venerdì 26 giugno 2015

31 Segreti che solo chi soffre di ansia può conoscere.

L'ansia è una vera e propria patologia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Un male silenzioso che colpisce uomini e donne in parti uguali, ma che allo stesso tempo non è mai stato indagato a sufficienza. Per questo motivo, il sito web americano The Mighty ha chiesto ai suoi lettori, cosa significa vivere con questo male, e soprattutto quali sono gli aspetti meno conosciuti di questa vera e propria condizione dell'anima.



1- "Mi rendo conto che le cose che preoccupano sono ridicole, ma riesco a smettere di farlo" - Erika Strojny Myers
2- "Potrebbe anche sembrare che non sto facendo niente, ma nella mia testa sono molto impegnata" - Diane Kim
3- "Non sempre riesco a capire perché sono ansioso - Teri-Marie Harrison
4- "E' paralizzante" - Marlene Pickering
5 - Non sono solo nervoso, la metà delle volte che sto avendo un attacco di panico non lo sono nemmeno. Sono ansioso, qualche volta per ragioni che non riesco a identificare, mi rendo conto che molte di queste sono irrazionali, ma non riesco a uscirne, la mia mente e il mio corpo non collaborano con la ragione - Alex Wickham
6 - "Non sto facendo la ridicola o l'esagerata" - Melissa Kapuszcak
7 - "Non abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi come se fossimo matti, abbiamo bisogno di compassione". - Kristen Cunningham
8- "Non mi voglio sentire in questo modo". - Jenny Genoway
9 - Dopo una giornata frenetica, soprattutto dopo essere stata in mezzo a una folla di gente, o dopo aver parlato con più persone, il giorno dopo ho il "people hangover. Ho bisogno di stare da solo, per rigenerarmi, devo riposare e rilassare la mente, se non lo faccio, mi sentirò sfinita e nervosa" - Lisa Shuey.
10 - "E' possibile essere ansiosi, e allo stesso tempo essere estroverso" - May Daonna
11- "Non puoi smettere di preoccuparti, non esiste un pulsante per spegnere o accendere l'ansia" - Kim Derrick-Bené
12- " Anche se all'esterno, sembra tutto ok, l'ansia sta devastando le nostre viscere - Cynthia Adams McGrath
13- "Sono attaccata da qualcosa da cui non riesco a scappare" - Sherri Paricio Bornhoft
14- "Non importa quanto possa sembrare irrazionale, per me non lo è" - Lorri Smith
15 - "Dirci starai meglio, non aiuta" - Thea Baker
16 - "Non è una scelta, non scegli di avere l'ansia, e lei a sceglierti" - Patricia Lynn
17 - "E' qualcosa che ti stanca e ti distrae, per questo motivo potrei essere smemorato o poco produttivo, ma non è da me essere sconsiderato, pigro o cercare scuse - Anna Powers
18 - "E' reale, non sto esagerando" - Kimberly Warren
19- L'ansia è una malattia, non puoi superare con semplicità una malattia mentale" - Heather Morello
20 - "Ansia e preoccupazione, non sono la stessa cosa". - Amy Hrynyk
21 - "Pregare non la fa scomparire" - Kayla Gosse
22 - "Solo perché non riesco a spiegare i miei sentimenti che causano la mia ansia, non la rende meno importante" - Lauren Elizabeth
23 - "Non sono pazza" - Peggy Hess 24- "Tutta la logica del mondo, non riuscirà ad evitare che il mo cuore sia martoriato nel profondo" - Rebecca V Cowcill
25 - "Anche i compiti più semplici, possono essere schiaccianti a volte" - Rhonda Bodfield
26 - "E' incontrollabile" - Asia Pope
27 - "Solamente perché non lo capisci, non vuol dire che le mie paure non siano reali" - Vicki Happ
28 - "Ti fa sentire come se il peso del mondo fosse tutto sulla tua testa, ti senti soffocato" - Danielle Nicole Box
29 - "Non lo faccio perché cerco attenzione" - Georgia Tsaganis Johnson
30 - "Le cose più insignificanti possono farmi star male, più mi sento in trappola, più mi sento peggio, il mio spazio personale, mi farà stare sempre meglio". - Manda Ree
31 - "La mente è il mio nemico, così ho bisogno di averti dalla mia parte, A volte ho anche bisogno di te, per combattere accanto a me." - Erin Farmer-Perrine
Huffingtonpost.it 

venerdì 19 giugno 2015

Filma il suo attacco di panico in un video virale sul web

Non è il più divertente del mondo, e certo non compete con i teneri o buffi filmati di gattini che impazzano sui social, ma il video postato da un giovane che ha filmato e messo su YouTube il suo attacco di panico ha totalizzato in pochi giorni quasi 600 mila 'mi piace'. Lacrime e pallore, il viso sofferente, l'autore del filmato - che su YouTube si firma Casey Throwaway e nella realtà è l'americano Casey Cahill, 27 anni - coraggiosamente mostra gli effetti di un "brutto attacco di panico. Ne ho di tanto in tanto - spiega con la voce rotta dall'emozione - più spesso di quanto si dovrebbe. Voglio fare questo video per mostrare che è" un problema "reale. Non posso farci nulla".

