venerdì 12 ottobre 2018

5 attori delle Serie Tv che hanno affrontato la depressione sia sul set che nella realtà


Le Serie Tv hanno spesso trattato argomenti molto delicati. Che fossero problemi sociali, etici, persino religiosi, esse sono state lo strumento per esprimere valori o condannare comportamenti negativi. A volte sono lo specchio della società in cui viviamo, di un mondo che sta cambiando o di una realtà differente dal passato.
In ogni caso, le Serie Tv sono state capaci di approfondire tematiche davvero complesse.

È alto il rischio di cadere nella superficialità e nella banalità. Ne abbiamo avuto un esempio con la recentissima Insatiable, attaccata da molti perché parrebbe giustificare il body shaming. Oppure Kidding: lo show targato Jim Carrey e che ne ha garantito il grandioso ritorno. Dal bullismo ai problemi mentali, sino a quelli dell’umore: è l’epoca in cui l’uso dei media è rivolto a diffondere insegnamenti e mostrare aspetti della realtà che dovrebbero essere corretti.

Uno dei mali più crudeli, poiché invisibile e difficile da superare, è sicuramente la depressione. Negli ultimi anni sono stati tantissimi gli artisti e le celebrità che ci hanno lasciato proprio in seguito a un tale malessere. Alcuni dei nostri amati attori delle Serie Tv ne hanno sofferto, alcuni ne soffrono tuttora e sono diventati simboli di forza e coraggio. Tra appelli di solidarietà, e l’istituzione di associazioni per persone che soffrono di depressione, sono parecchie le star che si sono mosse verso l’aiuto sociale.

Ironia del destino, o scelte consapevoli che hanno portato a tali decisioni, alcuni attori hanno interpretato a loro volta personaggi che soffrivano del medesimo disagio. Se ne abbiano ricavato dei vantaggi, o sia stata un’esperienza difficile da superare, lo potrete scoprire soltanto proseguendo la lettura.

Abbiamo elencato 5 attori delle Serie Tv che, come i loro personaggi, hanno sofferto di depressione.

1) Rachel Bloom



Rachel Bloom ha interpretato Rebecca in Crazy Ex Girlfriend. In questa Serie Tv il tema della depressione viene esplorato in chiave ironica, grazie al talento dell’attrice protagonista.

Sin dal pilot dello show è possibile leggere nel comportamento di Rebecca le stesse preoccupazioni e ansie che hanno dominato per un bel po’ di tempo la vita dell’attrice. La Bloom ha dichiarato in un’intervista a Glamour che i problemi d’umore sono iniziati da una prima notte insonne. L’idea di dover dormire era contrastata da una serie di pensieri che riguardavano il suo successo e le sue possibilità di farcela nella vita e nelle relazioni sociali. L’ansia di dover uscire per un appuntamento o un colloquio la divorava, costringendola a nuove veglie.
Iniziarono i deliri, dovuti alla paura di rovinare ogni cosa a causa della propria stanchezza mentale e fisica. Iniziava a perdere il controllo della propria ansia che diveniva invece la sua padrona.

Furono piccoli avvenimenti, come l’improvvisa proposta di matrimonio del suo ragazzo o l’avvento del programma televisivo, a trasformare un’ansia da prestazione a una vera e propria depressione. Dopo essersi resa conto di aver bisogno di aiuto, Rachel Bloom si rivolse a uno psichiatra, grazie al quale finalmente riuscì a sentirsi “salva”.

Le sessioni di dialogo le permisero di scaricare tensioni e stress, facendole capire di non essere davvero sola. Iniziò ad assumere delle piccole dosi di Prozac, andando contro gli stereotipi secondo cui gli antidepressivi facessero svuotare del tutto la propria mente. In realtà riuscì a giovarne sin da subito, constatando le bugie di tali pregiudizi riguardanti le cure con gli psicofarmaci.

“Avevo l’ansia di avere ansia, perché avevo paura che potesse rovinare la mia vita. È come un serpente che si morde la coda. Ma aprendomi con gli altri ho conosciuto persone che si sono sentite esattamente come me”.

L’attrice ha inoltre ammesso di aver trovato molto utile la pratica della meditazione. L’ha aiutata a concentrarsi sul presente, ignorando ogni tipo di pensiero negativo riguardo il futuro e i suoi progetti.

