rispetto alla depressione più “classica” che tende a manifestarsi più spesso nei mesi freddi. Mentre nella depressione più frequente nei mesi autunnali ed invernali predominano aumento del sonno e dell’appetito, nella depressione estiva si riscontrano più spesso insonnia e calo dell’appetito
In coloro che soffrono di depressione estiva, in più, la percezione della spensieratezza e del divertimento degli altri può procurare disagio, accentuare la sensazione di essere diversi e spingere ulteriormente all’isolamento sociale, che è già caratteristico dei disturbi depressivi.

Quali sono i fattori che determinano l’insorgenza di depressione nei mesi più caldi? L’aumentata esposizione alla luce solare viene chiamata in causa in quanto influenza la produzione di melatonina e serotonina. Ci si aspetterebbe che un loro aumento faccia migliorare la depressione, come in effetti accade in molte persone depresse, ma non in chi soffre di depressione estiva. D’altra parte, pure l’opposto, ovvero un calo della luce solare disponibile in autunno, viene ritenuto responsabile della depressione autunnale. 
Il fattore determinante sembra essere allora non tanto l’aumento o la diminuzione di queste sostanze in relazione alle variazioni della quantità di luce, ma piuttosto il cambiamento troppo improvviso del bioritmo, sia in un senso che nell’altro. Il ritmo sonno-veglia viene alterato sia quando il foto-periodo si accorcia, in autunno, sia quando si allunga in estate. Alcune persone sono più predisposte a risentire dell’uno, alcune dell’altro. D’estate, alla maggiore luce si aggiungono  l’aumento della temperatura e dell’umidità, tutti fattori che influenzano il ciclo sonno-veglia e di conseguenza l’umore.


Il caldo può peggiorare i sintomi di chi soffre di disturbi dell’umore perché di per sé provoca spossatezza, svogliatezza, disturbi del sonno e dell’appetito che sono anche sintomi propri della depressione. Ma soprattutto, il caldo provoca tachicardia, sudorazione, calo della pressione che a sua volta può indurre agitazione e confusione mentale. Tutte queste modificazioni corporee sono simili ai sintomi dell’ansia e del panico e si sovrappongono ad essi, esacerbandoli. 
Chi soffre di attacchi di panico tende ad attribuire un significato patologico a sensazioni corporee che possono essere di per sé fisiologiche, innocue e casuali, ma è l’interpretazione di queste sensazioni come qualcosa di minaccioso e pericoloso che attiva un’escalation di ansia fino all’attacco di panico. Il caldo offre molteplici stimoli da cui può innescarsi un attacco: la spossatezza, l’affanno, i giramenti di testa possono scatenare il pensiero che stia avvenendo qualcosa di grave e vengono caricati di un significato patologico.

D’estate l’ansia può aumentare perché con le giornate più lunghe e il maggior tempo a disposizione aumentano potenzialmente anche le attività, gli impegni e le energie a disposizione, provocando una maggiore irrequietezza. 
D’altra parte le persone vanno in ferie, i negozi chiudono, i programmi televisivi abituali vengono sospesi, venendo a mancare gli abituali punti di riferimento. Le vacanze sono per la maggior parte delle persone un momento a lungo sospirato, ma per alcune che soffrono di ansia e depressione sono un fattore di stress, in quanto richiedono di cambiare le abitudini, i ritmi, lasciare l’ambiente protetto della propria casa e dei luoghi familiari, la sensazione di controllo che deriva dall’avere le giornate scandite in modo sempre uguale e già organizzato secondo programmi predefiniti. Vengono a galla l’ansia da vacanza, le fobie relative ai mezzi di trasporto.

D’estate la pressione sociale al divertimento è maggiore, l’isolamento della persona depressa si nota anche di più e si moltiplicano le esortazioni degli altri a uscire. Tuttavia, uscire e frequentare persone in occasioni sociali richiedono energie che in chi è depresso sono già ridotte. 
Inoltre, chi soffre di depressione e ansia tende a confrontarsi con gli altri con una percezione distorta, per cui le altre persone appaiono sempre migliori di sé, più felici, più serene, meno problematiche, più sane. In un circolo vizioso, questa convinzione rigida e distorta induce ulteriormente a chiudersi in sé ed evitare i contatti, per sfuggire a un confronto che, nella propria mente, rimarca la propria condizione di sofferenza ed espone a un possibile giudizio negativo.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta

Dal Sito: centropagina.it


sabato 15 agosto 2020

Come combattere l'ansia estiva


Tra i sintomi più frequenti che l’estate porta con sé c’è l’ansia diffusa senza un motivo preciso. Un’insoddisfazione generalizzata che contagia ogni momento della giornata impedendo di godere di tutto ciò che di buono, utile o piacevole  potremmo avere a disposizione.

Come tutti i sintomi che non hanno un motivo evidente che li fa nascere anche quest’ansia ha molti motivi spesso lontani  dal momento in cui insorgono. La somiglianza con l’ansia che accompagna spesso l’avvicinarsi delle feste natalizie è sicuramente uno degli aspetti che ci aiutano a capirne la natura.

Natale ed estate, per motivi diversi, ci portano entrambi a fare i bilanci; come e quanto sappiamo gestire i rapporti con amici e parenti, se abbiamo o no un numero minimo di amici e relazioni significative e se siamo o no in grado di instaurarle o se siamo invece votati a un destino di solitudine…e in ogni caso ci sembra sempre che gli altri abbiano più capacità di noi, che loro abbiano una vita più piena di amicizie ecc. E’ naturale un senso di malessere diffuso legato a questi pensieri che inconsciamente circolano dentro di noi…Tanto vale esserne coscienti e cercare di capire come ci condizionano.

