C’è che alla fine vince chi sa trarre vantaggio e consapevolezza dalle sofferenze della vita.
Chi crede, ama e condivide sogni, speranze e realtà.
Vince chi si mette in gioco e non si isola pensando che gli altri sono più “fortunati”.
Chi, nella quotidianità, ha saputo sconfiggere il più grande nemico: l’Ego.
Vince chi ha saputo condividere il pensiero tanto nella parola che nel silenzio.
Chi non ha saputo dire sempre di sì, ma nemmeno dispensare solo dei no.
Vince chi non ha paura di morire, perché vive e ha vissuto intensamente.
Chi non ha temuto il nemico perché sapeva che da questi avrebbe tratto energia e forza per ripartire.
Vince chi ha amato così tanto da tremare per l’emozione ma senza avere paura di lasciare libero l’altro.
Chi ha ringraziato la malattia perché da quella è ripartito con una nuova consapevolezza.
Vince chi non ha ceduto solo al desiderio del piacere manipolando gli altri per i propri fini.
Chi si alza la mattina col sorriso sapendo che la giornata può essere molto dura.
Vince chi non pensa che la sola bocca da sfamare sia la sua.
Chi smette di dire: “tanto fanno tutti così”! E apre una nuova via, nel rispetto verso gli altri.
Vince chi, se non bastano le parole, dimostra l’amore coi gesti, coi fatti.
Chi dipinge un quadro senza imbrattare tutto ciò che è fuori dalla tela.
Vince chi ogni tanto esce dalla coda e si mette in prima fila a trainare gli altri, senza sentirsi il protagonista.
Chi ha compreso e ha allungato una mano quando era necessario.
Vince chi smette di dire, con la pancia gonfia da scoppiare, che ha fatto tutto per gli altri.
Chi saluta e non si aspetta nulla in cambio.
Vince chi sa cambiare idea, quando riconosce che è cambiato anche lui.
Chi non pensa che gli altri sono tutti “matti” e accetta le loro opinioni.
Vince chi non ruba perché tanto lo fanno in molti, e ha un’idea di benessere comune.
Chi rispetta i deboli e gli animali, senza schernire la loro natura e abusando della loro umiltà.
Vince chi rema ma cambia rotta se ne vale la pena, uscendo dalla scia di chi lo precede.
Chi ha uno scopo e riconosce quello degli altri.
Vince chi non ha bisogno di rimpiangere, perché ha saputo muoversi al momento giusto.
Sai cosa c’è, Anima mia?
Che spesso ho paura e ammetto le mie fragilità.
Che non amo come vorrei ma come posso.
Che sono goloso di quello che hanno gli altri e non guardo nella mia dispensa.
Che do spesso la colpa di quello che mi succede al destino, senza fare granché per cambiarlo.
Che demando agli altri parte delle mie responsabilità.
Che a volte non vivo come potrei per non rompere equilibri precari.
Che rimando spesso a domani.
Che non chiedo sempre spiegazioni, perché son certo che io solo conosco la ragione giusta.
Che guardo più facilmente ai giorni faticosi passati che a quelli belli che potrò passare.
Anima mia, per tutto questo mi scuso.
Tuttavia il mio compito non è quello di giudicare. Il Karma si occuperà di questo. Il mio compito è quello di vivere. Semplicemente amando.
Grazie!
Dr. Michele Guandalini
Dal Sito: aprilamente.info
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