mercoledì 11 settembre 2013

Rappresentazione cinematografica attacchi di panico



Quante volte ci siamo trovati in questa situazione?

- palpitazioni;
- vertigini o giramenti di testa;
- respiro affannoso;
- sensazione di soffocamento;
- sudorazione;
- senso di dolore al torace;
- formicolii alle mani;
- sensazione di svenimento; tremori;
- nausea;
- vista annebbiata;
- vampate di caldo o sensazione di freddo;
- debolezza alle gambe;
- bocca secca;
- tensione muscolare;
- impressione di non riuscire a parlare o a pensare;
- impressione che le cose intorno non siano reali;
- paura di perdere il controllo.

... Il tutto all'ennesima potenza! Ci guardiamo intorno cerchiamo aiuto, ma pensiamo che nessuno ci possa aiutare allora corriamo al pronto soccorso ed è normalissimo! Anche lì quanti casi ne avranno visto come noi ma, noi ci sentiamo gli unici in quel momento e la paura di morire è qualcosa di terribile!

Bruttissime sensazioni, incontrollabili... ma sappiamo benissimo che tutto passa in fretta e soprattutto che di …

PANICO NON SI MUORE!




Fobia Specifica

Il DSM-IV TR definisce la fobia specifica come la "paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali la persona è esposta a persone non familiari o al possibile giudizio degli altri", in cui "l'individuo teme di agire (o di mostrare sintomi di ansia) in modo umiliante o imbarazzante". "L'esposizione alla situazione temuta quasi invariabilmente provoca l'ansia, che può assumere le caratteristiche di un Attacco di Panico causato dalla situazione o sensibile alla situazione."


Quindi, una persona con la Fobia Specifica di volare in aereo può avere un Attacco di Panico se deve affrontare un volo.

Il Disturbo da Attacchi di Panico si caratterizza per Attacchi di Panico inaspettati ricorrenti, almeno uno dei quali è stato seguito da un mese o più dei seguenti sintomi:

a. preoccupazione persistente di avere altri attacchi

b. preoccupazione a proposito delle implicazioni dell’attacco o delle sue conseguenze

c. significativa alterazione del comportamento correlata agli attacchi.

Come asserisce il DSM, gli Attacchi di Panico non sono meglio giustificati da un altro disturbo mentale, tra i quali la Fobia Specifica, per cui non compaiono esclusivamente in seguito all'esposizione a una specifica situazione fobica (es.: volo aereo o prospettiva di questo).

Lo psicoterapeuta può fornire una disponibilità telefonica sia per aiutare il paziente a prevenire e gestire gli Attacchi di Panico, sia per aiutarlo ad affrontare le situazioni temute, invitandolo a pensare e riflettere con lui circa i propri pensieri irrazionali.

Dott. Alberto Vignali


Perché aspetti?

Perché aspetti?

Aspetti che la vita ti faccia un miracolo?
Che le circostanze cambino in tuo favore ?
...aspetti chi? perché? quanto aspetti?
Se non ti alzi e diventi il tuo Dio... non puoi sperare che qualcosa cambi.
Se non cominci, niente si compilerà.
Se non bussi, nessuna porta si aprirà.
Se non percorri la tua strada nessuna mappa ti porterà da nessuna parte.
I miracoli accadono solo quando fai il primo passo verso la tua realizzazione... verso un tuo sogno.
Nessuno ti porterà un pacco regalo, nessuno ti renderà felice.. se non tu stesso.
Perciò alzati.. mettiti in viaggio, il viaggio della tua felicità..
Naviga il mare delle tue emozioni.
Vivi ! ...non rimandare niente... non aspettare nessuno.
La tua mano è capace di disegnare i tuoi sogni, di scrivere il tuo destino.

Colette Haddad


martedì 10 settembre 2013

Vivere, Non Solo Sopravvivere : Come riuscirci

"La funzione principale dell’uomo è vivere non esistere” 

Jack London


A volte, quasi fosse un’intuizione improvvisa, realizziamo di stare affrontando la vita in modo troppo passivo, come se avessimo installato il pilota automatico.

