Può capitare di trovarsi nella situazione di dare man forte a un amico o a un familiare, che cerca conforto nelle nostre parole, dopo aver vissuto un’esperienza negativa.
Immedesimarsi nel suo stato di sofferenza, guardare dalla sua prospettiva significa essere empatici, ovvero sentire “con” l’altro. L’empatia è un’abilità sviluppata in quasi tutte le persone, seppure in maniera differente, ed è in grado di rafforzare i legami sociali.
Non è certo cosa da poco trovare le parole giuste per confortare chi abbiamo di fronte: sentiamo la sua sofferenza e cerchiamo di tirarlo su. Ci proviamo con tutte le nostre forze perché vorremmo alleviare quell’espressione sofferente che leggiamo nei suoi occhi. E magari, spontaneamente, cerchiamo di sottolineare che al di là della situazione negativa che gli sta arrecando dolore, ci sono tante cose belle nella sua vita e per cui vale la pena di mettere da parte i tristi momenti. Potrebbe sembrare la tattica giusta, ma non leggiamo nel suo volto quel guizzo di sollievo che avremmo voluto scorgere. Anzi, magari notiamo l’effetto contrario. Dove sbagliamo?
Secondo un noto psichiatra americano, Glen Gabbard, quando si entra in contatto con persone depresse, può risultare controproducente puntare il discorso sugli aspetti positivi della sua vita, piuttosto è bene rimarcare l’idea secondo cui, quella sofferenza ha senso che esista.
Nello specifico, quando parliamo con qualcuno che sta soffrendo è bene evitare, ad esempio, espressioni come “ma almeno…” e subito dopo presentare gli “aspetti positivi” della sua vita. Quello che recepisce l’altra persona è una sensazione di incomprensione, ovvero “sei triste perché vedi solo i lati negativi della tua vita”.
Al contrario, ecco quello che possiamo fare per essere empatici nei confronti dell’altro:
evitare ansia: ad esempio dire “meglio che ti prendi una pausa dal lavoro, un mio caro amico ha subìto un infarto”, è sbagliato. Una frase di questo tipo genera infatti ansia e sortirà un effetto negativo;
non giudicare: evitare di esprimere un giudizio netto è un’ottima tattica da adottare. In questo modo, l’altra persona non si sentirà sottoposta al nostro giudizio e avrà la sensazione di essere compresa;
accettare e stimolare chi si ha di fronte: ascoltare senza dare un giudizio è una carta vincente, ma a questo atteggiamento è bene alternare un’analisi del comportamento dell’altro, per cercare di capire cosa non va e cosa si potrebbe fare per migliorare la condizione attuale;
rivolgersi direttamente al proprio interlocutore: frasi come “sento che per te è un momento molto triste, ma so anche che hai tutte le carte in regola per potercela fare” può essere un valido spunto per intavolare la conversazione. Messaggi costruiti su misura della persona, aiutano infatti a esplorare le sue emozioni.
Dal Sito: dilei.it
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