Un cambiamento radicale nel modo di pensare è in questo caso il fatto preliminare che ci consente di venir fuori da questo stato d’animo. Ovviamente non è vero che gli altri sono tutti sempre più felici di noi, semmai è vero che tutti hanno difficoltà ad avere rapporti significativi e gratificanti con gli altri, parenti, amici o colleghi che siano; in ogni caso si può sempre approfondire e chiarire come instauriamo i rapporti con gli altri e che difficoltà abbiamo, riflettendoci con calma da soli o chiedendo aiuto ad un esperto.

Quello che si può fare subito è cercare un rapporto diretto con le cose; mare, acqua, cibo, colori del mare, paesaggi ecc. dando il massimo spazio alla sensitività, cercando di avvicinarsi alle cose in modo sereno e rilassato, anche usando tecniche di rilassamento se ne conosciamo, in ogni caso abolendo quel filtro che si mette in mezzo tra noi e le cose e ci impedisce di sentirle, di sentirci vivi in un rapporto diretto con esse. Pian piano la sensitività sblocca i sentimenti e fa sparire l’ansia e l’insoddisfazione, insieme alle autocritiche

Dal Sito: psicologi-italia.it

Ansia e depressione: 5 cose da sapere per stare meglio in estate





Caldo, umidità e quantità di luce giocano un ruolo importante sull'andamento di questi disturbi tipicamente estivi. Ma non bastano. Determinante è anche il contesto ambientale che, cambiando, ci influenza. I consigli per ritrovare le giuste energie.

In questi giorni Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna,ha presentato a Milano i risultati di un’indagine sulla depressione, in generale e in relazione a malattie importanti, come tumori, malattie reumatiche e diabete. «La depressione, quando legata o conseguenza di altre malattie, è per lo più sottovalutata sia da chi ne soffre, sia dai medici, quasi considerata un effetto collaterale scontato», afferma Francesca Merzagora, Presidente di Onda

Di scontato, però, c’è molto poco.«La depressione continua a crescere: in 10 anni è aumentata di quasi il 20%», sottolinea Claudio Mencacci, Direttore Dipartimento Salute mentale e Neuroscienze ASST Fatebenefratelli Sacco, tra i relatori che hanno presentato l’indagine Onda. «Un campanello d’allarme per tutti… Fondamentale risulta investire in ricerca e innovazione per migliorare ulteriormente l’efficacia delle cure e comprendere più a fondo le interazioni con i diversi contesti ambientali»

Con lui abbiamo parlato proprio di come ansia e depressione siano influenzate dal contesto ambientale e, in particolare dall’estate, che ormai è alle porte

Prima, però, occorre distinguere tra quel che è fisiologico e quel che non lo è. «A fare la differenza, sono l’intensità e la durata nell’arco della giornata. Provare un’ansia transitoria di fronte a situazioni di prestazione o adattamento, è normale, anzi migliora le funzioni cognitive. Ma se supera l’evento, si entra in un ambito patologico. Esistono forme acute, come i disturbi di tipo panico, e quelle con andamento continuativo, legate a fobie specifiche. L’ansia patologica riguarda il 14% della popolazione», precisa Claudio Mencacci

Lo stesso per i disturbi depressivi:demoralizzazione o tristezza sono fisiologiche. Diverso è quando le modificazioni del tono dell’umore sono costanti e in crescita, per intensità e durata. Perdita di interesse, disturbi fisici, del sonno, dell’appetito, affaticabilità, difficoltà cognitive come indecisione e incapacità di concentrarsi… tutte manifestazioni tipiche della depressione (non bipolare), un disturbo che riguarda il 5/6% della popolazione.

Ed ora, ecco 5 cose da sapere su come i fattori ambientali possono influire in modo importante sull’andamento di questi disturbi

1. Nel periodo estivo si ha la tendenza a consumare maggiori quantità di sostanze alcoliche, stimolanti, che aumentano le possibilità di nuovi incontri e contatti in un clima che si fa inevitabilmente più disinibito. Questo comporta variazioni dello stile di vita, del comportamento e delle relazioni sociali: un effetto legato al cambiamento ambientale che diventa, però, un comportamento sociale. Vantaggioso, magari, per chi ha disturbi del tono dell’umore, decisamente difficoltoso per gli ansiosi…

2. Diversi studi dimostrano che temperatura, umidità e quantità di luce producono effetti anche sul metabolismo, rallentandolo. La consueta dose di farmaci antidepressivi, quindi, può risultare eccessiva: meglio stabilire con il proprio medico come e quanto ridurla. Severamente vietato il fai-da-te perché potrebbe peggiorare i sintomi

3. L’aumento del fotoperiodo (la quantità e la durata dell’illuminazione durante il giorno) stimola maggiormente alcuni neurotrasmettitori (tra cui la serotonina), migliorando il tono dell’umore in chi soffre di depressione. Non sempre, però. Ne esiste una forma, seppur rara, che si chiama Summer Affectiv Desordered è causata proprio dall’aumento della luce in estate. L’eccesso di luce può peggiorare anche la situazione degli ansiosi: aumentano le energie a disposizione e, se non vengono ben canalizzate, danno un senso di irrequietezza e, quindi, di ansietà

4. Temperatura, umidità, quantità di luce, aumento dei rumori e degli stimoli possono disturbare in maniera significativa il sonno, che è il marker indicatore del nostro stato mentale. I disturbi del sonno possono fungere da promotori di disturbi d’ansia o anche depressione, innescando situazioni che erano in fase iniziale oppure originandone di nuove

5. La scelta del luogo, invece, è principalmente questione di buon senso. Bisogna andare là dove si sente di poter portare, seppur transitoriamente, i propri bisogni:se servono uno stacco, un riposo di qualità, vada per lago o montagna. Se servono interazione, movimento, vita sociale, meglio il mare. Non sono le persone che fanno i viaggi, ma i viaggi che fanno le persone: piccolo, medio o grande che sia, il viaggio espone a una serie diversa di adattamenti. Questa è l’essenza del viaggio, quello che veramente ci dà. Spetta poi a noi stabilire quanto siamo disponibili ad adattarci.