E i giorni scorrono, uno dopo l’altro, senza che possiamo dire di averli veramente vissuti.

Così passano i giorni, i mesi e gli anni.

Con la strana e sfuggente sensazione che ogni giorno sia trascorso nello stesso modo del precedente.

Tutto questo va bene, credo.

Ma solo fino a quando non ci ritroviamo anziani e guardiamo indietro alla nostra vita con rimpianto. Fino a quando non realizziamo che forse avremmo dovuto davvero inseguire i nostri sogni, senza accantonarli per la mancanza di coraggio. Fino a quando non realizziamo di non avere amato abbastanza, di non aver vissuto fino in fondo.

Se davvero vogliamo vivere in pieno la nostra vita, assaporarla fino in fondo, goderla in tutte le sue innumerevoli e sublimi sfaccettature, invece di limitarci ad un’esistenza di mera sopravvivenza, dobbiamo dunque trovare il modo per vivere ora nel pieno delle nostre possibilità. Per non avere rimpianti domani, quando forse sarà troppo tardi.

Vivere qui e ora. Non domani. La vita è una risorsa unica e preziosa.

Di seguito ho provato ad elencare una lista di idee, molte di esse ovvie, che possono esserci utili per ricordarci come noi possiamo davvero essere i protagonisti della nostra vita e viverla in pieno ogni giorno.

1. Ama. Forse il consiglio migliore. Innamòrati, se ancora non lo hai fatto. Innamòrati ancora del tuo partner. Dimostragli tutti i giorni il tuo amore. Abbandona ogni cautela e lascia che il tuo cuore trabocchi d’amore. Ama i tuoi genitori, i tuoi parenti, i tuoi amici. Ama tutta l’umanità, una persona per volta.

2. Trova la tua passione. Cerca di scoprire cosa ti entusiasma davvero. Cerca di comprendere cosa ti appassiona veramente. Cerca di fare in modo che ciò che ami davvero diventi il tuo lavoro. Pensa innanzitutto a cosa ti piace fare. Prova allora a farne il tuo lavoro. Potrebbe essere difficile, ma probabilmente hai solo questa vita da vivere.

3. Vivi all’aperto. Non barricarti dentro casa. Esci, respira l’aria fresca del mattino, goditi il sole del pomeriggio o la brezza della sera. Esci quando piove, cammina sulla spiaggia, fai una passeggiata nei boschi. Fai sport all’aperto. Sii consapevole dello spettacolo della natura che ti circonda.

4. Cogli le opportunità. Spesso viviamo in modo un pò troppo cauto, spaventati da ciò che potrebbe accaderci se prendessimo una certa decisione. Tendiamo ad evitare i rischi, timorosi del pericolo. Ma spesso questo ci preclude tante opportunità favorevoli. Analizza razionalmente le situazioni e, se davvero ne vale la pena, non pensarci due volte, agisci.

5. Viaggia. Trova il modo per viaggiare e vedere il mondo. Non rimandare i viaggi a quando sarai anziano. Rinuncia a qualcosa per mettere da parte i soldi che ti servono per viaggiare. Sei troppo giovane per non vedere il mondo. Esplora, scopri, parti all’avventura, abbraccia il brivido del viaggio.

6. Riscopri ciò che è importante per te. Fai una lista delle cose che davvero contano nella tua vita. Aggiungici ciò che vorresti realizzare. In tutto nella lista non devono esserci più di 4-5 cose. Ora concentrati solo su queste. Loro rappresentano il centro della tua vita, ciò che davvero è importante per te. Focalizza la tua vita su di loro. Non rimandarle, non negare loro il tuo tempo.

7. Elimina tutto il resto. Tutto ciò che non è nella lista delle cose importanti molto spesso è solo una distrazione, un impedimento che non ci consente di agire in base ai nostri valori e alle nostre priorità. Per quanto possibile, semplifica la tua vita eliminando o riducendo al minimo tutto ciò che non è nella lista delle cose importanti.