A scatenare l'attacco filmato, spiega Casey, potrebbe essere stato il nuovo lavoro. "Ho la mente in fiamme, pensieri folli" nella testa. Il video, rilanciato dalla stampa britannica e pubblicato sul sito del 'Telegraph', potrebbe contribuire a contrastare lo stigma e spingere le persone a comprendere meglio questi problemi. Ma non solo. "Parlarne, comunicare sensazioni e timori, confrontarsi ed aprirsi agli altri e al mondo è il primo passo verso la liberazione dal macigno che incombe su chi soffre di attacchi di panico", dice all'AdnKronos Salute Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, presidente di Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico) e direttore della Clinica dello stress.
"Oggi oltre 8 milioni di italiani soffrono di attacchi di panico, una vera e propria malattia che condiziona ed inibisce molte delle semplici attività della vita, e non se ne può tacere. Il disturbo si manifesta generalmente tra i 15 e i 35 anni, con una seconda punta d'insorgenza tra i 44 e i 55 anni; diffuso in misura maggiore nella popolazione femminile, è in aumento tra gli uomini, soprattutto professionisti e manager. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità - aggiunge l'esperta - entro il 2020 sarà la seconda patologia più diffusa al mondo dopo i disturbi cardiovascolari".
"Ancora oggi, ci si vergogna di ammettere di soffrire di attacchi di panico - osserva Vinciguerra - e il numero che emerge dai sondaggi potrebbe nasconderne uno assai maggiore. Sono la vergogna e la paura di avere qualcosa di strano: non ci permettono di chiedere aiuto, ma anche quando riusciamo a farlo non è detto che si riesca a trovare la risposta".
"In uno studio recente - ricorda la psicoterapeuta - è stato rilevato come una persona sofferente di attacchi di panico arriva a contattare anche dieci specialisti prima di riuscire ad avere una diagnosi del problema, e solo una persona su quattro riceve il trattamento di cui ha bisogno. E' pertanto estremamente importante riconoscere i sintomi per poter fornire tempestivamente la migliore terapia possibile, per prevenire gli eventuali ulteriori disagi e apportare gradualmente un miglioramento nella qualità della vita".
"Durante l'attacco - prosegue Vinciguerra - compare un mix di sintomi. I più comuni sono: difficoltà di respirazione; palpitazioni e tachicardia; dolore al torace; sensazione di soffocamento; vertigini, sensazione di sbandamento e instabilità; nausea, dolori addominali; sudorazione; cefalea; vampate di calore alternate a brividi; tremore; rallentamento della nozione del tempo; modificazione della percezione della distanza; intorpidimento; sensazione di catastrofe che sta per accadere; sensazione di irrealtà; paura di perdere il controllo o di impazzire; paura di perdere coscienza; paura di provocare disastri; paura di attirare l'attenzione; paura di morire. Se si hanno anche solo 4 di questi sintomi, vuol dire che si è affetti da disturbo da attacchi di panico", conclude.


 Adnkronos

martedì 16 giugno 2015

Come si affrontano gli attacchi di panico


Un famoso psicoterapeuta ha appena scritto un libro con una tesi rivoluzionaria: queste crisi non vanno combattute ma assecondate. Perché lasciano fluire l’energia repressa dentro di noi.

Chi lo ha provato, lo descrive come un’ondata di energia che travolge. Il cuore accelera, le mani sudano, il respiro si fa affannoso, le gambe cedono. «Il panico è il disturbo di oggi; ne soffrono due milioni e mezzo di persone e due su tre sono donne» spiega Raffaele Morelli, medico psicosomatista e autore con Vittorio Caprioglio del libro Vincere il panico (Mondadori).
«Il problema è che viviamo ingabbiati in ruoli precisi e in una routine tutta rivolta ad assecondare le nostre e le altrui aspettative. Ma così dimentichiamo che dentro di noi c’è un’energia pronta a rompere gli argini». L’attacco di panico spesso ci dice che siamo troppo compressi. «Ecco perché non è un nemico da combattere, ma la manifestazione della nostra parte più vitale che ci chiede di prenderci cura di noi».
Ma come dialogare con questo intruso che invade la nostra vita in modo così doloroso? Con tecniche precise, suggerite dal dottor Morelli.

Così previeni l'attacco di panico:

Rompere gli automatismi e uscire dagli schemi è un modo per tenere lontane le crisi di panico. Con questi esercizi impari a lasciarti andare.
● Indossa la maschera  Disegna su un cartoncino maschere con espressioni diverse (rabbia, tristezza, gioia, stupore). Allo specchio, indossane una e immedesimati in quello stato d’animo; poi toglila e guardati. Fai la stessa cosa con tutte le altre.
Ti aiuta perché  La consapevolezza che in te possono convivere umori diversi è utile per accettarti nella tua complessità e diventare più flessibile.
● Lasciati cadere  Insieme a un’amica o a un compagno, mettiti in un luogo appartato e togliti le scarpe. In piedi, voltagli la schiena, ondeggia avanti e indietro e poi abbandonati all’indietro tra le sue braccia.
Ti aiuta perché  Ti insegna a lasciarti andare e ad affidarti agli altri.
 