2) Jon Hamm



Mad Men è stata una Serie Tv di straordinario successo. La sceneggiatura, i dialoghi, gli stessi attori sono superlativi, così come la storia in sé. Eppure, chiunque abbia seguito questo show, conosce la malinconia che avvolge ogni episodio. Il cuore assorbe la tristezza come una spugna, divenendo un tutt'uno con quello che provano i personaggi, con quello che prova IL personaggio (Don Draper). Il successo, il potere, la ricchezza tentano di colmare il vuoto con cui si convive, perché ogni libro, ogni mass media, persino i nostri familiari ci hanno educato in questo modo.
Ci viene detto che raggiungendo la fama si potrà raggiungere la felicità stessa, perché la favola de “i soldi non fanno la felicità” in realtà è solo un’idiozia.

La Serie Tv Mad Men scardina tutto questo. Ci mostra quanto la mascolinità che impedisce a un uomo di lasciarsi andare alle proprie emozioni sia tossica, sbagliata, e quanto invece sia importante avere qualcuno al proprio fianco. La delusione verso la vita diventa pian piano una certezza, costringendo persino chi guarda a porsi delle domande su cosa, nella realtà, abbia davvero valore.

Nel 1960 ci viene mostrato quello che a occhi estranei potrebbe sembrare l’uomo più felice al mondo, Don Draper: donne, lusso, piccoli piaceri della vita che coinvolgono il fumo, l’alcol, il sesso. Ebbene, è proprio lui – invece – a essere l’anima più tormentata. Ammettiamolo: Don Draper soffre di depressione. Lo si intuisce in quasi ogni episodio, dal dolore provato in seguito alla perdita dei suoi cari – sia fisica, che affettiva –, dal modo in cui tenta di soffocare quel vuoto inspiegabile con l’abuso di alcol.
Si assiste a una distruzione lenta, causata da lui stesso, in un’epoca in cui parlare del proprio malessere interiore era un tabù, era strano, specialmente per un uomo.

E così come Don affoga la propria dannazione nel bere, così fa il suo interprete. Hamm andò in riabilitazione a causa della sua dipendenza dall’alcol nel 2015. È stato un passo importante per lui, perché consapevole di avere un problema. La motivazione a voler uscire da quel limbo lo spinse a reagire al proprio malessere. Jon Hamm è un attore che ha conosciuto il successo un po’ tardi rispetto a molte celebrità del medesimo calibro. A 36 anni prende parte a Mad Men, dando prova del suo enorme talento.

Ma il raggiungimento della fama non cancella quello che è stato un passato oscuro.

Il seducente attore, così come il suo personaggio, ha infatti sofferto di depressione. Egli ha parlato apertamente dei suoi problemi con l’alcol e la malattia. In un’intervista al Daily Mail, Hamm ha dichiarato che la sua interpretazione di Draper è stata inspirata da suo padre, il quale era intelligente, furbo, gentile con le persone, il classico “amico di tutti”. Eppure, come il pubblicitario protagonista della Serie Tv, era un uomo sofferente. L’attore ha vissuto il divorzio dei suoi genitori, la morte della madre quando aveva soltanto 10 anni e la lenta malattia del padre. Fu un’esperienza durissima per Hamm.

Suo padre si ammalò di cancro, così come i suoi nonni. Guardarli soffrire lentamente, impotenti, fu l’ennesima sconfitta per l’attore che ricorda quel periodo come il più triste della sua infanzia. Perse la figura paterna a 20 anni e dopo aver lasciato la scuola cominciò a vivere nell’ombra della propria tristezza. Era depresso, restava a letto ogni giorno, dormendo sino al pomeriggio del giorno successivo, senza far mai nulla.

L’attore ha persino confermato di aver avuto dei pensieri riguardanti il suicidio, aggiungendo quanto possa essere “semplice” averli se si vive in quel modo, isolandosi da tutto e tutti. Fu proprio sua sorella a fargli realizzare di essere depresso e di aver bisogno di aiuto.
Dopo aver cominciato a essere seguito da un terapista, ricorrendo a vari psicofarmaci, capì che era quella la strada giusta da percorrere.

Gli antidepressivi e la terapia aiutano davvero, ti donano una nuova prospettiva quando sei perso nella tua stessa spirale. Cambiano il tuo modo di riflettere in positivo, facendoti pensare: okay, sto meglio, posso alzarmi questa mattina, fare qualcosa, andare a lavorare. Non restare a letto a non far nulla, posso tornare a essere il mio stesso motivatore.

