lunedì 25 febbraio 2019

Gli attacchi di panico

Quando meno ce lo aspettiamo, l’attacco di panico prorompe come uno tsunami dal nostro inconscio per inviarci un’infinità di segnali, per troppo tempo sopiti dalla nostra coscienza, così grande da farci provare un forte senso di angoscia e di confusione, tale da sconvolgerci anche a livello corporeo. Questa energia si scatena perché l’abbiamo tenuta troppo a tacere dentro di noi, allontanandoci dall’autentica fonte del nostro essere e, in tal modo, falsificando la nostra stessa esistenza. Col panico, il nostro inconscio si sta ribellando alla vita che ci sentiamo costretti a vivere, magari strutturata all’interno di un insieme di costrutti troppo rigidi ed ingessati, senza che noi ce ne accorgiamo minimamente. Spesso, quando tutto sembra essere perfetto nella nostra vita, arriva il panico per segnalarci che è arrivato il momento di cambiare rotta, anche se ci sentiamo impossibilitati a farlo, non trovando una via di uscita. Il panico arriva per segnalarci che il creativo che c’è in noi è sepolto, non ha più voce in capitolo, così ci siamo arenati in una secca della nostra esistenza in cui non c’è spazio per una libera navigazione sia dentro, che fuori di noi. Con un lavoro psicoterapico ci si inoltra nel nostro mondo interno, alla scoperta della nostra parte generativa. Tuttavia, per scoprire un nuovo mare interiore, dobbiamo anche scoprire dei nuovi modi di navigare, quindi dobbiamo anche riuscire, con l’aiuto dello psicoterapeuta, a trasformare il nostro rapporto con i nostri vecchi “capitani interni” che ci hanno sempre fatto da guida, senza che noi ce ne siamo accorti per nulla. Ecco perché, in un lavoro analitico, si ripercorre il passato, cercando di riattraversare il rapporto con le nostre figure di riferimento e cercando anche di fare riemergere determinate immagini o determinati aspetti relazionali che si sono sedimentati profondamente dentro di noi e che hanno contribuito a costruire nella nostra personalità una bussola che mira verso una direzione univoca e, per questo, paralizzante. Come si può intuire, il panico è allora una spinta potenzialmente sana che ci invita a ristabilire un contatto salutare col nostro mondo interiore, quindi ci stimola alla vita ed alla trasformazione sana della vita stessa, una trasformazione che non sia solo di superficie, ma di sostanza, affinché si realizzi la vera persona che c’è in ognuno di noi. 


Fabio Settipani. Psicologo - Psicoterapeuta

Dal Sito: alquamah.it 

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