sabato 10 agosto 2019

Storia della (mia) ansia in vacanza, e di cosa si può fare per non portarla dietro quando si viaggia



Mesi e mesi a sognare le vacanze estive, tanto stress e tanti risparmi accumulati per concederci un viaggio da sogno, poi arriva il fatidico momento di prepararsi al viaggio… e puntuale si presenta l'ansia, scomoda intrusa! Mancano pochi giorni a quel volo che finalmente ci porterà altrove, ma non facciamo altro che immaginare disastri, incidenti, contrattempi, pericoli. Respiro e cuore accelerano, lasciandoci in preda alla paura - per quanto irrazionale possa sembrare a chi ci sta intorno. Non è certo un problema di pochi, anzi: secondo un sondaggio dell’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico del 2019, al quale hanno risposto oltre 700 soggetti tra i 19 e i 60 anni, il 79% dei partecipanti durante l'ultimo mese ha avuto manifestazioni fisiche frequenti e intense di ansia, mentre il 73% si percepisce come una persona molto apprensiva che si preoccupa facilmente di piccole cose/situazioni. Il 68%, inoltre, dichiara di avere non poco disagio quando si trova lontano da casa o da luoghi familiari, mentre il 91% dei partecipanti trova spesso difficile rilassarsi.
Chi soffre d’ansia può sentire che i sintomi peggiorano a ridosso di un viaggio, complici le aspettative sulle cose nuove che si vedranno e sui cibi diversi che si proveranno, ma anche l’idea di abbandonare le vecchie abitudini - uno dei più grandi desideri di tutti, ma allo stesso tempo un grande stress per chi ama vivere in modo regolare, in un ambiente familiare e con orari precisi. Come ha spiegato Colleen Reichmann, psicologa clinica di Philadelphia, a Forge: “Provare incertezze è probabilmente la parte del viaggio che più provoca ansia, anche se non ci rendiamo conto che sta succedendo. Forse è solo qualcosa che ribolle da qualche parte nel subconscio, ma in ogni caso succede”. Long story short, è comune provare un picco di ansia mentre viaggiamo, ma non dobbiamo permettere che ciò ci rovini le vacanze. Come spiega la Reichmann, l’ideale sarebbe trovare uno psicologo che ci guidi con approccio personalizzato, ma esistono anche strategie per gestire l'ansia mentre siamo lontani da casa.

Scegliere il viaggio giusto per noi

La prima è quella di analizzare la nostra esperienza precedente, comprendere e anticipare i modi in cui un viaggio può scatenare l’ansia, secondo Reichmann. L’importante è essere completamente onesti con noi stessi su ciò che siamo (davvero) in grado di gestire. Ad esempio, siamo terrorizzati dall’idea di volare? Allora fare brevi weekend in cui appena atterrati abbiano già l’ansia di ripartire, beh, non è il tipo di “fuga” adatta a noi. Meglio ragionare più attentamente sull’arrivo e sulla partenza in modo da avere il tempo di riprenderci e divertirci prima di rovinarci le giornate pensando allo stress per il volo di ritorno.

Se viaggiamo per lavoro o per qualche altro tipo di obbligo - e non per puro piacere - c’è meno libertà di scelta, ma possiamo anticipare altri trigger. Ad esempio, se dobbiamo volare per una conferenza che dura due giorni, meglio prendere in considerazione l'idea di partire (magari a nostre spese) un giorno prima per familiarizzare con l’ambiente. Acquistare un biglietto dell'ultimo minuto e gettare in valigia due cose per una fuga improvvisa potrebbe sembrare un'idea romantica per alcuni, ma non è detto che debba piacere a tutti per forza. Non dobbiamo vergognarci se abbiamo bisogno di pianificare perché una solida padronanza dei dettagli rilevanti del viaggio ci aiuta a mantenere la calma. Fare qualche ricerca su Google per trovare posti sicuri dove mangiare, ripararci in caso di crisi e riposare è fondamentale per stare al riparo da circostanze impreviste che generano ansia.

Un ripasso generale

Prima di lasciare casa, la Reichmann suggerisce di ripassare tutte le tecniche anti-ansia che in passato ci hanno aiutato a gestire una crisi: esercizi di respirazione, rilassamento muscolare, la scrittura o recitazione di un mantra, meditazioni video o audio, un farmaco d’emergenza da tenere sempre in tasca…Check, check, check e partire già pronti a tutto è la migliore delle strategie. Non abbiamo ancora mai messo alla prova una tecnica? Allora cerchiamo di familiarizzare con lei anche quando siamo calmi. Sì, funzionerà: come spiega l’esperta, una strategia giù collaudata è “come una memoria muscolare per il nostro cervello”.

Parliamo della nostra ansia

Stiamo partendo con amici, familiari e conoscenti? Allora è imperativo capire che le dinamiche di gruppo possono essere particolarmente difficili da gestire quando sentiamo ansia. Il nostro migliore amico potrebbe essere proprio quel tipo di persona che si diverte ad arrivare in aeroporto all'ultimo minuto, cosa che ci fa strabuzzare gli occhi per lo stress dato che preferiamo arrivare con anticipo e sentirci al sicuro ai gate: che fare? Beh, è ovviamente necessario parlargli di come ci sentiamo. Gli esperti suggeriscono di confidare ai compagni di viaggio che soffriamo di ansia - specificando bene quali situazioni possono scatenarla e come invece possiamo calmarla. In un momento in cui ci troviamo ad gestire tante novità, avere il supporto di chi ci vuole bene può fare una super differenza.

Dal Sito: elle.com

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