martedì 27 marzo 2018

Assertività: perché non riusciamo a “dire no”? Perché a volte reagiamo con rabbia ad una richiesta? Perché temiamo di chiedere chiarimenti?

Cosa significa essere assertivi? Riusciamo ad esserlo nello stesso modo in tutti i contesti? Cosa centra l'assertività con l'autostima?

L’assertività è la competenza del “saper dire di no” e del “saper far valere i propri diritti”. Ci facilita la vita al lavoro, in famiglia, nelle relazioni amicali. Perché allora può essere difficile usarla?

Comportarsi in modo assertivo significa posizionarsi a metà su una linea immaginaria: ad un estremo troviamo l’aggressività, al polo opposto la passività (o remissività). Il comportamento assertivo è tipico della persona che rispetta i diritti propri e quelli altrui, non permette agli altri di essere aggressivi, non li subisce, non esige che gli altri modifichino le loro opinioni, non giudica gli altri, decide per se stessa e non si assume responsabilità che non le competono.
Il comportamento aggressivoè tipico di chi per perseguire la propria gratificazione si afferma con violenza, minimizzando, calpestando o disconoscendo il valore altrui. Così facendo non considera i punti di vista diversi dal proprio e pensa di non essere mai nel torto. L’aggressivo attribuisce i  fallimenti alle circostanze o agli altri; svaluta l’altro, si mostra rigido sulle sue posizioni.
Talvolta, una reazione aggressiva e densa di rabbiapuò essere un malriuscito tentativo di non farsi mettere i piedi in testa, se tendiamo a comportarci solitamente da remissivi.

Una condotta passiva invece porta la persona ad arrendersi al volere altrui ed a reprimere i propri desideri, compiendo le proprie scelte comportamentali alla ricerca del compiacimento altrui. La risposta risulta essere inadeguata poiché generata da frustrazione, insicurezza, senso di colpa, ansia.

Tale comportamento può essere mantenuto da un dialogo interno disfunzionale che incide sulla paura di irritare gli altri, sulla paura di essere rifiutati o sul sentirsi responsabili dei sentimenti altrui, fino ad ipotizzarsi responsabili delle sofferenze altrui per aver ferito l’interlocutore con le proprie parole, non aver ricambiato i sentimenti o aver disatteso le sue aspettative, pervenendo difficilmente alle cause della sofferenza nel comportamento altrui.

Assertività: è più facile in coppia, al lavoro o in famiglia?

Ognuno di noi riesce ad essere assertivo in modo diverso nelle diverse aree della sua vita: c’è chi non riesce a rispondere bene alla suocera, c’è chi non riesce a gestire richieste e comunicazioni scomode con i figli. Comportarsi in modo assertivo è una conseguenza ed un indice dello stile di comunicativo, ma anche del tipo di rapporto in cui ci troviamo, compreso quello di coppia: quando uno dei 2 “dice sempre si”, si adegua ai desideri e gusti dell’altro quasi come i suoi non esistessero, forse ci troviamo di fronte ad un rapporto di dipendenza affettiva.

Talvolta essere assertivi significa anche confrontarsi e discutere partendo da opinioni diverse. Alcuni di noi ne hanno paura, come chi in famiglia tende a “colludere” ovvero inganna se stesso e gli altri incarnando delle fantasie che non corrispondono alla realtà e ricoprendo un ruolo fisso, in cui si resta però intrappolati. Non c’è quindi possibilità di esprimere se stessi, nè di cambiare idea; non ci si pone in maniera chiara nei confronti dell’altro: in una parola, ci si comporta in modo anassertivo: non ha e non da fiducia.

Per quanto riguarda l’ambito lavorativo, alcuni recenti studi mostrano come stili comunicativi rispettosi siano alla base dei rapporti che intratteniamo al lavoro; se gli stili comunicativi sono aggressivi o oltraggiosi, ci sta male anche chi assiste, pur non essendo coinvolto in prima persona e specialmente se donna.

Assertività fa rima con.. autostima!

Abbiamo visto come e dove possiamo esprimerci in modo assertivo, ma da cosa dipende il nostro livello di assertività? Quali componenti la influenzano o vengono influenzate da essa? Il livello di autostimasembra essere direttamente proporzionale al livello di assertività che si riesce a mettere in gioco nei confronti degli attori sociali con i quali ci si relaziona. Essere capaci di dar valore ai propri bisogni ed esprimerli in maniera adeguata senza lasciarsi invadere dalle necessità e dalle opinioni dell’altro o senza il bisogno di imporli a tutti i costi, ci permette di percepirci come persone consapevoli e integre, piene di valore e centratura.

Di seguito, alcuni esempi tratti dal cinema di comportamenti assertivi, passivi e aggressivi.

SINCERITA’, FIDUCIA E ASSERTIVITA’ – WILL SMISTH IN “LA RICERCA DELLA FELICITA'”

INSICUREZZA E PASSIVITA’ – HUGH GRANT IN “4 MATRIMONI E UN FUNERALE”

RABBIA E AGGRESSIVITA’ – LEONARDO DI CAPRIO IN “REVOLUTIONARY ROAD”

Dal Sito: stateofmind

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