In una intervista con ESPN Love ha parlato delle sue difficoltà
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Bolg informativo sui disturbi legati all'Ansia e agli Attacchi di panico - Facebook https://it-it.facebook.com/insiemedap/
L’Estate è la stagione per eccellenza delle fobie che rischiano di rovinarci inevitabilmente le vacanze e il periodo che potremmo dedicare al relax. Le fobie sono delle paure eccessive e irrazionali. Sono scatenate dalla minaccia della propria incolumità. danno vita a dei timori infondati, crisi di ansia che possono sfociare nei casi più gravi in veri e propri attacchi di panico.
Se non tenute a bada queste fobie estive rischiano di condizionare la propria esistenza e quella di chi ci vive a fianco.
Ecco la lista delle principali fobie estive:
- Rupofobia o paura della sporco: le vittime di questa fobia temono di contrarre malattie e non riescono a stare nei luoghi all’aperto come i campeggi e gli agriturismi. Non riescono a perdere il controllo della pulizia e si lavano continuamente le mani;
- Fotofobia o fobia legata alla luce e al sole: tipica di quei soggetti sensibili all’esposizione al sole. Non tollerano nemmeno la maggiore intensità della luce artificiale;
- Agorafobia o paura di trovarsi in spazi aperti: è accompagnata da veri e propri attacchi di panico e colpisce solo in Italia ben 700 mila persone;
- Mottefobia o paura delle falene o farfalle notturne: questa fobia è legata alla paura di perdere il controllo di tutto ciò che è misterioso e si cela nelle tenebre;
- Gimnofobia o paura di essere nudi: paura legata alla sessualità e va dall’imbarazzo di spogliarsi in pubblico fino alla non tolleranza della nudità altrui;
- Ofidiofobia e scolecifobia o paura dei serpenti e dei vermi: cela paura di non essere capaci di accettare i propri difetti o la negatività dell’ambiente circostante;
- Fobia del mare: tipica di chi ha paura dell’ignoto e si sente minacciato da tutto ciò che lo rappresenta;
- Aerofobia o paura dell’altezza e di volare: è percepita da chi soffre di vertigini. E’ un problema se si deve raggiungere un luogo con l’aereo o se si decide di salire su una montagna;
- Aracnofobia o paura dei ragni: le persone affette da questa fobia non riescono a godersi le vacanze in campeggio o semplicemente un pic nic in mezzo alla natura;
- Sudofobia o paura di sudare: consiste nel controllare continuamenente il proprio odore per paura di rilasciare deglo odori sgradevoli a causa del sudore. Alcune persone affette da questa fobia arrivano a farsi ripetute docce durante la giornata, a usare smoderatamente profumi e deodoranti. Arrivano ad evitare di viaggiare nei mezzi pubblici e in casi gravi si barricano in casa;
- Paura di non essere considerati dai social: chiamata anche “bulimia digitale” è tipica di chi non riesce a non controllare i propri profili social e le mail. E’ tipica di quei soggetti che non riescono a disconnettersi e trascorrono parecchio tempo davanti a pc, tablet e smarthphone persino in vacanza.
Da questo tipo di fobie si può guarire. Il primo passo è quello di accettare il problema e non reprimerlo. Molto efficace è la tecnica della graduale esposizione allo stimolo. Lo scopo di questo metodo cognitivo- comportamentale consiste nel sconfiggere le fobie facendo familiarizzare il soggetto con l’oggetto o situazione che gli provoca timore in maniera graduale. Ciò comporta un’acquisizione di coraggio, controllo dell’ansia e del timore e gestione stessa della fobia fino ad esaurirsi nel tempo. A volte queste fobie nascondono traumi seri legati all’infanzia da non sottovalutare. Se queste fobie diventano ingestibili tanto da condizionarci l’esistenza allora occorre chiedere aiuto ad uno specialista col quel cominciare un utile percorso di terapia di tipo cognitivo- comportamentale.
Pensiamo alla serata che ci aspetta: in famiglia, coi figli, oppure con gli amici... Ma niente, vorremmo solo sprofondare lì dove siamo. Ma cos’è successo? Torniamo alla giornata trascorsa e, faticosamente, individuiamo un elemento, un fattore scatenante: si tratta magari di uno screzio mal digerito al lavoro, di una telefonata che non è arrivata, di una parola di troppo che abbiamo detto... Ma non ne siamo così convinti: sì, quei fatti sono successi, ma come ne succedono tutti i giorni, e non reagiamo così. Di solito facciamo spallucce e tiriamo dritto. Oggi invece, niente: tutto ci sembra irrimediabilmente triste, inutile…
Se vi siete riconosciuti in questo ritratto, se anche voi siete parte di quella grandissima maggioranza di persone cui capitano momenti di tristezza profonda e, in apparenza, immotivata, c’è una cosa che dovete sapere: tutto si gioca in questo attimo, in questo primo momento in cui ci si accorge che qualcosa è scattato. Potete trasformare questo evento in un “regalo dell’anima”, oppure in un piccolo dramma, capace di innescare meccanismi mentali che si trascinano per anni. Vediamo assieme in che modo.
“Oddio, e adesso cosa faccio? Devo reagire, devo fare qualcosa!". Quando arriva la tristezza, di solito crediamo di dover reagire. Cerchiamo di combatterla, di zittirla, di sostituirla con qualcos’altro. Anche se al momento ci riusciamo, ricorrendo alla tv o a qualche altra distrazione “divertente”, alla fine ci resta dentro un’amarezza ancora più indefinibile, che tornerà più forte la prossima volta. Se invece proprio non ci riusciamo a mandarla via, inneschiamo un circolo vizioso di lamenti, recriminazioni, sensi colpa, vergogna... “Perché sono fatto così?”. Come se essere ciò che si è fosse una malattia!
Invece di preoccuparci e di combatterla, possiamo semplicemente... cedere. Lasciamole campo libero per un po’ e stiamo a vedere cosa succede. Se la tristezza è arrivata, significa che l’anima l’ha prodotta, che ne aveva bisogno. E a quale scopo? La risposta è semplice: è arrivata per farci ritrovare il sorriso! È come se, nella vita di tutti i giorni, ci fossimo dimenticati un po’ troppo di noi stessi, del nostro piacere, della nostra gioia. E così le energie hanno cominciato ad abbassarsi, andando sempre più giù, nel fondo dell’anima. Finché è suonato l’allarme. “Scendere in basso” è il solo modo che l’anima ha per andare a pescare quelle energie e farle riemergere, per farci ritrovare…la gioia!
Dal Sito: Riza.it