Le vacanze non sono una gioia per tutti. Cambiare le proprie abitudini, i propri ritmi, allontanarsi dalle relazioni consolidate o da un amore, magari segreto… per molti il momento di partire è vissuto come uno stress e può gettare in una condizione emotiva di sconforto che, non solo porta a vivere male le vacanze, ma può aggravare sia i disturbi d’ansia sia quelli depressivi. Ognuno di noi si muove (e parte) con quello che si porta dentro.

Dal Sito: iodonna.it

lunedì 3 agosto 2020

Il Caldo africano deprime anche per la Psiche





La medicina è ormai certa che le forti ondate di caldo estivo inneschino gravi stati di ansia, depressione e attacchi di panico in molte persone, specie se anziani e soli.

Insomma caldo intenso e afa tendono a creare le condizioni ideali per scatenare un grave disagio psico-fisico proprio nella stagione nella quale la forte luce solare dovrebbe stimolare al massimo invece la produzione di serotonina, l’ormone del buon umore

I sintomi premonitori

Si palesano sotto forma di ansia , spesso accompagnata da  difficoltà di respirazione, sbandamento, stanchezza, capogiri, testa vuota.

A questa fase seguono  questi sintomi:  di controllo, sudorazione, affanno, fame d’aria, tachicardia fino a sconfinare in ripetutiti attacchi di panico e nella depressione. Depressione e attacchi di panico a loro volta si autoalimentano l’un  l’altro. 

Per di più una nottata insonne per colpa del caldo, acuisce ancor più tali sintomi.

 

La sindrome da precipizio e l’ansia anticipatoria da caldo

Tali disturbi psico-fisici sono molto comuni nelle persone - numerose nella popolazione anziana - che hanno una esagerata reazione di allarme in presenza di sensazione dii caldo e addirittura anche prima che l’ondata di caldo arrivi. Infatti queste persone consultano in maniera spasmodica le previsioni meteo, ossia divengono preda dell’ansia (ansia anticipatoria) già per timore che arrivi un evento di forte calura ovvero già prima che tale evento, preannunciato  dai Meteorologi, si verifichi.

 Insomma è la sgradevole situazione in cui viene a trovarsi  chi ha paura delle grandi altezze:  di fronte ad un precipizio, rischia di cadervi dentro, fatalmente attratto da ciò che più aborrisce. Persone con questa “vulnerabilità” hanno una spiccata tendenza ad essere assorbiti dai propri stati interni nel tentativo (infruttuoso) di controllare la eventuale presenza di sensazioni che possono far presagire un pericolo o una minaccia per la propria salute; questo continuo scannerizzare il proprio corpo ( body cheek) paradossalmente aumenta la probabilità di selezionare ( attenzione selettiva)  sensazioni che, con ogni probabilità, verranno interpretate come segnale di uno stato di minaccia, innescando, a circolo vizioso. 

 

Ecco allora qualche consiglio

  • consultate più siti meteo prima di “bere” la notizia.
  • fate “training mentale autogeno"! Ovvero adottate le tecniche suggerite dal noto metodo di convincere la vostra mente, passo dopo passo, che non c’è alcun pericolo in vista e che di caldo non si muore, se si prendono poche  semplici precauzioni ambientali;
  • distraete la vostra mente con altri interessi (TV, parole crociate, lettura di un bel libro) anziché cercare su GOOGLE “Caldo in arrivo”
  •  In casa, se aborrite l’aria condizionata, fate uso almeno di un ventilatore o, se siete costretti all'aperto sotto il sole, ricorrete all'efficace metodo della nonna (bagnarsi ogni tanto viso, testa, collo, braccia)

martedì 16 luglio 2019

Buon caldo a tutti! A proposito di stress, ansia, insonnia, e di estate


In estate si va in vacanza e lo stress si lascia alle spalle. In realtà non è sempre così. Sappiamo che lo stress è un adattamento che l’organismo mette in atto per contrastare sollecitazioni negative incamerate nel proprio organismo e causate da stimoli fisici e mentali. Ed è così che aumenta il battito cardiaco, la pressione del sangue e si entra in uno stato di agitazione-eccitazione che non aiuta ad affrontare le normali prestazioni psicofisiche della giornata, compresa l’attività sessuale.

Il corpo, quando si è dentro lo stress,inizia a combattere la stanchezza psicofisica, producendo ormoni e stimolando varie ghiandole fra le quali i surreni. Lo stress però non è solo negativo; esiste lo stress positivo. Quest’ultimo, infatti, ci aiuta a vivere meglio e ci fa reagire di fronte ad eventi che potrebbero essere controproducenti alla nostra stessa salute o alla nostra incolumità fisica, come per esempio fuggire di fronte al pericolo ed, inoltre, lo stress positivo ci fa godere di gratificazioni attese e desiderate. Lo stress negativo, invece, provoca scompensi emotivi che risultano davvero dannosi per la nostra salute. Da qui l’ansia, l’insonnia, le palpitazioni, la stanchezza, i problemi sessuali: impotenza, eiaculazione precoce, vaginismo. E ancora: gastrite, cefalea, anoressia, bulimia, colite, distrazioni o pensieri continui al lavoro anche quando si è in vacanza.

Secondo  i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, i malati di ansia nel mondo sono stimati tra i 350 e i 400 milioni. E i numeri sono in aumento: ad oggi più di 2 miliardi di persone hanno avuto questo disturbo. E’ giusto ricordare che esiste l’ansia fisiologica, diversa dall’ansia patologica. Ben venga infatti “l’ansia buona”. Come potremmo vivere se non ci fosse l’ansia buona? L’attesa di una buona notizia, o l’incontro con la persona che desideriamo vedere e di cui siamo innamorati, un incarico lavorativo tanto atteso, una promozione al lavoro. Questi sono stati emozionali indispensabili da vivere perchè si ricollegano al nostro sentire, ai nostri sentimenti più profondi,  ai nostri desideri, a ciò che ci rende felici ed appagati nella nostra normale quotidianità. Purtroppo l’ansia patologica è altra cosa e si associa ad un vero malessere generale alle volte dannoso e preoccupante sia per il nostro fisico che per la nostra mente. Può associarsi infatti alla depressione e farci scivolare dentro un vortice di disfacimento interioristico difficile da superare se non, poi, attraverso l’aiuto degli psicofarmaci. Fra i sintomi “brutti”: gli attacchi  acuti di panico. Quindi attenzione ai sintomi.

