venerdì 16 marzo 2018

Gli attacchi di panico 



Un attacco di panico è un episodio breve e intenso in cui si sperimenta ansia acuta, che insorge in modo improvviso con sintomi fisici e vissuti psicologici

Molte persone durante l’arco della loro vita hanno avuto modo di sperimentare un attacco di panico. L’attacco di panico dura una manciata di secondi, ma per chi lo subisce pare duri ore, perché la mente si offusca e le paure più profonde prendono il sopravvento.

La parola panico deriva dalla mitologia greca e più precisamente del “dio Pan”, metà uomo e metà caprone, che compariva all’improvviso sul cammino altrui, suscitando un terrore improvviso e poi scompariva velocemente. Le vittime rimanevano incredule all’accaduto, non riuscivano a spiegare cosa fosse successo e non erano in grado di gestire la forte emozione negativa provata.

Allo stesso modo, un attacco di panico è un episodio di breve durata ma molto intenso in cui si vive una forte ansia acuta e improvvisa, accompagnata da una serie di sintomi fisici. L’attivazione fisiologica è interpretata, da chi si trova in questo stato, come qualcosa che ineluttabilmente porterà a conseguenze estreme, tipo morire o impazzire.

Sintomi dell’attacco di panico

I sintomi più comuni che coinvolgono il corpo, sono:

rossore al viso e talvolta all’area del petto;

capogiri, sensazione di stordimento, debolezza con impressione di perdere i sensi;

parestesie, più comunemente rappresentate da formicolii o intorpidimenti nelle aree delle mani, dei piedi e del viso;

difficoltà respiratoria, tecnicamente definita dispnea o soffocamento;

aumento della sudorazione oppure brividi, legati a repentini cambiamenti della temperatura corporea e della pressione;

nausea, sensazioni di chiusura alla bocca dello stomaco o di brontolii intestinali;

tachicardia o palpitazioni, spesso associati a dolori al torace;

tremori o scatti.

Inoltre, durante questa esperienza si possono avere le seguenti sensazioni:

paura di perdere il controllo;

paura di impazzire;

non appartenenza alla realtà, derealizzazione;

osservare dall’esterno cosa accade al proprio corpo, depersonalizzazione;

non gestione di qualcosa di terribile

paura o convinzione di stare sul punto di morire;

crisi di pianto.

Ogni crisi di panico crea un circolo vizioso in cui i sintomi fisici alimentano quelli mentali e viceversa, paura della paura.

L’esperienza dell’attacco di panico è decisamente invalidante ed è uguale a quella sperimentata da una persona di fronte ad un reale pericolo. Sicuramente è una situazione molto intensa emotivamente e cognitivamente, dopo la quale si ha la percezione di essere molo deboli, stanchi e confusi.

Dopo aver subito il panico si vive nella costante paura possa tornare (paura della paura). Si tratta chiaramente di una trappola che mantiene la persona nella sensazione di panico.

Questa paura induce il soggetto a monitorare costantemente i segnali fisici, di conseguenza l’ansia cresce e la paura si auto-alimenta (circolo vizioso di mantenimento).

La prima cosa che si pensa quando si è colpiti dal panico è che sta per manifestarsi un grave problema organico, irrisolvibile, come un infarto fulminante o un ictus.

Per questo, all’attacco di panico seguono sempre accertamenti medici aventi lo scopo di individuare la causa del malessere vissuto. Se si trattasse di un problema legato alla sfera della salute sarebbe più facile da accettare piuttosto che percepire di avere qualcosa di psichico.

Di conseguenza, escludendo la causa fisica l’individuo rimane incredulo e spaventato perché non sapendo a cosa imputare quel terribile evento ha la percezione di essere vulnerabile e fragile.

In questo caso, è importante farsi aiutare da uno specialista che possa indurre la persona a sperimentare alternative ai pensieri scaturenti il panico, prima che tale patologia possa cronicizzarsi. Infatti, in casi estremi gli attacchi possono manifestarsi molto frequentemente, addirittura anche più di una volta al giorno.

Fonte: stateofmind.it







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