8. Assapora il cibo. Non limitarti semplicemente a mangiare, ma prova ad assaporare il cibo, a gustarne i sapori. Prova a percepire le più profonde sensazioni che il gusto ti trasmette. Mastica lentamente ogni boccone. Fai del cibo e di ogni pasto un rituale meditativo.

9. Spegni la TV. Quante ore trascorriamo di fronte alla televisione? Probabilmente troppe, in ogni caso. Spegni la TV e prova una delle mille alternative che la vita ti offre. Usa la TV solo per vedere di quando in quando un film che davvero pensi ti possa piacere.

10. Svegliati presto al mattino. Alzati presto e saluta il nuovo giorno. Ammira l’alba. Utilizza questo tempo per meditare o fare yoga. Assapora una tazza di tè. Sii parte del silenzio del mattino. Fanne il tuo tempo.

11. Tieniti in forma. Scendi dal divano ed esci a fare una passeggiata. Prova a correre, a nuotare o ad andare in bicicletta. Mantieniti attivo. Fai dello sport un divertimento. Coinvolgi la tua famiglia e i tuoi amici. Fanne un’abitudine, rendi lo sport parte integrante della tua giornata. Ti sentirai più vivo.

12. Sii positivo. Impara a riconoscere i pensieri negativi che si formano nella tua mente. Possono esseri dubbi, critiche, lamentele, scuse. Prova ad interrompere questi pensieri e a sostituirli con immagini positive. Trova il bello in ciò che ci circonda. Cerca le soluzioni. Sorridi.

13. Affronta le tue paure. Cosa ti impaurisce maggiormente? Cosa ti trattiene dall’agire quando invece vorresti? Quali che siano le tue paure, cerca di riconoscerle e prova ad affrontarle. E’ l’unico modo per riuscire a liberarsene.

14. Rallenta. La vita scorre ad un ritmo spesso difficile da sostenere. Ciò non è salutare. Prova ad agire deliberatamente con più lentezza. Mangiare, guidare, camminare. Inizia a fare tutto con calma. Prenditi il tuo tempo. Goditi quello che fai.

15. Fai volontariato. Impara a dare in modo incondizionato. Stai vicino a chi ne ha bisogno. Stai vicino ai malati e ai disabili. Dai una mano a servire i pasti nelle mense per i senza tetto.

16. Gioca con i bambini. I bambini, più di ogni altro, sanno come vivere. I bambini sono sempre presenti nel momento, pienamente. Prova ad imparare da loro, invece di pensare di sapere molto più di loro. Gioca con i bambini, ed impara da loro a vivere con la stessa gioia.

17. Parla con gli anziani. Nessuno è più saggio di chi ha già vissuto gran parte della propria esistenza. Gli anziani possono raccontarti storie meravigliose, sorprenderti con la loro ironia, regalarti consigli preziosissimi. Ogni anziano ha ancora un mondo da dare a chi gli è vicino. Amali e rimanigli vicino, sono la saggezza del nostro tempo.

18. Impara. Prova continuamente a migliorarti, non sentirti mai completo o appagato. Non perchè tu sia imperfetto, ma semplicemente perchè l’apprendimento è gratificante e fonte di soddisfazione. Devi accettarti per quello che sei e impararti ad amare, ma prova comunque sempre a migliorarti. E’ un modo di conoscere e scoprire meglio il mondo che ci circonda e godere in pieno delle bellezze della vita.

19. Non fare nulla. A dispetto di quanto detto finora, c’è indubbiamente un significato anche nel non fare nulla. Questo significa non leggere, non guardare la TV, non dormire, non parlare. Non fare nulla significa rimanere con se stessi, in silenzio, consapevoli del nostro io più profondo. Provaci qualche minuto ogni giorno.

20. Spezza la routine. Ti sembra di fare ogni giorno le stesse cose? Prova a cambiare. Introduci delle piccole varianti nella tua agenda quotidiana. Prova nuove strade. Inizia la giornata in modo diverso, guarda alle cose in una prospettiva differente.