Non è sempre il caldo la causa della stanchezza fisica e della mancanza di energia, alle volte può coesistere un vero e proprio stato di stress. Ognuno ha comunque atteggiamenti differenti nei confronti dello stress che si è complicato negativamente, ed anche la risposta ai farmaci è diversa da individuo ad individuo. Del resto, quando subentra la depressione, questa va individuata, cioè se è primaria, la cui causa non si conosce, o se è secondaria, quando dipende da fatti specifici. L’insonnia è un segnale importante. Il disturbo del sonno è il sintomo più frequente nei soggetti ansiosi e depressi. L’uso degli ipnotici che ha in parte risolto il “disturbo insonnia” negli anziani, è però causa, e spesso, di cadute mattutine con conseguente frattura del femore o del bacino. Nelle donne in menopausa fra i 50 e i 55 anni, l’insonnia è frequente sia per la carenza ormonale che per le sudorazioni profuse notturne.

Da qui il classico “gatto che si morde la coda”:… più stanchi, più nervosi, più insoddisfatti e arriva lo stress e l’insonnia o lo stress c’era ed ha portato l’insonnia? Non è facile inquadrare chi o cosa sia arrivato prima o se sono assolutamente interdipendenti e conseguenziali l’uno all’altro, ma di fatto si deve ricorrere  spesso ai farmaci o a prodotti naturali con azione sedativa e rilassante. Ricordiamo: valeriana, biancospino, passiflora e iperico che agiscono sul siestema nervoso centrale. Questi prodotti naturali possono curare l’ansia. La passiflora ha un’azione molto simile alla benzodiazepine, i farmaci più usati nel mondo come ansiolitici. L’iperico invece, ha un’azione sedativa grazie al fatto che induce una secrezione notturna, a livello del sistema nervoso centrale, di melatonina, che regola il  ritmo sonno- veglia.

Quindi alle volte essere ansiosi non è soltanto volersi complicare la vita,l’ansia purtroppo arriva e magari tu non la vuoi proprio! Dovremmo lasciare lontano i problemi superabili, i conflitti ingigantiti, perché star bene psicologicamente vuol dire camminare sotto-braccio insieme alla salute, ed ecco a questo punto l’ unico, vero  responsabile dell’insonnia: il caldo di questi mesi. E allora, buon caldo agli ansiosi di “ansia buona”  ed anche ai non ansiosi..


Dal sito: malgradotuttoweb.it

giovedì 4 luglio 2019

Stressati e irritabili per colpa del caldo




La psicologa, 'capacità di controllo ridotte'

Liti e discussioni sul tram, in strada, in ufficio e in mezzo al traffico si moltiplicano nei giorni del caldo africano. Anche la psiche è messa a dura prova dalla canicola. Umidità, afa e temperature bollenti stimolano stress e irritabilità. E se colonnina di mercurio schizza in alto all'improvviso, le conseguenze sono anche peggiori: si perde la capacità di controllo, si affronta la giornata con fatica, con il rischio di dare libero sfogo ad istinti aggressivi. "Questo caldo imprevisto può essere considerato un forte fattore di stress, capace di ridurre le nostre capacità di controllo rispetto agli stimoli ambientali negativi e, in alcune circostanze, può predisporre a comportamenti aggressivi ed impulsivi", spiega Eleonora Iacobelli, psicologa, vicepresidente Eurodap (Associazione europea per il disturbio da attacchi di panico) e responsabile trainer di Bioequilibrium.

"Il nostro cervello, infatti, in condizioni estreme potrebbe affaticarsi molto facilmente e, di conseguenza, predisporci con maggiore facilità a comportamenti impulsivi. Aumento di temperatura, tasso di umidità e ore di esposizione alla luce - prosegue l'esperta - mettono a dura prova l'equilibrio psicofisico di ognuno, che può esprimersi anche con azioni aggressive verso gli altri. Il forte caldo influenza anche altri aspetti importanti della nostra vita come il sonno, l'appetito e la concentrazione. Questo va a influire sulle nostre prestazione quotidiane tra cui il lavoro: in questo periodo si è maggiormente portati a conflitti e aumento della rabbia con colleghi e superiori".

"L'afa, a livello neurobiologico - precisa la psicologa - colpisce le cellule cerebrali alterando i livelli di minerali e tutte le sintomatologie a essa connesse possono sviluppare sensazioni di allarme e di pericolo che, se non gestite, portano a comportamenti di controllo ed evitamento che, nell'illusione di sentirci protetti, al contrario ci faranno sentire fragili e minacciati. E' questa sensazione - conclude Iacobelli - che può portare a fobie, paure e reazioni aggressive". Ecco allora alcuni consigli per salvaguardare il nostro stato mentale ed emotivo dalla canicola:

1) Cercare di fare un piano degli impegni giornalieri così da evitare di dover utilizzare energie inutili;

2) Non caricarsi di impegni oltre le proprie possibilità fisiche e mentali;

3) Fare attenzione alla disidratazione, in quanto ha effetti non solo sul fisico, ma anche sullo stato psicoemotivo;

4) Assicurarsi di dormire in un ambiente tranquillo, che permetta un riposo davvero ristoratore;

5) Evitare di assumere alimenti eccitanti (caffè, alcol).

