Lettera aperta all'ansia per la vigilia di Natale: fatti da parte e lasciami vivere i pochi momenti felici della mia vita.
Non voglio iniziare questa lettera con ‘cara ansia’, perché non c’è nulla di caro in tutto questo. Voglio però dirti la mia, almeno per una volta, sul senso di impotenza che provo nel non poter decidere nemmeno di cosa aver paura nella mia vita. Da un dato punto in avanti, attorno a me si è formato uno spesso banco di nebbia, perché è così che io ti vedo, un manto bianco e freddo che non mi lascia respirare, che non mi fa guardare le cose con gli occhi di chi ha il sole alle spalle. C’è stato un tempo in cui ero felice, parlavo con tutti, uscivo e, più di ogni altra cosa, sorridevo.
Questi aspetti della mia vita sono diventati un torbido pozzo d'acqua, non riesco a vederne il fondo e ci mi ci ritrovo dentro senza averlo chiesto a nessuno. Io ti odio, è giusto che tu lo sappia, ma non per questi dettagli che con fatica, qualche volta, riesco a riavere. Ti odio per ciò che mi hai trasmesso in tutti questi anni: l'assenza di speranza. Perché quando arrivi, tutto quello che resta è l'incapacità di poterne uscire. Non voglio sedermi accanto ai miei figli, a mia madre, mio padre, mio marito o mia moglie, e pensare costantemente che un giorno tutto questo finirà, che il mondo smetterà di esistere e che io morirò. Allo stesso modo non voglio ritrovarmi sull'orlo dell'abisso a guardare il riflesso di ciò che sono. Non voglio digrignare i denti nel sonno, andare a letto con l'incubo di non risvegliarmi più o sentire un cappio stretto al collo mentre sono a tavola con le persone che amo.
Non voglio spaventare i miei figli, vergognarmi di uscire per paura di una crisi. Non voglio piangere senza un vero motivo: a proposito, anche per questo non ti sopporto. Sono io che devo decidere quando emozionarmi, sono io che devo decidere quando commuovervi, arrabbiarmi, urlare o stare in silenzio. Mi hai obbligato per tutto l'anno a vestirmi come volevi tu, a mangiare quando volevi tu, a uscire quando volevi tu. È una dipendenza che non ho deciso. Mi hai obbligato a ingurgitare pillole e farmaci in cerca di un attimo di quiete, ad andare per ospedali quando avevo solo bisogno di riposo. Perciò, per favore, 'cara ansia', almeno per questa volta lasciami sorridere.
Michele Iacovone
Urbanpost.it
Attacchi di panico, ansia, depressione saranno le più gravi malattie
croniche del futuro con le quali milioni di persone in Europa stanno
facendo i conti
Negli ultimi
anni attacchi di panico, ansia e depressione stanno diventando
patologie sempre più incidenti nella società: sono 33 milioni le persone
in tutta Europa che combattono con queste problematiche, ma in futuro
sono destinate a diventare malattie croniche.
Proprio per questo motivo la società italiana di psichiatria si sta muovendo per affinare sempre di più i metodi di indagini e di cura.
Sono stati individuati cinque parametri fondamentali attraverso
i quali sarà possibile individuare in tempi brevi malattie come
depressione, disturbi d’ansia e attacchi di panico: valutazione dei dati
genetici, biomarcatori, tipologia di malattia depressiva o ansiosa,
neuroimaging cerebrale, sintomi che indicano maggiore resistenza a cure e
terapie.
I passi giusti per curare la depressione
Contro
la depressione e gli attacchi di panico, nessuno si salva da solo e per
combattere questo male occorre un vero e proprio percorso da seguire con
attenzione.
-Curarsi ‘bene’: seguire le terapie
secondo le modalità indicate dapprima dal medico di medicina generale
e/o, laddove necessario, dal medico specialista – in particolare dallo
psichiatra – in funzione dei diversi bisogni o della gravità della
patologia.
Non interrompere mai le cure: la riacutizzazione delle manifestazioni o la riesposizione a fattori di rischio, sono spesso frequenti.
Seguire uno stile di vita sano:
dalla corretta alimentazione, evitando cioè cibi che abbiano
naturalmente al loro interno componenti eccitanti; alla correzione di
comportamenti voluttuari, azzerando cioe’ il consumo di alcool e droghe
che hanno importanti effetti sul sistema nervoso centrale e sulle
funzioni mentali; alla pratica regolare di attivita’ fisica, almeno
40-60 minuti di sano movimento per 3-4 volte a settimana; limitare la
vita ‘multitasking’ ovvero impegnata su troppi fronti.
Prestare attenzione ai campanelli d’allarme
Non trascurare il sonno: Diversi studi scientifici hanno dimostrato una stretta relazione fra depressione, scarsità di sonno e attivazione di fenomeni infiammatori che sono alla base della comparsa di differenti patologie
Confidarsi e parlarne, informare le persone care.
Oltre la cura medica sono molto importanti le cure psicoterapiche E’
fondamentale nel percorso di recupero da uno stato depressivo avere
accanto un ambiente famigliare accogliente, comprensivo, poco giudicante
che non stimoli sentimenti di vergogna, ma che sostenga in tutte le
fasi della malattia.
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