21. Sii presente. Invece di ripensare a ciò che hai già fatto, o preoccuparti di ciò che potrà accadere domani, focalizzati su ciò che stai facendo ora, proprio in questo momento. Vivi il presente con consapevolezza, vivi il momento. Rimani sempre consapevole del tuo respiro e di ciò che ti circonda. Fanne la tua pratica meditativa


(fonte : sito vivozen)




A volte ci vuole coraggio ...

Perché a volte ci vuole il CORAGGIO di essere davvero FELICI, di raccogliere un momento ordinario e trasformarlo in epico. Ci vuol coraggio a ridere di gusto di fronte a questa vita, ci vuole forza per scartare il negativo e portar dentro solo il meglio, conservare solo l’essenza della gioia. E quel coraggio ce l’abbiamo dentro, è tutta una questione di SCELTA!

Anton Vanligt



… E' tutta una questione di SCELTA!
Si queste parole mi fanno riflettere!
Fin da piccoli siamo costretti a fare delle scelte nella nostra vita, all'inizio più piccole ma poi crescendo le scelte diventano sempre più importanti.
E allora che facciamo ci possiamo fermare? Possiamo fermare il tempo che troppo inesorabilmente passa in fretta?
No! Non possiamo purtroppo, quindi non aspettiamo di trovare un “manuale”
dove poter leggere come trovare la nostra felicità, siamo noi stessi a doverlo fare, a sforzarci ogni istante che passa.
Come le parole di Vanlight : “ci vuole forza per scartare il negativo e portar dentro solo il meglio”...
Si, ci vuole tanta forza ma non pensiamo di trovarla altrove la nostra forza, la possiamo trovare solo dentro di noi e non abbattiamoci per le cose negative anche da li può nascere sempre qualcosa di positivo, basta guardare il tutto da una prospettiva diversa, aprire quella finestra chiusa e far entrare un po' di luce nella nostra vita. Il mondo sarà sempre pieno di ostacoli, pieno di spine da togliere e allora iniziamo a piccoli passi togliendo queste spine, facendole diventare solo delle meravigliose rose.
Decidiamo di essere felici e sorridere alla vita!
Eli ❤


lunedì 2 settembre 2013

Storie di panico - Alice

Ciao a tutti!

Ho letto giorni fa che pubblicavano le vittorie e mi piacerebbe condividere con voi la mia. Ho sempre convissuto con l'ansia da quando ho quindici anni, dapprima in forma tenue e sporadica poi a venticinque anni, due anni fa, si è aggravata: pronto soccorso, ansiolitici, quando mangiavo avevo crisi di panico o di pianto, insonnia e angoscia notturna, impossibile uscire, potevo stare all'aperto solo accompagnata da mia mamma e molto raramente. Lavoro e amici ridotti al minino, con grandi sensi di colpa (che non aiutano). Poi ho deciso di affrontare la cosa adeguatamente, ho messo forza di volontà, abbandonato la vergogna: un percorso su me stessa da sola e con l'aiuto di una bravissima psicoterapeuta. Poi, qualche mese fa, succede qualcosa di inaspettato. Conosco una persona, e avviene il miracolo. Un uomo di quaranta anni con i miei stessi problemi di ansia, parlare con qualcuno che ti capisce così intimamente è stato meraviglioso. Ovviamente l'affinità è cresciuta, per molti altri motivi ... ma io sono torinese e lui toscano. Stavo per rinunciare. A mala pena uscivo di casa e solo per pochi minuti, non salivo su un treno o in macchina da due anni, stavo per rinunciare. Poi ho detto no. Ho preso il treno, lui ha fatto lo stesso (con le stesse paure mie) e a metà strada ci siamo incontrati. Non volevo permettere all'ansia di potermelo via, e ho reagito. E anche se ora ho ancora delle crisi, alcune forti, periodi neri, sono lontano da casa mia (da quello che credevo il mio unico rifugio) di 650 chilometri, e quando mi sembra di non farcela lui mi dice sempre "guarda cosa sei riuscita a fare", ha ragione e spesso - anche se non è molto - piango di gioia. Forse non ho vinto la guerra definitiva, ma di sicuro sono una brava guerriera. Mi scuso se è una storia lunga e non adatta alla pubblicazione, lo capisco. Ma, volevo condividerla lo stesso. Complimenti per la pagina perché è di grande conforto. 
Un abbraccio a tutti, Alice.


mercoledì 28 agosto 2013

Vinciamo Insieme...