Ancora oggi Hamm non ha concluso il suo percorso verso la guarigione, poiché guarire dalla depressione è difficile ma non impossibile. È una continua lotta con se stessi e lo stesso attore sa di essere “rotto”, nessuno può negarlo. Ma è ugualmente consapevole di essere forte abbastanza da poter superare ogni difficoltà.

3) Jared Padalecki



I fratelli Winchester ne hanno viste di tutti i colori. Dall’iniziale perdita della madre a un susseguirsi ininterrotto di morte e distruzione, di demoni e angeli, di giustizia e malvagità. Dean ha vissuto le pene dell’inferno e Sam, il fratellino nerd, non è certo da meno. Chiunque abbia seguito la Serie Tv, anche per un breve periodo, sa quanto il rapporto fraterno tra i due protagonisti sia importante. Si supportano e si sopportano l’un l’altro. Sembrano “non una coppia sposata, ma dei gemelli siamesi”, come viene detto proprio nella Serie Tv. Dean c’è per Sam nei momenti bui e terrificanti, nella vita e nella morte.

Sono dei personaggi diversi tra loro, con una caratterizzazione completamente opposta e hanno vissuto un’evoluzione incredibile stagione dopo stagione. Dean è sempre stato quello più impulsivo, la testa calda della famiglia, cinico e pessimista (malgrado lui si potrebbe definire un “incallito realista”). D’altra parte, Sam è la sua antitesi: riflessivo, calmo, paziente, vede il lato positivo in ogni situazione al limite dell’impossibile. Trova il buono nelle persone, si fida più facilmente rispetto al fratello e il suo modus operandi il più delle volte si basa sul dialogo che sulla forza.
Ma man mano che la storia dei Winchester si evolve, così la personalità dei fratelli muta.

Sarebbe assurdo non ammettere che le avventure dei due cacciatori non abbiano mai influito sul loro carattere, sulla loro vita, sulla loro psiche: sarebbe una bugia. Nella quarta stagione ritroviamo un Dean distrutto dall’inferno, incapace di ricordare quegli “anni” senza sentire ancora addosso tutto il dolore provato. A sua volta, nella sesta è Sam a essere dapprima apatico, poiché senza anima, e poi colmo di rimorsi e dolore. Per non parlare dell’influenza di Lucifero che gioca con la sua mente, distruggendo ogni appiglio alla realtà, ogni sicurezza che il minore dei Winchester si era guadagnato superando ogni avversità.

E proprio nella tredicesima stagione ritroviamo Sam depresso, bisognoso di conforto. Perde il suo ottimismo e il sogno di poter un giorno vivere una vita normale inizia a svanire del tutto. È così che il duo fraterno si inverte ancora, perché se dapprima era il minore a consolare il maggiore, adesso avviene il contrario. È Dean a dar coraggio, a spingere il fratello ad avere “fede” quando egli attraversa un periodo oscuro.
Come il suo personaggio, anche l’interprete di Sam Winchester – Jared Padalecki – ha sofferto di ansia e depressione.

Padalecki, nel 2008, sul set di Supernatural visse un attacco d’ansia, il quale lo costrinse ad abbandonare immediatamente il posto di lavoro. Fu dopo una visita medica che l’attore scoprì di soffrire di depressione. Dopo aver vissuto la perdita di un amico, morto suicida, e la costante lotta con se stesso per via della propria diagnosi, iniziò a chiedersi cosa potesse fare per aiutare agli altri. L’attore ha deciso quindi di muoversi nel campo sociale, realizzando la campagna #AlwaysKeepFighting in modo da aiutare e sensibilizzare le persone verso i disturbi psichici e dell’umore. Questa campagna sostiene l’organizzazione non profit “To Write Love on Her Arms”, la quale supporta persone che combattono contro la depressione, dipendenze, autolesionismo e il suicidio.

Rendendo pubblico anche il proprio disagio, l’attore si è messo in prima linea per sostenere persone che affrontano periodi bui, sostenendole e ricordando loro che c’è sempre una ragione per avere speranza. In un’intervista alla CNN, Padalecki ha dichiarato di convivere ancora con l’ansia e che le celebrità – come tutti – sono degli esseri umani, dotati di emozioni.
Così come i loro personaggi, anche Padalecki e Ackles sono legati nella vita reale.

