grande delicatezza, per descrivere quello che stavo vivendo. Ridurre il tutto al fatto che mi ‘sono passati gli attacchi di panico perché mi sono messa con Ventola‘ è una riduzione stupida, che non aiuta a capire. Non erano quelli gli strumenti giusti da dare in mano a chi sta vivendo una cosa del genere”.
“È un percorso lungo, che necessita una ricerca interiore, perché gli attacchi di panico non arrivano dal niente, ma da ciò che ognuno di noi si porta dentro. Bisogna capire perché il corpo a un certo punto ci invia certi segnali – ha continuato a raccontare Bianca Guaccero -. Nel mio caso, erano segnali legati alla tanta energia che avevo dentro, che era compressa per delle sovrastrutture che io avevo addosso, delle identificazioni, che non mi facevano sentire libera”.
“Io fin da molto piccola mentre tutti gli altri andavano a ballare in discoteca spensierati mi domandavamo perché esistevamo, perché c’erano le stelle in cielo, mi domandavo il perché per qualunque cosa e non avevo risposta – ha proseguito -. Mi rinchiudevo un po’ nel mio mondo. Spesso mi veniva risposto che avrei dovuto pensare a divertirmi. E’ per questo che spesso mi sono sentita diversa. Non migliore, diversa. Spesso mi chiedevo perché mi capitasse di stare così. Piangevo per questo. Poi, piano piano, la mia natura l’ho cercata nel mondo, la sto ancora cercando, e sto cercando di capire chi sono”, ha concluso la Guaccero.
Dal Sito: ilfattoquotidiano.it
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