Dal Sito: adnkronos.com


lunedì 10 giugno 2019

Ansia, depressione e attacchi di panico per il caldo africano in arrivo

Come ridurre la “paura del caldo” estivo

La medicina è ormai certa che le forti ondate di caldo estivo inneschino gravi stati di ansia, depressione e attacchi di panico in molte persone, specie se anziani e soli.

Insomma caldo intenso e afa tendono a creare le condizioni ideali per scatenare un grave disagio psico-fisico proprio nella stagione nella quale la forte luce solare dovrebbe stimolare al massimo invece la produzione di serotonina, l’ormone del buon umore

I sintomi premonitori 

Si palesano sotto forma di ansia , spesso accompagnata da  difficoltà di respirazione, sbandamento, stanchezza, capogiri, testa vuota.

A questa fase seguono poi perdita di controllo, sudorazione, affanno, fame d’aria, tachicardia fino a sconfinare in ripetutiti attacchi di panico e nella depressione. Depressione e attacchi di panico a loro volta si autoalimentano l’un  l’altro. 

Per di più una nottata insonne per colpa del caldo, acuisce ancor più tali sintomi.

Gli anziani le persone più colpite

Tali disturbi psico-fisici sono molto comuni nelle persone - numerose nella popolazione anziana - che hanno una esagerata reazione di allarme in presenza di sensazione dii caldo e addirittura anche prima che l’ondata di caldo arrivi.

Infatti queste persone consultano in maniera spasmodica le previsioni meteo, ossia divengono preda dell’ansia (ansia anticipatoria) già per timore che arrivi un evento di forte calura ovvero già prima che tale evento venga preannunciato  da parte dei Meteorologi. 

Ma, come si può immaginare, depressione e attacchi di panico divengono gravi e insopportabili qualora le previsioni meteo parlino di “fonte ondata di caldo”, “Caldo record” “, “temperature fino 40 gradi e oltre” , “il caldo più intenso degli ultimi 100 anni”.

Ecco allora qualche suggerimento

  • Consultate più siti meteo prima di “bere” la notizia. 
  • Fate “training mentale autogeno"! Ovvero adottate le tecniche suggerite dal noto metodo di convincere la vostra mente, passo dopo passo, che non c’è alcun pericolo in vista e che di caldo non si muore, se prendete poche  semplici precauzioni ambientali;
  • In casa, se aborrite l’aria condizionata, fate uso almeno di un ventilatore;
  • Se avete un finestra all’ombra e una al sole, tenete aperte entrambi perché l’aria fresca della parete all’ombra tende ad entrare nei locali della Vostra casa per poi uscire dalla finestra al sole.

Dal sito: meteogiuliacci.it

domenica 29 luglio 2018

Perchè il caldo ci dà alla testa



Le alte temperature rendono meno efficienti le funzioni cognitive superiori, favoriscono i comportamenti aggressivi e peggiorano i disturbi d'ansia. Il nostro approfondimento.

«Quanta gente maleducata e nervosa c’è in giro in questi giorni…sarà il caldo che dà alla testa!». È una battuta che sento spesso ultimamente. È detta in tono ironico, ma in realtà corrisponde a ciò che è comprovato anche dagli studi scientifici: le alte temperature hanno un effetto negativo sul nostro funzionamento cognitivo e anche sul nostro comportamento, rendendoci più aggressivi.

Il caldo, in particolare quello umido, ci influenza negativamente per diversi motivi, diretti e indiretti.Quando fa molto caldo, il corpo deve spendere una gran quantità di energia (sotto forma di glucosio) per mantenere la temperatura interna in un intervallo accettabile e salutare, sottraendo così carburante al cervello e rendendo meno efficienti le funzioni cognitive: siamo meno capaci di riflettere, di collegare le idee, di mantenere la concentrazione, di prendere decisioni, di orientarci nello spazio. I riflessi sono rallentati a tal punto, che si ritiene che guidare in un’automobile in cui la temperatura superi i 35 gradi equivalga a guidare in stato di ebrezza.

Gli improvvisi sbalzi di temperatura nel passaggio dal caldo esterno al freddo dell’aria condizionata e viceversa influenzano la produzione di ormoni provocando irrequietezza, nervosismo, difficoltà del sonno e sintomi ansiosi.

Si è osservato che nei mesi più caldi si registra un picco nella frequenza di omicidi, violenze domestiche, stupri e abuso di sostanze. Una possibile spiegazione è nel fatto che il caldo eccessivo stimola la produzione di adrenalina e testosterone da parte dell’organismo, che tenta in questo modo di regolare la propria temperatura. Tuttavia, queste sostanze favoriscono l’aggressività, l’irritabilità, la propensione ai comportamenti violenti e all’uso di sostanze, allentando i freni inibitori e aumentando l’impulsività.

Il caldo incide sul nostro benessere psicofisico anche indirettamente, provocando stress attraverso la perdita del sonno, l’alterazione dei ritmi biologici, la digestione più faticosa, la spossatezza. Ci sentiamo stanchi, rallentati, meno motivati.

Chi soffre d’ansia può andare incontro, con il caldo intenso, ad un’esacerbazione dei sintomi. Le alte temperature, infatti, provocano tachicardia e sudorazione, sintomi simili a quelli dell’ansia, che vanno ad aggiungersi o sovrapporsi al malessere già sperimentato dai soggetti ansiosi. Inoltre, il calo della pressione associato al caldo procura di per sé un senso di agitazione psichica e di confusione mentale.

Chi soffre di attacchi di panico in genere tende ad attribuire un significato patologico a sensazioni corporee che possono essere di per sé fisiologiche, innocue e casuali; è l’interpretazione catastrofica di queste sensazioni come qualcosa di minaccioso e pericoloso che attiva un’escalation di ansia fino all’attacco di panico. Il caldo purtroppo offre molteplici stimoli da cui può innescarsi un attacco di panico. Infatti le sensazioni di spossatezza, di affanno o i giramenti di testa comunemente associati a un caldo intenso, possono scatenare nelle persone che soffrono di ansia e attacchi di panico la convinzione che stia avvenendo qualcosa di grave. Le sensazioni provocate dal caldo vengono caricate eccessivamente di un significato patologico e possono portare così all’attacco di panico.

