lunedì 10 aprile 2017

Attacchi di panico in macchina: cause


Attacchi di panico in macchina: cause. Ecco tutte le ragioni scatenanti e i sintomi di frequenti attacchi di panico alla guida

Gli attacchi di panico sono un disturbo molto fastidioso di cui soffrono milioni di persone in tutto il mondo. Si manifesta soprattutto in luoghi affollati, guidando in autostrada, in luoghi aperti o chiusi. Può succedere anche al cinema, nei negozi, nelle metropolitane o in volo. È molto importante il contesto del primo attacco perché esso darà il via a una serie di situazioni da evitare. Esse non faranno altro che far accrescere il disturbo, favorendone lo sviluppo.
Come si manifesta un attacco di panico in macchina

L’attacco di panico, fondamentalmente, è un forte accumulo di tensione che sfocia in disturbi apparentemente irrazionali. Nel caso della crisi d’ansia alla guida, è solo una delle numerose forme con le quali si manifesta il suddetto disturbo. Facciamo l’esempio di una persona che apparentemente è molto forte. Una persona sempre in gamba, molto attiva, che riesce a superare difficoltà grandi e piccoli senza mostrare attimi di cedimento. Tutto d’un tratto, mentre è alla guida, inizia a sentire un’ansia fortissima. Non solo: sopraggiungono sudorazione, tachicardia, perdita di lucidità e non padronanza del mezzo. Il terrore di andare a schiantarsi si fa sempre più strada nella mente del soggetto. Tutto ciò porta a manifestazioni di depersonalizzazione e derealizzazione che contribuiscono ad aumentare gli effetti del disagio.

A quel punto, il soggetto, terrorizzato da tale evento, deciderà di evitare quella situazione per sentirsi più tranquillo. Tutto ciò avverrà, nel senso che apparentemente egli si sentirà molto meglio.

In realtà non è così, perché in questo modo il soggetto manterrà il disturbo di panico senza tuttavia eliminarlo. Da questo si passerà ad evitare altre situazioni a catena nei contesti più disparati minando la qualità della vita del soggetto.

La cura, generalmente, consiste in una psicoterapia di tipo cognitivo. Si cercherà quindi di eliminare il disturbo alla radice, in modo che non si ripresenti più. Questo attraverso la reintroduzione lenta del soggetto in situazioni ritenute “pericolose” ai fini del panico, per fargli comprendere e superare le paure. Inoltre, il soggetto dovrà imparare le tecniche di gestione dell’ansia, come il training autogeno.

di Anna Di Donato

Dal Sito: www.notizie.it

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