Sono le piccole vittorie che portano a vincere una guerra.

Non esiste la VITTORIA sul panico, ma tante piccole vittorie quotidiane che ti rinforzano sia fisicamente sia moralmente. All'inizio ci provi e ti senti un guerriero che deve affrontare il suo nemico, poi non ti sembrerà cosi strano VINCERE e ti accorgerai di aver fatto pace con te stesso…

Tiziana


Guardiamoci allo specchio ...

Chi vive questi disagi, rischia di chiudersi in se stesso, sia per difendersi, sia perché ci si sente isolati; non si ha vita facile e i pensieri negativi rafforzano la paura. Guardiamoci allo specchio e parliamo a quell'immagine riflessa, come se fosse un amico in difficoltà da incoraggiare. Non è facile ma, solo noi possiamo incoraggiarci ad uscire dal guscio, sono convinta che la serenità sia a portata di tutti, non significa adeguarsi e neanche vivere in un mondo fatato ma, sentirsi soddisfatti e contenti di ciò che siamo.


Tiziana


martedì 27 agosto 2013

La storia di Zaira




Sono giovane! Ora ho ventotto anni e ho, con amarezza, confesso di aver
vissuto una marea di situazioni intense e spiacevoli dall'età di undici
anni in poi.
La mia vita sembra migliorare al mio primo anno di
università: nuova città, un amore meravigliosamente speciale, una
carriera universitaria brillante, mille amici, io nel pieno della mia
energia fisica e psichica, possibilità di lavoro e guadagno. Non
chiedevo altro. Ma proprio da lì è iniziato il mio declino! Dapprima, un
senso di amarezza ogni giorno pian piano mi pervadeva, seguita sempre
più da paure che non riuscivo ad identificare. Cosi da ragazza solare e
felice...diventavo una donna nervosa, sempre agitata, pronta a scattare
per ogni cosa e con la voglia di non uscire più di casa. Una sera, la
più brutta della mia vita finora....il mio primo, terribile attacco di
panico. Mi sentivo una pazza, pensavo di essere posseduta da non so
quale dei demoni peggiori. Cosi continua la mia vita, estate 2008.
ancora oggi piango pensando a quanto ho sofferto, cosa è successo nella
mia vita. Ricordo che pregavo, pregavo, pregavo. Giorni interi passati
a vegetare nel mio letto, continui attacchi di panico, debolezza,
tremori, paure, persino di guardarmi allo specchio. Poi col tempo,
capisco di vivere sulla mia pelle quello che in medicina è conosciuta
come "sindrome ansioso-depressiva". avevo toccato il fondo, tutto mi
sembrava perduto. Poi la cura. Dio e psicofarmaci la mia salvezza.
Ritrovo pian piano la serenità...Dieci kg in più, da donna vanitosa e
bella mi trasformai in una persona segnata da tanto dolore e
complessata, ma fu allora che capii che i miei dieci kg in più non
erano più importanti del mio benessere interiore. Insomma...sapete com'è
finita? Due anni fa ho sospeso i farmaci, sto ancora dimagrendo, mi
sono laureata e anche specializzata. Ora so che non si scherza con la
vita, che ogni giorno è un dono di Dio...che quello che è scontato per
gli altri, per me è un grande traguardo. Non tornerò mai più la ragazza
spensierata di un tempo, questo è certo. Ma so che devo esternare di
più quello che non mi va giù e che la vita è mia e non intendo soffrire
a causa delle scelte errate degli altri. 
Chiedo venia se mi sono
dilungata!! 
Ma credetemi se ne esce….si rinasce, è come avere tante
vite a disposizione!
Confidate in Dio sempre!

