martedì 29 ottobre 2013

La Terapia Cognitivo Comportamentale

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è uno dei più diffusi approcci terapeutici nella cura dei diversi disturbi psicopatologici. Tale forma terapeutica combina due modelli di terapia significativamente efficaci.

La psicoterapia cognitiva ha l’obiettivo di individuare pensieri ricorrenti, schemi rigidi di ragionamento e di interpretazione della realtà, al fine di correggerli, arricchirli, integrarli con altri pensieri più oggettivi e funzionali al benessere della persona. Ciò che caratterizza e distingue la psicoterapia cognitiva è la spiegazione dei disturbi emotivi attraverso l’analisi della relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti. L’assunto fondamentale, è che le rappresentazioni mentali del paziente (credenze, pensieri automatici, schemi) permettono di spiegare il disagio psicologico e il suo perpetrarsi nel tempo. Le reazioni emotive disfunzionali e il disagio sono frutto di distorsioni contenutistiche e formali di tipo cognitivo: la patologia è frutto di pensieri, schemi e processi erronei di pensiero. La non modificazione di tali schemi contribuisce al mantenimento del disturbo.

La psicoterapia comportamentale aiuta a modificare la relazione fra le situazioni che creano difficoltà e le abituali reazioni emotive e comportamentali che la persona ha in tali circostanze, mediante l’apprendimento e la sperimentazione pratica di nuove modalità di reazione.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è:

Centrata sul “qui ed ora”. La terapia è principalmente centrata sul presente e sul futuro, mira ad ottenere dei cambiamenti positivi, ad aiutare la persona a uscire dalle proprie “trappole cognitive”.Il percorso psicoterapico si preoccupa di attivare tutte le risorse del paziente e di scovare insieme allo stesso valide strategie funzionali al proprio benessere. Questo vuol dire che agendo attivamente ed energicamente sui nostri pensieri e sui nostri comportamenti attuali, possiamo liberarci da molti dei problemi che ci affliggono da tempo. A breve termine. La durata della terapia varia di solito dai quattro ai diciotto mesi, a seconda del caso, con cadenza il più delle volte settimanale. Non si esclude, tuttavia, per problemi psicologici più gravi, un periodo di cura più prolungato, in concomitanza con una possibile farmacoterapia di supporto.
Orientata allo scopo. Il terapeuta cognitivo-comportamentale lavora insieme al paziente per stabilire gli obiettivi della terapia, formulando una diagnosi e concordando con lo stesso un piano di trattamento che si adatti alle sue esigenze.
Attiva. Sia il paziente che il terapeuta giocano un ruolo attivo nel percorso terapeutico. Il terapeuta mostra al paziente ciò che caratterizza la sua problematica e le possibili soluzioni ad essa. E’ compito del professionista individuare le tecniche piu’ appropriate che potranno aiutare la persona a raggiungere questi obiettivi, mentre sara’ compito di quest’ultima impegnarsi durante gli incontri e nella vita reale per seguire le indicazioni dell’operatore.
Collaborativa. Terapeuta e paziente lavorano insieme per capire e sviluppare strategie che possano indirizzare quest’ultimo alla risoluzione dei propri problemi. Tale approccio necessita di un’imprescindibile collaborazione tra paziente e terapeuta.

Attualmente la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale copre il campo del trattamento di tutti i disturbi mentali: disturbi dell’area nevrotica (disturbi d’ansia, fobie, ossessioni-compulsioni, depressione), disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia), disfunzioni sessuali, disturbi di personalita’, disturbi da abuso di sostanze, psicosi (disturbo delirante, schizofrenia), problemi psicopatologici dell’eta’ evolutiva, psicopatologia nell’anziano.

Dott. Marco Marco Forti Psicologo
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Sessuologo

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