Agorafobia, attacchi di panico e vertigini? Il soggetto ansioso è più
vulnerabile, e per la prima volta questa vulnerabilità è
scientificamente accertabile e misurabile. Lo rivela il primo studio di
risonanza magnetica funzionale mirante proprio a verificare come il
normale funzionamento del sistema vestibolare possa essere influenzato
da fattori di personalità legati all’ansia. Appena stato pubblicato su
Journal of Psychosomatic Research lo studio è stato condotto dalla
Dr.ssa Iole Indovina della Fondazione Santa Lucia (Laboratorio di
Fisiologia Neuromotoria) eUniversità di Tor Vergata, in collaborazione
con l’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del CNR di
Catanzaro e la Mayo Clinic di Rochester.
Un problema di notevole rilevanza medico-sociale è rappresentato
dall’agorafobia, contraddistinta da stati d’ansia sino a veri e propri
attacchi di panico in situazioni in cui un ambiente aperto e/o affollato
viene percepito come “pericoloso”. Si accompagna a sintomi vestibolari
quali l’instabilità e il disorientamento spaziale.
I soggetti
agorafobici non riescono ad utilizzare correttamente i segnali
vestibolari e dipendono maggiormente dai segnali visivi per
l’orientamento spaziale. Quando la scena visiva offre pochi indizi utili
per l’orientamento spaziale (come negli ampi spazi aperti) oppure
indizi sovraccarichi e confusi (come negli ambienti affollati), i
soggetti agorafobici diventano disorientati e ansiosi.
La letteratura medica ha riportato miriadi di descrizioni di pazienti
con tali sintomi e vari gradi di ansia o comportamento fobico in
assenza di una causa organica rilevabile mediante i test vestibolari di
routine. In questo lavoro Indovina e collaboratori hanno cercato per la
prima volta un legame neurofisiologico tra attività vestibolare e ansia
che potesse spiegare la vulnerabilità all’insorgenza di sintomi
vestibolari in soggetti ansiosi, a prescindere dal manifestarsi della
malattia. Lo studio è stato svolto su individui i cui tratti di
personalità sono stati correlati con il segnale di risonanza magnetica
funzionale in risposta a stimolazioni vestibolari. E’ risultato che i
livelli di nevrosi hanno un effetto sull’attivazione di regioni chiave
del sistema vestibolare (nuclei cerebellari del fastigio) e dell’ansia
(amigdala). Ciò dimostra che la risposta alla stimolazione vestibolare è
modulata dai tratti ansiosi personali, mostrando l’esistenza di una
predisposizione dei soggetti ansiosi a sviluppare sintomi vestibolari.
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