lunedì 9 gennaio 2017

Attacchi di panico: secondo uno studio, l’ansia deriva dalla paura dell’ignoto.

Secondo un recente studio scientifico, è stato dimostrato che l’ansia, così come gli attacchi di panico possono trarre origine da un’antica paura dell’ignoto.  



Tutti noi, da piccoli, avevamo paura del buio. Non era solo per le figure più o meno folcloristiche o per i racconti del terrore dei nostri genitori e dei nostri nonni.  

Era una diffidenza ancestrale, qualcosa che difficilmente è possibile spiegare. La paura dell’ignoto. Uno studio pubblicato sul Journal of Abnormal Psychology e condotto dai ricercatori dell’Università dell’Illinois, ha rivelato come questa paura sia un tratto comune in chi soffre di attacchi di panico, ansia e fobie sociali.


Secondo Stephanie Gorka, assistente ricercatrice di psicologia e psichiatria clinica dell'Istituto di Medicina dell'Università dell'Illinois e co-autore dello studio: "Un trattamento o un insieme di trattamenti focalizzati sulla paura dell’ ignoto risulterebbe in una modalità di trattamento più efficiente e di forte impatto destinata a numerosi disturbi e sintomi d’ansia". Le persone sensibili a questo tipo di paura possono finire con il passare l'intera giornata alle prese con l'ansia e gli attacchi di panico, vi è sempre un dettaglio che può far credere che qualcosa di brutto stia per succedere. Al contrario, le minacce prevedibili non sortiscono lo stesso effetto e possono essere controllate con più facilità. La risposta, in questi casi è di 'attacco-o-fuga' e la crisi si riduce non appena la minaccia scompare.

Durante lo studio, i ricercatori hanno analizzato i dati emersi da due diversi esperimenti condotti su soggetti di età compresa fra i 18 e i 65 anni. I soggetti erano così suddivisi: 41 con Fobia Sociale, 29 con Disturbo d'Ansia Generalizzata, 25 con Depressione Maggiore e 24 con Fobia Specifica, più 41 persone senza alcuna diagnosi. Ai partecipanti è stato chiesto di completare un'esperienza basata su stimoli che innescavano la paura. Sono stati misurati i battiti di ciglia di ogni partecipante come risposta a piccole scosse elettriche indotte tramite i polsi, alcune prevedibili, altre imprevedibili.

Inoltre, ai soggetti venivano somministrati tramite cuffie alcuni suoni. Stephanie Gorka ha spiegato: "Non importa chi sei o qual è il tuo stato di salute mentale, strizzerai gli occhi, battendo le ciglia, in risposta al suono. È un riflesso naturale, tutti lo fanno, senza alcuna eccezione". Per comprendere come funzionava il meccanismo, i ricercatori hanno misurato, tramite appositi elettrodi posizionati sotto gli occhi dei partecipanti, la forza dei battiti di ciglia, confrontando la risposta a scosse prevedibili e imprevedibili.

Dai dati è emerso che chi soffriva di Ansia Sociale, strizzava gli occhi in maniera più forte quando subiva scosse elettriche imprevedibili, rispetto ai partecipanti che non avevano alcuna diagnosi o che soffrivano di Depressione Maggiore o attacchi di panico e ansia. Luan Phan, un altro autore dello studio e docente di psichiatria, ha concluso: "Sapere che la paura dell’ ignoto sottostà a tutti i disturbi d’ansia basati sulla paura suggerisce inoltre che i farmaci che agiscono in modo specifico su questa sensibilità potrebbero essere usati o sviluppati per trattare questi disturbi".



* Il contenuto riportato è di carattere orientativo a fini informativi: non sostituisce diagnosi e trattamenti medici. Non deve essere utilizzato per prendere decisioni in merito ad assunzione o sospensione di terapie farmacologiche e non può sostituire il parere di un professionista afferente a qualsiasi disciplina medico scientifica autorizzata.

urbanpost.it

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