Jensen infatti non resta indifferente quando il suo collega e amico non sta bene, lo capisce subito, lo “fiuta”. Durante la Seattle Con (#SPNSea) l’attore che interpreta Dean Winchester ha affermato: “Me ne accorgo, lo sento quando ha una brutta giornata. Cerco di tirargli su il morale con qualche battuta, o cerco di distrarre la sua mente da qualsiasi cosa lo stia turbando in quell’istante”. La sintonia dei due attori combacia perfettamente con quella dei loro personaggi, con i quali sono quasi diventati ormai un tutt’uno. Quando un attore si muove nel sociale, promuovendo messaggi così importanti come la lotta all’autolesionismo e alla depressione, non si può che sostenerlo.

Che Sam Winchester fosse una persona squisita, i fan lo sapevano già da un pezzo. Ma Jared Padalecki lo è decisamente un po’ di più.

4) Hugh Laurie



Hugh Laurie è forse uno degli attori più conosciuti al mondo, non solo per il successo ottenuto grazie al cinema, bensì per la Serie Tv Dr. House.

Le otto stagioni di cui si compone lo show ruotano attorno al protagonista, il medico Gregory House, il quale si presenta sin dal pilot come un personaggio piuttosto insolito.
House infatti non è il classico medico al quale puoi parlare dei mal di testa notturni o delle nausee causate dalla mancata colazione, no.

Il Dr. House è un uomo quasi apatico, le cui diagnosi per guarire i propri pazienti nascono come vere e proprie sfide da vincere. Burbero, capriccioso, cinico, con gravi problemi nel mostrarsi empatico con gli altri, deve ogni giorni fare i conti con forte dolore alla gamba che lo costringe all’utilizzo di un bastone. La sua camminata zoppicante, infatti, è diventata un must della Serie Tv.

Ma il protagonista non è un dottore invalido che cerca di giocare a Sherlock Holmes con le vite dei pazienti. La Serie Tv mette in mostra il valore dell’etica che si scontra con la scienza, l’empatia che fa a pugni con la razionalità. House soffre di dipendenza dal Vicodin, un antidolorifico che assume quotidianamente per alleviare il dolore al suo arto malato. E dal comportamento del personaggio si può trarre la conclusione che la sua dipendenza non sia l’unico male a nuocere alla sua salute. Non è un caso che l’abuso di quell’antidolorifico causi – insieme ad altri effetti collaterali – depressione.

Il Dr. House è depresso, nello show è stato reso palese più volte. L’atteggiamento repulsivo, la mancanza di empatia annessa alla scarsa voglia di fare ciò che piace, l’anestetizzazione del piacere, sono soltanto alcuni dei tantissimi sintomi che presenta una persona depressa, e non si può negare che egli non lo sia. Il merito di saper interpretare un tale personaggio con un simile pathos lo si deve tutto a Hugh Laurie.

Purtroppo, così come il suo “amato” personaggio, anche lui ha sofferto di depressione.

Ha preferito non parlarne a “cuore aperto” proprio per evitare di essere visto come una vittima in cerca di attenzioni, puntando il dito contro celebrità che sfruttano questa malattia solo per scopi pubblicitari. L’attore ha sofferto di depressione, da lui definita “Pesante Infelicità”, sin dall’adolescenza. Da un’iniziale riluttanza nell’accettare il problema, sino al rifiuto categorico delle cure, ha poi deciso di affidarsi a una riabilitazione insieme a degli psicoterapeuti.

Nella biografia scritta da Anthony Bunko, “Hugh Laurie: The Biography”, l’artista ha ribadito quanto la sua condizione infelice non influenzasse soltanto la sua vita, ma anche quella della sua famiglia e di chi aveva intorno La malattia dell’attore scaturiva dal bisogno di essere costantemente consapevole del proprio successo, preoccupandosi – da reazione – di eventuali fallimenti. Non riguardava semplicemente l’avere dei pensieri negativi riguardo se stessi, bensì l’intera realtà che lo circondava e tutte le azioni che da tale negatività avrebbero portato a un fallimento esistenziale. Più la sua carriera raggiungeva l’apice, più quel malessere lo struggeva.

Ero malato, egocentrico, egoista, fin quando non ho deciso di reagire riguardo la mia malattia.

