mercoledì 10 marzo 2021

Com’è dura affrontare un attacco di panico





Il fiato si spezza all’altezza del petto. Un nodo chiude la gola. La vena inizia a pulsare. Il cuore ha un ritmo accelerato, incontrollabile, lo senti anche nelle orecchie, che si chiudono, intorno tutto ha un silenzio surreale. La vista si offusca. Il corpo è ingestibile. Il sudore è freddo, la salivazione a zero, le palpitazioni sono continue. Assurdo ma reale, è quello che si prova in pieno attacco di panico. Un attacco di panico è devastante e terrorizza, ciò che più fa paura è che possa riaccadere, e chissà dove e chissà quando, perché è perfido, arriva, ti colpisce ovunque sei e ti annetta. Non conosce gioia o dolore, non conosce momenti imbarazzanti o luoghi inappropriati. Capita che ti aspetti una gratificazione e non uno shock. Un ospite indisturbato che colpisce senza bussare alla porta, che colpisce quando vuole lui, e sa colpire. La mia vita è sempre stata un susseguirsi di emozioni, di ritmi frenetici, di gratificazioni e di momenti più tristi, e anche di tanto stress, così la prima volta, il primo attacco di panico, ho pensato fosse “solo” un avvertimento al mio ritmo di vita troppo veloce, ma quel battito “accelerato” mi è rimasto dentro, indimenticabile. Ma alla seconda volta che l’attacco mi ha attaccata, l’ho capito subito. Certo, il ritmo di vita e di stress incide, inutile nasconderlo, ma inutile negare che in tempo di pandemia, di pensieri negativi, di incognite future, di fiato corto già a causa delle mascherine, gli attacchi di panico, sono abbastanza comuni. Secondo le percentuali almeno il 10% delle persone – in tempi normali- e prevalentemente donne- hanno sperimentato questa spiacevole sensazione. Chi vive un attacco di panico, lo paragona ad un infarto o ictus. Normalmente la durata è breve, la fase più acuta dura pochi momenti, ma le sensazioni sono intense e gettano la persona nel terrore. Alla fine rischia di generare una dinamica perversa “vivo nel panico del panico e quindi non vivo più” soprattutto quando si attuano meccanismi per evitare proprio quelle sensazioni potenzialmente impanicanti: il pensiero costante ad evitare luoghi, situazioni, dinamiche che possono provocare una crisi. Una vita in fuga. I soggetti “allenati” imparano a gestire l’attacco di panico sul lavoro e nelle varie situazioni della vita quotidiana ma ciò non basta, bisogna lavorare su se stessi e su ciò che lo genera. Altrimenti tornerà sempre indisturbato e farà i suoi comodi. E’ importante capire quando sia arrivato il momento di affidarsi ad uno psicoterapeuta per lavorare su se stessi e sulle questioni irrisolte con la propria vita. Capita molto spesso che un collega o un amico in nostra compagnia ha un attacco di panico, cosa fare? Mantenete la calma. Sangue freddo. Non è una cosa che si trasferire, non aggiungete altra ansia. Abbassatevi o sedetevi con lui, servirà per non farlo sentire in imbarazzo. Tranquillizzatelo, parlate piano, lentamente e con serenità, ponetegli domande su cosa sente e cosa avverte, non ponete fretta nelle risposte. Non toccatelo con frequenza, non stategli troppo vicino e non assumete movimenti scattosi o un tono di voce teso. Comunicategli di respirare più piano, la respirazione di chi è in un attacco di panico è in iperventilazione – una panacea per l’attacco-.
L’attacco di panico non è un tabù o una vergogna, parlarne, condividerlo, così come spesso hanno fatto e fanno molti personaggi dello spettacolo è importante, perché capita a tutti, non esiste distinzione di età, di sesso o anche di vita, è il ritmo che conduciamo, perché l’attacco di panico è un grido di allarme forte e dirompente nel nostro cervello. Una sorta di disperato ed accorato grido d’aiuto che ci auto-lanciamo. Ignorarlo, provare a giustificarlo e nasconderlo anche a noi stessi è solo un palliativo e un tentativo goffo ma non una soluzione. I sintomi potrebbero peggiorare, gli attacchi potrebbero essere più frequenti e addirittura limitarci per paura di viverli. Non aspettate inerti che la situazione passi, da sola non lo farà, siete voi che dovrete affrontarlo e talvolta col supporto di specialisti. Non ditevi “ormai”, “passerà”, “non ho tempo per queste cose”, in quel momento gli state segnando gol ad un bastardo che vi attaccherà col vostro consenso.

