domenica 16 novembre 2014

Agorafobia, attacchi di panico e vertigini? Il soggetto ansioso è più vulnerabile

Agorafobia, attacchi di panico e vertigini? Il soggetto ansioso è più vulnerabile, e per la prima volta questa vulnerabilità è scientificamente accertabile e misurabile. Lo rivela il primo studio di risonanza magnetica funzionale mirante proprio a verificare come il normale funzionamento del sistema vestibolare possa essere influenzato da fattori di personalità legati all’ansia. Appena stato pubblicato su Journal of Psychosomatic Research lo studio è stato condotto dalla Dr.ssa Iole Indovina della Fondazione Santa Lucia (Laboratorio di Fisiologia Neuromotoria) eUniversità di Tor Vergata, in collaborazione con l’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del CNR di Catanzaro e la Mayo Clinic di Rochester.
Un problema di notevole rilevanza medico-sociale è rappresentato dall’agorafobia, contraddistinta da stati d’ansia sino a veri e propri attacchi di panico in situazioni in cui un ambiente aperto e/o affollato viene percepito come “pericoloso”. Si accompagna a sintomi vestibolari quali l’instabilità e il disorientamento spaziale. 
I soggetti agorafobici non riescono ad utilizzare correttamente i segnali vestibolari e dipendono maggiormente dai segnali visivi per l’orientamento spaziale. Quando la scena visiva offre pochi indizi utili per l’orientamento spaziale (come negli ampi spazi aperti) oppure indizi sovraccarichi e confusi (come negli ambienti affollati), i soggetti agorafobici diventano disorientati e ansiosi.
La letteratura medica ha riportato miriadi di descrizioni di pazienti con tali sintomi e vari gradi di ansia o comportamento fobico in assenza di una causa organica rilevabile mediante i test vestibolari di routine. In questo lavoro Indovina e collaboratori hanno cercato per la prima volta un legame neurofisiologico tra attività vestibolare e ansia che potesse spiegare la vulnerabilità all’insorgenza di sintomi vestibolari in soggetti ansiosi, a prescindere dal manifestarsi della malattia. Lo studio è stato svolto su individui i cui tratti di personalità sono stati correlati con il segnale di risonanza magnetica funzionale in risposta a stimolazioni vestibolari. E’ risultato che i livelli di nevrosi hanno un effetto sull’attivazione di regioni chiave del sistema vestibolare (nuclei cerebellari del fastigio) e dell’ansia (amigdala). Ciò dimostra che la risposta alla stimolazione vestibolare è modulata dai tratti ansiosi personali, mostrando l’esistenza di una predisposizione dei soggetti ansiosi a sviluppare sintomi vestibolari.
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