Zaira





La storia di Vale.



La premessa che voglio fare è che questa é la mia storia, la mia esperienza, e che come tale va letta. Ognuno di noi può farcela a modo suo e con i mezzi che meglio gli si confanno, l'importante é che voglia guarire a tutti i costi, poi come ci riesca è del tutto soggettivo.


Sono entrata nel nero tunnel dell'ansia e degli attacchi di panico due anni fa, circa un anno dopo la morte improvvisa di mia madre nel settembre del 2010, evento che ha letteralmente strappato la mia vita in due.

Nell'estate del 2011 ho cominciato ad avere tachicardie e palpitazioni, nervosismo e sensazioni di inquietudine...dormivo male, piangevo spesso, ero intrattabile. Non sapevo quel che stava per succedere, ne ignoravo la portata, sapevo solo che stavo male.

Un pomeriggio, al cinema, arriva il primo attacco di panico. Stretta al petto, sensazione di soffocamento, di impazzimento, di morte imminente. Scappo dal cinema, comincio a piangere disperata, non so cosa mi succede, le mie amiche nemmeno, il mio pianto dura due giorni, la morsa al petto anche, poi il mostro si placa e io con lui.

Racconto tutto alla mia psicoterapeuta, da cui ero in cura già da tempo per il mio lutto. Da un po' mi aveva avvertita che secondo lei non stavo bene e che la psicoterapia da sola non ce l'avrebbe fatta. Ma io non l'avevo nemmeno ascoltata. Mi consiglia di rivolgermi ad uno psichiatra e io, di malavoglia, ci vado. Seduta breve, diagnosi di depressione secondaria e nevrosi fobica (per la precisione fobia di morire all'improvviso, come mia madre), prescrizione di farmaci, antidepressivi e stabilizzatori dell'umore.

La mia ansia travestita da orgoglio mi fa decidere, a quel punto, che io dei farmaci non ho bisogno e che posso farcela benissimo anche da sola.

Ci penso su, congedo la psichiatra, e comincio un percorso tutto mio, leggo libri, faccio meditazione, vado da un omeopata. Tengo a bada il mostro, certo ma é come combattere un drago con un frustino.

Il mio malessere striscia, mi ritrovo ogni sera a piangere sul letto, senza sapere perché, pensando ormai di essere impazzita. Ogni volta che esco di casa, ecco la morsa al petto. Ogni volta che entro in un supermercato, ecco lì quella sensazione di soffocamento. Deglutisco a fatica, ho gli occhi perennemente sbarrati, i muscoli tesi, il cervello in tilt. Non sono più io. Sono altro da me, sono impazzita dalla paura.

Il mio percorso 'fai da te' va avanti, io arranco ma non mi arrendo alla verità che sto male e devo curarmi.

Finché un giorno arriva l'attacco di panico più spaventoso...in ufficio, all'improvviso mi manca l'aria...capisco che devo calmarmi, ma non ci riesco, tutto è inutile, chiamo l'omeopata che mi dice di respirare, prendere i granuli omeopatici, ma non funziona niente, sono una nave alla deriva. Mentre mi ripeto come un disco rotto che sto morendo soffocata (senza rendermi conto che mentre lo ripeto sto respirando!!!), una collega mi porta di corsa al Pronto Soccorso del Sant'Eugenio di Roma, dove capiscono subito che sto avendo un attacco di panico, mi danno delle gocce e mi spediscono dal loro psichiatra che, dopo avermi fatta parlare due minuti, mi dice delle parole che non dimenticherò mai...mi dice "Lo sai che sei fobica, sì? E anche depressa? Trova uno psichiatra che ti va a genio e comincia una cura. Fai presto." Se quelle parole me le avesse dette in modo meno brusco forse non mi sarebbero entrate in testa così bene. Il giorno dopo, era il 16 dicembre del 2011, comincio le mie sedute dalla psichiatra, accompagnate sempre da quelle con la psicoterapeuta.