Dal Sito: ildenaro.it

Attacchi di panico, cosa accade nel nostro corpo quando si verificano




L’attacco di panico è una reazione impropria del cervello che reagisce a certi stimoli entrando in “allarme pericolo di vita”, in assenza di questo reale rischio. Lo fa attivando tutte le reazioni che possono entrare in gioco quando si sta per morire in circostanze violente.

Sempre più persone si presentano al pronto soccorso degli ospedali con sintomi improvvisi e violenti, che possono sembrare quelli dell’infarto: sensazione di oppressione al petto, dolore al torace, profonda inquietudine e sudorazione fredda, accompagnata a volte anche da nausea. In realtà si tratta propriamente di attacchi di panico.

Come viene trattato al pronto soccorso

Al pronto soccorso viene effettuato innanzitutto un elettrocardiogramma per escludere che la problematica sia di natura cardiaca; viene anche misurata la pressione sanguigna e di norma, escluso che si tratti di un infarto, viene somministrato un farmaco tranquillante.

Cause dell’attacco di panico

A scatenare un attacco di panico può essere un lungo periodo di stress.Tra le cause ad esempio un carico di lavoro eccessivo o un forte stressemotivo; oppure questo stato può rappresentare la classica punta dell’iceberg di un disagio emotivo profondo che non riesce ad emergere da lungo tempo.

Come si manifesta l’attacco di panico

Questi sono i principali sintomi dell’attacco di panico:

  • tachicardia
  • iperventilazione
  • tremore e brividi
  • sudorazione fredda alternata a vampate
  • dolore al petto
  • nausea
  • sensazione di irrealtà (l’ambiente circostante assume contorni sfumati, sembra di essere in un sogno)
  • senso di morte imminente

Come comportarsi

In caso di attacco di panico, bisogna in primis escludere che si stia verificando davvero un infarto; per questo motivo è sempre bene accompagnare la persona in ospedale, dove verrà immediatamente accertata  la natura del problema.

La durata dell’episodio ci aiuta a capire di che cosa si tratti: in genere i sintomi dell’attacco di panico, infatti, durano circa una decina di minuti.

Quando la persona interessata è giovane e non è soggetta a rischio infarto (né a ipertensione, sovrappeso, colesterolo alto, diabete), se sta sta iperventilando (respirazione corta e affannosa) le si può chiedere di respirare per circa un minuto in un sacchetto di carta, tipo quello del pane, con bocca e naso. Il gesto va ripetuto per quattro cinque volte, alternando un minuto di respirazione nel sacchetto, con un minuto fuori dal sacchetto.

Questa pratica dovrebbe aiutare a ripristinare una respirazione regolare, prevenendo il rischio che comporta l’iperventilazione di peggiorare la sensazione di soffocamento che si percepisce durante l’attacco di panico.

Cosa non fare

  • Evitare di chiedere alla persona di controllarsi, perché con l’attacco di panico non si fa altro che peggiorare la sua condizione psico-emotiva, in quanto la persona non è assolutamente in grado di prendere il controllo su di sé.
  • Evitare di farsi vedere spaventati dalla situazione e incapaci di fornire aiuto, per non peggiorare la condizione di fragilità emotiva della persona in quel momento.
  • Cercare di rimanere calmi e lucidi per affrontare al meglio la situazione.

Dal Sito: interris.it

Attacchi di panico, consigli pratici per affrontarli al meglio

Il panico è una irrefrenabile sensazione di ansia che si verifica in modo improvviso, senza alcun preavviso e a volte senza una ragione apparente.


Si manifesta come un’ondata di sentimenti cui non si sa come opporre rimedio,  una sensazione nota come attacco di panico,  chi ne soffre avverte sintomi fisici oltre che emotivi.

Sintomi di un attacco di panico

C’è un rapido accumulo di sintomi fisici  durante l’attacco di panico, come:

  • Un battito cardiaco martellante percepibile.
  • Sudorazione.
  • Nausea.
  • Sensazione di incapacità di respirare o sensazione di soffocamento.
  • Sensazione di svenimento o vertigini.
  • Intorpidimento o la sensazione di avvertire spilli e aghi.
  • Dolori al petto o senso di oppressione al torace.
  • Avere gli arti tremolanti.
  • L’urgenza di andare in bagno.

Questi sintomi sono spiacevoli e possono essere molto inquietanti a causa della loro intensità, facendo immaginare all’individuo che sta per morire (per un attacco di cuore, soffocamento, ecc. o che sta per svenire.