Dott.ssa Lucia Montesi
Psicologa Psicoterapeuta

Dal Sito: centropagina.it 

venerdì 7 luglio 2017

CALDO, ANSIA E ATTACCHI DI PANICO.


Attacchi di panico in estate, come affrontarli

Estate, periodo di relax e riposo? Per certi versi sicuramente sì: vacanze, gite al mare e in montagna ci aiutano a staccare la spina e dimenticare gli impegni quotidiani. Nonostante questo, però, proprio nei mesi più caldi si verifica un aumento nella frequenza degli attacchi di panico, che riguardano un numero sempre maggiore di persone.
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), infatti, in Europa quasi un terzo della popolazione ha sofferto almeno una volta nella vita di un disturbo d’ansia. I più soggetti a queste problematiche sono, in particolare, le donne – specialmente casalinghe – ma anche i giovani non sposati, i disoccupati e chi vive in città.
In che cosa consistono, di preciso, gli attacchi di panico? Come mai in estate tendono ad aumentare? Come affrontarli? Prosegui nella lettura per scoprire di più.

Cosa sono gli attacchi di panico

Gli attacchi di panico consistono in una improvvisa e intensa esplosione di disagio fisico e mentale accompagnata da sintomiquali tremori, tachicardia, difficoltà a respirare, sensazione di svenimento e di morte imminente, nausea e disturbi addominali, vampate di caldo e brividi improvvisi, distaccamento dalla realtà e paura di perdere il controllo.
Se hai già avuto esperienza di attacchi di panico saprai che, nel momento in cui si verificano, la sensazione è quella di non poterne uscire in alcun modo: più questa falsa consapevolezza aumenta, più l’attacco di panico si fa intenso. L’attacco di panico, in sostanza, pur avendo alla base delle motivazioni e delle cause scatenanti, si autoalimenta.
Secondo il modello sviluppato da Clark esiste un “Circolo vizioso del panico”: sensazioni fisiche e mentali spiacevoli sono erroneamente considerate come segni di imminente disastro, quale avere un attacco cardiaco, svenire, soffocare, e il nostro sistema va in tilt precipitando nel panico.

Attacchi di panico in estate

Le condizioni climatiche tipiche dell’estate, con afa, caldo e umidità, sono correlate a un significativo aumento dei sintomi tipici degli attacchi di panico: queste sensazioni fisiche minacciose, come sudorazione, sensazione di svenimento, difficoltà a respirare innescano, nelle persone già predisposte, disturbi d’ansia rinforzando la convinzione che nel loro corpo stia accadendo qualcosa di grave. Malesseri del tutto normali, in sostanza, possono essere interpretati come l’arrivo imminente di un pericolo: la paura prende il sopravvento accompagnata dal panico.
Non si tratta, però, di soli fattori ambientali. In estate, infatti, la routine quotidiana si modifica e le rassicuranti certezze della vita di ogni giorno vengono meno. Le vacanze, pertanto, possono paradossalmente trasformarsi in una fonte di ansia e di stress.

5 passi per affrontare un attacco di panico

Imparare a gestire gli attacchi di panico è il primo passo da compiere in un percorso volto a migliorare il proprio benessere psico-fisico. Quando un attacco di panico è in corso la sensazione è quella che uscirne sia impossibile: di fatto, invece, si tratta di un evento transitorio che si conclude entro un certo lasso di tempo, generalmente non oltre i 30 minuti. Ecco 5 cose da tenere a mente per affrontare un attacco di panico.

1. Prendi consapevolezza
Prendi consapevolezza dei sintomi che precedono l’attacco di panico: imparare come funziona la paura dentro di te può aiutarti a riconoscere un attacco di panico per quello che è, ovvero un’ondata di adrenalina da gestire.
2. Concentra l’attenzione sul respiro e svuota la mente
Quando sei in preda all’ansia e al panico istintivamente inizi a respirare più velocemente. Cerca di controllare il respiro, inspirando ed espirando in modo regolare: puoi esercitarti ogni giorno in modo che questo meccanismo diventi automatico anche nei momenti difficili.
Prova a praticare Yoga e Meditazione, utili per favorire non solo la buona respirazione, ma anche il rilassamento e lo svuotamento della mente dai pensieri.
3. Ricorda che è un evento momentaneo
Anche se è difficile mantenere la razionalità durante un attacco di panico ricorda che si tratta di un fenomeno transitorio: gli attacchi di panico passano sempre.
Se ne hai già avuta esperienza sai che ogni volta, dopo un forte malessere, l’attacco di panico gradualmente scompare: a un certo punto riesci a superarlo, e puoi farlo ogni volta che questo si ripresenta.
4. Rivolgiti a uno specialista
Per superare al meglio gli attacchi di panico chiedi supporto a un bravo specialista che ti aiuti a sondare le motivazioni alla base del tuo disagio. Attraverso un percorso di conoscenza e di razionalizzazione sarai più consapevole dei meccanismi che avvengono dentro di te e riuscirai a controllarli con maggiore facilità.
5. Gioca d’anticipo
L’attacco di panico si manifesta spesso in luoghi o in situazioni ricorrenti: conoscili, parlane con il tuo specialista, razionalizza a priori ciò che può capitare e come affrontare la situazione. Questo lavoro continuo darà i suoi frutti.

Dal Sito: www.fondoassistenzaebenessere.it

giovedì 15 giugno 2017

Che caldo, che ansia!


Le temperature aumentano, l’afa non dà tregua, e gli ansiosi si sentono male al solo pensiero di affrontare la calura estiva.

