mercoledì 31 maggio 2017

I rimpianti sono zavorre: liberatene!


Quando siamo prigionieri dei rimpianti, la vita smette di scorrere fluida, come fossimo carichi di pesi inutili: se ti alleggerisci, ritrovi il sorriso
Ognuno di noi sa di aver commesso qualche errore. E sa anche che alcuni di questi sbagli hanno complicato le cose, mentre altri sono stati fondamentali per crescere, per capire meglio se stessi e gli altri, per evolvere. Si può dire che, senza alcuni errori, non ci saremmo mossi di un passo nello sviluppo della personalità. Ma, nonostante tutto, i rimpianti per non aver fatto la cosa giusta o per non aver agito in un certo modo, magari anche tanto tempo fa, possono diventare spiacevoli compagno di viaggio. Lo diventano, in particolare, in alcuni momenti molto negativi, di scoramento. Poi la consapevolezza torna e si affrontano le situazioni senza questo fardello del passato, e senza che faccia particolari danni.

I rimpianti generano falsi ricordi

I rimpianti occasionali sono così: un riportare la mente, inutile ma non troppo dannoso su un errore reale. Ma esiste una categoria molto più pericolosa: i falsirimpianti, specie quando costituiscono il modo principale di rileggere la propria storia. "Se soltanto avessi fatto; se soltanto fossi stato più attento, più sollecito; se soltanto avessi capito che quella era una grande occasione; se soltanto avessi detto quelle parole, se fossi intervenuto, se la sorte mi avesse aiutato, bastava un niente per, ero ad un passo dal…". Tutti questi presunti fatti del passato sono esageratamente ingigantiti. Chi è vittima del “se avessi” in realtà trasforma eventi del tutto normali in momenti cruciali in cui si sarebbe giocato il suo destino, percepito come negativo o incompleto. Ne ha per tutti: storie d’amore, lavoro, salute, singoli episodi. Qual è il vero scopo di questi rimpianti? Giustificare i problemi del presente.

Il passato non va reinventato

La vita, per chi ragiona così, smette di scorrere, altro che crescita ed evoluzione. Siamo ben lontani dallo stare nel presente: siamo immersi in un passato immaginario e in un destino alternativo e idealizzato, fatto di occasioni perse per sempre: quella relazione finita sarebbe stata “quella giusta”, quell'occasione di lavoro mancata avrebbe portato sicuramente al successo. Fatalismo, dubbi continui, fantasmi di fallimento, sommati tra loro, "gonfiano" i rimpianti e fanno fare scelte sbagliate. Se si vuole uscire da questo vicolo cieco di false interpretazioni, bisogna cambiare mentalità con rapidità e fermezza

La soluzione? Prendersi la responsabilità

La prima cosa da fare è comprendere che non esiste un passato alternativo che avrebbe potuto portare a un presente migliore. Certo, momenti in cui svoltare da una parte o dall'altra ci sono stati. Ma per chi vive dentro una mentalità passiva e perdente, alla fine, tutto sarebbe andato nello stesso modo inappagante, semplicemente passando da una strada diversa. Ed è un atteggiamento attivo anche ora: mentre idealizzi una trama che non si è mai compiuta, stai già sabotando il presente, stai già attivando la mentalità carica di rimpianti del “se soltanto avessi”. La frase invece va ribaltata: «Se soltanto avessi voglia di prendermi la responsabilità di ciò che mi accade». Perché i finti rimpianti non servono solo a giustificare lo stato negativo in cui crediamo di trovarci ci mettono anche “al sicuro” da ogni presa di coscienza capace di cambiare effettivamente le cose.

Ferma la ricerca del colpevole

Non è facile ammettere con se stessi che questi rimpianti sono solo un alibi, ma è così. Quando nella vita attuale tutto sembra andare storto, la mente, in automatico, va nel passato alla ricerca del “colpevole” e lo rintraccia in eventi che, magari, sono già stati superati da tempo. Perciò, anche se può sembrare difficile, dobbiamo rinunciare alla nostra finta storia: se non è una vera e propria allucinazione, poco ci manca. È sicuramente frutto di una fantasia regressiva che vuole bloccarci a un livello di sviluppo ancora adolescenziale, e non possiamo permettere che prenda il sopravvento. Liberiamoci di questo falso passato, del senso di sfortuna e di inadeguatezza, che nutrono e tengono in vita i rimpianti. E soprattutto occupiamoci del presente senza l’ansia di affrontare in ogni istante una “sliding door” in cui si decide chissà quale futuro. Non è così: chi vive pienamente e in modo autentico sa che anche gli sbagli possono tradursi, sorprendentemente, in svolte vantaggiose.


Dal Sito: www.riza.it

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