Mentre lavoro con loro, imparo a conoscere l'ansia, il panico e le cause che li scatenano, e man mano che li conosco li temo anche di meno, e quando arrivano li riconosco, e li fermo in tempo, specialmente gli attacchi di panico.

Sento quando gli attacchi di panico bussano forte alla mia porta, ma io non apro. Respiro, ragiono. Non mi fanno più paura. Ascolto il panico, cerco di capire cosa vuole dirmi.

L'ansia invece è per ora più strisciante, non entra a colpi d'ariete come il panico, si insinua nelle crepe, e pian pianino me la trovo dentro, e allora lì dipende molto da come sto, da che giornata è, se sto bene, se sono stanca e preoccupata per altro, se si conclude tutto con un pianto liberatorio, se suonando un po' la batteria o coccolando la mia adorata gatta, o se l'ansia deve esplodere per forza e poi scemare.

Di certo, comunque, quegli episodi orribili, improvvisi, devastanti non si sono più ripetuti.

Non ce l'avrei mai fatta senza l'aiuto di quelle specialiste. Ho concluso la terapia farmacologica, non ancora la psicoterapia ma manca poco.

Non tornerò più quella di prima, ma oggi sono più forte e più consapevole.

Il percorso é stato lungo ma dopo il superamento del primo ostacolo - accettare di aver bisogno di aiuto! - tutto il resto è stato relativamente facile.

L'amore delle persone che mi circondano, la competenza dei medici e soprattutto la mia caparbietà mi hanno portata alla guarigione. Ho sempre trattato il mio malessere come una cosa normale, non mi sono mai nascosta né vergognata di parlarne, e d'altronde perché avrei dovuto?

Non vi dico che sono certa di esserne uscita del tutto, d'altronde io sono sempre stata un soggetto ansioso...però so che il peggio é passato, so che è una battaglia infinita, ma adesso ho le armi per combatterla, a volte vince l'ansia, più spesso vinco io, magari un giorno arriveremo ad una tregua definitiva, chi lo sa. E' quello che spero e a cui miro.

Tutto questo solo per farvi capire che si guarisce, se ne esce, vogliatelo con tutta la forza che avete e la strada verso la guarigione vi si spalancherà davanti.

Il nostro nemico lo abbiamo creato noi, e come lo abbiamo creato possiamo distruggerlo.


Credo che spiegare un attacco di panico o di ansia a chi non ne ha mai provato uno sia un'impresa veramente ardua.

Sono sensazioni talmente impalpabili eppure così violente che io personalmente non sono mai riuscita a verbalizzarle andando oltre il solito "Ti sembra di soffocare, di impazzire, di morire"... Come se la gente sapesse come ci si sente quando si pensa di impazzire.

Quando stavo particolarmente male, c'erano giorni in cui avrei voluto solo stare sotto le coperte, con gli occhi chiusi, ad aspettare che la crisi passasse. C'erano poi giorni in cui, stremata, quasi imploravo la mia ansia di fare di me un solo boccone, portandomi definitivamente alla follia. Mi immaginavo imbottita di farmaci, con lo sguardo perso, la mente assente ma finalmente 'in pace'. Tutto pur di non sentire più quella sensazione di perdita totale di controllo, il dominio dei mostri su ogni mio pensiero, ogni mia azione, sul mio cuore, le mie mani, il mio respiro.

Qualcosa però, per fortuna, mi ha sempre impedito di arrendermi, e credo che quel qualcosa sia l'amore per la vita, che quelli come noi nutrono, nonostante le apparenze, molto più di tante persone che l'ansia e il panico non sanno nemmeno cosa siano.

Che sia per ipersensibilità, o perché abbiamo vissuto esperienze che ci hanno segnato, quale che sia la ragione, il nostro sarà sempre un cammino in salita, ma più saliremo, più belli saranno i panorami che vedremo quando arriveremo in cima.

Auguri a tutti noi naufraghi, di trovare presto e definitivamente la terraferma.

Vi abbraccio.

Vale F.