domenica 1 maggio 2016

Attacchi di panico: quando la vergogna supera la realtà

L’attacco di panico è un mostro subdolo, un infiltrato che, lentamente, prende possesso della nostra vita ed entra dentro di noi senza chiederci il permesso. Può essere un giorno qualsiasi, un piovoso pomeriggio settembrino, una serata di calda estate, lui è lì che aspetta, che accumula e, lentamente, come un parassita, filtra nel nostro cervello e cambia il modo in cui percepiamo la realtà.

La vergogna è un monito che l'attacco di panico non manca di ricordarci. Quando siamo al parco con i nostri figli, quando spingiamo il passeggino lungo la strada di ghiaia accanto al naviglio. I nostri piccoli guardano i pesci, mentre noi speriamo di non vederli mai fare i conti con il mondo fatto di terrore, palpitazioni, tachicardie e visite mediche inutili che ci siamo creati. Perché non esiste umiliazione peggiore del trovarsi faccia a faccia con il panico mentre cerchiamo di passare una bella giornata, la nostra bella giornata, assieme agli amici. Cosa penserebbero di noi se ci vedessero boccheggiare, annaspare con gli occhi sbarrati e la paura di morire?
E allora inghiottiamo ogni cosa, diventiamo il serbatoio di noi stessi. Un barile che, prima o poi, è destinato a scoppiare sotto forma di sudore freddo, attacchi notturni ed elucubrazioni labirintiche senza vie di fuga. Non esiste nulla di più inumano dell'umiliazione ed è il regalo che l'attacco di panico ci lascia quando prende congedo in attesa di tornare. Questa non è una semplice battaglia, ma una guerra e noi dobbiamo alzare la testa e sconfiggere questo parassita a ogni costo. Dobbiamo parlarne, uscire allo scoperto, raccontare le nostre sensazioni e il nostro mondo interiore: la vergogna è il lucchetto con il quale il panico tenta di blindarci per sempre, ma abbiamo la chiave giusta e si chiama linguaggio. Molte persone si bloccano all'idea di provare vergogna per loro stessi, si sentono inadatte, troppo piccole e sole. Comunicare il nostro stato d'animo, invece, è il primo passo con cui si intraprende la via della guarigione. Parlatene con i vostri mariti, le vostre mogli, gli amici, i parenti, gli psicologici, urlate se lo sentite necessario, la salvezza può essere anche negli altri.
Photo Credit: Antonio Guillem/Shutterstock.com

Urbanpost.it 

Michele Iacovone 

3 commenti:

Sofia ha detto...

Scusa ma perché copincolli gli articoli di giornale? Sono cose scritte da altre persone, non basta mica che scrivi che vengono da urbanpost, ci sono degli autori che si fanno il culo per scrivere le cose di loro pugno.
Ma chi cazzo sei tu per fare una roba simile? L'unico post dove hai scritto il nome dell'autore è quello delle 10 cose cretine, giusto perché, secondo te, solo lì era palese che le opinioni fossero personali? Anche questo articolo è uguale eh, lo ha creato di sana pianta un autore, un giornalista, ma l'unica cosa che hai fatto è stato mettere un link al sito. Magari e dico MAGARI cominci a scrivere le cose di tuo pugno?

Attacchi di Panico-Ansia-Agorafobia ha detto...

Sig.ra Sofia, se Lei avesse cliccato sul link del sito non le sarebbe sfuggito che l'autore dell'articolo è in evidenza, vorrei farle presente che questo è solo un blog d'informazione è quindi mette a confronto le varie opinioni di esperti.
Inoltre gli articoli di questo blog vengono condivisi anche su un famoso Social,quindi sia i siti che gli autori degli articoli ricevono una visibilità maggiore rispetto a dove pubblicano, difatti per questo ricevo continui ringraziamenti dagli stessi.
Sarei lieto se Lei avesse qualcosa di suo da pubblicare di ospitarla nel blog, le consiglio solo, se può, di usare perlomeno una comunicazione più "ecologica".
La ringrazio del suo contributo.
Un saluto

Anonimo ha detto...

L'Attacco di panico ti attanaglia anche quando non c’è… Quando passi l’ennesimo sabato sera a casa da sola per far spazio all’unica morsa che da mesi ti stringe: l’EVITAMENTO
L’attacco di panico ha un inizio, subdolo, improvviso…un crescendo ed inevitabilmente e fortunatamente una fine (anche se i minuti sembrano ore)…
L’EVITAMENTO no, è un meccanismo ancora più crudele e dannoso. Eviti di vivere per non provare le sensazioni dell’attacco di panico…e così entri nell’oscura spirale della paura della paura…e come un gatto che si morde la coda, tracci i confini insuperabili della tua esistenza.
Ed eviti di uscire, di vedere gli amici, di concederti dei piaceri…perché la paura di un attacco di panico, è più forte che l’attacco in sè…
…e da solo innalzi i muri del tuo male di vivere.
E.