Il cuore che accelera, il respiro che affanna, la vista che si annebbia: solo chi soffre di attacchi di panico può capire quell’orrenda sensazione che, quasi come un presagio di morte, si abbatte sulla persona colpita in certi momenti.
Secondo le statistiche, sarebbero quasi 10 milioni gli italiani a soffrire di attacchi di panico, eppure soltanto un numero molto più esiguo lo ammette con serenità; tutti gli altri mantengono questo segreto come fosse qualcosa di inconfessabile, andando, tra l’altro, a peggiorare la propria condizione.
Angoscia allo stato puro
Sono diversi i sintomi che possono venir coinvolti durante un attacco, come diversa è la loro durata, volta per volta, o l’ordine in cui compaiono: anzi, c’è chi non ha mai sperimentato questo viaggio all’inferno e chi ne ha provato il terrore soltanto una volta nella vita, ma sono in tanti coloro che si sono arresi ad un’esistenza costellata da questi episodi, verso i quali si sentono completamente impotenti.
In genere, si tratta di un decorso di pochi secondi (insorgenza – apice – decrescita) che, però, è capace di immobilizzare completamente la vittima, oscurandone persino le facoltà mentali e la coscienza dietro la paura di morire, di poter smettere di respirare da un momento all’altro o di perdere il controllo del proprio corpo.
La difficoltà con cui moltissimi si interfacciano al problema, poi, è ancora più grave, perché non permette di trovare una soluzione che, invece, lavorando duramente su se stessi, potrebbe portare anche ad una guarigione completa.
Ogni qualvolta un malessere colpisce la mente, più che il corpo, in tanti prevale ancora l’antico pregiudizio del “meglio tacere” quando, invece, come per ogni altro problema in cui la nostra macchina umana imperfetta può ritrovarsi, agire per tempo, anche attraverso l’aiuto di un professionista, può essere fondamentale ed anche salvavita.
Cosa fare?
Gli psicologi hanno moltissime strategie da consigliare a chi soffre di attacchi di panico.
Innanzitutto, come per tante altre casistiche, l’accettazione: nessuno è perfetto e sono tante le cose della vita che possono contaminare la nostra salute psicofisica, anche per brevi periodi; l’importante è riconoscere di avere un problema, per poterlo poi affrontare e superare!
Inoltre, si è verificato che l’insorgenza di questi episodi è correlata ad una aggressività malcelata che non si avrebbe modo, o coraggio, di esternare: situazioni di malessere, cattivi partner o false amicizie, poca serenità sul lavoro o in famiglia diventano tutte possibili cause per coloro che subiscono senza far valere il proprio punto di vista e senza accettare, paradossalmente, il proprio stesso dolore. Una soluzione, in questo caso, può essere guardarsi dall’esterno, de-personalizzarsi e darsi dei consigli proprio come si farebbe con un’amica: insomma, amarsi di più, come ameremmo qualcuno di caro!
Anche dedicarsi ad attività artistiche che permettano di esprimere la propria personalità può essere valido per “sfogarsi”: teatro, pittura, canto, scrittura, sono tutte tecniche molto valide, capaci anche di metterci in contatto con la parte più intima di noi stessi o di svelare, chissà, persino qualche talento nascosto!
Dal Sito:
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