venerdì 17 dicembre 2010

La felicità è lontana dal pensiero

La felicità si allontana quando la mente è piena di pensieri. Ciò accade perché utilizziamo nel modo sbagliato le nostre risorse naturali. Ogni volta che ci fissiamo su un problema, non solo non troviamo la soluzione ma ci allontaniamo sempre più dalla felicità, senza considerare che è proprio uno stato di serenità e felicità naturale a farci trovare la soluzione giusta.

Che fare? Consigli ed esercizi per ritrovare la felicità perduta
Uno degli esercizi più semplici per contattare le proprie risorse interiori, capaci di produrre da sole la felicità senza aspettarla dall'esterno o dal futuro, consiste nel "camminare senza pensieri". Si tratta di una particolare forma di meditazione che si attiva attraverso il corpo. Prova a fare così.
In un momento qualsiasi della giornata, mettiti a camminare e porta l'attenzione sui tuoi passi, sul senso di fatica che avverti nelle gambe; cammina senza una meta precisa, mantenendo l'attenzione esclusivamente sul corpo. Devi solo camminare: pian piano un senso di leggerezza mentale crescerà in te, come se i pensieri perdessero peso. Il camminare ti slega dalla staticità del ragionamento, svincolandoti da quelli che consideri i tuoi problemi e favorendo uno stato di benessere. A questo punto porta la tua attenzione sulle sensazioni che provi: ti sembrerà di accogliere con grande ricettività i dettagli del paesaggio su cui l'occhio si posa, i profumi che arrivano, i suoni e i colori. Questo sguardo naturale apre le porte alla felicità.

Osserva in modo distaccato le emozioni e la felicità arriverà da sé
Più ci identifichiamo in un'emozione, per esempio la rabbia o la tristezza, più finiamo col credere che quello stato sia permanente. Ma il potere di un'emozione dipende "da dove la osserviamo": da molto vicino io divento la mia tristezza. Da un po' più da lontano, le cose cambiano: a distanza è più facile comprendere che io non sono "solo" la mia tristezza. Io sono anche tante altre emozioni, felicità compresa. Prova a osservare il tuo stato emotivo  come fossi uno spettatore esterno, soffermandoti su particolari che prima non avevi notato: dove ti trovi, come sei vestito... Passa poi a cercare la tua rabbia o la tristezza nel corpo: in che punto del corpo si condensa, come si muove, se martella, se pulsa, se è sorda. Continua a osservare, guardando l'evento da lontano, sempre più lontano. L'emozione che provi si trasforma in uno stato che vive in un punto di te, ma che non ti riassume. C'è posto quindi anche per la felicità.
Cerchi la felicità? Fai qualcosa di inutile
È opinione comune che per ottenere la felicità si debba fare qualcosa. Questa mentalità non tiene conto degli ingredienti essenziali della felicità: la spontaneità, l'assenza di finalità, il vivere nel presente. Rifletti: le cose che fai sono sempre in qualche modo utili a qualcosa? E se non sono utili ti senti strano, quasi in colpa perché stai facendo qualcosa che magari ti dà felicità ma "non serve"? È importante che tu introduca ogni giorno nel tuo tempo una o più azioni che non contengano alcuna forma di finalità. Qualcosa che ti piace fare ma che non fai mai proprio perché ti pare inutile. Invece il cervello ne ha bisogno per liberarsi dalla zavorra dell'utilitarismo e produrre spontaneamente la felicità.
(Riza)