Così accogli e contieni la crisi di panico:

Molti vivono l’attacco come un mostro da scacciare. In realtà, lottare è sbagliato; quando la crisi s’avvicina, l’unica cosa da fare è assecondarne il flusso e cercare di contenerlo. Ecco come.
● Attiva la respirazione profonda  Appena senti di essere in una situazione a rischio, rannicchiati in un luogo comodo e concentrati sull’ombelico. Rallenta il respiro e fissa lo sguardo su un oggetto.
Ti aiuta perché Il respiro comunica le nostre emozioni: calmandolo, ti rilassi e distogli l’attenzione dai pensieri ossessivi che scatenano l’attacco.
● Recupera i 5 sensi  Chiudi gli occhi e pensa a un momento di felicità. Riporta alla mente i profumi, i suoni, i sapori, i colori. Poi cerca di capire perché ti senti a disagio: la stanza ha un cattivo odore? Ci sono rumori fastidiosi? Vedi qualcosa che non ti piace? Quindi ritorna alle sensazioni gradevoli e lascia che si sovrappongano a quelle negative.
Ti aiuta perché Quando sta per arrivare l’attacco, il corpo perde la capacità di provare piacere e sente solo malessere. L’esercizio ti aiuta a rompere questo circolo vizioso.

Così superi l'attacco di panico:

 Quando la crisi è già arrivata, le mosse giuste ti aiutano a superarla.
● Abbandona il luogo in cui ti trovi  Se non puoi farlo, cerca di estraniarti mentalmente.
● Mettiti comoda Slaccia gli indumenti stretti, togli le scarpe; più sei a tuo agio, più velocemente passerà l’attacco.
● Apri una finestra Se invece sei all’aperto cerca una zona d’ombra.
● Affidati agli altri  Fatti abbracciare da chi ti sta vicino; con il contatto inneschi i meccanismi di autoguarigione. Se sei da sola, telefona a un’amica e racconta quello che ti sta succedendo.
● Quando l’attacco è al culmine, non trattenerti Urla, gesticola, salta, batti i piedi. Ti aiuta ad abbreviare la crisi.
 Chicca Belloni
Donna Moderna 

giovedì 4 giugno 2015

Attacchi di panico: cosa fare? Chi colpiscono? Si guarisce? Quanti ne soffrono?

Considerati da molti medici la malattia del secolo gli attacchi di panico sono un fenomeno in costante ascesa. Ecco qualche dato: chi ne soffre maggiormente? Come guarire? Cosa fare? A chi affidarsi?

 

L’altro giorno una professoressa che insegna da molti anni alle scuole superiori sottolineava quanto gli attacchi di panico fossero in vertiginoso incremento fra gli adolescenti. L’incidenza di episodi ansiosi è effettivamente in rapida ascesa nella popolazione mondiale, dati alla mano. Molti dottori definiscono gli attacchi di panico il male del secolo per la capillarità con la quale colpiscono trasversalmente sempre più nutrite fasce di persone.
Iniziamo con il mettere un pochino di ordine: I sondaggi clinici più recenti asseriscono che almeno 2 milioni di italiani soffre in maniera sistematica del DAP (Disturbo da Attacco di Panico) ma che, in realtà, nel corso della propria vita un individuo su tre ha sperimentato almeno un episodio di panico o ansia sotto forma di attacco senza che vi sia stata, successivamente, un cronicizzazione. Le donne sono maggiormente soggette a questo tipo di espressione patologica di disagio ma anche gli uomini che ne soffrono sono un numero ingente. La fascia d’età maggiormente a rischio va dai 20 ai 54 anni ma, come già anticipato a inizio articolo, anche gli adolescenti si ritrovano sempre più spesso a fare i conti con questo male. Anche la genetica ha un ruolo importante: spesso chi soffre di attacchi di panico ha almeno un parente stretto che ne ha a sua volta sofferto.
I cosiddetti lavoratori digitali (obbligati a spendere molto tempo al pc e spesso socialmente isolati e con uno stile di vita sedentario) sono una categoria particolarmente a rischio e sempre più colpita da episodi di panico. La buona notizia è che guarire è possibile a patto che non ci si affidi a rimedi fai da te e si consulti personale altamente specializzato. La terapia cognitivo-comportamentale è accreditata come uno degli strumenti migliori ma fate molta attenzione a chi rifiuta sistematicamente la cura farmacologica che risulta altrettanto fondamentale nei momenti in cui gli episodi sono particolarmente acuti. L’errore più diffuso, infatti, è quello di non affidarsi alla figura dello psichiatra erroneamente considerato “dottore dei matti” che ha, invece, facoltà di prescrivere anche un supporto farmaceutico.
 Valeria Panzeri

URBANBENESSERE