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domenica 10 marzo 2019

Secondo gli psicologi, le persone che piangono molto hanno questo tratto di personalità unico

Ci sono persone che pensano che quando piangono diventano deboli, ma in realtà le cose non sono proprio così. A volte è bello sentirsi deboli per un momento, lasciare andare tutta la frustrazione che si ha dentro e lasciarsi andare una volta per tutte.

Le lacrime ci dimostrano questo, anche se ad un certo punto della nostra vita pensiamo di essere di acciaio, abbiamo sentimenti ed è solo una questione di tempo prima di dimostrarli. D'altra parte, gli psicologi dicono che le persone che piangono spesso hanno una caratteristica speciale nella loro personalità.

Piangere dimostra che sei un grande amico. 

Magari incontri uno dei tuoi amici ed entrambi ricevete delle tristi notizie. Riesci a sentire che tutte le tue emozioni sono fuse ed arrivi al punto di non sapere esattamente come reagire, senti quelle cose scomode e irritanti in gola. Non pensarci più e piangi, fai il primo passo e, a tua disposizione, consola il tuo amico. Questo tipo di momento crea un legame molto più forte di amicizia e consente ad entrambi di conoscersi anche quando sono completamente disintegrati.

Piangi significa che non temi i tuoi sentimenti. 

Potrai anche piangere per qualcosa di poco importante o forse perché ti senti triste, stanco, qualcosa che ti è successo che ha innescato un sentimento che non ti piace avere... Il punto è che quando rilasci le lacrime, stai finalmente riconoscendo il tuo vero stato di spirito e ti stai lasciando andare. L'importante è rimuovere tutto il dolore che hai dentro perché altrimenti non starai solo chiudendo la porta per gli altri che cercano di conoscerti, ma rimarrai bloccato e questo può innescare seri problemi emotivi.

Non dai importanza a quello che gli altri pensano. 

Col tempo, proverai a sopprimere tutto ciò che senti, ma siamo umani e nessuno può sopportare così tanti conflitti nella mente, quindi non rifiutarti di lasciar andare tutto ciò che ti disturba attraverso le lacrime. La cosa migliore del pianto è che dimentichi semplicemente che ci sono persone intorno a te. In quei momenti, non ti importa se qualcuno ti guarda o ti giudica, tanto meno sei interessato al posto in cui ti trovi e questo indica solo che quando hai raggiunto il limite, esplodi emotivamente senza pensarci.

Piangere diminuisce lo stress. 

Senti il tuo corpo rilassarsi e la tua mente scompare dopo aver pianto? Una ricerca fatta nel 1983 dall'American Psychological Association ha rilevato che la maggior parte delle persone che sentono la tristezza e la malinconia sono le più stressate e lasciandole piangere, il loro corpo e la mente raggiungono un livello di completo rilassamento e mantengono la calma per un po’ di tempo.

Dal Sito: emozionifeed.it

venerdì 8 marzo 2019

Ecco perché il pianto emotivo è una medicina per l’anima



E' chi piange in silenzio, per un breve istante e in discreta solitudine. Eppure, l’unico modo di ricominciare, di drenare le tristezze, le frustrazioni e le tensioni è attraverso il pianto emotivo. Un vero sfogo è possibile soltanto attraverso quelle lacrime che sgorgano dai nostri occhi come sorgenti, interrotte dai singhiozzi di una voce rotta.

Gli esperti in psicobiologia sostengono che pochi comportamenti ci rendono più umani della risata e del pianto. Di fatto, queste due espressioni emotive hanno molto in comune. Per esempio, entrambe hanno una componente di “perseveranza”. Ciò significa che, quando iniziano, sia le risate sia il pianto hanno una durata determinata che difficilmente riusciremo ad interrompere a nostro piacimento. Entrambe, inoltre, hanno uno stesso fine: farci sentire meglio.L’anima riposa quando lascia andare le sue lacrime, e il dolore ha bisogno del pianto per trovare vero sollievo.Condividere

D’altra parte, sappiamo bene che il pianto emotivo, quello che produce un vero sfogo, non è ben visto a livello sociale. Al contrario, è accettata più di buon grado una lacrima discreta, lasciata sfuggire durante un discorso politico, come quello sguardo annebbiato a causa dell’emozione o di fronte alla contemplazione della bellezza.

