La depressione è un problema che
rovina la vita, lo so, ho rischiato di farmi davvero male. Ho sprecato
tanti giorni preziosi della mia vita a causa sua, ma non è un problema
indistruttibile, si può vincere, sappiatelo: credete di
essere soli, che il vostro male sia unico, che nessuno lo capisca, ma
non è così; il male è unico, perché ognuno di noi è unico, con
esperienze uniche, vite uniche, e reagisce in modi più o meno differenti
al male che lo attanaglia. Ma siamo tutti sulla stessa barca, e possiamo aiutarci l'un l'altro,
e insieme ce la faremo: non disprezzate i vostri simili, né coloro i
quali hanno studiato questo male, psicologi e psichiatri, il loro aiuto è
fondamentale.
Tale problema non viene menzionato nel web, in tv, come si dovrebbe, perché ricordiamoci che anche questa è una malattia, sapete cosa vuol dire vivere chiusa in casa?
Non avere voglia di alzarsi in piedi e voler dormire tutto il giorno,
avere continuamente attacchi di panico che ti tolgono il fiato, ti fanno
battere il cuore fortissimo, tremi, pensi di morire da un momento
all'altro, eppure non è cosi. La disinformazione porta le persone a
chiudersi in se stesse, nel loro guscio protetto, ma dovete sapere che
ne possiamo uscire, ho stretti contatti con chi ce l'ha fatta, ed io
tutt'ora lotto per combatterli.
La vita è troppo bella per non essere vissuta
quindi lottate, fatevi vedere da medici competenti, fate psicoterapia,
circondatevi di persone che vi amano e non di quelle che giudicano e
basta, perché loro vi rovineranno. Dobbiamo avere la forza, che molte
volte viene a mancare; lo so perché son la prima che ci sta passando, ma
cos'è l'ansia per vincere contro di noi? Purtroppo questi disturbi
portano a somatizzazioni fisiche come tachicardia, palpitazioni,
stanchezza, tremori, nodo alla gola, ed a volte diventiamo pure
ipocondriaci perché iniziamo ad avere dubbi su dubbi, paure su paure, ma
non siete malati sono solo conseguenze al vostro stato d'ansia e solo
dentro di voi che riuscirete a scoprirlo
Chiara Costa
Blasting.News
I disturbi d'ansia sono attualmente una delle patologie
più diffuse e frequenti nella popolazione e gli attacchi di panico ne
costituiscono la manifestazione più acuta.
Tremore,
tachicardia, sensazione di vuoto, perdita di controllo, paura di
morire: chi soffre di ansia e di attacchi di panico comprende benissimo
tali sensazioni e s'identifica pienamente in questa descrizione.
L'etimologia della parola ansia può in qualche modo aiutarci a capire
meglio cosa intendere quando parliamo di tale disturbo. La parola ansia
deriva dal latino "angere" ossia stringere, infatti la parola è
associata all'idea di strettezza e costrizione. Più precisamente,
possiamo definire l'ansia come un sentimento di penosa attesa di un
evento giudicato come terribile e catastrofico che non è ancora avvenuto
ma che noi immaginiamo possa accadere; in altri casi l'ansia può essere
generalizzata e quindi può non essere più circoscritta a un evento
particolare ma sembra investire qualunque altro tipo di situazione: in
tal caso la persona si trova a temere qualunque cosa di terribile possa
accadere anche se non fa riferimento a nessun fatto specifico. Uno dei
modi in cui l'ansia può manifestarsi in una persona sono le
somatizzazioni.
L'esempio più chiaro e conosciuto di queste è costituito dall'attacco di
panico. Il termine "panico" nasce dalla mitologia greca in cui si narra
del dio Pan, metà uomo e metà caprone, che spaventava i viandanti e i
pastori comparendo all'improvviso sul loro cammino e scomparendo poi
velocemente, lasciando le proprie vittime sorprese, sbigottite e
disorientate, nell'incapacità di spiegarsi quanto fosse accaduto.
Similmente a quanto si racconta in tale mito, un attacco di panico è un
episodio breve ed intenso in cui si sperimenta ansia acuta e che
comporta intensi sintomi somatici accompagnati da vissuti psicologici di
terrore, catastrofe imminente e impulso a fuggire. L'attacco si
manifesta con sintomi fisici ovvero tachicardia, sudorazione, tremore
accompagnati dalla sensazione di perdere il controllo su se stessi e
sulla situazione. Spesso le persone hanno la sensazione di avere un
malore e di stare per morire.
Ulteriore caratteristica associata a questo disturbo è il forte
desiderio di fuggire dal luogo in cui si sta manifestando l'attacco.
Dunque, si può comprendere, come l'attacco di panico, costituisca per
chi ne soffre una situazione estremamente sgradevole e angosciosa.
Generalmente si instaura un circolo vizioso in cui i sintomi fisici
alimentano quelli mentali e viceversa, contribuendo ad aggravare la
situazione.
È importante ascoltare questi segnali, cercare di capire cosa vogliono
comunicarci. È fondamentale comprendere il significato e il senso
profondo di quest'angoscia che si esprime attraverso determinati segnali
corporei. Il modo per farlo è rivolgersi a degli esperti: lì dove tale
disagio può trovare il giusto accoglimento e le parole adeguate per
esprimersi al meglio.
Ester Miranda
ilmediano.it
"Adesso so che quando si avanza uniti ci sono possibilità di successo.
Adesso so che se non andrò in meta io, ci andrà un mio compagno. Adesso
so che cosa vuol dire rispettare un avversario che è a terra. Adesso so
che potrò cadere e perdere il pallone, ma un compagno sarà pronto a
raccoglierlo e a lavorarlo per me. Adesso so che bisogna avere sempre
qualcosa da portare avanti. Adesso so che si può anche perdere, ma non
ci si deve mai arrendere. Adesso so che per ottenere qualcosa bisogna
essere determinati. Adesso so che correre non vuol dire scappare, ma
andare incontro al futuro. Adesso so che affrontare la vita sarà un
gioco da ragazzi e che, se la vita è un gioco, il rugby è una gran bella
maniera di viverla!"
Mirko Petternella, giornalista.