Il risultato di questa paura è che la persona si spaventa al pensiero di sperimentare il prossimo attacco, che poi porta al senso di panico (‘paura della paura’) e i suoi sintomi fisici di panico peggiorano. Gli attacchi di solito durano da 5-20 minuti ma possono durare fino a un’ora.

Come affrontare gli attacchi

Rimanere dove si è

Se possibile, si dovrebbe rimanere dove si è durante un attacco di panico. Poiché l’attacco potrebbe durare fino a un’ora, potrebbe essere necessario accostare e parcheggiare dove è sicuro, se si è alla guida.

Quindi fermati un attimo, osserva i tuoi pensieri e dì a te stesso che la tua mente sta reagendo a questi pensieri e all’ansia.

Impara a controllare il tuo respiro

Le persone spesso iperventilanodurante un attacco. Ciò significa fare respiri più profondi del normale che si traduce in una sensazione di mancanza di respiro, provocando una sensazione di vertigini,disorientamento e dolori al petto.

Imparando a rallentare il respiro, puoi aiutare a prevenire i fastidiosi sintomi fisici e fermare il ciclo di panico.

Eliminare le sostanze eccitanti

Alcuni studi mirati hanno evidenziato che la caffeina può essere dannosa per chi soffre di ansia e attacchi di panico, anche se non ne è la causa. Ad ogni modo, per determinate categorie di persone o in seguito a dosi eccessive, alcuni effetti indesiderabili si manifestano all’improvviso.

Non andrebbero assunti più di 3 caffè al giorno. Un’ alternativa è il caffè d’orzo, il caffè verde o il caffè decaffeinato.

Imparare a usare affermazioni positive di comportamento

Quando ci si sente ansiosi e in preda al panico può essere utile avere delle “affermazioni di comportamento” che possono essere usate per ricordare che il panico non è pericoloso e non è dannoso.

Spostare l’attenzione

Molte cose possono passare per la mente durante un attacco di panico, spesso si tratta di pensieri molto negativi, per esempio pensare alla morte. Piuttosto che concentrarti su questi, prova a concentrarti su qualcos’altro, come guardare un fiore o un’immagine o qualcosa che ti interessa o ti conforta.


Dal Sito: donnapress.it


Ansia: tipologie e sintomi




Con la consulenza del professor Roberto Brugnoli, ricercatore di Psichiatria presso l’Università di Roma La Sapienza, II facoltà, scopriremo i diversi tipi di ansia. In questo modo sarà possibile definire ogni tipologia di ansia e diversificarla. 

L’abitudine è quella di definire “ansioso” chiunque viva in uno stato di perenne preoccupazione, ma è semplicistico. È fondamentale che il medico faccia una diagnosi, perché solo così si può mettere in atto una terapia mirata, farmacologica, psicoterapeutica o entrambe.

Ma è importantissimo che l’ansioso si voglia far aiutare, che arrivi al momento in cui decida di scrollarsi di dosso questo fardello che gli impedisce una vita normale. Esistono diversi tipi di disturbi d’ansia, esaminiamoli: ansiageneralizzata, disturbo da attacchi di panico, ansia sociale o fobia sociale, disturbo ossessivo-compulsivo.

Ansia generalizzata

Questo è il disturbo più diffuso e caratterizza quelle persone che si preoccupano esageratamente di tutto. È a metà strada tra un tratto caratteriale e un vero e proprio problema. È autolimitante perché fa vivere chi ne è colpito sempre in allarme, sempre come se da un momento all’altro dovesse succedere qualcosa, con possibili pericoli o insidie ovunque.

Si manifesta con palpitazione, respirazione accelerata, sudorazione, insonnia e comunque con una generalizzata sensazione di non vivere a pieno e serenamente la vita.

Disturbo da attacchi di panico

All’improvviso un attacco di ansia è talmente forte da diventare paralizzante. Alla sudorazione, alle palpitazioni, alla difficoltà di respirazione e a tutti gli altri sintomi fisici (neurovegetativi) si aggiunge il senso di morte, la paura che da un momento all’altro il cuore si fermi, che da quell’attacco non si uscirà vivi.

È una sensazione talmente forte e devastante che da quel momento in poi si mettono in atto tutta una serie di strategie per evitare un nuovo attacco, quindi ci si isola, spesso ci si chiude in casa per paura che gli spazi aperti, i luoghi affollati, lo stare insieme agli altri possa nuovamente innescare un episodio di panico.

Ansia sociale o fobia sociale

È la paura di essere giudicato dalla gente e va molto al di là del desiderio normale di essere ben considerati dagli altri. Si manifesta, per esempio, con la paura di entrare in un bar e chiedere un caffè per il timore che tutti ti guardino, o che la voce produca uno strano suono.