Queste le parole dell’attore che aggiunse di ricordare ancora il giorno in cui si rese conto di avere un problema. Fu proprio durante una corsa, per una gara di beneficenza, che iniziarono a insinuarsi tra i suoi pensieri delle idee confusionarie. Idee che lo ponevano dinanzi a tematiche riguardanti la vita, la morte. Proprio allora si rese conto di essere depresso e che era giunto il momento di fare qualcosa a riguardo.

La depressione è una malattia a tutti gli effetti e come tale si manifesta in modo diverso in persone diverse, le quali hanno tutto il diritto di ricevere delle cure ed essere accompagnate in un percorso riabilitativo. La depressione non si presenta a tutti nello stesso modo. A volte sopita in un silenzio esistenziale, può manifestarsi nei momenti meno opportuni, sia in compagnia di altre persone o meno. È un’autodistruzione involontaria. L’attore è entrato in contatto con la malattia sin da giovanissimo, poiché anche la madre Patricia ne soffriva.

In un intervista al Daily Mail, Laurie ha rivelato persino che interpretare House stava divenendo un vero e proprio incubo. La speranza di andare incontro a qualche incidente non sembrava poi così assurda, il tutto pur di saltare qualche giorno dal lavoro. Il dovere della perfezione a cui aspira un medico, e un attore che interpreta un tale mestiere, si ripercuoteva nella realtà. Hugh Laurie, malgrado recitasse in una delle Serie Tv più popolari al mondo, non riuscì a godersi tale fama al 100%.

Dopo esser stato seguito da molti psicoterapeuti, e averne giovato soprattutto, l’attore ha rivelato di stare meglio e di essere felice di vivere. Una gioia che tutti dovrebbero avere il diritto di possedere.

5) Jim Carrey



Jim Carrey sta ottenendo un successo pazzesco con la sua nuova Serie Tv. Non è la solita comedy che siamo abituati a vedere: Kidding è un universo di realtà capaci di far sorridere e avvilire al contempo. Il protagonista, Jeff Piccirillo, deve adattarsi nuovamente alla vita: la perdita del figlio lo ha destabilizzato. Imparare a convivere con una tale tragedia è complesso, così come lo è ricucire i rapporti in famiglia. E la maschera che ogni giorno deve portare a lavoro, quella di Mr. Pickles, non aiuta affatto.

Tale personaggio, tale interprete: conosciamo tutti i trascorsi del nostro amato Jim Carrey.

Aveva abbandonato le scene, era stato criticato per il suo aspetto e per le sue decisioni personali. In realtà l’attore ha davvero vissuto periodi bui dal momento in cui è iniziata la sua carriera. Solo nel 2009 egli ha fatto “outing“, rivelando la propria malattia al pubblico. Ha deciso di muoversi nel sociale, dichiarando più volte quanto sia importante ricevere delle cure ed essere seguiti perché è un percorso difficile ma si può comunque uscire dalla depressione. In più di un’intervista ha pubblicamente affermato quanto sia importante restare se stessidurante il percorso verso la propria realizzazione. È facile perdersi tra i falsi sorrisi, le ipocrisie, il denaro, l’idea di avere successo.

La constatazione di perdere pian piano le persone che ci stanno accanto, o piccole parti di noi stessi, mettono tutto sottosopra. E il mondo che si era venuto a creare, inizia a sgretolarsi.

Carrey ha sofferto di depressione, ma di recente ha messo le cose in chiaro: “A volte sono felice. In questo periodo non soffro di depressione. Ne ho sofferto, sì, per anni. Ma adesso se arriva la pioggia, piove. Ma poi va via. Non resta e non mi sommerge facendomi soffocare come prima”.

L’attore è riuscito a superare la malattia curando se stesso, non solo fisicamente (evitando droghe e alcol), ma anche spiritualmente. Ha trovato il suo posto, prendendosi cura del proprio lato spirituale e approcciandosi al mondo sotto una nuova prospettiva. Essere costantemente impegnato è stato inoltre fondamentale per Carrey, il quale è riuscito a distrarsi da determinati pensieri negativi e focalizzarsi su ciò che c’è di buono adesso. Ha dichiarato di aver anche sfruttatomomenti di tristezza per incrementare le proprie doti recitative, specie quelle drammatiche.
Incanalare la propria tristezza verso qualcosa di positivo è sicuramente un ottimo modo per non lasciarsi sprofondare nella malinconia.

Non possiamo quindi che augurare il meglio al nostro Jim, il quale – finalmente – fa parte del nostro mondo delle Serie Tv.

Dal Sito: hallofseries.com



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