venerdì 2 febbraio 2018

Perchè la paura delle malattie


La paura delle malattie, meglio definita come ipocondria, è il timore infondato di avere malattie gravi non diagnosticate. Questa ipersensibilità ai segnali che provengono dal corpo nasconde invece una sorta di minaccia di punizione per una colpa inconscia, che è quella di vivere in una condizione di interminabile apparenza. Ma vediamo meglio cosa vuol dire.

Un individuo soffre di questa paura se…

Evidenziamo quali sono le caratteristiche di chi soffre di ipocondria:

Ha costantemente il timore di potersi ammalare.

Ne ha sempre una e non si sente mai in forma e in uno stato di benessere.

Avverte spesso sintomi e doloretti strani.

Nessuna visita medica o esame specifico lo convince o lo rassicura.

Avverte anzi l’esigenza di consultare più di un medico e di fare analisi più che approfondite.

A ogni sintomo cerca notizie e fa continuamente autodiagnosi.

Quando sente parlare di qualche malattia se ne sente addosso i sintomi.

Ipocondria: paura di morire o paura di vivere autenticamente?

Come ho già messo in evidenza in altri articoli sul tema della paura, una fobia è la paura e l’ansia di fronte a qualcosa che sta per qualcos’altro. Si ha paura di una certa cosa, eppure il vero oggetto della paura è un’altra cosa che è il referente (l’oggetto riferito) della prima. Ciò accade naturalmente sia per nascondere il vero oggetto che fa paura, perché può essere molto doloroso prendere consapevolezza di questa paura, sia perché l’oggetto della paura è in realtà un simbolo che ha la funzione di rappresentare una molteplicità di eventi e vissuti riconducibili all’oggetto di cui si ha effettivamente paura.

Nel caso dell’ipocondria, la paura di dover morire fa sentire più acutamente le contraddizioni della vita e quindi il non-vissuto, il non avere ancora realizzato, Più semplicemente: “la paura di morire mi fa percepire che non ho ancora realizzato me stesso, che non ho espresso chi sono veramente”. Per questo motivo ho paura di morire prima di aver compiuto, realizzato pienamente la mia vita.

Il non avere realizzato mette fretta. Per cui l’imminenza della morte (sempre in agguato) sta in un rapporto prediletto con l’individuazione, che vuol dire realizzare pienamente se stessi (auto-realizzazione di Jung). Mediante l’idea della morte, infatti il soggetto può non più mentire a se stesso, fino ad aprirsi alla coscienza dei propri autentici bisogni e desideri. In questo senso, il pensiero della morte può possedere un intrinseco significato positivo di svelamento, di espressione autentica di se stessi.

Ripartire da se stessi

Solitamente, senza l’aiuto e il sostegno di un percorso psicoterapeutico, non è facile mettere in evidenza questo conflitto che è alla base dell’ipocondria: paura di morire vs. paura di vivere autenticamente. Attraverso un lavoro interiore si giunge a comprendere le cause, la natura, le funzioni, i bisogni che soddisfano ognuna di queste parti in conflitto. Solo dopo è possibile l’accettazione e l’attuazione di una trasformazione.

E’ utile quindi Imparare ad accogliere il sintomo con meno paura e curiosità, come la visita inattesa di un amico. Ci sta dicendo qualcosa di noi. Superare una paura vuol dire accedere a una nuova consapevolezza, riuscire a fare nostri gli aspetti di noi che rifiutiamo, accettare ciò che ci sembra inaccettabile. Quando una paura scompare, vuol dire che dentro di noi qualcosa è accaduto: abbiamo acquisito una nuova sicurezza e abbiamo fatto un gradino nel nostro percorso di crescita.

Cristiana Milla, psicologa e psicoterapeuta. 

Dal Sito: quipsicologia.it 



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