Impedisce di andare a una festa perché si teme di inciampare, di parlare in pubblico e balbettare. Lentamente quest’ansia così paralizzante porta all’isolamentodalla collettività, si sceglie di stare da soli e si rischia di cercare un illusorio conforto nell’abuso di alcool e di farmaci.

Disturbo ossessivo-compulsivo

Si verifica in presenza di ossessioni, paralizzanti e ripetitive. È la mania per l’ordine, la simmetria, la ritualità. La persona che ne è colpita pensa in continuazione se ha messo in atto strategie per avere il completo controllo della situazione.

Controlla infinite volte se il gas è chiuso, se l’interruttore è spento, se la serratura è a posto, ecc. Trova conforto in ritualità che non riesce a interrompere, come lavarsi le mani infinite volte, ripetere un numero definitivo di volte lo stesso gesto prima di passare al successivo e così via. Tutto questo genera uno stato di infinita ansia che rende impossibile una vita normale.


Dal Sito: piusanipiubelli.it


Ansia: tipologie e sintomi




Con la consulenza del professor Roberto Brugnoli, ricercatore di Psichiatria presso l’Università di Roma La Sapienza, II facoltà, scopriremo i diversi tipi di ansia. In questo modo sarà possibile definire ogni tipologia di ansia e diversificarla. 

L’abitudine è quella di definire “ansioso” chiunque viva in uno stato di perenne preoccupazione, ma è semplicistico. È fondamentale che il medico faccia una diagnosi, perché solo così si può mettere in atto una terapia mirata, farmacologica, psicoterapeutica o entrambe.

Ma è importantissimo che l’ansioso si voglia far aiutare, che arrivi al momento in cui decida di scrollarsi di dosso questo fardello che gli impedisce una vita normale. Esistono diversi tipi di disturbi d’ansia, esaminiamoli: ansiageneralizzata, disturbo da attacchi di panico, ansia sociale o fobia sociale, disturbo ossessivo-compulsivo.

Ansia generalizzata

Questo è il disturbo più diffuso e caratterizza quelle persone che si preoccupano esageratamente di tutto. È a metà strada tra un tratto caratteriale e un vero e proprio problema. È autolimitante perché fa vivere chi ne è colpito sempre in allarme, sempre come se da un momento all’altro dovesse succedere qualcosa, con possibili pericoli o insidie ovunque.

Si manifesta con palpitazione, respirazione accelerata, sudorazione, insonnia e comunque con una generalizzata sensazione di non vivere a pieno e serenamente la vita.

Disturbo da attacchi di panico

All’improvviso un attacco di ansia è talmente forte da diventare paralizzante. Alla sudorazione, alle palpitazioni, alla difficoltà di respirazione e a tutti gli altri sintomi fisici (neurovegetativi) si aggiunge il senso di morte, la paura che da un momento all’altro il cuore si fermi, che da quell’attacco non si uscirà vivi.

È una sensazione talmente forte e devastante che da quel momento in poi si mettono in atto tutta una serie di strategie per evitare un nuovo attacco, quindi ci si isola, spesso ci si chiude in casa per paura che gli spazi aperti, i luoghi affollati, lo stare insieme agli altri possa nuovamente innescare un episodio di panico.

Ansia sociale o fobia sociale

È la paura di essere giudicato dalla gente e va molto al di là del desiderio normale di essere ben considerati dagli altri. Si manifesta, per esempio, con la paura di entrare in un bar e chiedere un caffè per il timore che tutti ti guardino, o che la voce produca uno strano suono.

Impedisce di andare a una festa perché si teme di inciampare, di parlare in pubblico e balbettare. Lentamente quest’ansia così paralizzante porta all’isolamentodalla collettività, si sceglie di stare da soli e si rischia di cercare un illusorio conforto nell’abuso di alcool e di farmaci.

Disturbo ossessivo-compulsivo

Si verifica in presenza di ossessioni, paralizzanti e ripetitive. È la mania per l’ordine, la simmetria, la ritualità. La persona che ne è colpita pensa in continuazione se ha messo in atto strategie per avere il completo controllo della situazione.

Controlla infinite volte se il gas è chiuso, se l’interruttore è spento, se la serratura è a posto, ecc. Trova conforto in ritualità che non riesce a interrompere, come lavarsi le mani infinite volte, ripetere un numero definitivo di volte lo stesso gesto prima di passare al successivo e così via. Tutto questo genera uno stato di infinita ansia che rende impossibile una vita normale.


Dal Sito: piusanipiubelli.it