Le condizioni climatiche di questo periodo possono rappresentare infatti una vera e propria fonte d’angoscia per chi soffre di disturbi d’ansia: tutto sembra concorrere a provocare fastidi molto simili ai più comuni sintomi d’ansia, e quando questi fastidi colpiscono chi d’ansia soffre davvero la situazione può diventare decisamente molto critica.

Per fare un esempio, l’aria calda, umida e inquinata può provocare la sensazione di respirare male, in maniera superficiale, esattamente come avviene durante un attacco di panico (che può essere scatenato anche dall’eccessiva concentrazione di CO2 nell’aria con qualunque temperatura).

Se questo accade ad una persona non particolarmente ansiosa il fastidio fisico sarà identificato come tale e non avrà conseguenze dannose, mentre quando accade ad una persona ansiosa può innescare un attacco di panico sulla base dell’errata percezione del fastidio come sintomo ansioso (e non come malessere fisico).

Chi soffre d'ansia in questo periodo può sentirsi davvero in crisi perché diversi fattori generano malesseri che possono essere interpretati e percepiti come effetto dell'ansia stessa:

- l’abbassamento della pressione sanguigna può provocare capogiri e sensazione di testa vuota o leggera

- l’aumento della sudorazione dovuto al caldo può essere scambiato per un effetto dell’agitazione

- alcuni disturbi gastrointestinali tipicamente estivi sono gli stessi che colpiscono una parte dei soggetti ansiosi in maniera più o meno frequente

- l’aria surriscaldata, umida e spesso inquinata, come detto sopra, può scatenare nei soggetti predisposti la stessa sensazione di soffocamento che si può accompagnare al panico

- il sonno disturbato a causa dell’afa può essere poco ristoratore fino allo sviluppo di una vera e propria insonnia, che provoca stanchezza e non contribuisce certo a combattere sintomi come il senso di sbandamento e l’impressione di essere sul punto di svenire che molti ansiosi sperimentano in tutte le stagioni.

Di conseguenza per le persone ansiose può essere molto difficile affrontare questo periodo e l’intervento di uno psicologo può aiutarle a recuperare la calma e ad iniziare ad occuparsi dei loro disturbi, magari applicando da subito alcune tecniche di rilassamento utili a contenere l’ansia.

In generale comunque il consiglio migliore resta sempre quello di non aspettare che l’ansia “passi da sola”, quando si presenta, ma di rivolgersi ad uno specialista senza lasciare che la situazione si cronicizzi e porti ad una sofferenza ancora più acuta quando intervengono fattori esterni ansiogeni e debilitanti come quelli legati al caldo e all’afa.

Dal Sito: www.medicitalia.it

Ansia e depressione: 5 cose da sapere per stare meglio in estate


Caldo, umidità e quantità di luce giocano un ruolo importante sull'andamento di questi disturbi. Ma non bastano. Determinante è anche il contesto ambientale che, cambiando, ci influenza. Parola di esperto

In questi giorni Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna, ha presentato a Milano i risultati di un’indagine sulla depressione, in generale e in relazione a malattie importanti, come tumori, malattie reumatiche e diabete. «La depressione, quando legata o conseguenza di altre malattie, è per lo più sottovalutata sia da chi ne soffre, sia dai medici, quasi considerata un effetto collaterale scontato», afferma Francesca Merzagora, Presidente di Onda.

Di scontato, però, c’è molto poco. «La depressione continua a crescere: in 10 anni è aumentata di quasi il 20%», sottolinea Claudio Mencacci, Direttore Dipartimento Salute mentale e Neuroscienze ASST Fatebenefratelli Sacco, tra i relatori che hanno presentato l’indagine Onda. «Un campanello d’allarme per tutti… Fondamentale risulta investire in ricerca e innovazione per migliorare ulteriormente l’efficacia delle cure e comprendere più a fondo le interazioni con i diversi contesti ambientali».
Con lui abbiamo parlato proprio di come ansia e depressione siano influenzate dal contesto ambientale e, in particolare dall’estate, che ormai è alle porte.

Prima, però, occorre distinguere tra quel che è fisiologico e quel che non lo è. «A fare la differenza, sono l’intensità e la durata nell’arco della giornata. Provare un’ansia transitoria di fronte a situazioni di prestazione o adattamento, è normale, anzi migliora le funzioni cognitive. Ma se supera l’evento, si entra in un ambito patologico. Esistono forme acute, come i disturbi di tipo panico, e quelle con andamento continuativo, legate a fobie specifiche. L’ansia patologica riguarda il 14% della popolazione», precisa Claudio Mencacci.

Lo stesso per i disturbi depressivi: demoralizzazione o tristezza sono fisiologiche. Diverso è quando le modificazioni del tono dell’umore sono costanti e in crescita, per intensità e durata. Perdita di interesse, disturbi fisici, del sonno, dell’appetito, affaticabilità, difficoltà cognitive come indecisione e incapacità di concentrarsi… tutte manifestazioni tipiche della depressione (non bipolare), un disturbo che riguarda il 5/6% della popolazione.

Ed ora, ecco 5 cose da sapere su come i fattori ambientali possono influire in modo importante sull’andamento di questi disturbi.

1. Nel periodo estivo si ha la tendenza a consumare maggiori quantità di sostanze alcoliche, stimolanti, che aumentano le possibilità di nuovi incontri e contatti in un clima che si fa inevitabilmente più disinibito. Questo comporta variazioni dello stile di vita, del comportamento e delle relazioni sociali: un effetto legato al cambiamento ambientale che diventa, però, un comportamento sociale. Vantaggioso, magari, per chi ha disturbi del tono dell’umore, decisamente difficoltoso per gli ansiosi…

2. Diversi studi dimostrano che temperatura, umidità e quantità di luce producono effetti anche sul metabolismo, rallentandolo. La consueta dose di farmaci antidepressivi, quindi, può risultare eccessiva: meglio stabilire con il proprio medico come e quanto ridurla. Severamente vietato il fai-da-te perché potrebbe peggiorare i sintomi.

