lunedì 29 luglio 2013

Due parole sul mito della Normalità

Quanti di noi passano gran parte della vita cercando di comportarsi in modo “normale”, per essere accettati in società, non sentirsi da meno degli altri ed avere la sensazione di essere “dalla parte giusta”, forte dell’appoggio e del sostegno altrui? Non solo: il concetto di normalità ci aiuta a prevedere il comportamento della gente, cosa aspettarci da loro; è in qualche modo “rassicurante”. Persino chi ama trasgredire, per poterlo fare ha ben in mente un’idea di normalità da prendere a sberleffi, sfidare ed a cui contrapporsi. Ma cos'è la normalità? E soprattutto, chi stabilisce cosa è normale? Bisognerebbe chiederselo, dato che fin troppo spesso si finisce per travisare questo concetto, o dargli un’importanza che non merita. 
“Lo fanno tutti, è normale”. Questa frase, comune e banale, in realtà è magica: racchiude tutte le molteplici sfumature che impregnano il concetto di normalità. Lo fanno tutti....la normalità è quindi innanzitutto una dimensione statistica. E' normale ciò che è più frequente, sono normali le caratteristiche e i comportamenti della maggior parte delle persone. In effetti, gli stessi Disturbi Psicopatologici sono statisticamente infrequenti. Tuttavia, nel farsi un'idea della “normalità” si tende a guardare troppo la propria realtà sociale, pensando ingenuamente che ciò che conosciamo della natura umana sia universalmente valido. In più, i comportamenti più diffusi non è detto siano necessariamente positivi: la mediocrità può spesso essere la norma, mentre, ad esempio, un’intelligenza particolarmente elevata o uno stato di felicità ed autorealizzazione notevoli sono condizioni “infrequenti” e non di meno preferibili al normale...considerazione solo apparentemente scontata, dato che “lo fanno tutti” è spesso usato come giustificazione o forma di pressione, quasi a dire che ciò che è normale è anche giusto (e ciò che devia, sbagliato). La normalità, quindi, tende ad inglobare anche una dimensione etico-normativa, ponendosi come una spinta a conformarsi, divenendo terreno per scontri di potere, e rivelando ampiamente la sua natura di costruzione storica e culturale. 
Parlare di comportamento normale in senso assoluto è quindi molto difficile, ma ciò non deve scoraggiare. Piuttosto chiediamoci: abbiamo davvero bisogno di definire la normalità? E se si, ci serve per capire qualcosa, o per rassicurarci da qualcosa?

dal sito : dal sito : http://psicologicamente.altervista.org/psicopatologia.htm


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