Forse proprio per questo motivo la maggior parte delle persone cerca di evitare questo pianto “ad alta voce”. Cerca un angolo buio in cui nessuno le veda dar sfogo alle lacrime, ma lo fanno in un discreto silenzio. Non sia mai che qualcuno ci senta, ci veda, e scopra che non siamo così forti come sembriamo.

Tuttavia, gli psichiatri e i neurobiologi non hanno dubbi in merito: lo sfogo, che avvenga in solitudine o di fronte a qualcuno, dev’essere vero, catartico e liberatorio. Tutto quello che implica un certo “autocontrollo” non fa altro che generare in noi tensione e stress. L’essere umano ha bisogno del pianto.

Il pianto emotivo: un’azione dai molteplici benefici

La maggior parte dei neonati scoppia a piangere non appena giunge al mondo. Eppure, il loro pianto non è fatto di lacrime. Il meccanismo cerebrale che permetterà alle loro ghiandole lacrimali di produrre lacrime non è ancora sufficientemente maturo. Eppure, il pianto di un neonato porta già a termine una funzione biologica fondamentale: garantire la sua sopravvivenza. Gli permette, infatti, di stabilire un contatto con i suoi simili, in modo da ricevere attenzione, cure, consolazione e affetto.

Allo stesso modo, man mano che cresciamo e maturiamo, il pianto svolge per noi le funzioni più diverse, tutte utili e interessanti. Anche se, in realtà, non sempre le sfruttiamo a dovere.

Prima di tutto, uno degli scopi del pianto è eliminare le tossine dell’organismo, generate dallo stress e dall’ansia. Non è necessario che ci sia capitato qualcosa di brutto né che ci sentiamo tristi o sconsolati. Alle volte, può capitare di piangere anche come reazione ad un senso di stanchezza e sfinimento, e questa semplice azione può essere estremamente sana.

Uno studio della scuola di psichiatria della Università di Los Angeles, California, ha dimostrato che il pianto ha anche una funzione di avvertimento. È come un campanello di allarme della nostra coscienza. Ci sono periodi in cui ci sentiamo frustrati, sopraffatti da qualcosa di fronte a cui dovremmo reagire, ma non lo facciamo.

Tuttavia, il semplice fatto di far scendere le lacrime mette in modo sofisticati meccanismi biologici che ci permettono di vedere le cose con maggiore chiarezza.

Gli scienziati ci hanno spiegato che il pianto emotivo è, in realtà, un’eccezionale innovazione evolutiva. Non si tratta soltanto di “lasciar andare le lacrime”, infatti. Un pianto profondo, autentico, che ci permetta di sfogarci del tutto attiva la funzione delle neurotrofine. Si tratta di proteine in grado di favorire la plasticità neuronale.
Il pianto, la vulnerabilità e la consolazione

Le responsabilità lavorative, per esempio, spesso ci fanno sentire il bisogno di momenti di solitudine, in cui piangere per qualche secondo per conto nostro. Dai dottori alle infermiere, dai pompieri ai poliziotti… Tutti abbiamo bisogno di ritagliarci uno spazio in cui sfogare le nostre preoccupazioni e tensioni quotidiane.

Eppure, alcune volte, questi piccoli momenti non sono sufficienti. Non c’è una vera “riparazione”. E così continuiamo ad accumulare tensioni, ansie e un grosso nodo in gola che non ci lascia più respirare.

La stessa cosa avviene nel caso dei problemi quotidiani, per colpa delle parole non dette, delle perdite mai affrontate, del dolore che pulsa dentro di noi, ma che cerchiamo di ignorare. Perché facciamo così tanta fatica a chiedere aiuto? Perché il pianto emotivo ci fa sentire così vulnerabili di fronte agli altri?
Saper dare sostegno non è da tutti

