Avevo
sette anni quando mia madre si ammalò di cancro e undici quando morì, dopo
quattro lunghi anni di ospedale e sofferenze.
Mio
padre ne aveva trentanove anni (come me oggi) e tre figli (ne ho tre anch'io) e
si ritrovò vedovo, solo, perso .
La
gente iniziò a dirgli che se non si rifaceva una famiglia gli avrebbero tolto
noi tre.
Fu
così che a nove mesi dalla morte di mamma si risposò con un'estranea vista un
paio di volte(matrimonio combinato da gente che non si fece gli affari propri).
Iniziò
l' inferno, quello vero, era cattiva, ci ha sempre trattati meno di zero, diceva
che non volevamo niente, tutto e tutti erano meglio di noi.
Dopo
qualche anno però mi arriva un fratellino, un sorso di vita dato che avevo
rasentato il suicidio più volte.
Nonostante
tutto quel bimbo mi cambiò la vita, me lo sono cresciuto con un amore senza
confini.
Cresce
lui, cresco io, mi diplomo, i primi lavoretti, mi fidanzo quattro anni ma non
va, lo lascio, cambio e mentre lavoro, prima come segreteria poi in un negozio
(andavo a lavoro sempre in jeans e maglione) da entrambi i datori subisco un
brutto tentativo di violenza, le mani addosso me le hanno messe, il resto no,
perché ho avuto la freddezza e la lucidità di reagire con sonore ginocchiate
proprio lì!.
Taccio,
sto male, lo dico solo a quello che all' epoca era il mio ragazzo che mi dice: che
ti aspettavi? sei attraente è normale
che ci provano", agghiacciante!!
Gli
ho detto addio.
Trovo
altri lavori, tra cui il porta a porta ed è così che conosco un ragazzo
diverso, dolce, affettuoso, ed è colpo di fulmine per entrambi.
Senza
dir nulla a nessuno decidiamo di sposarci e di avere un figlio.
Le
famiglie le avvisiamo quasi all' ultimo, capirai, matrimonio e pure incinta, ma
non potevamo dire la verità, che lo avevamo deciso.
Tutti
contro ed ebbi il mio primo attacco di panico, non sapevo cosa fosse ma il mio
lui mi rimase accanto.
La
prima casa, la prima figlia, decidiamo di avere un altro bimbo che arriva
quando la prima ha due anni.
Il
piccolo compie sei mesi, di lì a poco esplode la bomba, sono a lavoro, un
attacco di panico terribile, "stavo morendo, ne ero certa", il capo
mi porta al pronto soccorso, panico e ansia mi dicono, non ci credevo, come era
possibile? Madre e moglie felicissima.
Di
lì a poco tracolla anche la salute, mentre i bimbi dormivano leggevo un libro,
d' un tratto il buio, cecità totale per diversi secondi, penso vabbè sarà il
panico, lo sto curando (e stavo molto molto male con panico, ansia, agorafobia,
depressione).
Succede
di nuovo il giorno dopo, a piedi per strada, buio, mio suocero mi porta in
ospedale, ricovero ed intervento urgente per glaucoma congenito che terrò sotto
controllo.
Ansia
e panico non migliorano, subentrano problemi alle ossa, per cui mi asportano
parte delle ossa ai piedi e le sostituiscono con placche al titanio, due
interventi in sei mesi, sempre più giù con la depressione.
L'
anno dopo sollevando una busta con due litri di latte avverto un dolore
lancinante all' addome, un grosso bozzo vicino la cicatrice dell'
appendicectomia, penso sia un' ernia, di corsa in ospedale "era un rene
finito avanti e incastrato sotto il duodeno, intervento d' urgenza, dieci
giorni a letto immobile.
D'
ora in avanti non potrò più lavorare, sollevare pesi né prendere in braccio i
miei bimbi! Che botta.
Mi
riprendo, ma depressione, ansia e panico peggiorano finché l'anno dopo mi viene
una emiparesi, tutto il lato sinistro del corpo paralizzato, un mese di
ospedale di risonanze, fisioterapia per sentirmi poi dire che era causata da un
accumulo di stress, e ci credo.
Cambio
psichiatra, mi tolgono l' antidepressivo perché quelli adatti al caso mio sono
nocivi per il glaucoma (nel frattempo gli occhi peggiorano mi si restringe il
campo visivo e nessuno sa perché, ad oggi sono cieca per metà all' occhio
destro e appena appena un angolino al sinistro, la cosa lentamente progredisce,
mi hanno solo detto che se non si scopre cosa sia vado incontro all' ipovedenza).
Nel
frattempo nonostante ciò è due aborti spontanei, seppur in gravidanza a rischio
riesco ad avere il mio terzo figlio, passa tutto, ansia, panico, finché
una sera i miei bimbi ed io veniamo aggrediti da dei vicini che dicevano di non
sopportare il pianto del piccolino, riusciamo a rintanarci in casa,
chiamo mio marito e i carabinieri che però non possono far niente.
Ed
ecco anni di panico, depressione, paure, più forti che mai.
Nel
giro di tre anni vengo poi operata quattro volte al seno, con tanto di mastectomia
bilaterale, infezioni, dolori, nuovo intervento, cinque ore sotto i ferri.
Sta
volta però mi arrabbio con me stessa di brutto, mi dico "basta" CE LA
DEVO FARE, NÉ DEVO USCIRE.
Mi
cambiano ansiolitico, al consultorio trovo una bravissima psicoterapeuta che in
due anni mi rende la vita totalmente diversa, mi fa vedere il bicchiere mezzo
pieno e non quello mezzo vuoto, mi fa vedere la luce e non il buio o la
penombra.
In
tutto ciò ho sempre avuto accanto mio marito (solo all' inizio non mi aiutava
perché non mi capiva).
Oggi
a trentanove anni con un marito stupendo, tre figli meravigliosi posso
affermare di stare molto molto meglio.
Non
sono ancora guarita (anzi la recente scomparsa della mia adorata suocera mi sta
facendo vacillare), ma riesco a godermi la vita, mi gira il mondo, barcollo,
però mi aggrappo a mio marito o ai miei figli e vado, non rinuncio più.
Non
ho neanche finito con gli interventi ma per ora non ci penso e finché gli occhi
mi concederanno di vedere, mi guarderò i miei quattro amori crescere con me.
Che
ne dite? me li posso permettere gli attacchi di panico? io credo di sì eppure
so che ne uscirò.
IO
VOGLIO FARCELA, CE LA STO FACENDO, CE LA POSSIAMO FARE.
Nadja
1 commento:
Sei una grande donna...non smettere di combattere
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