3. L’aumento del fotoperiodo (la quantità e la durata dell’illuminazione durante il giorno) stimola maggiormente alcuni neurotrasmettitori (tra cui la serotonina), migliorando il tono dell’umore in chi soffre di depressione. Non sempre, però. Ne esiste una forma, seppur rara, che si chiama Summer Affectiv Desorder ed è causata proprio dall’aumento della luce in estate. L’eccesso di luce può peggiorare anche la situazione degli ansiosi: aumentano le energie a disposizione e, se non vengono ben canalizzate, danno un senso di irrequietezza e, quindi, di ansietà.

4. Temperatura, umidità, quantità di luce, aumento dei rumori e degli stimoli possono disturbare in maniera significativa il sonno, che è il marker indicatore del nostro stato mentale. I disturbi del sonno possono fungere da promotori di disturbi d’ansia o anche depressione, innescando situazioni che erano in fase iniziale oppure originandone di nuove.

5. La scelta del luogo, invece, è principalmente questione di buon senso. Bisogna andare là dove si sente di poter portare, seppur transitoriamente, i propri bisogni: se servono uno stacco, un riposo di qualità, vada per lago o montagna. Se servono interazione, movimento, vita sociale, meglio il mare. Non sono le persone che fanno i viaggi, ma i viaggi che fanno le persone: piccolo, medio o grande che sia, il viaggio espone a una serie diversa di adattamenti. Questa è l’essenza del viaggio, quello che veramente ci dà. Spetta poi a noi stabilire quanto siamo disponibili ad adattarci.

Le vacanze non sono una gioia per tutti. Cambiare le proprie abitudini, i propri ritmi, allontanarsi dalle relazioni consolidate o da un amore, magari segreto… per molti il momento di partire è vissuto come uno stress e può gettare in una condizione emotiva di sconforto che, non solo porta a vivere male le vacanze, ma può aggravare sia i disturbi d’ansia sia quelli depressivi. Ognuno di noi si muove (e parte) con quello che si porta dentro.


di GIADA SALONIA

Dal sito : www.iodonna.it

sabato 1 agosto 2015

Caldo, la psicologa: "Potente fattore di stress, aumenta l'aggressività"



<p>(Infophoto)</p>

A livello di semplice buon senso "molti sono convinti che il caldo influisca negativamente sul nostro equilibrio psico-fisico. Effettivamente oltre al fattore termico in sé, che agisce direttamente sul nostro sistema nervoso, occorre considerare anche il ruolo di 'stressor' aspecifico che assume il caldo eccessivo, e l’influenza della stagione estiva sulla ciclicità di alcune gravi patologie psichiche, come la depressione, la ciclitimia, la bipolarità. Agendo come un potente fattore di stress, il caldo è dunque responsabile di comportamenti aggressivi e impulsivi tipici di ogni circostanza stressante, che allenta le nostre capacità di controllo rispetto agli stimoli ambientali negativi". A far luce sul legame tra canicola e aggressività è Paola Vinciguerra, psicoterapeuta presidente Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico.

Il nostro sistema nervoso "è sensibile all'aumento di temperatura, al tasso di umidità e alle ore di esposizione alla luce. Questi tre fattori agiscono come un detonatore negli individui con un equilibrio fragile dal punto di vista psicologico-relazionale. Come tutti i fattori di stress, quindi, l'insofferenza al caldo estivo può manifestarsi anche con comportamenti ostili e aumento dell'aggressività. Le alte temperatura e l'umidità agiscono sui sistemi neuroendocrini. Da una parte, il caldo stimola l'attività del glutammato, neurotrasmettitore che esercita una potente azione eccitante sui circuiti cerebrali, dall'altra viene ridotta quella del Gaba il mediatore chimico che ci rende tranquilli e rilassati".
Inoltre lo stress termico "incide sull’equilibrio critico e comportamentale anche indirettamente, attraverso la perdita di sonno ed il sovvertimento dei nostri ritmi biologici. Dormire male - prosegue l'esperta - non significa soltanto dormire poco ma anche subire un’alterazione della qualità del sonno che, per essere davvero ristoratore, ha bisogno di conservare la concatenazione delle sue fasi naturali, la cosiddetta architettura del sonno. Nella situazione di elevate temperature che stiamo vivendo si registra un grande aumento di persone sofferenti di attacchi di panico. La sensazione di spossatezza, affaticamento nel compiere anche azioni banali, talvolta giramenti di testa, difficoltà di attenzione scatena, in persone che già vivono nel l'ansia di un accadimento negativo, la convinzione che nel loro corpo stia avvenendo qualcosa di grave, di minaccioso. Da lì allo scatenamento di un attacco di panico il passo è breve".
Ecco dunque qualche consiglio mirato:
1) quando la sensazione di stanchezza e spossatezza aumenta, prendetevi del tempo mentale in cui visualizzare qualcosa di fresco e piacevole: ad esempio un prato con una cascata, oppure una brezza; respirate lentamente con il diaframma, entrate nella vostra visualizzazione, per rilassare le tensioni e abbassare il livello di adrenalina.
2) prestate attenzione alla vostra sensazione soggettiva di fatica e adeguate gli sforzi in base ad essa. Non costringetevi al di là di quello che il vostro fisico può affrontare.
3) non affrontate situazioni conflittuali in questo periodo, valutate attentamente le conseguenze rispetto a espressioni aggressive proprie e altrui.
4) evitate, quando possibile, di esporvi ad ulteriori agenti stressanti.
5) pianificate la giornata tenendo in considerazione la situazione reale e non seguendo unicamente ciò che si deve fare o ciò che desiderate fare.
6) bevete frequentemente per evitare il rischio di disidratazione, in quanto "può avere conseguenze anche sull'umore e sul comportamento".

Adnkronos