La verità è dura, ma molto evidente: non tutti sono in grado di sostenere chi ne ha bisogno. Con parole come “E adesso perché piangi?” o “Dai, smettila, non è niente di importante” l’unica cosa che otteniamo è aumentare il blocco di quella persona. Aumentiamo le sue emozioni negative e la demoralizziamo ancora di più.
Quando abbiamo bisogno del sostegno di qualcuno per uno sfogo emotivo, è importante cercare la persona giusta. Non tutti sono adeguati e non tutti sono in grado di mettere in atto le strategie adeguate per darci quel senso di vicinanza che ci mette a nostro agio e ci aiuta a lasciar andare ciò che ci fa male e ci tormenta. I buoni amici e, naturalmente, gli psicologi sono le migliori guide in questo processo.
Liberarci attraverso il pianto emotivo di fronte a qualcuno non è un segno di debolezza, né di vulnerabilità. È il passo che solo una persona forte ha il coraggio di dare per sfogare le sue tensioni, le sue paure e le sue tristezze. Lo fa allo scopo di ricostruirsi di nuovo, in modo da poter curare le sue ferite ed essere pronto a ricevere aiuto.
D’altra parte, sostenere una persona che ne ha bisogno non è semplice come dare un abbraccio. Non basta dire “va tutto bene”. Significa essere intuitivi al fine di facilitare il suo sfogo e capire come stimolarlo. Significa saper dire “sono qui con te” senza che sia un’imposizione e, naturalmente, senza giudicare. Significa essere presenti ma discreti, apportando un senso di vicinanza.

In conclusione, per quanto possa essere complicato permetterci questi momenti di vero sfogo emotivo, sia in solitudine che in compagnia, è necessario concederceli ogni tanto. Drenare l’anima è un bisogno biologico e psicologico. Solo un’emozione espressa fino in fondo, infatti, si può ritenere davvero superata.

via La Mente è Meravigliosa

Dal Sito: aprilamente.info

lunedì 20 novembre 2017

Perché abbiamo bisogno di piangere?


Lungi dall'essere sinonimo di debolezza, il pianto ci aiuta a canalizzare e a liberare le tensioni e ha sul nostro organismo un effetto simile a quello degli analgesici.

Veniamo al mondo piangendo. Piangiamo tanto, a volte per tristezza, altre di felicità. Troppo spesso abbiamo bisogno di piangere, ma ci tratteniamo dal farlo perché pensiamo che in questo modo saremo più coraggiosi o perché, comunque, non viene ben visto lasciarsi andare in questo modo.

Tuttavia, questo modo di “scaricarsi” è essenziale per esprimerci, per andare avanti o per dimostrare come ci sentiamo. In questo articolo vi raccontiamo perché abbiamo bisogno di piangere di tanto in tanto.

Il bisogno di piangere profondamente per liberarci

Le lacrime sono uno strumento usato per vari fini: per scaricare la tensione o per attirare l’attenzione, per dare sfogo alla nostra tristezza o alla delusione, per ricordarci di qualcosa che è successo in passato, ecc. Può anche essere una reazione fisica istintiva, come quando starnutiamo, soffriamo di allergie o ridiamo a crepapelle.

Piangere ci fa sentire meglio, più tranquilli e può aiutarci ad essere coscienti di cose che non vedevamo o che non volevamo vedere.

Certamente ricorderete una di quelle volte in cui avete pianto “con tutte le vostre forze” e dopo vi siete addormentati di sasso oppure siete usciti dall’angolo in cui vi eravate rifugiati per svolgere qualche attività. Perché? Perché il pianto serve per togliersi un gran peso dalle spalle.

Esistono persone in grado di piangere, ma ce ne sono altre che non riescono a farlo così facilmente. Quando siamo piccoli, veniamo spesso rimproverati quando piangiamo, perché ci viene detto che è una cosa da deboli, da capricciosi o da viziati.

Si tratta di una cosa che rimane incisa nella nostra mente e per questo, a volte, non ci consentiamo di piangere quando ne abbiamo bisogno.Controllare troppo le emozioni (negandole o camuffandole con sorrisi falsi) è dannoso per la salute.

Se il corpo accumula troppe sensazioni negative, non solo si generano depressione, tensione e stress, ma è anche probabile che ciò influisca sul carattere o la personalità. Maggiore irritabilità, cattivo umore e nervosismo sono alcuni segnali.

Non dimenticate che da qualche parte l’organismo deve pur espellere tutto ciò che fa male e provoca sofferenza. Un giorno non riusciremo più a trattenere queste lacrime e la tristezza sfocerà in un pianto senza precedenti o in un attacco d’ira.

