Finite le vacanze, con l'inizio di settembre termina l'ebbrezza e
tornano i problemi. Le risorse finanziarie insufficienti, le incertezze
legate al mondo del lavoro, le attività precarie dei giovani che non
riescono a costruirsi un futuro, fanno crescere la paura di perdere il
proprio equilibrio psico-fisico.
Troppi italiani avvertono la sfiducia e la quasi certezza di
non riuscire a far fronte agli impegni. L'ansia si insinua dentro di
noi, domina i nostri pensieri, ci rende fragili, pieni di dubbi, vittime
di noi stessi, prima ancora che delle avversità della vita.
L'ansia non è un fenomeno anormale. È un'emozione di base, che comporta uno stato di attivazione dell'organismo quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa. Nella specie umana si traduce in una tendenza immediata all'esplorazione dell'ambiente, nella ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga, nonché in una serie di fenomeni neurovegetativi come l'aumento della frequenza del respiro e del battito cardiaco. L'organismo in ansia ha bisogno della massima energia muscolare a disposizione, per poter scappare o attaccare in modo più efficace possibile, scongiurando il pericolo e garantendosi la sopravvivenza. Quando l'attivazione del sistema di ansia è eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni, siamo di fronte a un disturbo d'ansia, che può complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le più comuni situazioni.
Tali disturbi sono tra i più frequenti nella popolazione, creano grossa invalidazione e spesso non rispondono bene ai trattamenti farmacologici. Si rende necessario agire efficacemente su di essi con mirati interventi psicoterapeutici brevi di orientamento cognitivo-comportamentale, che hanno dimostrato alta efficacia in centinaia di studi scientifici.
I disturbi d'ansia conosciuti e chiaramente diagnosticabili sono quelli relativi a fobie specifiche (aereo, spazi chiusi, ragni, cani, gatti, insetti), i disturbi di panico e agorafobia (paura di stare in situazioni da cui non vi sia una rapida via di fuga), quelli ossessivo-compulsivi, quelli post-traumatici da stress. Vi sono poi altri tipi di problemi legati all'ansia, quali la paura di guidare, il disturbo d'ansia da separazione, che spesso si associa a crisi di panico, oppure l'ansia da prestazione sessuale, presente nei giovani e nelle persone mature.
Molti italiani sono colpiti da episodi improvvisi e intensi di paura o di una rapida escalation dell'ansia normalmente presente. Sono accompagnati da sintomi somatici e cognitivi: dalle palpitazioni, ai tremori, dalle sensazioni di soffocamento, ai dolori al petto, alla paura di morire o di impazzire. Sono questi gli attacchi di panico.
Chi li ha provati li descrive come un'esperienza terribile, spesso improvvisa e inaspettata, almeno la prima volta. Il timore di un nuovo attacco diventa immediatamente forte e dominante. Il singolo episodio sfocia facilmente in un vero disturbo di panico, originato dalla «paura della paura». È un tremendo circolo vizioso che spesso si porta dietro la cosiddetta «agorafobia», ovvero l'ansia relativa all'essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto. Queste persone non possono uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l'auto, stare in mezzo alla folla o in coda.
Tutte le situazioni potenzialmente ansiogene vengono evitate e la persona diventa schiava dei suoi attacchi di panico, costringendo spesso tutti i familiari ad adattarsi e a non lasciarla mai solo. Cresce il senso di frustrazione che deriva dal dover dipendere dagli altri. Questa situazione conduce spesso a una depressione secondaria. Lo stato d'ansia non va mai trascurato.
L'ansia non è un fenomeno anormale. È un'emozione di base, che comporta uno stato di attivazione dell'organismo quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa. Nella specie umana si traduce in una tendenza immediata all'esplorazione dell'ambiente, nella ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga, nonché in una serie di fenomeni neurovegetativi come l'aumento della frequenza del respiro e del battito cardiaco. L'organismo in ansia ha bisogno della massima energia muscolare a disposizione, per poter scappare o attaccare in modo più efficace possibile, scongiurando il pericolo e garantendosi la sopravvivenza. Quando l'attivazione del sistema di ansia è eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni, siamo di fronte a un disturbo d'ansia, che può complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le più comuni situazioni.
Tali disturbi sono tra i più frequenti nella popolazione, creano grossa invalidazione e spesso non rispondono bene ai trattamenti farmacologici. Si rende necessario agire efficacemente su di essi con mirati interventi psicoterapeutici brevi di orientamento cognitivo-comportamentale, che hanno dimostrato alta efficacia in centinaia di studi scientifici.
I disturbi d'ansia conosciuti e chiaramente diagnosticabili sono quelli relativi a fobie specifiche (aereo, spazi chiusi, ragni, cani, gatti, insetti), i disturbi di panico e agorafobia (paura di stare in situazioni da cui non vi sia una rapida via di fuga), quelli ossessivo-compulsivi, quelli post-traumatici da stress. Vi sono poi altri tipi di problemi legati all'ansia, quali la paura di guidare, il disturbo d'ansia da separazione, che spesso si associa a crisi di panico, oppure l'ansia da prestazione sessuale, presente nei giovani e nelle persone mature.
Molti italiani sono colpiti da episodi improvvisi e intensi di paura o di una rapida escalation dell'ansia normalmente presente. Sono accompagnati da sintomi somatici e cognitivi: dalle palpitazioni, ai tremori, dalle sensazioni di soffocamento, ai dolori al petto, alla paura di morire o di impazzire. Sono questi gli attacchi di panico.
Chi li ha provati li descrive come un'esperienza terribile, spesso improvvisa e inaspettata, almeno la prima volta. Il timore di un nuovo attacco diventa immediatamente forte e dominante. Il singolo episodio sfocia facilmente in un vero disturbo di panico, originato dalla «paura della paura». È un tremendo circolo vizioso che spesso si porta dietro la cosiddetta «agorafobia», ovvero l'ansia relativa all'essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto. Queste persone non possono uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l'auto, stare in mezzo alla folla o in coda.
Tutte le situazioni potenzialmente ansiogene vengono evitate e la persona diventa schiava dei suoi attacchi di panico, costringendo spesso tutti i familiari ad adattarsi e a non lasciarla mai solo. Cresce il senso di frustrazione che deriva dal dover dipendere dagli altri. Questa situazione conduce spesso a una depressione secondaria. Lo stato d'ansia non va mai trascurato.