Per quanto riguarda le sofferenze di natura fisica causate dall’assenza di pianto, citiamo il mal di testa o di collo, il mal di stomaco e la nausea. Le difese diminuiscono e saremo più propensi a soffrire di malattie di qualsiasi tipo.

Le emozioni contenute, inoltre, bloccano il flusso di energia e anche questo influisce sulla salute.

Il pianto profondo è un eccellente metodo naturale per sfogare le nostre pene e per capire di più sulle cause del nostro dolore e della nostra tristezza. Ciò non significa che dobbiamo sperare di accumulare tutti questi sentimenti negativi, ma solo che dobbiamo conoscere il modo di lasciare andare tutto ciò che ci danneggia.

Oggi siamo tutti troppo occupati per comprendere a fondo cosa ci succede. Non ci prendiamo il tempo di analizzare le emozioni quotidiane e prendere decisioni profonde ci risulta particolarmente difficile.

Se siamo impegnati tutto il giorno, non riusciremo mai a piangere e a buttare fuori tutta la negatività.

Forse potreste approfittarne mentre fate la doccia o quando andate a dormire. Questo non vi trasformerebbe in autentici depressi cronici, ma in persone che sanno canalizzare i loro dolori in modo positivo. Dopo, vi sentirete certamente bene, leggeri e dotati di molta energia per andare avanti.

Se per voi piangere è molto difficile, non preoccupatevi. Succede a molti. Avrete bisogno di sensibilizzarvi un po’ e prendervi il vostro tempo. Potete mettere un po’ di musica, leggere qualcosa o vedere uno di quei film che richiedono una buona scorta di fazzolettini.

Non starete piangendo per il protagonista o per la storia in sé, si tratta solo di un meccanismo interessante che ci permette di sprigionare ciò che abbiamo accumulato dentro di noi nel tempo.

Sapevate che esiste un punto all’altezza della gola che, se premuto, attiva il pianto? Potete anche provare respirando profondamente. Per molti questa tecnica aiuta.
Il pianto è un calmante naturale

Abbiamo già parlato dell’area “spirituale” dell’atto di piangere, ma abbiamo detto poco sulle sue conseguenze. Sono stati condotti diversi studi per analizzare il perché dopo aver pianto molto ci si sente più tranquilli.

Se il pianto deriva dal dispiacere, il liquido salato (ovvero le lacrime), invece, hanno la capacità di pulire il dotto lacrimale degli occhi e di idratare i globi oculari in modo naturale. A cosa serve ciò? Né più né meno che a sprigionare gli ormoni del benessere.

Quando siamo stressati, ci sono più possibilità di finire per piangere. Questo si deve a una ragione scientifica più che convincente: espellendo le lacrime, eliminiamo ossitocina, noradrenalina e adrenalina. Questi elementi hanno sul corpo gli stessi effetti di un analgesico.

Gli ormoni fissano la loro attenzione su ciò che proviamo, per questo motivo, dopo un gran pianto, ci sentiamo meglio. Come se non bastasse, gli esperti sostengono che piangere faccia diminuire l’angoscia e che favorisca il rilassamento.
Piangere e ridere danno gli stessi benefici?

Ridere e piangere sono due esperienze particolarmente presenti nella nostra vita. Se le analizziamo a livello fisico, si tratta di fenomeni abbastanza simili. Perché? Perché modificano la respirazione e la pressione sanguigna.

Se ridiamo un’ora al giorno, perdiamo ben 14 grammi di grasso. Forse potrà sembrarvi poco, ma se li sommate in un anno avrete perso ben 5 chili. E questo non è l’unico beneficio, infatti ridere fa aumentare l’autostima, ritarda l’invecchiamento ed elimina lo stress e le tensioni.

Il pianto riesce esattamente in quest’ultima cosa. La medicina ippocratica lo considerava un “purgante per gli umori”. Nell’arco della storia, è stato poi mal interpretato come segno di debolezza e poca integrità.

Questo però non è vero. Riempite la vostra vita di risate, ma anche di pianti!

Dal Sito: viverepiusani.it

Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/tag/depressione/